Galleria 2° Conflitto mondiale
Documentazione 2°conflitto mondiale
Premessa
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Riferimenti
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Keitel e Doenitz, la foto è emblematica nel descrivere il gelo
tra i due
ARC Identifier 24043 - Local
Identifier 111-ADC-10281 - Department of Defense. Department of the
Army. Office of the Chief Signal Officer (09-18-1947 - 02-28-1964)
Guderian con Himmler (di
spalle) e
Feggelein
ARC Identifier 64760 - Local Identifier
342-USAF-13034 and ARC Identifier 24043 - Local Identifier
111-ADC-10281. 39-45.
Goebbels e Bormann, di spalle
Jodl ferito dalla bomba del 20 luglio 44
ARC Identifier 64760 - Local Identifier
342-USAF-13034 and ARC Identifier 24043 - Local Identifier
111-ADC-10281. 39-45.
Il generaloberst
Gotthard_Heinrici (di spalle il gen. von Kluge)
Bundesarchiv_Bild_146-1977-120-09,_Hans_Günther_v._Kluge,_Gotthard_Heinrici.
General Ernst
Hermann August Theodor Busse (sull'estrema destra)
Bundesarchiv, Bild 146-1971-033-33 / CC-BY-SA
General der Panzertruppe Walther Wenck (a sinistra)
Bundesarchiv, Bild 101I-237-1051-15A / Schneider/Kunath / CC-BY-SA
General
Helmuth Weidling (a destra)
Bundesarchiv, Bild 146-1983-028-05 / CC-BY-SA
General Hans Krebs e
l'Obergruppenfuhrer Felix Steiner
Bundesarchiv, Bild 146-1978-111-10A /
CC-BY-SA
Bundesarchiv, Bild
146-1973-138-14A / CC-BY-SA
Il Generale
Hasso_von_Manteuffel e il SS-Brigadefuhrer Wilhelm Mohnke
Bundesarchiv, Bild
146-1976-143-21
Foto tratta da una rivista dell'epoca (copyright sconosciuto)
Il Maresciallo Gerogy Zhukov nel
quartier generale sovietico a Karlshorst, Berlino,
durante la firma
della resa tedesca.
Copyright scaduti
I marescialli dell'Unione Sovietica
Vasilij Ivanovič Chuikov e Ivan Stefanovic Konev
Copyright scaduti
Mappe relative alla Battaglia di
Berlino (selezionarle per ingrandimento)
Realizzate tramite GOOGLE MAPS, 2012
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Nessun aiuto dalle
truppe che si ritireranno
Il Generale Helmuth REYMANN sapeva che
non vi sarebbero state truppe di sorta che, dai fronti est ed ovest,
sarebbero ripiegate sulla capitale. GOEBBELS, invece, sperava che
HITLER avrebbe fatto ripiegare l'armata WENCK.
Al Terzo Reich non mancavano solo i soldati, mancavano armi e
carburanti. In un rapporto redatto da SPEER nel gennaio del 45, il
quadro della produzione di armamenti e di benzina sintetica é
desolante: le munizioni non sono sufficienti e una parte di queste
non riesce ad arrivare ai vari fronti in quanto che la rete
ferroviaria e il trasporto aereo sono deficitarii. Mancano
sufficienti carri armati, gli aerei in produzione sono pochi e non
adatti a sfidare le forze nemiche e l'ultima speranza di produrre
caccia con motori a reazione é ormai flebile dato che lo
stesso Fuhrer non ne ha dato il via alla produzione se non
all'inizio di quell'anno.
Altre notizie negative erano arrivate da diverse analisi svolte
dagli stati maggiori dei due fronti principali, in merito al potere
difensivo statico. La costruzione di bunker e fortificazioni
anticarro è stata ridotta perché occorreva costruire rifugi per i
civili (secondo una disposizione del 40 e promulgata dallo stesso
HITLER), non vi era sufficiente forza lavoro e mancavano i
macchinari di scavo (servivano per rimuovere le macerie nelle città
bombardate), mancavano il cemento armato e i tondini di metallo per
le armature.
Le truppe hanno pochi capi di abbigliamento idonei per resistere nel
freddo inverno, a parte le divisioni di Waffen SS che si sono
preoccupate di accelerare la produzione di ciò nei campi di
concentramento sotto il loro controllo. Qualche soldato in licenza,
prima di tornare al fronte, si prende la briga di comprarsi alla
borsa nera un cappotto pesante.
