Galleria 2° Conflitto mondiale
Documentazione 2°conflitto mondiale
Premessa
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Riferimenti
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Foto 1
Foto pubblicata su SIGNAL che mostra elementi della Hitlerjugend
No copyright conosciuto
Foto 2
Goebbels consegna la Croce di Ferro di seconda classe al
sedicenne combattente della Volkssturm Willi Hubner
Bundesarchiv, Bild 183-J31305
/ CC-BY-SA
Foto 3
Momenti
della vestizione della milizia poplare Volkssturm
Bundesarchiv, Bild
146-1974-120-21A / Stier / CC-BY-SA
Foto 4
Componenti della
Volkssturmm nel 45
ARC
Identifier 64760 - Local Identifier 342-USAF-13034 and ARC
Identifier 24043 - Local Identifier 111-ADC-10281. 39-45
Foto 5
Componenti della
Volkssturmm nel marzo del 45
a Posten, armati di Panzerfaust 60
Bundesarchiv, Bild 183-J31320
/ CC-BY-SA
Foto 6
Marinai tra le macerie di
BERLINO, la prova della loro presenza nella capitale
ARC Identifier 64760 - Local
Identifier 342-USAF-13034 and ARC Identifier 24043 - Local
Identifier 111-ADC-10281. 39-45
Foto 7
Waffen SS in un completo mimetico
(unità e divisione non identificata)
ARC Identifier 64760 - Local
Identifier 342-USAF-13034 and ARC Identifier 24043 - Local
Identifier 111-ADC-10281. 39-45
Foto 8
Ufficiale Waffen SS in un
completo mimetico (unità e divisione non identificata)
Die Deutsche wochenschau 1944
Foto 9
"Sepp" Dietrich con alcuni
componenti del suo staff
Foto tratta da un numero della
rivista dell''epoca SIGNAL
Foto 10
Sottufficiale dei carristi,
probabile capo carro nel 44.
Foto tratte da filmati di
propaganda Die Deutsche Wochenschau 1944
Foto 11
Waffenn- SS in difesa dell'Oder.
gennaio 45
Foto tratte da filmati di
propaganda Die Deutsche Wochenschau 1945
Foto 12
A sinistra ufficiale della
Wehrmacht con impermeabile gommato, a destra una recluta delle
Waffen SS di una non identificata divisione (fronte dell'est,
periodo non identificato)
Foto tratte da filmati di
propaganda Die Deutsche Wochenschau 1945
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Combattimenti
e uniformi delle Forze Armate tedesche a Berlino
Il soldato Willy FELDHEIM aveva in
dotazione un Panzer Faust e, nel freddo della notte, stava accucciato
in una buca in attesa dei carri armati nemici. Il giovane Willy era
un trombettiere della Gioventù hitleriana, credeva in quel futuro
radioso che avrebbe cambiato le sorti della sua patria. Ora quelle
promesse erano cancellate dalle parole dell'istruttore militare che
gli aveva spiegato che il "pugno corazzato" era efficace se sparato
frontalmente al nemico a una distanza inferiore ai 50 metri. I
ragazzi della gioventù del Terzo REICH erano in un'età compresa tra
i 12 e i 16 anni, ma alcuni ne avevano anche dieci e persino otto.
Erano bambini che non erano in grado di poter sollevare l'arma
anticarro tanto pesava e in molti casi, una volta premuto il
grilletto, lo scoppio della carica detonante sbilanciava il
puntamento, sempre ammesso che non fosse la paura a farlo.
Questi ragazzi morirono a migliaia, sacrificandosi in assurde azioni
suicide. Persino WEIDLING intimò al Reichjgendfuhrer Artur AXMANN di
impedire una tale inutile carneficina. La perentoria richiesta venne
ovviamente disattesa. Lo stesso CHUIKOV raccontò di un episodio,
ormai reso famoso anche da alcune foto di propaganda nazista, in cui
oltre 500 ragazzi con biciclette e due Panzer Faust (erano fissati
ai manubri) si lanciarono
contro i suoi carri armati; le mitragliatrici dei T34 aprirono il
fuoco falciandone a decine.
Nella foto 2 il Gauleiter di BERLINO, Joseph GOEBBELS, decora
con croce si di seconda classe il giovane sedicenne Willi
HUBNER non appartenente alla Hitlerjugend ma a un reparto di
Volkssturm. Il giovane indossava un cappotto a tre quarti che era di
probabile provenienza civile e modificato per sembrare un cappotto
ordinario militare. Si può notare che i militi presenti in prima
fila erano equipaggiati con spallacci e giberne per fucile MAUSER
mentre già quelli in seconda fila non ne erano tutti dotati, i cappotti non
avevano le spalline identificative di un
reparto e della specialità ed alcuni non imbracciavano alcun tipo di arma. L'insieme fa supporre che
questi uomini furono vestiti per l'occasione, che venne anche ripresa
dai cinegiornali propagandistici.
