Uniformi di cotone
L'uniforme qui riprodotta era in cotone, il capo
protettivo principale su cui poterono contare soldati come Compton
per resistere al freddo polare delle Ardenne.
Galosce per il freddo ai piedi
Il figurino riproduce le tipiche galosce protettive che vennero
fornite ai soldati di linea. Erano degli enormi stivali di gomma
nera che potevano essere indossati direttamente con lo stivaletto di
ordinanza (vedi foto a fianco). In realtà nessuno poté farlo perché
in proporzione quelle per uno stivaletto di taglia 43 (9 per la
misura americana) erano gigantesche ed era quindi impossibile poi
muoversi in modo consono. Alla fine venivano indossati con almeno un
paio di calzini a conforto contro il freddo e la taglia eccessiva.
Dirette testimonianze
Le dirette voci dei protagonisti della EASY COMPANY sono raccolte
nel libro di S. Ambrose e trasposte nella serie televisiva in 10
puntate prodotta da HBO la cui lavorazione ha permesso di produrre
episodi fedeli nelle riproduzioni delle uniformi, degli armamenti e
delle ambientazioni di guerra.
Voce
non presente in elenco
Nella scheda medica che veniva compilata all'atto del ricovero di un
soldato, presso il triage, non compariva la voce "stress/esaurimento
da combattimento".
Altri soggetti correlati
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La storia di LYNN "BUCK"
COMPTON e della EASY COMPANY
Il personaggio del figurino non é di fantasia ma é vissuto
veramente, ha fatto parte del 506° PIR e inquadrato nella EASY
COMPANY, resa nota dal libro di S. AMBROSE ("BANDA DI FRATELLI") e
dalla serie televisiva prodotta da HBO "BAND OF BROTHER" (vedere la
puntata dal titolo "Punto di rottura - The Breaking Point").
La EASY COMPANY venne costituita nel luglio del 1942 a CAMP TOCCOA in
GEORGIA. Si trattava di fanteria aviotrasportata che veniva inviata
nelle zone di guerra tramite aerei e poi paracaduti sull'obiettivo.
Occorre precisare che le truppe aviotrasportate furono una branca
specialistica nata proprio in seguito all'entrata in guerra degli
STATI UNITI contro la GERMANIA.
L'arruolamento era volontario e la selezione durissima: settimane di
esercitazioni dove in pochi riuscirono ad arrivare al termine del
periodo di addestramento. A peggiorare il periodo di prova, a CAMP
TOCCOA, vi era la collina soprannominata "CURRANE" (che in lingua
indiana significava "Siamo senza pari quando siamo uniti") che le
aspiranti reclute dovevano ogni mattina e ogni sera salire e
scendere di corsa con l'equipaggiamento addosso. Roba da pazzi
certo, ma che solo ragazzi con la voglia di essere di aiuto alla
propria nazione ebbero il coraggio e la sfrontatezza di affrontare.
E proprio COMPTON fu uno di loro. Oltre un anno di duro addestramento e
poi il lancio nei cieli della NORMANDIA il 5 giugno del 1944.
Lui stesso testimoniò per un documentario prodotto da Steven SPIELBERG e
Tom HANKS: "Il lancio dal C47 ebbe come conseguenza un
contraccolpo così violento che strappò persino il sottogola
dell'elmetto e portò via la sacca contenente le armi personali e che
era legata a una gamba". Breve nota circa queste sacche: in
teoria potevano contenere materiale per un peso massimo di 7 kg ma
spesso venivano riempite con oltre 20 kg di roba varia. Un
altro ricordo legato a quel primo lancio sulla FRANCIA: "All'atterraggio
mi ritrovai con un coltello, la borraccia e sei merendine in
tasca... Pronto a combattere l'esercito tedesco!".
COMPTON combatté al fianco di Richard "Dick" WINTERS (congedato con il
grado di maggiore) in NORMANDIA, in OLANDA e in BELGIO; venne ferito
più volte tornando sempre in prima linea e si distinse in molte
azioni in combattimento diretto. Nell'accerchiamento della città di
BASTOGNE, COMPTON ebbe un esaurimento psicofisico che lo costrinse a
un periodo di riposo nelle retrovie. Concluse comunque al fronte la
guerra.
La EASY COMPANY venne sciolta nel novembre del 1945.
Ho scelto di realizzare la persona del tenente COMPTON, nella serie
TV interpretato degnamente dall'attore
Neal MC DONOUGH, perché mi é piaciuto il suo personaggio così
profondamente umano anche nel momento in cui i nervi gli cedettero
proprio nella sacca di BASTOGNE in prossimità del villaggio di FOY.
Certo il maggiore WINTERS ha rappresentato l'eroe per antonomasia ma
uomini come COMPTON erano coloro che costituivano il grosso
dell'organico americano che, a BASTOGNE, combatté per oltre un mese
in condizioni drammatiche.
Molti di loro ebbero un crollo emotivo nell'inferno di fuoco e gelo delle
ARDENNE, ciò nonostante spesso ritornarono a combattere fino
all'aprile del 45 e portarono dentro di sé i traumi di quei giorni,
vivendoli successivamente con pacato dignitoso silenzio.
