Galleria 2° Conflitto mondiale
Documentazione 2°conflitto mondiale |
L'ultimo gennaio per la SS
Wiking Division
Negli ultimi lavori ho
ripercorso quattro anni, drammatici, del Secondo
conflitto mondiale sul fronte Est.
La mia prima tappa é stata al confine con l'URSS nell'estate del 41.
Poi a CHARKOW
nel 1943 e ora con questo ultimo pezzo vicino a VARSAVIA nel 45.
Era a gennaio che la divisione WIKING abbandonò
la città e la Polonia per posizionarsi a sud, nel tentativo di rompere l'accerchiamento intorno a
Budapest e liberare i 45.000 soldati tedeschi che vi erano rimasti intrappolati.
Estenuanti combattimenti non riuscirono a migliorare la situazione, consumando
uomini e materiali, per cui la divisione venne trasferita a ovest della città.
Nel maggio dello steso anno si spinse in CECOSLOVACCHIA per arrendersi agli
Americani e ai Sovietici.
Il "Sonnenrad", svastica solare, simbolo runico di origine
antico norvegese, caratterizzava i reparti delle SS formati da personale
proveniente dai Paesi del nord Europa. Il medesimo simbolo appare infatti
nell'insegna della 11. SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division Nordland.
I reparti di artiglieria ebbero una maggiore
autonomia durante questa ultima fase del conflitto in quanto che necessitavano
di minore quantità di carburante (un Tigre poteva succhiare oltre 500 litri di
gasolio), l'usura dei mezzi era "rallentata" dal fatto
che i carri semoventi e le batterie venivano spostate con minore frequenza
rispetto ai carri armati classici.
La strategia per le divisioni corazzate tedesche, presenti nell'est d'Europa,
puntava solo a rallentare l'avanzata dell'Armata Rossa. Le ormai poche risorse a
disposizione non consentivano di più. Alcune azioni poi furono contrassegnate da
diversi tentativi di spezzare le sacche che i Russi potevano creare visto l'alto
numero di effettivi e di mezzi.
In quei giorni tutta la durezza della guerra si manifestò non solo tra i soldati
nemici ma anche (e forse é il caso di sottolinearlo) verso i civili polacchi e
quelli tedeschi che avevano colonizzato quei territori.
In genere, nei libri che narrano di quel periodo, si descrivono le manovre a
tenaglia che i Russi portavano contro i Tedeschi e le conseguenti sacche in cui
quest'ultimi si trovavano a combattere. L'unico modo che si prospettava loro per
spezzare questi assedi, consisteva nell'attaccare in direzione frontale dei
Russi e di infiltrarsi nelle retrovie di questi. La sacca, o meglio
l'accerchiamento, ha il punto più debole proprio la dove ha origine dato che le
forze accerchianti tendono a distribuirsi intorno all'avversario, scoprendo così
il punto di contatto con le proprie truppe di riserva.
Lo sfondamento delle linee nemiche e il conseguente infiltrarsi nelle retrovie
non era solo per motivi di sopravvivenza ma serviva anche per poter andare a
recuperare carburante e parti di ricambio dai propri mezzi precedentemente
colpiti e resi inservibili.
Su questo aspetto tattico non ho reperito precise descrizioni, soprattutto
correlate alla divisione oggetto del figurino, ma é attendibile tale ipotesi
dato che si hanno notizie frammentarie di Tedeschi impegnati a smantellare parti
dei loro mezzi non appena le colonne russe erano avanzate.
Il figurino
Anche nell'inverno 1944-45 neve e freddo non si fecero attendere.
Molti degli schwarze" cercarono conforto nell'abbigliamento invernale costituito
sia da quello di ordinanza sia da capi vari requisiti e poi modificati.
Partendo da varie parti di produzione DRAGON/VERLINDEN, ho predisposto la base
su cui poi realizzare tutti i dettagli uniformologici e anatomici.
La testa é di VERLINDEN, le mani HISTOREX.
Ripulite le singole gambe, tramite cutter e lime varie, le ho incollate ponendo
una lieve sfasatura per avere poi una postura meno rigida.
Il busto è quello di
un carrista DRAGON ripulito per "ridurlo" all'essenziale e poterci scolpire sopra il
collo di pelliccia e le varie pieghe.
La collocazione della testa l'ho ottenuta svuotando il colletto che in origine é
completamente pieno. Dato che é polistirene, non si può usare un trapano ad alta
velocità ma di tipo passo-passo. Ad ogni conto, se non avete questo tipo di
trapano, basterà avere un set di punte da ferro e tanta pazienza nel forare il
busto.
Con lo scopo d'imparare a gestire le lavorazioni di questo tipo senza l'uso di
trapani elettrici, mi sono procurato 4 mandrini di precisione utilizzati da
coloro che lavorano pietre per bigiotteria e decoro.