Le
uniformi ufficiali erano poche e in genere erano capi di scarto
oppure di recupero dalla spogliazione di feriti e deceduti; altri
erano provenienti da requisizioni nei paesi occupati ma per questi
occorreva poi la modifica per evitare che, chi li indossava, fosse
confuso con il nemico o potesse, nei momenti dell'avanzata nemica,
approfittarne per disertare.
La foto 3 mostra che persino il personale ausiliario, addetto
allo smistamento dei capi, indossava delle giubbe della Prima Guerra
Mondiale; sempre nella stessa foto si vedono alcuni dei volontari
che indossavano le divise di servizio in
cotone naturale e bustine di fanteria.
Mancavano scarponi o stivali militari, che erano fondamentali per
poter combattere tra le macerie e per le lunghe marce di spostamento. Molti si presentarono con scarpe di
varia foggia e qualcuno persino con galosce di gomma. In queste
condizioni lo svantaggio era inevitabile anche se i Russi non erano
forniti di migliori dotazioni. Molti di loro non riceveranno
cinturoni e giberne, i caricatori delle armi erano tenuti nelle
tasche dei cappotti dei giacconi. Per il trasporto di bombe a
mano, le note schiaccia patate, vennero fornite delle federe a cui
era aggiunta una tracolla di cotone. Alcuni di loro, per la notte e
per i pasti, rientravano a casa (chi l'0aveva ancora in piedi) e se potevano lasciavano
volentieri il peso di munizioni e bombe che non erano molto propensi
ad usare. Alcune esplosioni nelle case dei Berlinesi non erano solo causate dal fuoco nemico ma
dal fatto che le case fungevano da depositi per piccoli quantitativi
di armi. I più preferirono quindi abbandonarle dove capitava non
appena nessuno li vedeva.
La propaganda nazista mostra graziose signore che fanno pratica con
dei Panzer Faust, leggeri e semplici come ramazze. Non era
proprio così: il tiro variava e il mirino non era precisissimo, la
fiammata di uscita impressionava, era pericolosa e si rischiava di incendiare
persone e cose.
All'inizio i Russi non avevano trovato una soluzione protettiva contro il colpo
micidiale che un Panzer Faust poteva infliggere, specie sui blindati. Ma la fantasia dei
carristi dell'Armata Rossa trovava una curiosa soluzione contro
questi proiettili a carica cava: si prendevano
reti dei letti, brande, cancellate e si fissavano ai carri con filo di
ferro o venivano saldate direttamente sulle corazze. Il colpo esplodeva prima e
si riducevano i danni anche se i cingoli, e le ruote di trascinamento,
restavano il punto più debole.
Se di Panzer Faust ne furono prodotte grosse quantità, mancavano
invece i
cannoni leggeri e le mitragliatrici. Le armi automatiche erano sempre
meno (MP40 e STGR 43/44) e i vecchi MAUSER erano ancora in dotazione a gran
parte delle Volkssturm. L'abbigliamento specifico era scarso, in
dotazione quasi esclusivamente alle Waffen-SS. Heer, Volkssturm e
Hitlerjugend avevano divise ordinarie, qualche giaccone parka e dei
cappotti in Ersatz. Anche gli elmetti ad un certo punto iniziarono a
scarseggiare: alcuni lotti erano stati destinati ai servizi ausiliari
di BERLINO e alla popolazione.
Non ve ne erano a sufficienza per tutti (i combattenti della
Divisione "CHARLEMAGNE" ne erano sprovvisti) ma, cosa curiosa, ne erano
stati prodotti un certo lotto aventi taglie ridotte, adatte ai
componenti della Gioventù hitleriana.
Nella battaglia di ZOSSEN, con il ritiro
disperato verso ovest, tra i soldati dell'Heer e quelli delle Waffen-SS, iniziarono a esserci momenti di rabbia reciproca in quanto che
gl'uni incolpavano gl'altri di essere inetti nel respingere il
nemico, di compiere atti crudeli come l'abbandono dei feriti e la confisca
con la forza di munizioni, dei semicingolati e del carburante. Pur
se mai dimostrato in qualche modo oggettivo, soldati dell'esercito
raccontarono di aver notato delle ausiliarie SS a bordo dei mezzi
corazzati. Le donne indossavano uniformi da carristi e imbracciavano
armi automatiche. Questo aneddoto pare frutto di leggende post
belliche: non é molto credibile che vi fossero donne disposte ad
indossare uniformi contrassegnate come SS, certe che dopo la cattura
o la resa avrebbero subito violenze inaudite da parte dei Russi e di qualsiasi
altro ex internato che era ora vagava libero ed armato.