Per chiudere il quadro drammatico, sotto ogni punto di vista, vi é
il problema di sgomberare dai civili i territori che sono minacciati
sia dai Russi sia dagli Angloamericani; occorrevano treni e camion che,
non bastando, spingevano la gente a scappare con ogni mezzo creando
colonne di profughi che intasavano le strade.
Si decise di svuotare
BERLINO di tutti coloro che non erano indispensabili e che potevano
solo dare problemi di ogni sorta. Non tutti però: uomini e donne
abili a servizi vari dovevano restare, così come i ragazzi dai
dodici anni in su. Molti funzionari di partito, delle SS e dei
ministeri chiedono permessi per lasciare la città. Portarono con sé
denaro e preziosi, amanti e amici vari, ben poco quindi si preoccuparono delle sorti
della GERMANIA.
E' opportuno spiegare
un punto basilare per la difesa di BERLINO: i principali esponenti
della Wehrmacht non erano intenzionati a difendere la città bensì far
ripiegare tutti gli uomini e i mezzi corazzati verso il fronte
ovest nella speranza di consegnarsi e quindi convincere gli Angloamericani ad
accettare una resa separata. Nessuno dei comandanti tedeschi era convinto che
i loro nemici avrebbero voltato le spalle ai Sovietici. Volevano
salvare l'esercito e i suoi uomini senza la speranza concreta di
proseguire la guerra al fianco degli Americani e degli Inglesi. Solo
HITLER, nell'establishment nazista, alimentava ancora la flebile speranza di una drastica inversione
delle alleanze.
Il generale Theodor BUSSE era attestato con le sue divisioni sull'ODER. La
Nona Armata resisteva disperatamente e per tre giorni inchiodò il
fronte a SEELOW distruggendo oltre 150 carri armati e abbattendo 132
aerei nemici. Ad ogni conto BUSSE aveva deciso di resistere ad
oltranza ma, al momento di cedere il fronte, non era sua intenzione
ripiegare sulla capitale tedesca. REYMANN e poi WEIDLING sarebbero
stati costretti a difendersi con pochissime forze. Una lotta impari
contro le centinaia di migliaia di soldati russi.
Il fronte, ai primi
di aprile del 45, si era trasformato, così RYAN acutamente creò
questa metafora, in una specie di clessidra: a nord tra
il Mare del Nord e il Baltico mentre a sud la Cecoslovacchia,
l'Austria e l'Italia del nord. Il punto centrale era uno spazio
risicato di 150 km che separava gli Angloamericani dalle forze
sovietiche. Per quanto riguardava il fronte ovest, gli Americani
ricevettero precisi ordini di attestarsi sull'ELBA e di non
procedere oltre. Sarebbe bastato loro superare il fiume e poi, per
assurdo, avviarsi lungo l'autostrada che portava nel cuore della
Germania fino a BERLINO. Ma lo SHAEF (Supreme Headquarters Allied
Expeditionary Force) non voleva creare attriti con
STALIN. I G.I. presero posizione e attesero praticamente l'arrivo
degli Alleati e ripulirono i territori da loro occupati dalle ultime sacche di
resistenza. A metà aprile finalmente CHUIKOW, con i suoi uomini della
Guardia e i carristi di KATUKOV, aveva superato le alture di SEELOW, al costo di un vero macello umano.
Il Maresciallo KONEV
procedeva da nord a passo lesto, a sud ZUKOV era fermo sempre a SEELOW.
STALIN li aveva messi in competizione per la conquista del fronte
verso BERLINO. Per portare in salvo quanto più uomini fosse mai stato
possibile, i Tedeschi, comandati dal Generale BUSSE, tentarono di
arrivare all'ELBA passando da sud. A costo di una vera e propria
carica, il 26 aprile BUSSE riuscì a raggiungere la zona di ZOSSEN
invece di convergere su BERLINO.
HITLER apprese la notizia e andò su tutte le furie, forse
comprendendo che i suoi generali lo stavano abbandonando sotto il
profilo tattico e forse iniziò a rassegnarsi che presto uomini
vicini a lui avrebbero mosso proposte di resa verso gli
Angloamericani. BUSSE, nonostante i messaggi inviati da JODL a nome
del Fuhrer, decise di continuare la sua marcia verso
ovest con l'intento di portare in salvo la nona e dodicesima armata.
