NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009 - 2012

LA BATTAGLIA DI BERLINO
APRILE - MAGGIO 1945

Pagina 2: I principali protagonisti e gli avvenimenti nell'aprile del 45

Modellismo

Pittura e grafica

Cinefoto

Genova per Noi

Galleria 2° Conflitto mondiale

Documentazione 2°conflitto mondiale

Premessa
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Riferimenti


Keitel e Doenitz, la foto è emblematica nel descrivere il gelo tra i due
ARC Identifier 24043 - Local Identifier 111-ADC-10281 - Department of Defense. Department of the Army. Office of the Chief Signal Officer (09-18-1947 - 02-28-1964)


Guderian con Himmler (di spalle) e Feggelein
ARC Identifier 64760 - Local Identifier 342-USAF-13034 and ARC Identifier 24043 - Local Identifier 111-ADC-10281. 39-45.


Goebbels e Bormann, di spalle Jodl ferito dalla bomba del 20 luglio 44
ARC Identifier 64760 - Local Identifier 342-USAF-13034 and ARC Identifier 24043 - Local Identifier 111-ADC-10281. 39-45.


Il generaloberst Gotthard_Heinrici (di spalle il gen. von Kluge)
Bundesarchiv_Bild_146-1977-120-09,_Hans_Günther_v._Kluge,_Gotthard_Heinrici.


General Ernst Hermann August Theodor Busse (sull'estrema destra)
Bundesarchiv, Bild 146-1971-033-33 / CC-BY-SA


General der Panzertruppe Walther Wenck (a sinistra)
Bundesarchiv, Bild 101I-237-1051-15A / Schneider/Kunath / CC-BY-SA
 General Helmuth Weidling (a destra)
Bundesarchiv, Bild 146-1983-028-05 / CC-BY-SA


General Hans Krebs e l'Obergruppenfuhrer Felix Steiner
Bundesarchiv, Bild 146-1978-111-10A / CC-BY-SA
Bundesarchiv, Bild 146-1973-138-14A / CC-BY-SA


Il Generale Hasso_von_Manteuffel e il SS-Brigadefuhrer Wilhelm Mohnke
Bundesarchiv, Bild 146-1976-143-21
Foto tratta da una rivista dell'epoca (copyright sconosciuto)


Il Maresciallo Gerogy Zhukov nel quartier generale sovietico a Karlshorst, Berlino,
durante la firma della resa tedesca.
Copyright scaduti


I marescialli dell'Unione Sovietica Vasilij Ivanovič Chuikov e Ivan Stefanovic Konev
Copyright scaduti


Mappe relative alla Battaglia di Berlino (selezionarle per ingrandimento)
Realizzate tramite GOOGLE MAPS, 2012

Nessun aiuto dalle truppe che si ritireranno
Il Generale Helmuth REYMANN sapeva che non vi sarebbero state truppe di sorta che, dai fronti est ed ovest, sarebbero ripiegate sulla capitale. GOEBBELS, invece, sperava che HITLER avrebbe fatto ripiegare l'armata WENCK.
Al Terzo Reich non mancavano solo i soldati, mancavano armi e carburanti. In un rapporto redatto da SPEER nel gennaio del 45, il quadro della produzione di armamenti e di benzina sintetica é desolante: le munizioni non sono sufficienti e una parte di queste non riesce ad arrivare ai vari fronti in quanto che la rete ferroviaria e il trasporto aereo sono deficitarii. Mancano sufficienti carri armati, gli aerei in produzione sono pochi e non adatti a sfidare le forze nemiche e l'ultima speranza di produrre caccia con motori a reazione é ormai flebile dato  che lo stesso Fuhrer non ne ha dato il via alla produzione se non all'inizio di quell'anno.
Altre notizie negative erano arrivate da diverse analisi svolte dagli stati maggiori dei due fronti principali, in merito al potere difensivo statico. La costruzione di bunker e fortificazioni anticarro è stata ridotta perché occorreva costruire rifugi per i civili (secondo una disposizione del 40 e promulgata dallo stesso HITLER), non vi era sufficiente forza lavoro e mancavano i macchinari di scavo (servivano per rimuovere le macerie nelle città bombardate), mancavano il cemento armato e i tondini di metallo per le armature.
Le truppe hanno pochi capi di abbigliamento idonei per resistere nel freddo inverno, a parte le divisioni di Waffen SS che si sono preoccupate di accelerare la produzione di ciò nei campi di concentramento sotto il loro controllo. Qualche soldato in licenza, prima di tornare al fronte, si prende la briga di comprarsi alla borsa nera un cappotto pesante.
Per chiudere il quadro drammatico, sotto ogni punto di vista, vi é il problema di sgomberare dai civili i territori che sono minacciati sia dai Russi sia dagli Angloamericani; occorrevano treni e camion che, non bastando, spingevano la gente a scappare con ogni mezzo creando colonne di profughi che intasavano le strade.