Donne
in uniforme se ne videro diverse, in alcuni casi si trattavano di
ausiliarie delle varie specialità che indossavano pantaloni da uomo
e si erano tagliate i capelli. La ragione era legata al fatto di non
essere notate dai soldati nemici e non rischiare di essere
violentate. Nella foto a fianco una donna, che teneva per mano due
bambini molto piccoli, indossava un giubbino modello carrista
dell'Heer: l'aquila era cucita sul lato destro e nessuna mostrina e
spallina identificatrice era presente, il che fa supporre che si
trattasse di un capo in deposito o generosamente concesso da qualche
artigliere. Mostrando il dettaglio ad un appassionato, egli ha
supposto che potrebbe trattarsi anche di una giubba della Luftwaffe
dato che l'aquila a destra parrebbe del disegno proprio
dell'Aviazione militare. La bustina é di certo dell'esercito vista la
coccarda al centro e la V rovesciata con filettatura rossa o
comunque colorata.
Vicino ad HALBE i Tedeschi, il 29 aprile, tentarono di raggiungere
il punto di raccolta a nord di BERLINO (a KUMMERSDORF). Ma anche qui
la carneficina si stava per compiere. A peggiorare il tutto i
rapporti ormai esasperati tra soldati dell'Heer e quelli delle
Waffen SS. Un testimone oculare, il giovane Hardi BUHL, raccontò che
i soldati erano oramai giunti al collasso psichico di fronte alla
sconfitta e cercarono quindi di togliersi le divise per indossare
qualsiasi capo che desse l'impressione di essere dei civili. Le SS
iniziarono a compiere sommarie esecuzioni verso i disertori. Tra le due parti
s'ingaggiarono sovente duelli a l'ultima cartuccia.
Un caporale della Divisione KURMARK testimoniò sulla distruzione
degli ultimi tre KOENIGSTIGER in dotazione alla Nona Armata. Erano
rimasti senza carburante e molto probabilmente con i cingoli in
pessime condizioni. Molti dei mezzi su cingolo non erano più in
condizioni di proseguire dato che di media potevano avere
un'autonomia di circa 150 km. E molti di questi mezzi in pochi
giorni avevano percorso almeno il triplo del chilometraggio. Spesso
i rapporti sovietici riportavano di scontri dove decine di carri
armati erano stati gloriosamente e coraggiosamente distrutti ma di
certo erano cifre estremizzate. Durante la fuga dal bunker di
HITLER, le Waffen-SS poterono contare su un solo TIGRE 1 e su un
paio di autoblindi SDKFZ 250.
Era sempre più frequente la presenza a piedi di alti ufficiali
(riconoscibili per le bande cremisi lungo i pantaloni e i gradi
delle spalline realizzati in cordone intrecciato) i quali
indossavano elmetti e con se portavano armi automatiche di buona
qualità. Mentre i giovani delle Gioventù hitleriana erano costretti
all'uso del MAUSER o di altri fucili di bassa qualità (molte armi
italiane, greche e vecchi fucili russi), sia
gl'ufficiali dell'OKH sia quelli delle Waffen-SS, si erano
preoccupati di procurarsi il meglio e disponibile nei magazzini
delle caserme.
Le truppe che in quei giorni letteralmente scapparono
prima da SEELOW per poi proseguire a sud, come quelle che a nord di
BERLINO tentavano dal BALTICO e di arrivare verso il fiume ELBA
(attraversando la regione del MECLEMBURGO-POMERANIA), subirono meno
perdite ma furono sottoposte a sforzi fisici non indifferenti per
sopportare le piogge e le basse temperature che quell'anno si
registrarono in tutta la Germania.
La vera Battaglia di BERLINO iniziò
verso il 27 aprile con l'attraversamento del fiume SPREA da parte
delle forze di CHUIKOW per conquistare il TIERGARTEN. Per i primi
dieci giorni di maggio, di scontri all'ultimo sangue ve ne furono a
centinaia. Vale ricordare quelli presso la fortezza di SPANDAU,
presso il Ministero degli Interni e all'interno del REICHSTAG.
i filmati, solo di produzione russa, sono troppo sfocati e
riprendono solo i propri soldati. Manca quindi documentazione di
sorta per poter raccontare il lato uniformologico tedesco. Si può quindi
supporre basandosi su descrizioni riportate in varie pubblicazioni.
