NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009 - 2011

LA CAMPAGNA MILITARE NEL SUD ITALIA
Luglio 1943

Modellismo

Pittura e grafica

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Genova per Noi

Galleria 2° Conflitto mondiale

Documentazione 2°conflitto mondiale

 

E' la metà di giugno del 1943 e Frido Von SENGER und ETTERLIN é convocato dal Fuhrer presso l'OBERSALZBERG.
Qui inizia la storia della conquista della SICILIA e la Campagna d'ITALIA tra giugno del 1943 fino all'aprile del 1945.
Nel 1943 occorreva organizzare le difese in SICILIA da qualsiasi attacco nemico, urgente il supporto all'alleato italiano che poteva contare su dieci divisioni poco equipaggiate e fortemente demotivate dopo la sconfitta in NORD AFRICA. Situazione critica per il generale tedesco che riceva molte istruzioni ma non la chiara posizione del suo incarico nel contesto del comando presso l'isola. Egli doveva essere il tramite tra le forze italiane e quelle tedesche in capo al feldmaresciallo Albert KESSELRING.
In un primo tempo, KESSELRING cercò di convincere i due stati maggiori che vi era una possibilità di difendere la SICILIA da uno sbarco anglo-americano ormai previsto tra luglio e settembre di quell'anno; una risposta militare forte e vibrante al punto di ributtare a mare EISENHOWER, MONTGOMERY e soci.
Ma il "sorridente" KESSELRING non aveva ragione, la sconfitta fu evidente sin dai primi di luglio e attuata tramite una ritirata massiccia, verso MESSINA, per poter approdare, ai primi di settembre, in CALABRIA.
Ad ogni conto, giusto per dare una misura della sconfitta, oltre 200.000 tra gli uomini dell'ASSE persero la vita, furono feriti gravemente o furono catturati e internati nei campi di detenzione di mezzo mondo.
Frido Von SENGER (FVS), nelle sue memorie, fece una serie di considerazioni che in parte furono il frutto del seme del poi.
In ogni caso é utile rivederle nel loro insieme:
- FVS riteneva che la perdita dell'isola fosse stata causata dall'impossibilità di gestire con maggiore autonomia le difese potenziali, sia come numero di uomini sia per le risorse che sarebbero state disponibili già sul territorio e confluibili dal continente. Lo Stato Maggiore italiano aveva la direzione delle difese costiere, il maggiore numero di uomini, HITLER stesso non voleva porsi in contrasto con MUSSOLINI il quale non era assolutamente contento di avere nell'isola troppe forze tedesche e una direzione generale condotta proprio da KESSELRING. Sempre secondo il generale tedesco, gl'Italiani sembravano disposti ad arrendersi agli alleati avversari qualora i propri comandi avessero dichiarato la resa. E questo avvenne con un formale atto di "tradimento" il giorno 8 settembre. Nella visione dell'esercito tedesco tale fu e difficilmente sarà oggetto di revisione.
- Gli Alleati, dell'ASSE, supponevano che lo sbarco sarebbe avvenuto in SARDEGNA o sulle coste laziali. Persino il Generale BADOGLIO definiva un ipotetico sbarco in TRINACRIA "un grave errore strategico". In fondo tutti avevano le loro buone ragioni per sostenere l'improbabilità dello sbarco in SICILIA. Del resto, i Tedeschi non si erano trovati pienamente a loro agio, e reputavano troppo esposta a continui raid aerei nemici, a quanto pare temevano più le bombe aeree che i mezzi da sbarco davanti alle coste del sud. E così KESSELRING decise di suddividere, le forze tedesche, tra le due isole.
- I Tedeschi avevano scarsa dimestichezza nel fronteggiare sbarchi via mare e lanci di truppe aviotrasportate nemiche. Durante lo sbarco degli anglo-americani, il peggio fu evitato grazie all'intervento della 1a Divisione Paracadutisti (Fallschirmjäger). La Divisione corazzata HERMAN GOERING, invece, non fu efficace e la presenza dei suoi carri armati TIGRE 1 servì a poco visto che il terreno e le strade non ne favorivano il movimento rapido. Troppo sopravvalutata, secondo lo stesso FVS, questa divisione si dimostrò incapace di tattiche adeguate alla conformazione dello scenario in cui si trovava.
- Infine l'ottimismo di KESSELRING, incomprensibile nelle sue scelte e al limite dell'assurdo quale quella di non accettare altre forze di supporto (offerte direttamente da HITLER). La sua diplomazia verso lo Stato Maggiore italiano assumeva toni così sudditanti che rendevano poi vane le azioni di miglioramento che i suoi subalterni tentavano di mettere in atto per non lasciare l'isola in mano al nemico. Allora e oggi, comunque, molti storici e militari ritenevano e ritengono che la difesa della SICILIA fu un successo dato che le forze avversarie, visto il numero e la consistenza di armamenti a disposizione degli anglo-americani.

