Giacca in tela spigata oppure in
cotone
Ambedue le possibilità, alla fine del 43, sono in realizzo da parte delle
fabbriche tedesche. Quelle in cotone estivo spesso avevano bottoni in legno, in
alcuni casi questi erano in simil bachelite, resine o metallo.
Lo stivale sovietico
Nel 43, il fante tedesco indossa solo scarponcini alti dato che dal 42 gli
stivali non sono più in ordine all'equipaggiamento personale. Per una strana
coincidenza tutta da capire, gli stivali
scolpiti per il figurino sono identici a quelli di provenienza ex Armata Rossa.
Si può supporre, grazie a questa scelta scultorea dell'autore, che questi
potevano allora far parte di un quantitativo depredato
in RUSSIA e poi spedito al fronte Mediterraneo.
Bottino primo
Con la Campagna di Sicilia, i Tedeschi scoprono la qualità delle sigarette
americane. Quelle tedesche in confronto sono il peggio che si possa fumare. Il
fante tedesco non perdeva occasione per appropriarsi di queste deliziose "bionde"
anglo-americane. La perquisizione di nemici uccisi, in alcuni casi, serviva
principalmente per trovare i pacchetti di sigarette.
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Bibliografia
- R. Atkinson "Il giorno della battaglia, gli Alleati in Italia 1943
- 1944" Ed.LE SCIE Mondadori, 2008.
- F. V. Senger und Etterlin "La guerra in Europa" Ed. TEA, 2002
(1960).
- G. Williamson ill. di R. Volstad "Afrika Korps" Ed. Osprey 1998
(trad. it. DEL PRADO).
- N. Thomas ill. di S. Andrew "The german Army 1939-45 (2) North
Africa & Balcans" Ed. Osprey (1998).
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L'abbandono della SICILIA e la
difesa della CALABRIA nel 1943
La campagna
nel Sud ITALIA
resta sempre un argomento inesauribile sia per l'interesse storico
sia per quello uniformologico.
Tramite gli articoli pertinenti, ne ho descritto gli eventi
principali e alcune delle uniformi degli opposti schieramenti.
Per la parte tedesca, stavolta, ho realizzato un soggetto che combina una giacca
estiva in cotone di taglio [economico] differente da quella canonica
dei primi anni del conflitto (per la precisione dal 1935 in poi) e un pantalone
che ho voluto ipotizzare fosse stato ricavato utilizzando della tela
di cotone non impermeabilizzata e su cui era stampata la mimetizzazione
identificata come "Splittermuster 41" che tradotto
significa "disegno a schegge".
All'esercito (HEER) non vennero mai assegnate delle combinazioni
mimetiche (giacca e pantalone o giubbe da sovra indossare) al pari
di quelle in uso alle WAFFEN SS. Dal 1940 in poi fu creato un poncho
impermeabile per il fante che
poteva essere utilizzato anche come ricovero temporaneo dalle
intemperie. L'unione di più elementi permetteva persino l'allestimento
di una tenda campale di piccole dimensioni.
La stampa di questa mimetizzazione venne impiegata, giusto a titolo
di esempio, per i teli mimetici degli elmetti, per quelli utilizzati
per la copertura di veicoli o per ripari temporanei, per la
realizzazione delle giacche da lancio dei paracadutisti e per quelle
invernali dei soldati sul fronte dell'est.
Verso il finire del conflitto, con la medesima stoffa (che però non
aveva più la gommatura d'impermeabilizzazione se non nelle
produzioni dei poncho e dei teli di copertura), furono realizzati
non solo pantaloni ma anche camicie, giacche da campo per le diverse
specialità della WEHRMACHT e dei paracaduti.