Si decise di svuotare BERLINO di tutti coloro che non erano indispensabili e che potevano solo dare problemi di ogni sorta. Non tutti però: uomini e donne abili a servizi vari dovevano restare, così come i ragazzi dai dodici anni in su. Molti funzionari di partito, delle SS e dei ministeri chiedono permessi per lasciare la città. Portarono con sé denaro e preziosi, amanti e amici vari, ben poco quindi si preoccuparono delle sorti della GERMANIA.
E' opportuno spiegare un punto basilare per la difesa di BERLINO: i principali esponenti della Wehrmacht non erano intenzionati a difendere la città bensì far ripiegare tutti gli uomini e i mezzi corazzati verso il fronte ovest nella speranza di consegnarsi e quindi convincere gli Angloamericani ad accettare una resa separata. Nessuno dei comandanti tedeschi era convinto che i loro nemici avrebbero voltato le spalle ai Sovietici. Volevano salvare l'esercito e i suoi uomini senza la speranza concreta di proseguire la guerra al fianco degli Americani e degli Inglesi. Solo HITLER, nell'establishment nazista, alimentava ancora la flebile speranza di una drastica inversione delle alleanze. Il generale Theodor BUSSE era attestato con le sue divisioni sull'ODER. La Nona Armata resisteva disperatamente e per tre giorni inchiodò il fronte a SEELOW distruggendo oltre 150 carri armati e abbattendo 132 aerei nemici. Ad ogni conto BUSSE aveva deciso di resistere ad oltranza ma, al momento di cedere il fronte, non era sua intenzione ripiegare sulla capitale tedesca. REYMANN e poi WEIDLING sarebbero stati costretti a difendersi con pochissime forze. Una lotta impari contro le centinaia di migliaia di soldati russi.

Il fronte, ai primi di aprile del 45, si era trasformato, così RYAN acutamente creò questa metafora, in una specie di clessidra: a nord tra il Mare del Nord e il Baltico mentre a sud la Cecoslovacchia, l'Austria e l'Italia del nord. Il punto centrale era uno spazio risicato di 150 km che separava gli Angloamericani dalle forze sovietiche. Per quanto riguardava il fronte ovest, gli Americani ricevettero precisi ordini di attestarsi sull'ELBA e di non procedere oltre. Sarebbe bastato loro superare il fiume e poi, per assurdo, avviarsi lungo l'autostrada che portava nel cuore della Germania fino a BERLINO. Ma lo SHAEF (Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force) non voleva creare attriti con STALIN. I G.I. presero posizione e attesero praticamente l'arrivo degli Alleati e ripulirono i territori da loro occupati dalle ultime sacche di resistenza. A metà aprile finalmente CHUIKOW, con i suoi uomini della Guardia e i carristi di KATUKOV,  aveva superato le alture di SEELOW, al costo di un vero macello umano.
Il Maresciallo KONEV procedeva da nord a passo lesto, a sud ZUKOV era fermo sempre a SEELOW. STALIN li aveva messi in competizione per la conquista del fronte verso BERLINO.

