NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2010

Andrew Jackson HIGGINS, La biografia
Una storia tutta americana per una vita tutta americana

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Una storia tutta americana
il nome lo ricevette dal padre, sostenitore di un politico di allora che si chiamava appunto Andrew Jackson.
Nacque nell'agosto del 1886 ed era il più piccolo di dieci figli.
Il padre muore quando Andrew ha solo sette anni e verrà cresciuto dalla sola  madre nelle cui vene scorre la storia tutta americana di una donna tenace alle prese con una famiglia un po' troppo numerosa.
Non molto propenso agli studi, il ragazzo ha però una gran voglia di lavorare e di costruire barche. Proprio una di queste, la prima, nascerà dentro alle mura domestiche.
Arriva il tempo della leva militare e il ritorno a casa dove inizia a lavorare come camionista e commerciante di materie varie.
Si sposa e si stabilisce a sud, NEW ORLEANS per la precisione. Compra terreni, legname e inizia a costruire nel suo cantiere le sue barche.
Il successo economico arriva con EUREKA, una barca a fondo piatto capace di un basso pescaggio ma allo stesso tempo agile nel muoversi in fondali bassi e paludosi.
Nascono i cantieri HIGGINS INDUSTRIES che saranno tra quelli che realizzeranno in toto un mezzo anfibio corto, veloce e a fondo piatto, soprannominato "HIGGINS BOAT". Quest'uomo che nella sua carriera realizzò trenta brevetti, per mezzi anfibi e da sbarco, si spense il primo di agosto del 1952 a NEW ORLEANS.

Fin qui, per qualcuno, tutto questo può avere il sapore del tipico folklore capital-sociale americano, nulla di più.
Eppure si sta parlando dell'inventore di quelle piccole imbarcazioni che saranno indispensabili alla realizzazione dell'intera operazione "OVERLORD".
Andrew J. HIGGINS era un uomo dai modi diretti in piena sintonia con le sue origini irlandesi, vulcanico e inesauribile quando era coinvolto nelle sue avventure imprenditoriali.
Il momento cruciale della sua avventura, nel mondo delle imbarcazioni di piccole dimensioni, ha inizio proprio con EUREKA: un battello nato per il settore petrolifero dalle incredibili capacità di navigare in acque basse e melmose proprio dove le ricerche petrolifere si spingono. Il successo é immediato.
Ma HIGGINS sa vedere lontano e proprio nel 39 decide di comprare tutto il mogano presente sul mercato perché egli riteneva che, durante il conflitto, vi sarebbe stata penuria di acciaio per gli scafi. Sulla base di un suo brevetto, le stesse barche in metallo potevano essere costruite con un massiccio uso di legno. L'idea é geniale ma non piace alla Marina militare americana. Lamiere e bulloni sono, secondo questi, lo scheletro e la pelle di un'imbarcazione da guerra.

Saltiamo per un attimo al 1942, anno che si chiude con la guerra in pieno svolgimento e con una posizione ambigua da parte degli Stati Uniti su come impostare il conflitto contro la Germania e i suoi alleati.
ROOSEVELT promette a CHURCHILL di aprire un fronte di guerra sul Mediterraneo e contemporaneamente un secondo fronte in un altro punto dell'Europa.
Ancora un salto indietro, stavolta nel 1941. Come vivevano gli Americani il conflitto in Europa? La partecipazione bellica era ovviamente concentrata contro il Giappone, grande nemico che secondo loro poteva nuocere realmente al sacro suolo americano. Ambiguo il loro rapporto con il conflitto che si consumava in Europa: necessario sotto un profilo economico e meno sotto quello politico e sociale. Tra i tanti elementi che spingevano a tale visione vi era, almeno nei maschi americani, il ricordo, fisico e morale, del dramma della Prima Guerra Mondiale. Di certo non si aspettavano un secondo conflitto meno drammatico e farcito di momenti eroici ed epici. In generale, poi, tutti gli Americani vivevano il conflitto europeo come una causa negativa che portava solo un abbassamento del loro tenore di vita. Anche nella loro patria vi era il razionamento degli alimenti e dei combustibili. Le materie prime erano difficili da reperire nel mercato nazionale perché necessarie alla realizzazione dello sforzo bellico. Le esportazioni subirono un calo significativo, sia per la mancanza di materia sia perché il mercato europeo poco o nulla assorbiva e il mercato, ma quello nero, ricominciò a proliferare come ai tempi della grande depressione del 29.
Il Governo americano cercò in ogni modo di far sentire il meno possibile l'effetto bellico: un basso numero di truppe coinvolte, solo lievi aumenti di tasse, ridotta emissione dei buoni di guerra.
Ma dal 42 le cose dovevano cambiare, non era possibile restare fuori dagli eventi. Molti capitali erano fermi, gl'investimenti in Europa erano andati letteralmente in fumo e chi era riuscito a salvarli aveva dovuto congelarli in conti svizzeri da cui smuoverli non era cosa da poco.

