Galleria 2° Conflitto mondiale
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Una storia tutta americana
il
nome lo ricevette dal padre, sostenitore di un politico di allora che si
chiamava appunto Andrew Jackson.
Nacque nell'agosto del 1886 ed era il più piccolo di
dieci figli.
Il padre muore quando Andrew ha solo sette anni e verrà cresciuto dalla sola madre
nelle cui vene scorre la storia tutta americana di una donna tenace alle prese
con una famiglia un po' troppo numerosa.
Non molto propenso agli studi, il ragazzo ha però una gran voglia di lavorare e
di costruire barche. Proprio una di queste, la prima, nascerà dentro alle mura
domestiche.
Arriva il tempo della leva militare e il ritorno a casa dove inizia a lavorare
come camionista e commerciante di materie varie.
Si sposa e si stabilisce a sud, NEW ORLEANS per la precisione. Compra terreni, legname e inizia a
costruire nel suo cantiere le sue barche.
Il successo economico arriva con EUREKA, una barca a fondo piatto capace di un
basso pescaggio ma allo stesso tempo agile nel muoversi in fondali bassi e
paludosi.
Nascono i cantieri HIGGINS INDUSTRIES che saranno tra quelli che realizzeranno
in toto un
mezzo anfibio corto, veloce e a fondo piatto, soprannominato "HIGGINS BOAT".
Quest'uomo che nella sua carriera realizzò trenta brevetti, per mezzi anfibi e da
sbarco, si spense il primo di agosto del 1952 a NEW ORLEANS.
Fin qui, per qualcuno, tutto
questo può avere il sapore del tipico folklore capital-sociale americano, nulla
di più.
Eppure si sta parlando dell'inventore di quelle piccole imbarcazioni che saranno
indispensabili alla realizzazione dell'intera operazione "OVERLORD".
Andrew J. HIGGINS era un uomo dai modi diretti in piena sintonia con le sue
origini irlandesi, vulcanico e inesauribile quando era coinvolto nelle sue
avventure imprenditoriali.
Il momento cruciale della sua avventura, nel mondo delle imbarcazioni di piccole
dimensioni, ha inizio proprio con EUREKA: un battello nato per il settore petrolifero
dalle incredibili capacità di navigare in acque basse e melmose proprio dove le
ricerche petrolifere si spingono. Il successo é immediato.
Ma HIGGINS sa vedere lontano e proprio nel 39 decide di comprare tutto il mogano
presente sul mercato perché egli riteneva che, durante il conflitto, vi sarebbe
stata penuria di acciaio per gli scafi. Sulla base di un suo brevetto, le stesse
barche in metallo potevano essere costruite con un massiccio uso di legno.
L'idea é geniale ma non piace alla Marina militare americana. Lamiere e bulloni
sono, secondo questi, lo scheletro e la pelle di un'imbarcazione da guerra.
Saltiamo per un attimo al 1942,
anno che si chiude con la guerra in pieno svolgimento e con una posizione
ambigua da parte degli Stati Uniti su come impostare il conflitto contro la
Germania e i suoi alleati.
ROOSEVELT promette a CHURCHILL di aprire un fronte di guerra sul Mediterraneo e
contemporaneamente un secondo fronte in un altro punto dell'Europa.
Ancora un salto indietro, stavolta nel 1941. Come vivevano gli Americani il
conflitto in Europa? La partecipazione bellica era ovviamente concentrata contro
il Giappone, grande nemico che secondo loro poteva nuocere realmente al sacro
suolo americano. Ambiguo il loro
rapporto con il conflitto che si consumava in Europa: necessario sotto un profilo economico e meno
sotto quello politico e sociale. Tra i tanti elementi che spingevano a tale
visione vi era, almeno nei maschi americani, il ricordo, fisico e morale, del dramma
della Prima Guerra Mondiale. Di certo non si aspettavano un secondo conflitto
meno drammatico e farcito di momenti eroici ed epici. In generale, poi,
tutti gli Americani vivevano il conflitto europeo come una causa negativa che portava
solo un abbassamento del loro tenore di vita. Anche nella loro patria vi era il
razionamento degli alimenti e dei combustibili. Le materie prime erano difficili da
reperire nel mercato nazionale perché necessarie alla realizzazione dello sforzo bellico.
Le esportazioni subirono un calo significativo, sia per la mancanza di materia
sia perché il mercato europeo poco o nulla assorbiva e il mercato, ma quello nero,
ricominciò a proliferare come ai tempi della grande depressione del 29.
Il Governo americano cercò in ogni modo di far sentire il meno possibile l'effetto bellico: un
basso numero di truppe coinvolte, solo lievi aumenti di tasse, ridotta emissione
dei buoni di guerra.