Il 27 aprile i Tedeschi tentarono sia a nord sia a sud una contro
risposta per sfondare la tenaglia ZUKOV - KONEV, in parte l'impresa
disperata riuscì solo a rallentare i Russi ma a un ulteriore costo
di vite.
La battaglia, a sud, si svolse nei pressi di HALBE e fu qualcosa di
apocalittico a causa dell'artiglieria e dell'aviazione russa che
incessantemente riversarono sul nemico tonnellate di bombe e
proiettili. Così
commentò dopo la sua cattura il Maggiore DHIEL comandante del 90°
Reggimento della 35ma Divisione SS Polizei :"Le perdite erano
enormi. Non era addirittura possibile alzare la testa e io non sono
mai stato in grado di dirigere la battaglia. Tutto quello che potevo
fare era restare accucciato sotto un carro armato con il mio
aiutante e studiare la carta topografica".
Lungo le strade, che tagliavano la fitta boscaglia, si potevano
trovare migliaia di feriti gravi abbandonati al loro destino. I
morti spesso costituivano un vero e proprio tappeto di feldgrau in
cui non si distinguevano più le fattezze dei corpi. A incrementare
il numero dei morti e dei feriti ci fu una spietata tattica russa:
sia l'artiglieria sia l'aviazione sganciavano le bombe tra i folti
alberi delle foreste limitrofe, così una pioggia di schegge ricadeva
sui soldati tedeschi. Non essendovi modo di proteggere il corpo,
molti di questi uomini rimase gravemente feriti e morirono in quanto
non vi era se non un miserrimo servizio sanitario in grado di dare
loro il primo soccorso.
La battaglia di HALBE significò oltre 30.000 soldati tedeschi
uccisi. I Russi cercarono di fermare gl'ultimi sopravvissuti delle
due armate evitando altri inutili morti, forse più con lo scopo di
raccogliere quanta più forza lavoro da spedire in qualche gulag
sovietico. Tramite megafoni, volantini e chiunque spiaccicasse una
parola di tedesco, cercarono di convincerli ad arrendersi. Pochissimi
riuscirono a raggiungere BERLINO e le loro testimonianze di quello
che accadde in quelle foreste é realmente difficile da riscrivere in
queste righe.
Non meno furono le perdite dell'Armata Rossa, stimate in altri
20.000 morti. I civili uccisi oltre i 10.000. Secondo le stime
storiche, furono circa 25.000 i soldati tedeschi che raggiunsero
l'armata di WENCK a BEELITZ.
Nel frattempo la Nona Armata rimase tagliata fuori dalla ritirata,
sancendo il crollo delle Armate della Vistola. Su quanti uomini,
realmente, raggiunsero BERLINO, vi sono cifre
discordanti in merito ma di certo furono tra i 20.000 e i 25.000.
La Terza Armata di Hasso von MANTEUFFEL, a nord di BERLINO, venne
incalzata dal Maresciallo ROKOSSOVIKIJ (Comandante in capo del fronte
biello-russo).
HEINRICI ordinò a MANTEUFFEL di ritirarsi a ovest.
Tale ordine non venne mai comunicato a HITLER e a KEITEL,
tanto meno a KREBS. KEITEL, scoperto il fatto, avrebbe voluto far
giustiziare HEINRICI. Il suo stato maggiore fece di tutto per
ritardare la convocazione del comandante al cospetto di HITLER e ciò
gli salvò la vita.
Verso la fine di aprile, la battaglia di
BERLINO iniziò il suo epilogo. Martin BORMANN aveva comunicato a
tutti i gauleiter: "Tenete duro... noi sentiamo che ci sono sviluppi
all'estero...". Iniziò così a esser diffusa l'ultima menzogna: un
possibile accordo di resa con gli Angloamericani. Non vi era nessun
accordo. ROOSVELT aveva già concesso a STALIN di prendersi BERLINO
e parte della GERMANIA. Durante la Conferenza di JALTA (febbraio
1945) si era già deciso che la GERMANIA sarebbe stata completamente
smilitarizzata, non resa libera politicamente e territorialmente ma
suddivisa in quattro parti controllate dalle potenze vincitrici.
BORMANN capì che qualcuno, vedi HIMMLER e GOERING, stavano per
entrare in trattative separate con il nemico ad ovest. Però il
dubbio che forse HITLER ne sarebbe uscito vivo, con il proposito di
una vendetta terribile e ben più spietata a quella contro la
congiura del 20 luglio 44, non gli parve una possibilità remota. Prese
le distanze dai possibili cospiratori e si preparò a un fuori scena
personalissimo.
