Galleria 2° Conflitto mondiale
Documentazione 2°conflitto mondiale |
L'argomento trattato da questo figurino ha diversi aspetti: modellistici
(interessanti per il soldatinaio), storici (per il documentarista del secondo
conflitto mondiale) e uniformologici (per il collezionista di memorie e cimeli
militari). Ciò non toglie nulla alla drammaticità umana che ancora oggi, nei
territori della ex Yugoslavia, quei fez hanno il potere di riesumare.
Ne conviene, non solo come autore, che lo scrivere un articolo su questo
soggetto richieda molta accortezza umana e grande attenzione nel pesare le
singole parole al fine di non trasmettere esaltazioni di sorta.
Nel 1941,
con l'occupazione della ex Yugoslavia da parte della Germania del Terzo Reich,
Ante Pavelic ebbe modo di dare la massima espansione territoriale e politica
alla Croazia, regione da sempre nella sfera d'interesse tedesco.
Proprio con l'appoggio tedesco, le regioni di Bosnia Erzegovina, Slovenia con
parte dei territori di Serbia, vennero annessi alla Croazia costituendo uno
stato indipendente con capitale Zagabria.
Per combattere le forze partigiane del Generale Tito e per sfruttare la risorsa
umana di quelle regioni, Himmler pensò di condensare croati, serbi, bosniaci, in
una formazione militare.
Un gesto azzardato ma che forse, nel pensare di Himmler, era meno pericoloso che
lasciare liberi di arruolamento nelle forze partigiane titine. La storia é
conosciuta ai più ma vale la pena riprenderla velocemente.
L'arruolamento di questi diversi raggruppamenti etnici e religiosi, sin dal
1942, creò svariati problemi organizzativi e sociali, al punto che
l'addestramento del grosso della divisione avvenne prima in Francia e poi in
Austria e non sul territorio iugoslavo.
Nel 44 la divisione rientrò in Bosnia, con il ruolo di effettiva divisione
Waffen SS operativa contro la guerra partigiana. Nei mesi successivi la gran
parte dei coscritti si diede alla diserzione e solo un nucleo di origini croate
rimase operativo pur se con scarsi risultati militari e un elenco infinito di
atrocità e atti di violenza contro le stessa popolazione iugoslava. Alla fine di
quell'anno circa solo 10.000 effettivi, quanto rimasto della divisione
(costituita anche dalla Divisione Kama, copia della prima per eccesso di reclute
nella Handschar), venne trasferito in Ungheria. Nel 45 i reduci furono
trasferiti in Austria e lì terminò la loro breve e sanguinosa storia militare.
Per scampare alle epurazioni di Tito e dell'Armata Rossa, si consegnarono
all'esercito inglese che in breve li riconsegnarono alle truppe di Tito.Di loro
ovviamente non si seppe più nulla, salvo di qualche sopravvissuto che riuscì a
fuggire in altri paesi del blocco occidentale.
Ho
preferito porre il soggetto nella Francia occupata, dove questa divisione di
montagna venne addestrata (a Le Puy, dove avvenne anche la prima e unica rivolta
di reclute SS contro i propri superiori).
Qui, nel luglio del 43, vennero solo formate le reclute. L'addestramento non
avvenne senza drammatici atti di ribellione causati dagli stessi ufficiali di
origine croata e di religione cattolica o comunque ortodossa. A parte i fatti di
storia e cronaca, il grosso della formazione per le truppe di artiglieria venne
basato sulla presenza di ufficiali tedeschi arruolati nella Divisione Prinz
Eugen. Le reclute, militarmente poco inclini alla disciplina e ai tecnicismi
della guerra moderna, vennero comunque impiegate per la parte di artiglieria con
scarsi risultati a livello militare al punto che non venne assolutamente
contemplata la creazione di reparti corazzati.
Per i dettagli storici e uniformologici, secondo me, é già sufficiente il numero
73 di Uniformi & Armi. L'articolo é corredato di ottime foto e un buon riassunto
della parte storica.
Il
figurino é di base una produzione NEMROD che, per oltre sette anni, ha vegetato
nel fondo del solito armadio-archivio con altre decine di pezzi acquistati nel
corso degli ultimi anni.
Ho utilizzato una testa di produzione HORNET, un braccio (quello sinistro) di
provenienza ormai a me non più nota (possiedo braccia varie adattabili alle mie
diverse esigenze scultoree, frutto di acquisti felici ma non andati a buon fine
come pittura) e accessori di fabbricazione ANDREA, TAMIYA e VERLINDEN.
Il pezzo non è male anche se la resina con cui é stato realizzato é parecchio
porosa, occorre un lavoro molto attento in fase di lisciatura e pulizia. Se
decidete di utilizzarlo, lavorate e rifinite con cura il braccio destro e in
generale pulite con dovizia tutti gl'incavi (gambe, cinturone, colletto)
L'ufficiale (Untersturmführer)
é di origini tedesche e non porta lo scudetto croato sul braccio destro. Ha già
militato nella Prinz Eugen, porta quindi l'ovale di stoffa con ricamata la
stella alpina (edelweiss) sulla manica sinistra. Ancora più importante é la
mostrina destra che ha i simboli delle SS tedesche e non la scimitarra o lama
ricurva (in turco, appunto, Handschar). La mostrina con il simbolo musulmano
distingueva invece coloro che provenivano proprio dalla regione croata
ridefinita dal Terzo Reich.
Il fez dovrebbe essere grigio verde (abbinato all'uniforme da combattimento),
invece l'ho dipinto del color rosso intenso (abbinabile solo per uniformi da
parata o comunque da cerimonia). Pare che gli ufficiali non croati lo
indossassero proprio come modo per distinguersi da quelli (appunto) non
tedeschi.
I pantaloni sono di un modello mimetico la cui intensità di toni é stata da me
accentuata per sole ragioni artistiche ed estetiche. Sicuramente la versione
reale era di un verde dominante con macchie frastagliate di verde chiaro e
marrone mattone. La giubba é nuova di pacca e si tratta del Mod.43 con tasche
senza soffietti e allacciata al collo (in genere era portata slacciata anche
dagli ufficiali).
Cinturone e scarponi sono quelli tipici degli ufficiali delle truppe di montagna
(per il cinturone non va bene quello con fibbia a placca, tenerlo presente se
usate come base altri figurini). Un dettaglio che mi sono permesso di creare é
la modifica delle ghette proprie del figurino, le originali le ho trasformate in
semplici calzettoni grigi.
Completano l'equipaggiamento, di serie sul figurino, una Luger con
fondina, una bomba a mano (stampata mediocremente, ahimè), la sacca porta
documenti. Il binocolo originale l'ho sostituito con uno di migliore fattura e
ho aggiunto un fucile mitragliatore MP35.
L'ambientazione non ha particolarità tali da spendere inutili e logorroiche
parole (la base é di centimetri 3X3).
Fonti
Bibliografiche:
- Uniformi & Armi, n°73 di aprile 1997.
- Henri Landemer: Le Waffen SS, Silva & Ciarrapico editori
(1973).
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