NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2010

SS Panzer Grenadier 3a Totenkopf Division, sturmann.
Terza battaglia di Charkov - Unione Sovietica, Marzo 1943 (50 mm)

Modellismo

Pittura e grafica

Cinefoto

Genova per Noi

Galleria 2° Conflitto mondiale

Documentazione 2°conflitto mondiale

Il freddo marzo del 43 vissuto dalla Divisione Totenkopf
In una mattina gelida uno sturmann si muove tra le macerie di una città che per la terza volta in due anni viene a essere un feroce campo di battaglia.
Nell'estate del 41 il mitragliere doveva correre con la sua mimetica tra i campi di grano dell'Ucraina. Due anni dopo é stato promosso al grado di sturmann.
L'offensiva dell'Armata Rossa é partita già da gennaio ma Von MASTEIN ha saputo organizzare una risposta efficace. Con il supporto delle divisioni Waffen SS si tenta di riconquistare la città.
La Totenkopf é spossata, troppe le perdite umane. A partire dal loro capo supremo che muore sull'OREL. GOEBBELS e HIMMLER, nel 1941, predicavano di essere macchine spietate contro il comunismo, i Russi e tutta la loro nazione. Theodor EICKE ha saputo applicare alla lettera questi ordini. Adesso, però, i soldati dell'Armata Rossa replicano senza pietà. Sottufficiali e soldati hanno paura ad esporre la Croce di Guerra conquistata a prezzo di eroismi e massacri. Ancor di più il teschio con le tibie cucito sui colletti e sui copricapi. Il loro capo non solo ha forgiato una divisione di combattenti accaniti ma è stato il creatore delle squadre che nei campi di concentramento e per tutto l'est hanno dato la caccia agli ebrei, agli zingari, ai comunisti, a chiunque non fosse dalla loro parte.

Nell'inverno del 1941 GOEBBELS lancia la campagna per la raccolta di pellami e pellicce. I cappotti di panno e lana non bastano certo per proteggere contro i -20 gradi della terra nemica. Combattere con un cappotto é poi impensabile quando la neve arriva fino alle cosce.
Occorreva, allora, creare delle imbottiture protettive finché le fabbriche non avessero finito di produrre i parka imbottiti.
I primi che vengono consegnati sono un mezzo fallimento: non sono reversibili in bianco, s'inzuppano con la neve e non resistono alla pioggia. Ma soprattutto non tengono caldo, piccolo dettaglio non trascurabile.
Dall'inizio del 43 vengono distribuiti nuovi completi monocromatici, giacca e pantalone, reversibili trattati come le casacche mimetiche, é il "duck" che le rende idrorepellenti e quindi impermeabili a pioggia e neve. Successivamente gli stessi completi saranno forniti nella versione mimetica.

Il figurino, conversione e montaggio
Per la realizzazione del soggetto, che indossa un modello di parka nella prima versione (non mimetizzato e parzialmente reversibile), ho impiegato delle parti DRAGON di due set diversi (braccia e busto di uno, solo gambe del secondo).
La testa é di produzione WARRIORS. Gli accessori di varie marche.
Ho preparato il tronco con le gambe, pulendo le parti fino ad asportare tutte quelle che avrei potuto rifare di mio. Per le pieghe ho aggiunto del TAMIYA PUTTY che ho poi ho nuovamente limato per dare l'effetto desiderato.
Poi le braccia e le mani, che sono sempre DRAGON. I guanti a manopola li ho letteralmente scolpiti aggiungendo TAMIYA PUTTY tra le dita di ogni mano originaria. Ho limato il tutto ottenendo così dei guanti di lana dove il solo indice é staccato al fine di poter premere il grilletto.
Nell'incollare le varie parti ho tenuto conto che, provenendo da vari kit, alcuni vuoti o eccessi si sarebbero presentati. Gli eccessi li ho asportati con cutter e carta smeriglia mentre i vuoti sono stati riempiti con PUTTY e MILLIPUT.
La patta controvento, dalla cinta in giù, non era presente mentre nel busto questa vi era. Per la parte mancante ho utilizzato una semplice striscia di plasticard.
Le pieghe le ho ottenute rendendo la plastica molle con l'uso di un phon e incollandola nell'immediato.
Quindi, riassumo: busto, gambe, braccia e testa sono state incollate. Alcuni accessori li ho preparati e incollati nell'immediato dato che potevano essere dipinti sul pezzo: fondina pistola, borsa attrezzi MG-34, baionetta e tascapane.
Per gl'altri, elmetto alla cintola, borraccia, porta maschera, canna di riserva per la mitragliatrice, ho perforato nei punti di riferimento con una punta da 1mm.
Ultimo dettaglio sono le cordelline del parka che ho realizzato con filo di rame.