Per portare in salvo quanto più uomini fosse mai stato possibile, i Tedeschi, comandati dal Generale BUSSE, tentarono di arrivare all'ELBA passando da sud. A costo di una vera e propria carica, il 26 aprile BUSSE riuscì a raggiungere la zona di ZOSSEN invece di convergere su BERLINO. HITLER apprese la notizia e andò su tutte le furie, forse comprendendo che i suoi generali lo stavano abbandonando sotto il profilo tattico e forse iniziò a rassegnarsi che presto uomini vicini a lui avrebbero mosso proposte di resa verso gli Angloamericani. BUSSE, nonostante i messaggi inviati da JODL a nome del Fuhrer, decise di continuare la sua marcia verso ovest con l'intento di portare in salvo la nona e dodicesima armata.
Il 27 aprile i Tedeschi tentarono sia a nord sia a sud una contro risposta per sfondare la tenaglia ZUKOV - KONEV, in parte l'impresa disperata riuscì solo a rallentare i Russi ma a un ulteriore costo di vite.
La battaglia, a sud, si svolse nei pressi di HALBE e fu qualcosa di apocalittico a causa dell'artiglieria e dell'aviazione russa che incessantemente riversarono sul nemico tonnellate di bombe e proiettili. Così commentò dopo la sua cattura il Maggiore DHIEL comandante del 90° Reggimento della 35ma Divisione SS Polizei :"Le perdite erano enormi. Non era addirittura possibile alzare la testa e io non sono mai stato in grado di dirigere la battaglia. Tutto quello che potevo fare era restare accucciato sotto un carro armato con il mio aiutante e studiare la carta topografica".
Lungo le strade, che tagliavano la fitta boscaglia, si potevano trovare migliaia di feriti gravi abbandonati al loro destino. I morti spesso costituivano un vero e proprio tappeto di feldgrau in cui non si distinguevano più le fattezze dei corpi. A incrementare il numero dei morti e dei feriti ci fu una spietata tattica russa: sia l'artiglieria sia l'aviazione sganciavano le bombe tra i folti alberi delle foreste limitrofe, così una pioggia di schegge ricadeva sui soldati tedeschi. Non essendovi modo di proteggere il corpo, molti di questi uomini rimase gravemente feriti e morirono in quanto non vi era se non un miserrimo servizio sanitario in grado di dare loro il primo soccorso.
La battaglia di HALBE significò oltre 30.000 soldati tedeschi uccisi. I Russi cercarono di fermare gl'ultimi sopravvissuti delle due armate evitando altri inutili morti, forse più con lo scopo di raccogliere quanta più forza lavoro da spedire in qualche gulag sovietico. Tramite megafoni, volantini e chiunque spiaccicasse una parola di tedesco, cercarono di convincerli ad arrendersi. Pochissimi riuscirono a raggiungere BERLINO e le loro testimonianze di quello che accadde in quelle foreste é realmente difficile da riscrivere in queste righe.
Non meno furono le perdite dell'Armata Rossa, stimate in altri 20.000 morti. I civili uccisi oltre i 10.000. Secondo le stime storiche, furono circa 25.000 i soldati tedeschi che raggiunsero l'armata di WENCK a BEELITZ.
Nel frattempo la Nona Armata rimase tagliata fuori dalla ritirata, sancendo il crollo delle Armate della Vistola. Su quanti uomini, realmente, raggiunsero BERLINO, vi sono cifre discordanti in merito ma di certo furono tra i 20.000 e i 25.000.

La Terza Armata di Hasso von MANTEUFFEL, a nord di BERLINO, venne incalzata dal Maresciallo ROKOSSOVIKIJ (Comandante in capo del fronte biello-russo).
HEINRICI ordinò a MANTEUFFEL di ritirarsi a ovest. Tale ordine non venne mai comunicato a HITLER  e a KEITEL, tanto meno a KREBS. KEITEL, scoperto il fatto, avrebbe voluto far giustiziare HEINRICI. Il suo stato maggiore fece di tutto per ritardare la convocazione del comandante al cospetto di HITLER e ciò gli salvò la vita.
Verso la fine di aprile, la battaglia di BERLINO iniziò il suo epilogo. Martin BORMANN aveva comunicato a tutti i gauleiter: "Tenete duro... noi sentiamo che ci sono sviluppi all'estero...". Iniziò così a esser diffusa l'ultima menzogna: un possibile accordo di resa con gli Angloamericani. Non vi era nessun accordo. ROOSVELT aveva già concesso a STALIN di prendersi BERLINO  e parte della GERMANIA. Durante la Conferenza di JALTA (febbraio 1945) si era già deciso che la GERMANIA sarebbe stata completamente smilitarizzata, non resa libera politicamente e territorialmente ma suddivisa in quattro parti controllate dalle potenze vincitrici.
BORMANN capì che qualcuno, vedi HIMMLER e GOERING, stavano per entrare in trattative separate con il nemico ad ovest. Però il dubbio che forse HITLER ne sarebbe uscito vivo, con il proposito di una vendetta terribile e ben più spietata a quella contro la congiura del 20 luglio 44, non gli parve una possibilità remota. Prese le distanze dai possibili cospiratori e si preparò a un fuori scena personalissimo.
L'annuncio della radio di STOCCOLMA che HIMMLER tentava una pace separata, mandò HITLER su tutte le furie. Se a gennaio lo aveva incaricato di comandare le armate della VISTOLA, perché era un vero nazionalsocialista, ora la voce stridula del Fuhrer ammoniva il destino della GERMANIA  sentenziando: "Un traditore non dovrà mai succedermi come Fuhrer!".