Rispetto al soggetto originale prodotto
nei primi anni 90 da VERLINDEN (quando l'azienda era ancora in
BELGIO e sotto la direzione del suo fondatore F. VERLINDEN) alcune
parti anatomiche sono state sostituite (braccia e testa) e così
tutto l'equipaggiamento. Concentrandoci su questa parte, il caporale
ha in dotazione un fucile MAUSER 98K (di tipo corto, quello più
comune dal 1940 in poi) e le giberne regolamentari. Gli spallacci in
cuoio, nella scultura originale, mancavano delle bretelle per
sostegno dei caricatori per le machine pistole tipo MP38 oppure
MP40. Il tascapane di stoffa é quello di serie di VERLINDEN. Spendo
solo due parole di preoccupazione per quando la mia esigua scorta di
questo accessorio che, ahimè, si esaurirà a breve. Certo non ho
svolto ampie ricerche di mercato ma non ho ancora trovato un
produttore che possa garantire la medesima qualità come prodotto
finito e impiegabile su quasi tutti i figurini prodotti dalla stessa
VERLINDEN come da altri produttori contemporanei. Il resto
dell'equipaggiamento é relativo ai marchi ANDREA, DRAGON, TAMIYA.
Realizzazione pittorica del
figurino
Prima d'iniziare la pitturazione, ho verificato bene che
tutte le parti, poste nelle loro posizioni finali tramite dei perni
e questo spiega i fori visibili sul figurino, fossero aderenti alle
pieghe del tascapane e a quelle dell'uniforme. Una volta che questa
verifica é stata svolta, ho iniziato la vera e propria colorazione.
Come si evidenzia dalle foto, i verdi di fondo sono differenti. La
giacca può essere dipinta in color oliva a cui si aggiunge del nero
mentre per i pantaloni occorre una miscela di verde, grigio, bianco
e giallo ocra.
La giacca non presenta difficoltà particolari in fase di sfumatura
se non in alcuni punti dove lo scultore, a mio personale avviso, ha
un po' esagerato con il rilievo di alcune pieghe.
I pantaloni sono colorati in diverse fasi. La prima é quella
relativa alla pittura di fondo e delle relative pieghe che sono
evidenziate tramite l'aggiunta di Bianco Titanio. Poi alla pezzatura
della mimetica i cui due colori base sono un Verde Oliva e un
marrone tipo ruggine ("Rust", spesso lo si trova sotto questa
dicitura). Questi due colori devono essere schiariti con l'aiuto di
un colore tipo Kaki o comunque il classico "Yellow Desert".
Il colore in questione l'ho utilizzato anche per il berretto "Feldmutze
M43", a cui ho dato origini DAK (Deutsches Afrika Korps), la
solarizzazione del tessuto l'ho raggiunta con del bianco neutro per
le luci e del Verde Marcio per le zone in ombra come la visiera e il
risvolto.
L'attrezzatura in metallo, come il
contenitore per la maschera antigas e la gavetta, nella realtà era
verniciata in un verde molto scuro, per la precisione era una
smaltatura che tendeva a consumasi o a venire via a causa di
sfregamenti e urti.
In genere, per ottenere l'effetto scrostato, prima dipingo
l'accessorio con del color argento (base smalto e non acrilico, nota
bene); successivamente sovrappongo una mano di colore verde scuro
acrilico che poi schiarisco con giallo o grigio. Ad asciugatura
completa, impiegando del nastro adesivo per carrozzieri o una
lametta da barba, asporto piccole aree di colore verde provocando
uno scrostamento della superficie.
Un'ultima nota riguarda l'uso di
varianti lucide di verde acrilico per la colorazione delle granate
con manico che i soldati americani avevano soprannominato "pestapatate"
Erano molto efficaci all'atto di esplodere ma scomode da portare
addosso: per questo lo scultore ha pensato d'infilarne una nello
stivale di provenienza sicuramente sovietica. Queste granate avevano
un colore simile a quello delle uniformi, per cui si dovrebbe
impiegare una tonalità altrettanto simile se non uguale. Ma un figurino non può
essere solo una replica della realtà, quindi occorre alterare la
realtà cromatica se non si vuole rischiare di appiattire il tutto.
Per aumentarne la profondità, visto che sono scolpite direttamente
nel figurino, conviene contornarle con del colore Bruno Trasparente
(base ad olio) molto diluito con diluente sintetico e non con
trementina per non provocare riflessi lucidi sul colore opaco dei
pantaloni e della giacca.
Soldati tedeschi catturati vicino ad
Anzio nel 1944, il gefreiter in primo piano ha una giacca in panno
con tasche lisce e bottoni in metallo
(per concessione del Governo americano NARA/ARC). |