Per intanto, in GERMANIA, nell'autunno del 1943 Adolf HITLER entrò in una forte crisi depressiva. La racconta, con dovizia di particolari, il suo architetto massimo: Albert SPEER.
Il dittatore aveva cambiato di umore dopo quell'estate ricca di nefasti avvenimenti. Tutti i suoi stretti collaboratori notarono che l'umore era peggiorato in ogni senso e che quell'uomo stava perdendo il contatto con la realtà.
Prima la disfatta di STALINGRADO con la perdita di oltre 200.000 effettivi tedeschi morti nell'accerchiamento della città. In primavera la sconfitta in NORD AFRICA e la perdita di 250.000 uomini tra morti-feriti-prigionieri e dispersi. Iniziarono i primi bombardamenti pesanti delle città tedesche, una drammatica novità che mai si era prospettata anche nelle menti degli oppositori al regime nazista e figurarsi l'effetto che ebbero sull'intero establishment al potere. A luglio la caduta di MUSSOLINI  e la sconfitta in SICILIA  e nelle isole greche del DODECANESO e delle SPORADI. L'abbandono della strategia di dominio delle acque dell'Atlantico (su questo punto vi sono delle opposte versioni, quindi come tale va verificata tramite altre fonti). E colpo finale fu il tradimento dell'alleato italiano con l'armistizio dell'8 settembre.
Occorre fare un ulteriore passo indietro, di circa un anno. HITLER, KEITL e JODL non valutavano la possibilità di una forte presenza americana in NORD AFRICA.
Una presenza militare tale da sconfiggere i Tedeschi e gli Italiani con una controffensiva  il cui valore strategico era quello di frenare l'AFRIKA KORPS dall'invasione dell'EGITTO. La ritirata di ROMMEL, tra l'inverno del 42 e la primavera del 43, si rivelò un successo (si fa per dire, nda) che permise il salvataggio di una parte del contingente tedesco ma che consegnò agli anglo-americani centinaia di migliaia di soldati italiani.

Nel 1948 BH LIDDEL HART dedica un capitolo del suo libro, "STORIA DI UNA SCONFITTA", alla campagna tedesca nel sud d'ITALIA. In quelle pagine riporta alcuni stralci estrapolati da una serie di conversazioni tenute con FVS. Non son molte pagine ma il loro contenuto é degno di essere visionato con attenzione. HART non tratta solo gli avvenimenti dello sbarco e dell'avanzata in SICILIA ma estende le sue considerazioni fino agli scontri presso CASSINO. In settembre KESSELRING disponeva di sette divisioni nel centro-sud e otto nel nord al comando di ROMMEL. (secondo LIDDEL HART). Secondo MONTEMAGGI furono sei le divisioni a disposizione del comando tedesco.
Spesso si affronta con attenzione l'invasione della SICILIA ma é importante conoscere l'anello temporale che lega l'avanzata sull'isola con l'inizio della campagna peninsulare. La difesa della CALABRIA, in un primo tempo, parve difficile e dispendiosa ma gli anglo-americani mostrarono delle incertezze nel condurre un'avanzata senza una copertura aerea adeguata. Per il feldmaresciallo, sempre meno sorridente, parve possibile l'opzione della controffensiva. Decise quindi di spostare a sud ulteriori forze. Il generale CLARK a sua volta spinse le sue forze, la Quinta Armata, fino a NAPOLI. Dopo di che iniziò una snervante offensiva che culminò con lo sfondamento della LINEA GUSTAV e le battaglie di MONTE CASSINO. I piani generali comprendevano la strategia necessaria per conquistare un avamposto ma sul prosieguo le strategie, tra gli anglo-americani, non coincidevano.