La
fuga verso il fiume ELBA é stata ben documentata dalle forze
americane tramite riprese in 16 mm (NARA/ARC)Il fotogramma qui a
lato, purtroppo non di eccezionale qualità, mostra un dettaglio
quanto mai interessante in merito alle combinazioni uniformologiche
rispetto alle specialità di appartenenza. Il soldato di fanteria indossa una
giubba tipo M1943 e pantaloni mimetici del tipo a fronde di quercia
in uso nelle Waffen-SS; probabilmente li ha prelevati da qualche
zaino abbandonato. Strana combinazione uniformologica dato che, di
norma, i soldati dell'Heer indossavano pochi capi d'abbigliamento
del tipo mimetico e in genere quello denominato SPLITTER MUSTER. Un
esempio lo si può riscontrare nella foto 6. IN questa si nota a
destra un soldato con il tipico poncho ZELTBAHN.
L'esercito ebbe in dotazione dei giacconi e dei pantaloni mimetici
di tipo solo imbottito quando fu impegnato sul fronte Est, questi
capi erano sempre in disegno SPLITTER MUSTER o in feldagrau. Risulta però, anche da
illustrazioni di Andrew MOLLO, che venne fornita una casacca
mimetica simile come taglio a quelle delle Waffen-SS; il colore di
base era verde chiaro o giallo ocra su cui apparivano delle macchie
sfumate sia verdi sia marroni. Onestamente non ne ho mai viste come
reperti collezionistici, nemmeno in foto e nei filmati d'epoca;
qualcosa di simile a quella di MOLLO potrebbe essere stata ripreso
dai cineoperatori ma forse lo sporco e i giochi di luce-ombra non ne
consentono la facile identificazione.
Per quanto riguarda le uniformi dei carristi delle divisioni
Panzerheer, furono introdotte delle tute in cotone grigio o verde
scuro che sostituirono le classiche uniformi nere e feldgrau a due
pezzi (giubbino e pantalone). Nella Foto 10 ecco un capo carro
indossarne una a cui sono state aggiunte le mostrine, le spalline e
il grado gerarchico cucito sulla manica sinistra.(si tratta di un
sottotenente).
Tramite foto e filmati, per quanto
riguarda le uniformi delle Waffen-SS, se ne possono identificare
molte e la nitidezza di questo materiale consente di distinguere tra
loro le tipologie di taglio e colori.
Nella Foto 7, per esempio, ecco alcuni fanti delle Waffen-SS
indossare il completo mimetico in uso dal 1944 in poi e che
permetteva di avere uniforme e mimetica in un solo capo di
abbigliamento. Il completo era costituito da una giacca M1944 corta
e con tasche semplici, colletto aperto e l'assenza di mostrine,
spalline classiche con il grado e la specialità di appartenenza;
solo sulla manica sinistra vi era cucita l'aquila nazista e gli
eventuali gradi. Era un completo in cotone spigato, molto leggero e
semplice nella fattura ma che poteva essere indossato anche come
sopraccapo alla normale uniforme di stoffa. La foto 8
illustra un ufficiale, sempre Waffen-SS, che indossava una di queste
giacche anche in pieno inverno (lo si comprende dai guanti in pelle)
in sostituzione dei giacconi mimetici imbottiti che non erano più
sufficienti, tra il 44 e il 45. Per la giacca di quest'ufficiale la
mimetica era di quella puntiforme che era in produzione dal 44 in poi.
Molto interessante la Foto 9 dove appare il Generale DIETRICH
con il suo staff. La foto dovrebbe essere stata scattata nel 44 e
offre lo studio di diverse giacche modello M1943 e similari. Nella
foto si contano tre diverse tipologie di mimetizzazione: DIETRICH ne
aveva
una di tipo a foglie di platano su un taglio di
pregevole fattura; l'ufficiale con la testa fasciata e decorato con
Croce di Prima Classe ne indossa una con stoffa e mimetica di
fattura italiana così come il secondo ufficiale decorato con la
stessa onorificenza del primo, dietro altri due ufficiali (quello a
sinistra dovrebbe essere Max WUNCHE) hanno giacche con mimetiche del
tipo a fronde di quercia. Un minuzioso dettaglio, e non
trascurabile, riguarda l'ufficiale a sinistra e dietro DIETRICH:
indossa il cinturone al contrario contrario e pare strano (notare che
gl'altri lo indossano correttamente con i ganci fibbia verso
sinistra) che tale trascuratezza sia stata ammessa durante una
cerimonia di decorazione al valore; questo fa evidenza che rispetto
all'esercito nelle Waffen-SS fosse (forse) tollerata una certa
trascuratezza nella vestizione.