Dopo la conferenza di CASABLANCA si stabilì una precisa "road map" per il nord Africa e l'Europa. Si iniziò nel 43 con il nord Africa e successivamente l'Italia, nel 44 con lo sbarco nel nord Europa.
Nel progettare lo  sbarco, o gli sbarchi, uno dei primi nodi da sciogliere consisteva nel far arrivare sulla battigia il massimo numero di uomini rispettando tre condizioni fondamentali:
1) contenere le perdite, sia i morti sia i feriti (sarebbe stato difficilissimo evacuarli dalle spiagge);
2) evitare l'intasamento di uomini e mezzi sulle spiagge e sulle strade adiacenti;
3) in caso di fallimento dell'intera operazione di sbarco, poter riportare sulle navi convoglio il più alto numero di uomini e di mezzi.

Le diverse esperienze in nord Africa e in Sicilia furono messe a frutto per ideare dei mezzi anfibi che rispondessero alle necessità sopra menzionate.
Nella produzione di questi gli USA erano stati poco creativi e ancor meno produttivi dei loro cugini anglosassoni. Gli Inglesi, già dagli anni 20 avevano progettato i LC "Landing Craft" e nel 1940 la produzione di diversi modelli era attiva.
Gli Americani, a partire dal 42, incentivarono la loro produzione di LC ma che si mantenne per poco tempo dato che per loro divenne prioritario costruire portaerei e navi da combattimento, se non di scorta ai mercantili.
Gli Inglesi avevano preventivato che la scarsità di mezzi da sbarco, sia di tipo LC sia LS ("Landing Ship"), avrebbe avuto ripercussioni negative sull'andamento del conflitto. Di queste due classi quelle LST e LCT (la T stava per "Tank") erano in numero così basso da obbligare la Marina Reale Inglese a richiederne la produzione presso dei cantieri navali civili. Questa necessità comportò un aumento dei costi di oltre il 10%. Stesso problema si pose per la Marina statunitense. A seguito di una resistenza passiva dei comandi americani, il generale MARSHALL, durante la conferenza di TEHERAN (1942), sottolineò l'assoluta necessità di produrre un più alto numero di LCT ma soprattutto di LST. Venire meno ad un incremento produttivo, avrebbe rallentato i piani per la sequenza di sbarchi che si sarebbero dovuti svolgere tra il 43 e il 44 in mezzo globo.

Gli LCT erano in grado di trasportare mezzi blindati e uomini ma in un numero limitato da 4 a 8. Gli LST erano molto più grandi ma per produrne uno occorrevano 875.000 ore/uomo suddivise nell'arco di 6 mesi solari (dati forniti dalla CHICAGO BRIDGE & IRON COMPANY). Ci volevano bravi operai e tecnici qualificati per sovraintendere al processo di realizzo. I cantieri civili presenti sia in Inghilterra sia negli USA non erano però preparati a lavorare ai ritmi richiesti per soddisfare le esigenze dei rispettivi governi. Occorreva produrre tanto impiegando molti operai e tecnici, sulla base di una qualità sicuramente bassa ma estremamente definita a livello di industrializzazione dei progetti. In Inghilterra, poi, ad ostacolare la produzione vi era una certa diffidenza da parte dei sindacati a gestire opere di tale quantità e con tale numero di persone coinvolte. Questi temevano che potessero dequalificare la mano d'opera e porla, in quanto poco esperta, a un maggiore rischio di incidenti e infortuni. Effettivamente, in fase di assemblaggio, le interferenze tra le varie mansioni erano altissime.
Ma HIGGINS non si spaventò di fronte a tutte queste problematiche e sviluppò una sua personalissima strategia per acquisire gli ordini di produzione proposti dal governo americano.
Intanto riadattare il progetto alle esigenze di produzione pur rispettando (solo in parte e a prezzo di furiose litigate con gli uffici tecnici militari) i requisiti richiesti. Poi l'impiego di mano d'opera motivata lavorativamente (imparare e qualificarsi nel settore), socialmente (donne e persone di razze differenti erano assunte con gli stessi contratti e stipendi rispetto ai bianchi maschi) ed economicamente (tanto si lavorava e tanto si guadagnava, se poi eri bravo facevi pure carriera). Queste tre strategie furono personalizzate dallo stesso HIGGINGS che in molte occasioni si scontrò contro i sindacati americani che non apprezzavano le sue soggettività in materia di lavoro. Infine un marketing molto casereccio che in parte diede folklore al suo personaggio e ai suoi cantieri ma che in grossa misura rendeva l'idea di una struttura amministrativa e industriale poco affidabile. Piccolo aneddoto: nei servizi igienici degli stabilimenti vi erano appese le foto di Hitler, Mussolini e Hiroito. Sotto campeggiava una scritta: Entra fratello, fai con calma. Ogni minuto che sprechi qua dentro ci aiuta un sacco". Alla faccia del potere persuasivo.