L'annuncio della radio di STOCCOLMA che HIMMLER tentava una pace
separata, mandò HITLER su tutte le furie. Se a gennaio lo aveva
incaricato di comandare le armate della VISTOLA, perché era un vero
nazionalsocialista, ora la voce stridula del Fuhrer ammoniva il
destino della GERMANIA sentenziando: "Un traditore non dovrà
mai succedermi come Fuhrer!".
La Germania era quindi sottoposta a tre
differenti gruppi di potere: il primo costituito da HITLER, KEITEL -
JODL e KREBS, GOEBBELS e AXMANN costituenti un misto di gestione
militare e politica propensi solo al proprio suicidio e alla
distruzione totale della Germania con il suo popolo. Il secondo, con
maggiore potere politico e sempre meno militare, era legato alle
figure di BORMANN, GOERING e HIMMLER propensi a creare un governo
nuovo disposto alla resa verso gli Americani, con il proposito poi
di continuare la gestione del REICH in modo autonomo e tutelato da
una occupazione sovietica militarizzata. Infine il terzo, strettamente militare
che aveva la sua figura di spicco in DOENITZ (nominato dallo stesso
HITLER quale suo successore al governo del Reich), da quasi tutti i
generali della Wehrmacht e da un folto gruppo di industriali guidati
da SPEER ben poco propensi a continuare la guerra verso est anche se
con l'aiuto dei nuovi alleati.
E' oggi noto che nessun generale ebbe mai l'illusione che gli
Americani quanto gli Inglesi avrebbero continuato, dopo un'alleanza
con la Germania sudditante, un conflitto oltre il fiume ODER. Questa
teoria utopistica venne creata con attenzione fine provocatoria da
BORMANN al fine di spingere sia molti funzionari del partito,
ufficiali delle SS, quanto soldati e popolazione a credere
nell'importanza di continuare la battaglia in difesa del fronte est
in attesa dell'arrivo degli Angloamericani.
Questi tre gruppi di potere agirono con diverse strategie e
complotti per concludere
la guerra quanto prima. Mentre STALIN non accettò mai di
confrontarsi con uno qualsiasi di questi, gli Angloamericani
optarono per il terzo dato che proponeva di cessare ogni conflitto a
ovest e a est, offrire il territorio tedesco a una occupazione
non solo militare ma anche economica vantaggiosa per gl'industriali
di oltre mare e per i numerosi gruppi finanziari e bancari che
avevano alimentato (economicamente) il conflitto e che ora reclamavano il conto con
gl'interessi. Non é un caso che SPEER fosse così incline a una
visione ottimistica della conclusione del conflitto e un post
bellico solo favorevole alla Germania stessa.
Pur se non vi sono
documenti che lo possano provare, non si può escludere che a molti
militari venne promesso di mantenere una funzione di leader nella
nuova Germania che sarebbe divenuta il nuovo baluardo contro il
comunismo stalinista. STALIN, quindi, il futuro nemico del mondo e
con lui una nuova UNIONE SOVIETICA disposta a far precipitare il
mondo in un tenebroso futuro dittatoriale (era rimasto
l'ultimo grande dittatore dopo la morte di HITLER e MUSSOLINI) le
cui negative conseguenze economiche avrebbero messo in ginocchio le
altri grandi potenze alleate (USA, Gran Bretagna e Regno Unito,
Francia).
Dietro a questa assurda promessa vi si aggrapparono in molti, chi
per ingenuità e chi per proprio tornaconto. A
questa promessa, i molti, vi affiancarono un rigido moralismo
politico e militare. Come ebbe a commentare GUDERIAN alla fine della
guerra durante un suo interrogatorio da parte degli Americani,
KEITEL, per esempio, era un uomo di ricca famiglia, il tipico Junker
prussiano corretto e onesto con tutti e con rigidi principi etici.
Era però un vero "yes man!" in senso militare e politico disposto a
reprimere qualsiasi sua etica umana pur di rispettare la gerarchia
al governo e soprattutto il suo comandate: HITLER. E KEITEL credeva
in una possibile salvezza da parte Alleata.