Nella Foto 11 vi sono dei fanti Waffen-SS, ma che nel filmato
di propaganda vengono identificati come appartenenti a reparti di
Volksgrenadier, i quali indossano giubbe ordinarie o giubbini M1944
sopra cui indossano casacche mimetiche del tipo a fronde di quercia
con mimetica invernale. In questa foto, come nella Foto 7, tutti gli
elmetti sono sprovvisti di telo mimetico; un dettaglio che venne
eliminato provvedendo a mimetizzare con vernici gli stessi elmetti,
gli strati erano molto sfumati e leggeri. Questa verniciatura molto
"delicata", però, era poco intensa e spesso si sbiadiva dopo poco
tempo o se veniva coperta con fango il quale aveva, su di essa, un
discreto potere abrasivo.
La Foto 12 mostra tre diverse uniformi delle Waffen-SS e tutte
interessanti per comprendere la situazione che si poteva vedere sui
campi di battaglia nel mese di marzo del 1945. Il fotogramma mostra,
a sinistra, un ufficiale con impermeabile gommato e bustina
Waffen-SS. Il soldato alla sua destra era una giovanissima recluta
con un giubbino da carrista in colore feldgrau su cui era solo
presente l'aquila cucita sulla manica sinistra e la totale assenza
delle mostrine quanto delle spalline; indossava un elmetto completo
di occhiali protettivi (contro fumi e riverberi) e ha un cinturone
con una sola cartucciera per il MAUSER (a tre scomparti) e una bomba
a mano di quelle da lancio e senza il manico (molto simile a quelle
americane). Infine il terzo soldato indossava elmetto e cappotto di
ordinanza senza spallacci e senza imbracciare armi di sorta.
Gli uomini delle due divisioni "NORDLAND" e "CHARLEMAGNE",
protagoniste dei vari episodi avvenuti a BERLINO e raccontati da
RYAN e BEEVOR, sicuramente indossavano uniformi come quelle della
foto 7 e 8. Ciò é confermato da un articolo uniformologico
pubblicato su UNIFORMI&ARMI del 1997 avente come soggetto le
uniformi della Divisione "CHARLEMAGNE". L'articolo, di cui
l'autore è Eric LEFREVE, riporta diverse informazioni utili sulla
costituzione della Divisione SS "CHARLEMAGNE" e sull'equipaggiamento
di cui erano dotati i rispettivi soldati.
E
si arriva al momento della loro resa nel maggio del 45. Il fotogramma qui a fianco
mostra la consegna delle armi all'arrivo sulle sponde dell'ELBA,
le temperature non sono per nulla primaverili e quindi i soldati
spossati e indeboliti anche dalla fame indossano i cappotti per
cercare di non perdere temperatura corporea. Sulla destra un paracadutista
consegna il suo fucile semiautomatico; indossa il giaccone da lancio
in tessuto "duck" con mimetica SPLITTER MUSTER invernale (marrone
scuro e marrone chiaro su un fondo color ocra scuro).
Buona parte dei soldati aveva le divise lacere e sporche, chi poteva
le sostituiva con quelle che trovava abbandonate o di altri soldati
morti.
Le mescolanze di vari capi fu la normalità, e il caso del personale
femminile ne é l'esempio più eclatante.
I soldati angloamericani, tanto e quanto quelli russi, provvedevano
a perquisire i prigionieri confiscando come bottino di guerra ogni
genere di oggetto, decorazione e arma. Molto ricercate erano le
pistole LUGER, le croci di guerra di prima classe
Le truppe delle Waffen-SS, prima di arrendersi, gettarono tutto ciò
che poteva ricondurre la loro appartenenza al corpo di elite.
Qualcuno riuscì a gettare elmetto, documenti e piastrine, si
strapparono le spalline e le mostrine o si procurarono una giubba
classica dell'Heer o della Luftwaffe ma venero identificati perché
avevano il proprio gruppo sanguigno tatuato sull'avambraccio. Quelli
catturati furono consegnati ai Russi, i quali scoprirono solo sei
mesi dopo la resa che le SS si potevano identificare da un semplice
tatuaggio. |