NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009-2010

13.SS-Waffen-Gebirgs-Division der SS "Handschar" (Croat No. 1),
U
ntersturmführer (Francia, 1944)
Studio uniformologico, figurino 50 mm (Prodotto da NEMROD)

Modellismo

Pittura e grafica

Cinefoto

Genova per Noi

Galleria 2° Conflitto mondiale

Documentazione 2°conflitto mondiale

L'argomento trattato da questo figurino ha diversi aspetti: modellistici (interessanti per il soldatinaio), storici (per il documentarista del secondo conflitto mondiale) e uniformologici (per il collezionista di memorie e cimeli militari). Ciò non toglie nulla alla drammaticità umana che ancora oggi, nei territori della ex Yugoslavia, quei fez hanno il potere di riesumare.
Ne conviene, non solo come autore, che lo scrivere un articolo su questo soggetto richieda molta accortezza umana e grande attenzione nel pesare le singole parole al fine di non trasmettere esaltazioni di sorta.

Nel 1941, con l'occupazione della ex Yugoslavia da parte della Germania del Terzo Reich, Ante Pavelic ebbe modo di dare la massima espansione territoriale e politica alla Croazia, regione da sempre nella sfera d'interesse tedesco.
Proprio con l'appoggio tedesco, le regioni di Bosnia Erzegovina, Slovenia con parte dei territori di Serbia, vennero annessi alla Croazia costituendo uno stato indipendente con capitale Zagabria.
Per combattere le forze partigiane del Generale Tito e per sfruttare la risorsa umana di quelle regioni, Himmler pensò di condensare croati, serbi, bosniaci, in una formazione militare.
Un gesto azzardato ma che forse, nel pensare di Himmler, era meno pericoloso che lasciare liberi di arruolamento nelle forze partigiane titine. La storia é conosciuta ai più ma vale la pena riprenderla velocemente.
L'arruolamento di questi diversi raggruppamenti etnici e religiosi, sin dal 1942, creò svariati problemi organizzativi e sociali, al punto che l'addestramento del grosso della divisione avvenne prima in Francia e poi in Austria e non sul territorio iugoslavo.
Nel 44 la divisione rientrò in Bosnia, con il ruolo di effettiva divisione Waffen SS operativa contro la guerra partigiana. Nei mesi successivi la gran parte dei coscritti si diede alla diserzione e solo un nucleo di origini croate rimase operativo pur se con scarsi risultati militari e un elenco infinito di atrocità e atti di violenza contro le stessa popolazione iugoslava. Alla fine di quell'anno circa solo 10.000 effettivi, quanto rimasto della divisione (costituita anche dalla Divisione Kama, copia della prima per eccesso di reclute nella Handschar), venne trasferito in Ungheria. Nel 45 i reduci furono trasferiti in Austria e lì terminò la loro breve e sanguinosa storia militare. Per scampare alle epurazioni di Tito e dell'Armata Rossa, si consegnarono all'esercito inglese che in breve li riconsegnarono alle truppe di Tito.Di loro ovviamente non si seppe più nulla, salvo di qualche sopravvissuto che riuscì a fuggire in altri paesi del blocco occidentale.

Ho preferito porre il soggetto nella Francia occupata, dove questa divisione di montagna venne addestrata (a Le Puy, dove avvenne anche la prima e unica rivolta di reclute SS contro i propri superiori).
Qui, nel luglio del 43, vennero solo formate le reclute. L'addestramento non avvenne senza drammatici atti di ribellione causati dagli stessi ufficiali di origine croata e di religione cattolica o comunque ortodossa. A parte i fatti di storia e cronaca, il grosso della formazione per le truppe di artiglieria venne basato sulla presenza di ufficiali tedeschi arruolati nella Divisione Prinz Eugen. Le reclute, militarmente poco inclini alla disciplina e ai tecnicismi della guerra moderna, vennero comunque impiegate per la parte di artiglieria con scarsi risultati a livello militare al punto che non venne assolutamente contemplata la creazione di reparti corazzati.
Per i dettagli storici e uniformologici, secondo me, é già sufficiente il numero 73 di Uniformi & Armi. L'articolo é corredato di ottime foto e un buon riassunto della parte storica.

Il figurino é di base una produzione NEMROD che, per oltre sette anni, ha vegetato nel fondo del solito armadio-archivio con altre decine di pezzi acquistati nel corso degli ultimi anni.
Ho utilizzato una testa di produzione HORNET, un braccio (quello sinistro) di provenienza ormai a me non più nota (possiedo braccia varie adattabili alle mie diverse esigenze scultoree, frutto di acquisti felici ma non andati a buon fine come pittura) e accessori di fabbricazione ANDREA, TAMIYA  e VERLINDEN.
Il pezzo non è male anche se la resina con cui é stato realizzato é parecchio porosa, occorre un lavoro molto attento in fase di lisciatura e pulizia. Se decidete di utilizzarlo, lavorate e rifinite con cura il braccio destro e in generale pulite con dovizia tutti gl'incavi (gambe, cinturone, colletto)
L'ufficiale (
Untersturmführer) é di origini tedesche e non porta lo scudetto croato sul braccio destro. Ha già militato nella Prinz Eugen, porta quindi l'ovale di stoffa con ricamata la stella alpina (edelweiss) sulla manica sinistra. Ancora più importante é la mostrina destra che ha i simboli delle SS tedesche e non la scimitarra o lama ricurva (in turco, appunto, Handschar). La mostrina con il simbolo musulmano distingueva invece coloro che provenivano proprio dalla regione croata ridefinita dal Terzo Reich.
Il fez dovrebbe essere grigio verde (abbinato all'uniforme da combattimento), invece l'ho dipinto del color rosso intenso (abbinabile solo per uniformi da parata o comunque da cerimonia). Pare che gli ufficiali non croati lo indossassero proprio come modo per distinguersi da quelli (appunto) non tedeschi.
I pantaloni sono di un modello mimetico la cui intensità di toni é stata da me accentuata per sole ragioni artistiche ed estetiche. Sicuramente la versione reale era di un verde dominante con macchie frastagliate di verde chiaro e marrone mattone. La giubba é nuova di pacca e si tratta del Mod.43 con tasche senza soffietti e allacciata al collo (in genere era portata slacciata anche dagli ufficiali).
Cinturone e scarponi sono quelli tipici degli ufficiali delle truppe di montagna (per il cinturone non va bene quello con fibbia a placca, tenerlo presente se usate come base altri figurini). Un dettaglio che mi sono permesso di creare é la modifica delle ghette proprie del figurino, le originali le ho trasformate in semplici calzettoni grigi.
Completano l'equipaggiamento, di serie sul figurino,  una Luger con fondina, una bomba a mano (stampata mediocremente, ahimè), la sacca porta documenti. Il binocolo originale l'ho sostituito con uno di migliore fattura e ho aggiunto un fucile mitragliatore MP35.
L'ambientazione non ha particolarità tali da spendere inutili e logorroiche parole (la base é di centimetri 3X3).

Fonti Bibliografiche:
- Uniformi & Armi, n°73 di aprile 1997.
- Henri Landemer: Le Waffen SS, Silva & Ciarrapico editori (1973).


 


 
 

 

 

 
 
 

 

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