Il 30 aprile HITLER si suicidò, tutte la cinture difensive sono
state spazzate via. Iniziò l'assalto al TIERGARTEN. il Primo di
maggio iniziarono le trattative per la resa, a cui partecipò KREBS
in persona alla presenza di CHUIKOW. Queste non ebbero buon
seguito e quindi STALIN ordinò di scatenare un ultimo definitivo
attacco sulla città, un ulteriore sacrificio di vite che non risolse
le sorti della resa.
Il 1° maggio, nel penultimo giorno di
assedio, il Generale MUMMERT e i suoi pochi uomini si concentrarono
nel Tiergarten assieme a quelli delle divisioni Waffen SS NORDLAND e
CHARLEMAGNE, comandati da ZIEGLER e da KRUKENBERG (secondo stime non
troppo attendibili circa 800 uomini) con appena cinque carri armati,
di cui due erano vecchi caccia carri Elefant e gli altri BA10 di
preda bellica e Tiger II dell'11° reggimento Panzer (PanzerAbteilung) Hermann
von SALZA delle Waffen SS. I tre comandanti decisero di tentare una
sortita per abbandonare la capitale. Con i due gruppi vi erano
diversi civili tra i quali personale operativo nel FUHREBUNKER e
familiari di alcuni di loro. La direzione da prendere era verso
PICHELSDORF dividendosi appunto in due gruppi per facilitare e
sveltire la fuga. Il primo abbandonò il bunker e si unirono anche
diversi volontari della XVIII Panzer, mentre al secondo, che fuggì
dopo qualche ora, si aggregarono alcuni membri dello stato maggiore
del FUHRER, tra cui BORMANN. Il Brigadeführer MOHNKE ordinò di dare
fuoco al bunker facendo saltare in aria l'accesso principale, azione
che riuscì parzialmente. Erano le nove di sera quando il primo
gruppo lasciò il bunker diretto verso la stazione della
metropolitana di WILHELMPLATZ. Ne facevano parte Otto GUNSCHE,
colonnello e guardia del corpo di Hitler, l'ambasciatore HEWEL,
l'Ammiraglio VOSS, Heinz LINGE, cameriere personale di Hitler, le
sue tre segretarie (tra cui Traudl JUNGE, ricordata nel film " LA
CADUTA"), e il suo pilota personale, BAUR. Furono scoperti dai Russi
durante la fuga. BORMANN scomparve nella confusione data dall'arrivo
dei soldati nemici. Dato per deceduto in quel frangente, il suo corpo
non venne mai ritrovato.
Il 7 maggio la guerra cessò definitivamente,
l'8 mattina il comunicato tedesco di accettazione della resa
incondizionata..
I soldati e gli ufficiali che si arresero o vennero catturati
subirono sorti diverse a seconda del fronte in cui si trovavano. A
ovest molti vennero inviati in campi di concentramento temporanei e
poi trasferiti in varie parti del mondo come Stati Uniti,
Inghilterra e Sud Africa. Altri ancora rimasero segregati nella
stessa GERMANIA ma dopo pochi mesi rilasciati in quanto non
considerati pericolosi vista l'età o perché avevano avuto un ruolo
secondario nelle forze armate. Coloro che rimasero prigionieri dei
Russi furono trasferiti in UNIONE SOVIETICA, in POLONIA e altre zone
zone dell'est sotto il controllo sovietico.
La maggior parte delle SS e Waffen SS venne sommariamente
giustiziata e il resto finì in qualche gulag. Stessa sorte per i
componenti del ROA e di tutte le forze tedesche costituite da
stranieri.
Alcuni riuscirono a darsi alla macchia, specie i più anziani e i più
giovani che potevano nascondersi preso famiglie contadine in zone
rurali non troppo setacciate. Per molti fagiani dorati la fuga fu
più lunga e complessa ma come sappiamo oggi, questi raggiunsero
SPAGNA, GRECIA, i paesi del Sud AMERICA e del Sud AFRICA.
I civili tedeschi, in particolare donne e bambini, furono vittime
indifese di ogni genere di violenza: dagli stupri alle fucilazioni di
massa, dalle deportazioni alla morte per violenze e inedia.
Presso la città di POTSDAM, nel luglio del 45, si svolse la
conferenza tra le quattro potenze vincitrici che stabilirono
l'assetto dell'EUROPA e in particolare la gestione della GERMANIA,
confermando così le scelte stipulate a JALTA. La Storia ahimè
prenderà altri percorsi come la divisione del territorio tedesco in
due nazioni distinte. |