Quali caratteristiche dovevano avere queste imbarcazioni e quali sarebbero stati i nemici da affrontare o da cui difendersi? Le caratteristiche in grossa misura le abbiamo già analizzate, il nemico peggiore erano le mine antiuomo poste su pali (TELLER, in gran misura) e diversi tipe di mine marine (di profondità e galleggianti). Poi vi erano gli ostacoli per impedire l'approdo e per squarciare i fianchi di qualsiasi imbarcazione, ne furono collocati ben 500 mila. Infine le batterie costiere di vario calibro, costituite da cannoni di ogni sorta e mortai di vario calibro. Sul mare si doveva fronteggiare una scarsissima flotta tedesca: 5 caccia torpedinieri, 5 motoscafi lancia siluri, 36 motoscafi rapidi, 37 sommergibili e 500 navi di piccolo tonnellaggio.

Continua con la seconda parte...

 

 

 

 


Bibliografia
- Cornelius Ryan "Il giorno più lungo", Garzanti - Prima edizione 1961.
- Stephen E. Ambrose "D-DAY Storia dello sbarco in Normandia", BUR.
- Paul Carell "Sie kommen! Arrivano", BUR.
- A. Cantamutto, G. Ludi, N. Sgarlato "D-DAY Lo sbarco in Normandia", Delta Editrice.
- Jerry E. Strahan "Andrew Jackson Higgins and the boats that won war world II".
Eisenhower Center Studies on War and Peace Günter Bischof, Series Editor.
- Olivier Wieviorka "Lo sbarco in Normandia", Edizioni il Mulino.


 


La parte est dei cantieri HIGGINS INDUSTRIES, il più grande cantiere per barche ad uso militare che venne realizzato dallo stesso Higgins. (The New Orleans Public Library).

 


Le imbarcazioni furono brevettate e realizzate da 22 differenti cantieri navali commissionati dal US. NAVY Department. Higgins diede in uso alGoverno americano, e a titolo gratutio per tutta la durata della guerra, tale brevetto. (The New Orleans Public Library).

 


Negli stabilimenti di New Orleans venne costruito un simulatore in scala per misurare e mostrare il funzionamento delle imbarcazioni nel momento in cui giungevano a riva. Vennero fatte diverse riprese cinematografiche allo scopo di realizzare un documentario didattico (1944).
(The New Orleans Public Library).



All'inizio del 1944 HIGGINS IND. aveva prodotto 7000 pezzi, la foto è quanto mai auto esplicativa
.
(The New Orleans Public Library).



Uomini del
182nd General Hospital, sotto il comando del colonnello Charles Kirkpatrick, in fase di addestramento negli Stati Uniti. Da notare che le imbarcazioni sono ancora prive di diverse parti finali che saranno aggiunte al loro arrivo in Europa o nel Pacifico (1944).
(The New Orleans Public Library).



Questa foto é stata scattata nel 1942 e distribuita come documento ufficiale e di propaganda da parte del US NAVY. Sicuramente scattata in fase di addestramento mostra il modello finale dell'imbarcazione utilizzata nel Pacifico. La presenza di un così folto gruppo di Beach Masters, nella pilotina sono in cinque mentre in realtà ve ne stava uno solo esclusi due mitraglieri,  fa capire che si trattava di una fase di addestramento e non di un vero sbarco. (The New Orleans Public Library).



Siamo in piena Seconda Guerra Mondiale e Andrew J. Higgins provvede a far stampare una rivista dove si promuovono le proprie produzioni militari. Come se vi fosse stata la possibilità di vendere il proprio prodotto ad altre potenze militari. Marketing avanti di oltre vent'anni o megalomania di mercato? Qualsiasi cosa fosse stata purtroppo non fece la fortuna, a fine conflitto, della HIGGINS INDUSTRIES. Le imbarcazioni prodotte vinceranno la guerra, come campeggia nella scritta in basso, ma terminato il conflitto l'azienda chiuderà i battenti.  (The New Orleans Public Library).

 
 
 

IMPORTANTE:  alcune foto e informazioni presenti nell'articolo sono pubblicate su gentile concessione
Louisiana Division/City Archives, New Orleans Public Library
The New Orleans Public Library (loro tutti i diritti di copyright).
The premier cultural institution that celebrates and preserves the collective memory and living history of New Orleans, Louisiana and the world.

 

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