NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009 - 2011

FANTE della 15a PANZER GRENADIER.
UNIFORME MISTA, IPOTESI UNIFORMOLOGICA
SICILIA, luglio 1943
Soggetto, scala 1/35 (luglio 2011).

Modellismo

Pittura e grafica

Cinefoto

Genova per Noi

Lo sbarco in Sicilia, un'idea del 41
Venne progettato da Sir Winston Churchill e aveva il nome in codice "INFLUX".

Difese tedesche all'interno
Le Forze Armate tedesche contarono sulla 15a Div. Panzer Granadier, sulla Div. Hermann Goering. Decisiva fu l'arrivo ai primi di luglio di paracadutisti tedeschi che riuscirono a contenere l'avanzata inglese e americana.

Patton e gl'altri generali USA
La conquista dell'isola mise in luce i limiti strategici e tattici del comando americano. Il comandante in capo delle operazioni, il Generale Alexander, non riteneva ci fossero grandi capacità da parte dei propri alleati. Per tale ragione la conquista della parte est, quella più strategica e vicina a Messina, venne affidata a Montgomery e alla sua 8a Armata.

Italiani vittime indifese
La popolazione italiana venne sottoposta a bombardamenti e distruzioni non sempre motivate; vale il caso del paese di Troina che fu inutilmente ridotto a un cumulo di macerie quando i Tedeschi lo avevano abbandonato il giorno prima.

Fucilazioni sommarie
Da quanto risulta dai testi attuali, i Tedeschi in pochi casi applicarono violenze sommarie sui soldati e sui civili italiani. Nel caso degli Americani si verificarono comportamenti violenti quanto mai immotivati come fucilazioni di civili e di Carabinieri durante la conquista di Gela.

Sempre a proposito dell'Operazione HUSKY"

 

  

  

   

   

Bibliografia
- R. Atkinson "Il giorno della battaglia, gli Alleati in Italia 1943 - 1944" Ed.LE SCIE Mondadori, 2008.
- F. Carloni "Gela 1943", Ed. MURSIA, 2011.
- F. V. Senger und Etterlin "La guerra in Europa" Ed. TEA, 2002 (1960).
- G. Williamson r ill. di R. Volstad "Afrika Korps" Ed. Osprey 1998 (trad. it. DEL PRADO).

La campagna nel sud d'ITALIA e le uniformi tedesche dal 1943
La campagna nel Sud ITALIA resta sempre un argomento inesauribile sia per l'interesse storico sia per quello uniformologico.
Per quanto riguarda la parte delle forze armate Alleate, Stati Uniti - Regno Unito - Canada, si possono riprodurre molte uniformi in quanto che molti settori furono forniti di materiale totalmente inedito.
Per la parte avversaria, pur venendo a mancare e coinvolte le forze delle WAFFEN SS (che avrebbero sicuramente introdotto l'argomento "mimetizzazione"), si possono identificare le diverse tipologie pertinenti l'impiego in zone a clima mediterraneo o tropicale.
Occorre però riportare alcune considerazioni militari, necessarie per poi entrare nel contesto uniformologico.
Man mano che gli Alleati avanzavano verso MESSINA, i Tedeschi dovevano controbattere con tattiche di rallentamento e di logoramento.
La strategia prima del felmaresciallo Albert KESSERLING era quella di portare via, dall'isola, il maggior numero di truppe e la maggior quantità di materiale bellico ancora utilizzabile. La Campagna d'Italia era solo agli inizi e sarebbe durata fino al 45.
Il Generale Alfredo GUZZONI, capo nominale della 6a Armata italiana e delle forze dell'Asse in SICILIA, non ebbe tale volontà. Anzi, non ostacolò minimamente la resa delle divisioni italiane ogni qualvolta se ne presentava l'occasione.
Per GUZZONI, spesso titolato come generale fascista (vedi HISTORY CHANNEL, documentario sul Generale PATTON) ma che in realtà era un fervente monarca (come risulta anche dalle memorie di Frido von SENGER) la guerra era già stata persa dopo la sconfitta nel nord AFRICA e ancor prima durante la disfatta dell'ARMIR durante la sacca di STALINGRADO (1942-1943)
Era evidente, secondo quanto lo stesso GUZZONI aveva avuto modo di dichiarare apertamente anche a KESSELRING, che gli Alleati in SICILIA avrebbero comunque potuto sconfiggerli (Tedeschi e Italiani) sia come numero di effettivi sia come materiali e capacità logistiche.
I soldati italiani erano armati e vestiti con materiale scadente, in alcuni casi al limite dell'indecenza: scarponi invernali, un misto di divise e abiti civili laceri e sporchi, fucili logori e pezzi di artiglieria preda bellica dei Tedeschi nel 40 in FRANCIA (i vecchi e macilenti carri armati RENAULT). I loro alleati erano messi un tantino meglio ma in alcuni casi anch'essi mostravano problematiche di rifornimento adeguato. In particolare, diverse di queste richiesero soluzioni tempestive. Per esempio, e da qui nasce l'origine del figurino qui mostrato, le molteplici difficoltà di rendere operativi circa 30.000 uomini appartenenti ad altri settori della WEHRMACHT.

Realizzazione scultorea del figurino
Il soggetto é stato realizzato impiegando parti di diversa provenienza, opportunamente modificate nella scultura originale.
Pur trattandosi di un semplice fante, non é stata immediata la soluzione scultorea per la postura desiderata.
Il punto di partenza é stato il busto, di produzione ANDREA MINIATURES (scenetta con tre soggetti le cui parti anatomiche erano separate). Spendo due parole di elogio ad un prodotto che risale al lontano 1989 e che ancora oggi ha tutte le qualità e le caratteristiche per essere la chiave di volta di un soggetto come il classico fante tedesco.
Le gambe sono di produzione DRAGON e fanno parte di un set per artiglieria. Queste, a differenza del busto, hanno richiesto diverse modifiche per poter essere poi unite al tronco. Anche le braccia sono DRAGON ma modificate nella quasi totalità delle pieghe. Le mani sono di produzione NEMROD. La testa é DRAGON a cui ho modificato naso e occhi, le orecchie le ho realizzate con filo di rame incollato e poi ricoperto con stucco TAMIYA.
E per completare, l'equipaggiamento che é un misto di ANDREA, DRAGON e ACCADEMY.

Realizzazione pittorica del figurino
La colorazione ha richiesto uno studio uniformologico di dettaglio.
Questo fante proviene da personale della Marina Militare (KRIEGSMARINE) che era operativo per i collegamenti con i Balcani e l'Africa.
La giacca non era la classica di panno e quindi non poteva avere la colorazione feldgrau. Ha ricevuto, per ipotesi, una giacca estiva in cotone che con la solarizzazione ha virato tonalità verso il colore oliva. L'aquila delle forze armate tedesche é di colore giallo su fondo grigio, il che indica chiaramente che si tratta di una giubba non di provenienza HEER o DAK.
Il fante ha l'equipaggiamento base a cui ho aggiunto un fucile automatico Il GW43 (realizzato su base TOKAREV). Durante la ritirata verso l'ETNA, le truppe di fanteria preferivano sostituire i vetusti  MAUSER 98K con i più potenti fucili automatici (erano quelli in uso ai parà e arrivarono sull'isola tramite i lanci di rifornimento). La baionetta, che ha in dotazione, é di tipo corto che non poteva essere inastata su questi tipi di armi.

Galleria 2° Conflitto mondiale

Documentazione 2°conflitto mondiale

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