Questi utensili hanno costi contenuti e permettono di lavorare con punte
che partono da 0,5mm fino a 10mm.
La testa utilizzata per questa conversione é di produzione VERLINDEN (la
produzione di un bel po' di tempo fa) che va lavorata al collo affinché prenda
un'inclinazione di qualche grado.
Il colletto l'ho ricavato scolpendo a umido dello stucco. L'idea del modello
l'ho ricavata da una foto pubblicata su UNIFORMI&ARMI dove appariva un pilota di
caccia tedesco abbattuto nel 44 nei cieli italiani. Giaccone in pelle chiara con
collo in pelo bruno, almeno così mi pare. Dopo aver modellato il pelo, ho
aggiunto una bordatura impiegando un filo di rame. Le spalline sono realizzate
con del plasticard mentre i bottoni li ho realizzati con della colla vinilica.
Anche nella parte bassa del giaccone ho aggiunto una bordatura, sempre il
solito filo di rame.
I pantaloni sono della DRAGON ritoccati a dovere specie nelle pieghe dei gambali
e nel giro vita.
Le mani sono della HISTOREX. Le braccia anche loro DRAGON ma provengono da un
kit di carristi americani rimodellate nelle pieghe dei gomiti e nei polsini. Una
parentesi dedicata proprio a questo dettaglio: possono essere realizzati con un
tondino di plasticard semplicemente modellati con lima e cutter.
La pittura è a base acrilica
con alcune sfumature ottenute tramite oli.
I pantaloni hanno la mimetizzazione a "foglie di platano", sono stati dipinti nel seguente modo e
con una precisa successione di colori.
Chiazze
-
base marrone cuoio, tutto il
pantalone.
-
Chiazze sfrangiate verde
oliva, schiarito con giallo sabbia (40% della superficie totale).
-
Chiazze cioccolato scuro (10%
della superficie totale).
Punti
-
Verde oliva (3 parti) +
giallo base (2 parti), 45% di tutti i punti.
-
Marrone (4 parti) + giallo
base (1 parte), 30% di tutti i punti.
-
Cioccolato scuro, 20% di
tutti i punti.
-
Giallo sabbia (4 parti) +
giallo base (1 parte), 5% del totale.
Il giaccone é una base di marrone
terra di Siena (1 parte) + giallo sabbia (4 parti). Le sfumature sono realizzate
schiarendo la base con del giallo e successivamente con del bianco guscio
d'uovo. Al termine della colorazione le parti in piega sono lievemente sfumate
con del colore ad olio, sempre il solito terra di Siena bruciata.
Cintura e scarpe sono dipinte con nero semilucido, cioccolato semilucido, terra
opaca, rosso carminio opaco.
L'ambientazione
La base ha una superficie di 35mm x 35mm su cui ho posto un cartello con
indicazioni varie e una tanica. Quest'ultima l'ho invecchiata il più possibile
per dare il senso crepuscolare per un conflitto giunto all'epilogo. La
ruggine della lamiera sancisce la sconfitta ormai prossima e la fine ingloriosa
per questa divisione.
L'erba dopo averla dipinta con una tonalità verde vescica, conviene ingiallirla
il più possibile per dare il senso dell'inverno; una volta che la "neve" la
ricoprirà riprenderà una maggiore tonalità tendente al verde oliva.
La neve in questione non è altro che un impasto di colla vinilica, medium
trasparente lucido e pasta volumetrica. Si deve portare molta pazienza
nell'impasto e nella stesura e copertura dell'erba. Questa miscela non
attacca e impregna nell'immediato e per far si che ciò avvenga occorre diluirla molto
(acqua). La
conseguenza é il poco spessore e la necessità di ripetere il procedimento non
meno di un paio di volte. Quando sarà ben asciutta, circa 48 ore, occorrerà dare
una passata di medium trasparente traslucido (non lucido, se non volete
l'effetto glitter su tutto il prato e la tanica).
Per cambiare la monotonia vegetale che spesso colpisce le mie basette, il
cespuglio l'ho realizzato tingendo con base marrone e cremisi alcuni rametti
artificiali (i negozi di modellismo ferroviario sono i fornitori più autorevoli
in materia) su cui ho ricreato l'effetto di neve.
Bibliografia
- Herbert Walther "The
Waffen SS", Schiffer Publishing -1990.
- Andrew Mollo "Uniforms of the SS, VOL.6", Windrow & Green - 1992.
- Antony Beevor "Stalingrado", Rizzoli - 1998.
- Vassili I. Ciuikov "La fine del Terzo Reich", Baldini & Castoldi -
1969.
- Henri Landemer "Le Waffen SS",
Silva & Ciarrapico Editori - 1972.
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