La Germania era quindi sottoposta a tre differenti gruppi di potere: il primo costituito da HITLER, KEITEL - JODL e KREBS, GOEBBELS e AXMANN costituenti un misto di gestione militare e politica propensi solo al proprio suicidio e alla distruzione totale della Germania con il suo popolo. Il secondo, con maggiore potere politico e sempre meno militare, era legato alle figure di BORMANN, GOERING e HIMMLER propensi a creare un governo nuovo disposto alla resa verso gli Americani, con il proposito poi di continuare la gestione del REICH in modo autonomo e tutelato da una occupazione sovietica militarizzata. Infine il terzo, strettamente militare che aveva la sua figura di spicco in DOENITZ (nominato dallo stesso HITLER quale suo successore al governo del Reich), da quasi tutti i generali della Wehrmacht e da un folto gruppo di industriali guidati da SPEER ben poco propensi a continuare la guerra verso est anche se con l'aiuto dei nuovi alleati.
E' oggi noto che nessun generale ebbe mai l'illusione che gli Americani quanto gli Inglesi avrebbero continuato, dopo un'alleanza con la Germania sudditante, un conflitto oltre il fiume ODER. Questa teoria utopistica venne creata con attenzione fine provocatoria da BORMANN al fine di spingere sia molti funzionari del partito, ufficiali delle SS, quanto soldati e popolazione a credere nell'importanza di continuare la battaglia in difesa del fronte est in attesa dell'arrivo degli Angloamericani.
Questi tre gruppi di potere agirono con diverse strategie e complotti per concludere la guerra quanto prima. Mentre STALIN non accettò mai di confrontarsi con uno qualsiasi di questi, gli Angloamericani optarono per il terzo dato che proponeva di cessare ogni conflitto a ovest e a est, offrire il territorio tedesco a una occupazione non solo militare ma anche economica vantaggiosa per gl'industriali di oltre mare e per i numerosi gruppi finanziari e bancari che avevano alimentato (economicamente) il conflitto e che ora reclamavano il conto con gl'interessi. Non é un caso che SPEER fosse così incline a una visione ottimistica della conclusione del conflitto e un post bellico solo favorevole alla Germania stessa.
Pur se non vi sono documenti che lo possano provare, non si può escludere che a molti militari venne promesso di mantenere una funzione di leader nella nuova Germania che sarebbe divenuta il nuovo baluardo contro il comunismo stalinista. STALIN, quindi, il futuro nemico del mondo e con lui una nuova UNIONE SOVIETICA disposta a far precipitare il mondo in un tenebroso futuro dittatoriale (era rimasto l'ultimo grande dittatore dopo la morte di HITLER e MUSSOLINI) le cui negative conseguenze economiche avrebbero messo in ginocchio le altri grandi potenze alleate (USA, Gran Bretagna e Regno Unito, Francia).
Dietro a questa assurda promessa vi si aggrapparono in molti, chi per ingenuità e chi per proprio tornaconto. A questa promessa, i molti, vi affiancarono un rigido moralismo politico e militare. Come ebbe a commentare GUDERIAN alla fine della guerra durante un suo interrogatorio da parte degli Americani, KEITEL, per esempio, era un uomo di ricca famiglia, il tipico Junker prussiano corretto e onesto con tutti e con rigidi principi etici. Era però un vero "yes man!" in senso militare e politico disposto a reprimere qualsiasi sua etica umana pur di rispettare la gerarchia al governo e soprattutto il suo comandate: HITLER. E KEITEL credeva in una possibile salvezza da parte Alleata.
Il 30 aprile HITLER si suicidò, tutte la cinture difensive sono state spazzate via. Iniziò l'assalto al TIERGARTEN. il Primo di maggio iniziarono le trattative per la resa, a cui partecipò KREBS in persona alla presenza di CHUIKOW. Queste non ebbero buon seguito e quindi STALIN ordinò di scatenare un ultimo definitivo attacco sulla città, un ulteriore sacrificio di vite che non risolse le sorti della resa.