Ma dal 42 le cose dovevano cambiare, non era possibile restare fuori dagli
eventi. Molti capitali erano fermi, gl'investimenti in Europa erano andati
letteralmente in fumo e chi era riuscito a salvarli aveva dovuto congelarli in
conti svizzeri da cui smuoverli non era cosa da poco.
Dopo la conferenza di CASABLANCA
si stabilì una precisa "road map" per il nord Africa e l'Europa. Si iniziò nel
43 con il nord Africa e successivamente l'Italia, nel 44 con lo sbarco nel nord
Europa.
Nel progettare lo sbarco, o gli sbarchi, uno dei primi nodi da sciogliere
consisteva nel far arrivare sulla battigia il massimo numero di uomini rispettando tre
condizioni fondamentali:
1) contenere le perdite, sia i morti sia i feriti (sarebbe stato
difficilissimo evacuarli dalle spiagge);
2) evitare l'intasamento di uomini e mezzi sulle spiagge e sulle strade
adiacenti;
3) in caso di fallimento dell'intera operazione di sbarco, poter riportare sulle
navi convoglio il più alto numero di uomini e di mezzi.
Le diverse esperienze in nord Africa
e in Sicilia furono messe a frutto per ideare dei mezzi anfibi che rispondessero
alle necessità sopra menzionate.
Nella produzione di questi gli USA erano stati poco creativi e
ancor meno produttivi dei loro cugini anglosassoni. Gli Inglesi, già dagli anni
20 avevano progettato i LC "Landing Craft" e nel 1940 la produzione di diversi
modelli era attiva.
Gli Americani, a partire dal 42, incentivarono la loro produzione di LC ma che
si mantenne per poco tempo dato che per loro divenne prioritario costruire
portaerei e navi da combattimento, se non di scorta ai mercantili.
Gli Inglesi avevano preventivato che la scarsità di mezzi da sbarco, sia di tipo
LC sia LS ("Landing Ship"), avrebbe avuto ripercussioni negative
sull'andamento del conflitto. Di queste due classi quelle LST e LCT (la T stava per "Tank") erano in
numero così basso da obbligare la Marina Reale Inglese a richiederne la produzione
presso dei cantieri navali civili. Questa necessità comportò un aumento dei
costi di oltre il 10%. Stesso problema si pose per la Marina statunitense. A
seguito di una resistenza passiva dei comandi americani, il generale MARSHALL,
durante la conferenza di TEHERAN (1942), sottolineò l'assoluta necessità di
produrre un più alto numero di LCT ma soprattutto di LST. Venire meno ad un
incremento produttivo, avrebbe rallentato i piani per la sequenza di sbarchi che
si sarebbero dovuti svolgere tra il 43 e il 44 in mezzo globo.
Gli LCT erano in grado di
trasportare mezzi blindati e uomini ma in un numero limitato da 4 a 8. Gli LST
erano molto più grandi ma per produrne uno occorrevano 875.000 ore/uomo suddivise
nell'arco di 6 mesi solari (dati forniti dalla CHICAGO BRIDGE & IRON COMPANY).
Ci volevano bravi operai e tecnici qualificati per sovraintendere al processo di
realizzo. I cantieri civili presenti sia in Inghilterra sia negli USA non erano
però preparati a lavorare ai ritmi richiesti per soddisfare le esigenze dei
rispettivi governi. Occorreva produrre tanto impiegando molti operai e tecnici,
sulla base di una qualità sicuramente bassa ma estremamente definita a livello
di industrializzazione dei progetti. In Inghilterra, poi, ad ostacolare la
produzione vi era una certa diffidenza da parte dei sindacati a gestire opere di
tale quantità e con tale numero di persone coinvolte. Questi temevano che potessero
dequalificare la mano d'opera e porla, in quanto poco esperta, a un maggiore
rischio di incidenti e infortuni. Effettivamente, in fase di assemblaggio, le
interferenze tra le varie mansioni erano altissime.
Ma HIGGINS non si spaventò di fronte a tutte queste problematiche e sviluppò una
sua personalissima strategia per acquisire gli ordini di produzione proposti dal
governo americano.