La base, realizzazione
Potete notare che é un progetto molto semplice. Dato che il soggetto ha una colorazione poco appariscente, volevo che la base non predominasse agl'occhi di chi osserva il tutto.
L'idea di partenza contemplava che, il soggetto, si trovasse a dover avanzare tra le macerie di una casa sotto cui vi sarebbe stato il corpo di un nemico. Il cadavere doveva  essere a malapena coperto dalla neve e accasciato al suolo tra dei calcinacci. Onestamente non sono un appassionato di scene sanguinolente, per cui ho ristudiato il tutto per trovare un effetto intermedio.
Ho impiegato la gamba di un vecchio soldatino della ESCI il cui stivale di "buona fattura" bene si prestava per il mio scopo (in realtà ho dovuto carteggiare il gambale e rifilare la suola creando il buco tipico da usura). Poi pietrine e mattoncini  per riprodurre molti calcinacci. Infine il solito pezzetto di muro a cui ho dettagliato mattoni e crepe con una sventagliata di mitra sull'intonaco.
Altri dettagli sono il bossolo di una cannone, una tanica e una mano che esce tra la neve e le macerie. Come per lo stivale, ho recuperato un braccio con tanto di mano; purtroppo non ricordo la provenienza ma credo che conti poco.
Questo insieme fa supporre che, sotto quella montagna di mattoni e pietre, purtroppo giaccia un corpo esanime, senza per questo avere un impatto diretto e troppo esplicito che alla lunga forse stancherebbe.

Il figurino, colorazione
La parte più difficile e complessa riguarda i pantaloni invernali mimetizzati.
In teoria non erano stati ancora distribuiti nel marzo di quell'anno (inizieranno ad apparire dall'inverno successivo) ma questa licenza uniformologica mi é servita per dare un po' di tono al tutto.
La mimetizzazione invernale "a foglie di quercia" si basa su 3 colori base e sulle loro gradazioni: marrone scuro, giallo deserto, e marrone medio (tipo terra di Siena). Per schiarirli ho impiegato del giallo base.
Il viso é stato il secondo problema cromatico: occorreva dare delle tonalità che dessero la sensazione di un povero diavolo in una mattina gelida. Ho preferito un rosa spento a cui le luci si sono amplificate con del bianco e le ombre con una velatura di colore ad olio (tipo bitume o bruno trasparente).
La benda é un color crema schiarito con del bianco titanio mentre l'effetto del sangue si ottiene con del marrone scuro e del rosso carminio.
Per il parka ho creato una base feldgrau lievemente più accesa (con verde smeraldo e del grigio) e giusto per non ottenere una superficie troppo piatta e gessosa ho aggiunto del trasparente semi lucido. Le sfumature sono iniziate aggiungendo del grigio, poi del giallo base e infine del bianco titanio.
Le sporcature sono state in parte pennellate e in pochi casi ottenute tramite tamponature (pennello a setola corta e rigida). Gli accessori sono stati colorati e sfumati, poi invecchiati e logorati a dovere.
Le cinghie della MG-34 e del porta canna sono in carta dipinta. I fissanti e le fibbie (che sarebbero in metallo) tramite del VINAVIL.

La base, colorazione
In marzo la neve, a CHARKOV, c'è ancora. L'inverno da quelle parti consuma tutto, specie i colori. Mi sono imposto allora di dare agli oggetti, al terreno e all'arredo urbano, tonalità spente e quindi pochi giochi di chiaro scuro. Molto poi rimane coperto dalla poltiglia gelida, quindi non avrebbe molto senso dipingerlo all'estremo. La neve é una pasta volumetrica MAIMERI che, quando é ben asciutta, va coperta con trasparenti semi lucido e poi lucido. Altri accessori si possono aggiungere a proprio piacere. Ho scelto un bossolo di cannone, una tanica, una pistola e del tondino con il filo di ferro. L'aggiunta di un cartello tattico non guastava e ha solo "spezzato" la superficie del muro.
Molta attenzione in fase di colorazione deve essere posta per lo stivale e la mano. Specie quest'ultima va dipinta come se fosse parte dello stesso figurino, infatti dedico la maggior parte dei miei sforzi al soggetto lasciando per ultimo e quindi con meno certosina cura per i dettagli scenografici.
Qui le due entità si equivalgono, per cui anche la mano del morto va curata falange per falange.

Bibliografia
- Herbert Walther "The Waffen SS", Schiffer Publishing -1990.
- Andrew Mollo "Uniforms of the SS, VOL.6", Windrow & Green - 1992.
- Antony Beevor "Stalingrado", Rizzoli - 1998.
- Vassili I. Ciuikov "La fine del Terzo Reich", Baldini & Castoldi - 1969.
- Henri Landemer "Le Waffen SS", Silva & Ciarrapico Editori - 1972.


 


 

 
 

 

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