Il 1° maggio, nel penultimo giorno di assedio, il Generale MUMMERT e i suoi pochi uomini si concentrarono nel Tiergarten assieme a quelli delle divisioni Waffen SS  NORDLAND e CHARLEMAGNE, comandati da ZIEGLER e da KRUKENBERG (secondo stime non troppo attendibili circa 800 uomini) con appena cinque carri armati, di cui due erano vecchi caccia carri Elefant e gli altri BA10 di preda bellica e Tiger II dell'11° reggimento Panzer (PanzerAbteilung) Hermann von SALZA delle Waffen SS. I tre comandanti decisero di tentare una sortita per abbandonare la capitale. Con i due gruppi vi erano diversi civili tra i quali personale operativo nel FUHREBUNKER e familiari di alcuni di loro. La direzione da prendere era verso  PICHELSDORF dividendosi appunto in due gruppi per facilitare e sveltire la fuga. Il primo abbandonò il bunker e si unirono anche diversi volontari della XVIII Panzer, mentre al secondo, che fuggì dopo qualche ora, si aggregarono alcuni membri dello stato maggiore del FUHRER, tra cui BORMANN. Il Brigadeführer MOHNKE ordinò di dare fuoco al bunker facendo saltare in aria l'accesso principale, azione che riuscì parzialmente. Erano le nove di sera quando il primo gruppo lasciò il bunker diretto verso la stazione della metropolitana di WILHELMPLATZ. Ne facevano parte Otto GUNSCHE, colonnello e guardia del corpo di Hitler, l'ambasciatore HEWEL, l'Ammiraglio VOSS, Heinz LINGE, cameriere personale di Hitler, le sue tre segretarie (tra cui Traudl JUNGE, ricordata nel film " LA CADUTA"), e il suo pilota personale, BAUR. Furono scoperti dai Russi durante la fuga. BORMANN scomparve nella confusione data dall'arrivo dei soldati nemici. Dato per deceduto in quel frangente, il suo corpo non venne mai ritrovato.

Il 7 maggio la guerra cessò definitivamente, l'8 mattina il comunicato tedesco di accettazione della resa incondizionata..
I soldati e gli ufficiali che si arresero o vennero catturati subirono sorti diverse a seconda del fronte in cui si trovavano. A ovest molti vennero inviati in campi di concentramento temporanei e poi trasferiti in varie parti del mondo come Stati Uniti, Inghilterra e Sud Africa. Altri ancora rimasero segregati nella stessa GERMANIA ma dopo pochi mesi rilasciati in quanto non considerati pericolosi vista l'età o perché avevano avuto un ruolo secondario nelle forze armate. Coloro che rimasero prigionieri dei Russi furono trasferiti in UNIONE SOVIETICA, in POLONIA e altre zone zone dell'est sotto il controllo sovietico.
La maggior parte delle SS  e Waffen SS venne sommariamente giustiziata e il resto finì in qualche gulag. Stessa sorte per i componenti del ROA e di tutte le forze tedesche costituite da stranieri.
Alcuni riuscirono a darsi alla macchia, specie i più anziani e i più giovani che potevano nascondersi preso famiglie contadine in zone rurali non troppo setacciate. Per molti fagiani dorati la fuga fu più lunga e complessa ma come sappiamo oggi, questi raggiunsero SPAGNA, GRECIA, i paesi del Sud AMERICA e del Sud AFRICA.
I civili tedeschi, in particolare donne e bambini, furono vittime indifese di ogni genere di violenza: dagli stupri alle fucilazioni di massa, dalle deportazioni alla morte per violenze e inedia.
Presso la città di POTSDAM, nel luglio del 45,  si svolse la conferenza tra le quattro potenze vincitrici che stabilirono l'assetto dell'EUROPA e in particolare la gestione della GERMANIA, confermando così le scelte stipulate a JALTA. La Storia ahimè prenderà altri percorsi come la divisione del territorio tedesco in due nazioni distinte.

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