Intanto riadattare il progetto alle esigenze di produzione pur rispettando (solo
in parte e a prezzo di furiose litigate con gli uffici tecnici militari) i
requisiti richiesti. Poi l'impiego di mano d'opera motivata lavorativamente
(imparare e qualificarsi nel settore), socialmente (donne e persone di razze
differenti erano assunte con gli stessi contratti e stipendi rispetto ai bianchi
maschi) ed economicamente (tanto si lavorava e tanto si guadagnava, se poi eri
bravo facevi pure carriera). Queste tre strategie furono personalizzate dallo
stesso HIGGINGS che in molte occasioni si scontrò contro i sindacati americani
che non apprezzavano le sue soggettività in materia di lavoro. Infine un
marketing molto casereccio che in parte diede folklore al suo personaggio e ai
suoi cantieri ma che in grossa misura rendeva l'idea di una struttura
amministrativa e industriale poco affidabile. Piccolo aneddoto: nei servizi
igienici degli stabilimenti vi erano appese le foto di Hitler, Mussolini e
Hiroito. Sotto campeggiava una scritta: Entra fratello, fai con calma. Ogni
minuto che sprechi qua dentro ci aiuta un sacco". Alla faccia del potere
persuasivo.
Quali caratteristiche dovevano
avere queste imbarcazioni e quali sarebbero stati i nemici da affrontare o da
cui difendersi? Le caratteristiche in grossa misura le abbiamo già analizzate,
il nemico peggiore erano le mine antiuomo poste su pali (TELLER, in gran misura)
e diversi tipe di mine marine (di profondità e galleggianti). Poi vi erano gli
ostacoli per impedire l'approdo e per squarciare i fianchi di qualsiasi
imbarcazione, ne furono collocati ben 500 mila. Infine le batterie costiere di
vario calibro, costituite da cannoni di ogni sorta e mortai di vario calibro.
Sul mare si doveva fronteggiare una scarsissima flotta tedesca: 5 caccia
torpedinieri, 5 motoscafi lancia siluri, 36 motoscafi rapidi, 37 sommergibili e
500 navi di piccolo tonnellaggio.
Continua con la seconda parte...
Bibliografia
- Cornelius Ryan
"Il giorno più lungo", Garzanti - Prima edizione 1961.
- Stephen E. Ambrose "D-DAY Storia dello sbarco in Normandia", BUR.
- Paul Carell "Sie kommen! Arrivano", BUR.
- A. Cantamutto, G. Ludi, N. Sgarlato "D-DAY Lo sbarco in Normandia", Delta
Editrice.
- Jerry E. Strahan "Andrew Jackson Higgins and the boats that won war world II".
Eisenhower Center Studies on War
and Peace Günter Bischof, Series Editor.
- Olivier Wieviorka "Lo sbarco in Normandia", Edizioni il Mulino.
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La parte
est dei cantieri HIGGINS INDUSTRIES, il più grande cantiere per barche ad uso
militare che venne realizzato dallo stesso Higgins. (The
New Orleans Public Library).
Le imbarcazioni furono
brevettate e realizzate da 22 differenti cantieri navali commissionati dal US.
NAVY Department. Higgins diede in uso alGoverno americano, e a titolo gratutio
per tutta la durata della guerra, tale brevetto.
(The
New Orleans Public Library).
Negli stabilimenti di New
Orleans venne costruito un simulatore in scala per misurare e mostrare il
funzionamento delle imbarcazioni nel momento in cui giungevano a riva. Vennero
fatte diverse riprese cinematografiche allo scopo di realizzare un documentario
didattico (1944).
(The
New Orleans Public Library).
All'inizio del 1944 HIGGINS IND. aveva prodotto 7000 pezzi, la foto è quanto mai
auto esplicativa.
(The
New Orleans Public Library).
Uomini del182nd
General Hospital, sotto il comando del colonnello Charles Kirkpatrick, in fase
di addestramento negli Stati Uniti. Da notare che le imbarcazioni sono ancora
prive di diverse parti finali che saranno aggiunte al loro arrivo in Europa o
nel Pacifico (1944).
(The
New Orleans Public Library).
Questa foto é stata scattata nel 1942 e distribuita come
documento ufficiale e di propaganda da parte del US NAVY. Sicuramente scattata
in fase di addestramento mostra il modello finale dell'imbarcazione utilizzata
nel Pacifico. La presenza di un così folto gruppo di Beach Masters, nella
pilotina sono in cinque mentre in realtà ve ne stava uno solo esclusi due
mitraglieri, fa capire che si trattava di una fase di addestramento e non
di un vero sbarco.
(The New Orleans Public Library).
Siamo in piena Seconda Guerra
Mondiale e Andrew J. Higgins provvede a far stampare una rivista dove si
promuovono le proprie produzioni militari. Come se vi fosse stata la possibilità
di vendere il proprio prodotto ad altre potenze militari. Marketing avanti di
oltre vent'anni o megalomania di mercato? Qualsiasi cosa fosse stata purtroppo
non fece la fortuna, a fine conflitto, della HIGGINS INDUSTRIES.
Le imbarcazioni prodotte vinceranno la guerra, come campeggia nella scritta in
basso, ma terminato il conflitto l'azienda chiuderà i battenti.
(The
New Orleans Public Library). |