Per maggiori
informazioni, potete visitare il sito dedicato agli uomini della
EASY COMPANY e leggere (ahimè solo in lingua inglese) le gesta e le
testimonianze dei veri protagonisti di questa incredibile e quanto
mai umana storia di guerra:
MEN OF EASY COMPANY
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Banda di fratelli
Alle volte temo che
la Battaglia delle ARDENNE, modellisticamente, sia come il gioco
d'azzardo: inizi con un figurino giusto per curiosità e ti ritrovi
un intero battaglione contenuto in una bacheca, preso da una vera e
propria fissa che ti porta a dipingere decine e decine di soggetti
americani e tedeschi intenti a darsele di santa ragione nei boschi
del BELGIO.
MICHAEL ROBERTS ha realizzato questo soggetto in resina nella scala
1/32 (54mm) che in origine era un soldato del 101° AIRBORNE, nella
cui mano destra era presente un bazooka. E io non ho rsistito.
Il pezzo l'ho acquistato nel 2011 presso il negozio, di SANREMO, MAIL
MODEL. Un bel pezzo, credetemi, specie nella scultura del viso e
della postura.
Il soggetto non é nella classica scala
1/35 per cui non é stato possibile utilizzare altre parti di
provenienza varia (VERLINDEN, TAMIYA, DRAGON ecc).
Tre le difficoltà incontrate: reperire una mano destra per
sostituire quella che impugna il bazooka, a mio giudizio poco
reale come postura visto il peso dell'arma; seconda difficoltà la
colorazione particolare dell'uniforme e l'ultima relativa
all'ambientazione dentro a una buca. Insomma, tanti problemi che
rendevano difficoltosa la realizzazione del pezzo.
M1943 Field Jacket (Carl Wouters 2008,
WIKIPEDIA source).
Ho pulito il pezzo costituito da
tronco staccato da braccia e gambe, una resina molto facile da
lavorare ma estremamente porosa e che ha richiesto delle correzioni
tramite stucco del tipo TAMIYA PUTTY.
Ecco il primo step non di facile risoluzione: la mano destra da realizzare
partendo da un moncone METAL MODELES a cui ho poi aggiunto le dita
realizzate con stucco in pasta del tipo MILLIPUT. Nella mano potevo
solo fargli impugnare un PANZER FAUST che non ricordo nemmeno più la
provenienza ma che per fortuna é un tantino fuori scala in eccesso
rispetto a quella dell'1/35.
Finita la realizzazione della mano, stranamente non ho dovuto faticarci su
troppo e lo stucco ha dato prova di facile uso, ho corretto le
pieghe della manica destra utilizzando delle lime e della carta
smeriglia incollata su degli stuzzicadenti circolari.
La postura nell'insieme non ha richiesto ulteriori correzioni, ho ripulito
l'uniforme da alcune pieghe di troppo. Negli ultimi anni gli
scultori hanno un tantino esagerato con le pieghe, al limite di
realizzare dei panneggi tipo jeans. Ma resta una mia modesta
opinione. Il resto della scultura, testa e accessori, non ha
richiesto modifiche particolari se non un'accurata pulizia da tracce
di resina in eccesso.
Combat Boots (Carl Malamud 2004,
WIKIPEDIA source).
La seconda difficoltà maggiore:
l'esatta colorazione dell'uniforme.
Ho incluso, sopra, una foto del tipo di giacca che era in dotazione alla
fanteria aviotrasportata. Di base era un colore oliva tendente al
grigio scuro ma aveva delle sfumature tendenti al marrone sempre
scuro. Insomma: non é stato sufficiente comprare un colore di serie
prodotto da VALLEJO o da CITADEL. Il colore di base, quindi, l'ho
creato su un verde oliva scuro a cui ho aggiunto del marrone
cioccolato e l'ho poi schiarito con del grigio a sua volta schiarito
prima con del color sabbia e poi con del bianco avorio.
Una volta terminata la colorazione, ho eseguito dei leggeri lavaggi con
dell'arancio trasparente prodotto da VALLEJO. Il viso l'ho dipinto
solo ad acrilico, importanti gl'occhi azzurri proprio come l'attore
che lo interpreta.
La terza e ultima difficoltà ha
riguardato l'ambientazione, cioè quella di scegliere cosa metterci
senza ripetere l'ennesimo effetto mercatino delle pulci.
Volevo realizzare una scena molto dinamica, quindi aggiungere elementi
statici avrebbe creato un fattore inverso. A questo punto meno c'è e
forse meglio é, proprio quello che mi sono detto. Tolta quindi una
granata appoggiata al suolo e una vanga, la prima in primo piano ai
piedi del figurino e la vanga a lato, niente di niente se non tanta
neve artificiale ottenuta con una pasta volumetrica. Nemmeno un
cespuglio o il solito arsenale abbandonato al suolo. Che ne dite?
Ok, ma non tirate palle di neve come commento!
L'attore Neal MC DONOUGH
(Kristin DOS SANTOS 2009, WIKIPEDIA source). |