Galleria 2° Conflitto mondiale
Documentazione 2°conflitto mondiale |
Il freddo marzo del 43 vissuto dalla
Divisione Totenkopf
In
una mattina gelida uno sturmann si muove tra le macerie di una città che per la
terza volta in due anni viene a essere un feroce campo di battaglia.
Nell'estate del 41 il mitragliere doveva correre con la sua mimetica tra i campi
di grano dell'Ucraina. Due anni dopo é stato promosso al grado di sturmann.
L'offensiva dell'Armata Rossa é partita già da gennaio ma Von MASTEIN ha saputo
organizzare una risposta efficace. Con il supporto delle divisioni Waffen SS si
tenta di riconquistare la città.
La Totenkopf é spossata, troppe le perdite umane. A partire dal loro capo
supremo che muore sull'OREL. GOEBBELS e HIMMLER, nel 1941, predicavano di essere
macchine spietate contro il comunismo, i Russi e tutta la loro nazione. Theodor EICKE ha saputo applicare alla lettera questi ordini. Adesso, però, i soldati
dell'Armata Rossa replicano senza pietà. Sottufficiali e soldati hanno paura ad
esporre la Croce di Guerra conquistata a prezzo di eroismi e massacri. Ancor di
più il teschio con le tibie cucito sui colletti e sui copricapi. Il loro capo
non solo ha forgiato una divisione di combattenti accaniti ma è stato il
creatore delle squadre che nei campi di concentramento e per tutto l'est hanno
dato la caccia agli ebrei, agli zingari, ai comunisti, a chiunque non fosse
dalla loro parte.
Nell'inverno del 1941 GOEBBELS
lancia la campagna per la raccolta di pellami e pellicce. I cappotti
di panno e lana non bastano certo per proteggere contro i -20 gradi della terra
nemica. Combattere con un cappotto é poi impensabile quando la neve arriva fino
alle cosce.
Occorreva, allora, creare delle imbottiture protettive finché le fabbriche non
avessero finito di produrre i parka imbottiti.
I primi che vengono consegnati sono un mezzo fallimento: non sono reversibili in
bianco, s'inzuppano con la neve e non resistono alla pioggia. Ma soprattutto non
tengono caldo, piccolo dettaglio non trascurabile.
Dall'inizio del 43 vengono distribuiti nuovi completi monocromatici, giacca e pantalone,
reversibili trattati come le casacche mimetiche, é il "duck" che le rende
idrorepellenti e quindi impermeabili a pioggia e neve. Successivamente gli stessi completi saranno forniti nella versione mimetica.
Il figurino, conversione e montaggio
Per la realizzazione del soggetto, che indossa un modello di parka nella prima versione (non mimetizzato e
parzialmente reversibile), ho impiegato delle parti DRAGON di due set diversi (braccia e busto
di uno, solo gambe del secondo).
La testa é di produzione WARRIORS. Gli accessori di varie marche.
Ho preparato il tronco con le gambe, pulendo le parti fino ad asportare tutte
quelle che avrei potuto rifare di mio. Per le pieghe ho aggiunto del TAMIYA
PUTTY che ho poi ho nuovamente limato per dare l'effetto desiderato.
Poi le braccia e le mani, che sono sempre DRAGON. I guanti a manopola li ho
letteralmente scolpiti aggiungendo TAMIYA PUTTY tra le dita di ogni mano
originaria. Ho limato il tutto ottenendo
così dei guanti di lana dove il solo indice é staccato al fine di poter premere
il grilletto.
Nell'incollare le varie parti ho tenuto conto che, provenendo da vari kit,
alcuni vuoti o eccessi si sarebbero presentati. Gli eccessi li ho asportati con
cutter e carta smeriglia mentre i vuoti sono stati riempiti con PUTTY e
MILLIPUT.
La patta controvento, dalla cinta in giù, non era presente mentre nel busto questa
vi era. Per la parte mancante ho utilizzato una semplice striscia di plasticard.
Le pieghe le ho ottenute rendendo la plastica molle con l'uso di un phon e
incollandola nell'immediato.
Quindi, riassumo: busto, gambe, braccia e testa sono state incollate. Alcuni
accessori li ho preparati e incollati nell'immediato dato che potevano essere
dipinti sul pezzo: fondina pistola, borsa attrezzi MG-34, baionetta e tascapane.
Per gl'altri, elmetto alla cintola, borraccia, porta maschera, canna di riserva
per la mitragliatrice, ho perforato nei punti di riferimento con una punta da
1mm.
Ultimo dettaglio sono le cordelline del parka che ho realizzato con filo di
rame.
La base,
realizzazione
Potete notare che é un progetto molto semplice. Dato che il soggetto ha una
colorazione poco appariscente, volevo che la base non predominasse agl'occhi di
chi osserva il tutto.