Il Comandante in capo delle Forze Alleate, Generale ALEXANDER, concordò con EISENHOWER un piano di conquista del territorio italiano il cui nome in codice era "AVALANCHE", Il piano si suddivideva in tre fasi distinte: lo sbarco a SALERNO (il cuore di AVALANCHE) da parte del Gen. CLARK e due piani a supporto in carico agl'inglesi comandati da MONTGOMERY, "BAYTOWN" e "SLAPSTICK". A CLARK furono concesse molte risorse per la preparazione ed attuazione di AVALANCHE ma con un tempo al limite dell'accettabile: solo 45 giorni. MONTGOMERY era furioso in merito a questa strategia, che vedeva penalizzata e messa in secondo piano l'immagine sua (in primis) e delle forze inglesi. AVALANCHE si poneva come obiettivo primo lo sbarco presso SALERNO al fine di tagliare le forze tedesche dalla ritirata verso NAPOLI e sospinte dagli Inglesi verso nord partendo proprio dall'estrema punta della CALABRIA.
La presenza tedesca in CALABRIA contava ormai sulla presenza di solo 8.000 uomini il cui compito era quello di rallentare la risalita nemica e permettere al resto delle proprie forze di trasferirsi più al nord oltre NAPOLI. Gl'italiani, come era accaduto in SICILIA, non furono messi al corrente del piano alleato e finirono facilmente prigionieri degli avversari. I Tedeschi evitarono accuratamente di scontrarsi con gl'Inglesi che da REGGIO avevano iniziato l'attuazione di BAYTOWN. Come scrisse il Gen. ALEXANDER, in una nota diretta allo Stato Maggiore e al Governo inglese: "I Tedeschi si oppongono più con le demolizioni che con il fuoco", evidente commento che indicava i presagi strategici riguardanti la vera battaglia che si sarebbe giocata all'altezza di NAPOLI se non sulla stessa Linea GUSTAV. Questa, di giorno in giorno, veniva rinforzata per garantire una battaglia di stallo al pari di quelle che si erano svolte nel Primo Conflitto Mondiale nella SOMME. Per Tale ragione EISENHOWER, insieme ad ALEXANDER, aveva concordato per uno sbarco presso SALERNO da parte della Quinta Armata americana (decisamente più forte e con maggior numero di effettivi) e il ruolo di gregario all'Ottava Armata inglese.
Una piccola parentesi in merito ai colpi di testa a cui alle volte MONTGOMERY si lasciava andare. La data dello sbarco a SALERNO é 9 settembre ma gl'Inglesi ne tentarono uno (molto sui generi) a PIZZO nel Golfo di SANT'EUFEMIA ma furono respinti e le perdite considerevoli.
Un giorno decisivo fu quello strano e ancora oggi controverso 8 settembre. Con la trasmissione via radio, dell'armistizio tra l'ITALIA e gli anglo-americani, il Generale CLARK puntò verso il Golfo di SALERNO per dare via all'Operazione AVALANCHE.

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Bibliografia
- R. Atkinson "Il giorno della battaglia, gli Alleati in Italia 1943 - 1944" Ed.LE SCIE Mondadori, 2008.
- F. Carloni "Gela 1943", Ed. MURSIA, 2011.
-
A. Montemaggi "Linea Gotica Avamposto dei Balcani" Ed. Civitas, 1993.
- F. V. Senger und Etterlin "La guerra in Europa" Ed. TEA, 2002 (1960).

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