L'idea di partenza contemplava che, il soggetto, si trovasse a dover avanzare tra le macerie di una
casa sotto cui vi sarebbe stato il corpo di un nemico. Il cadavere doveva
essere a malapena coperto dalla neve e accasciato al suolo tra dei calcinacci.
Onestamente non sono un appassionato di scene sanguinolente, per cui ho
ristudiato il tutto per trovare un effetto intermedio.
Ho impiegato la gamba di un vecchio soldatino della ESCI il cui stivale di
"buona fattura" bene si prestava per il mio scopo (in realtà ho dovuto carteggiare il gambale e
rifilare la suola creando il buco tipico da usura). Poi pietrine e mattoncini
per riprodurre molti calcinacci. Infine il solito pezzetto di muro a cui ho
dettagliato mattoni e crepe con una sventagliata di mitra sull'intonaco.
Altri dettagli sono il bossolo di una cannone, una tanica e una mano che esce
tra la neve e le macerie. Come per lo stivale, ho recuperato un braccio con tanto
di mano; purtroppo non ricordo la provenienza ma credo che conti poco.
Questo insieme fa supporre che, sotto quella montagna di mattoni e pietre,
purtroppo giaccia un corpo esanime, senza per questo avere un impatto diretto e
troppo esplicito che alla lunga forse stancherebbe.
Il figurino,
colorazione
La parte più difficile e complessa riguarda i pantaloni invernali mimetizzati.
In teoria non erano stati ancora distribuiti nel marzo di quell'anno (inizieranno
ad apparire dall'inverno successivo)
ma questa licenza uniformologica mi é servita per dare un po' di tono al tutto.
La mimetizzazione invernale "a foglie di quercia" si basa su 3 colori base e sulle
loro gradazioni: marrone scuro, giallo deserto, e marrone medio (tipo terra di
Siena). Per schiarirli ho
impiegato del giallo base.
Il viso é stato il secondo problema cromatico: occorreva dare delle tonalità che
dessero la sensazione di un povero diavolo in una mattina gelida. Ho preferito
un rosa spento a cui le luci si sono amplificate con del bianco e le ombre con
una velatura di colore ad olio (tipo bitume o bruno trasparente).
La benda é un color crema schiarito con del bianco titanio mentre l'effetto del
sangue si ottiene con del marrone scuro e del rosso carminio.
Per il parka ho creato una base feldgrau lievemente più accesa (con verde
smeraldo e del grigio) e giusto per non ottenere una superficie troppo piatta e
gessosa ho aggiunto del trasparente semi lucido. Le sfumature sono iniziate
aggiungendo del grigio, poi del giallo base e infine del bianco titanio.
Le sporcature sono state in parte pennellate e in pochi casi ottenute tramite
tamponature (pennello a setola corta e rigida). Gli accessori sono stati
colorati e sfumati, poi invecchiati e logorati a dovere.
Le cinghie della MG-34 e del porta canna sono in carta dipinta. I fissanti e le
fibbie (che sarebbero in metallo) tramite del VINAVIL.
La base,
colorazione
In marzo la neve, a CHARKOV, c'è ancora. L'inverno da quelle parti consuma
tutto, specie i colori. Mi sono imposto allora di dare agli oggetti, al terreno
e all'arredo urbano, tonalità spente e quindi pochi giochi di chiaro scuro.
Molto poi rimane coperto dalla poltiglia gelida, quindi non avrebbe molto senso
dipingerlo all'estremo.
La neve é una pasta volumetrica MAIMERI che, quando é ben asciutta, va coperta
con trasparenti semi lucido e poi lucido. Altri accessori si possono aggiungere
a proprio piacere. Ho scelto un bossolo di cannone, una tanica, una pistola e
del tondino con il filo di ferro. L'aggiunta di un cartello tattico non guastava
e ha solo "spezzato" la superficie del muro.
Molta attenzione in fase di colorazione deve essere posta per lo stivale e la
mano. Specie quest'ultima va dipinta come se fosse parte dello stesso figurino,
infatti dedico la maggior parte dei miei sforzi al soggetto lasciando per ultimo
e quindi con meno certosina cura per i dettagli scenografici.
Qui le due entità si equivalgono, per cui anche la mano del morto va curata
falange per falange.
Bibliografia
- Herbert Walther "The
Waffen SS", Schiffer Publishing -1990.
- Andrew Mollo "Uniforms of the SS, VOL.6", Windrow & Green - 1992.
- Antony Beevor "Stalingrado", Rizzoli - 1998.
- Vassili I. Ciuikov "La fine del Terzo Reich", Baldini & Castoldi -
1969.
- Henri Landemer "Le Waffen SS",
Silva & Ciarrapico Editori - 1972.
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