NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop"
2009 - 2013 OBERSCHAFUEHRER, ERNST BARKMANN 4.Kompanie SS-Panzerregiment 2, SS "DAS REICH". NORMANDIE -
FRANKREICH WORK IN PROGRESS FIGURINO 50 mm Luglio-agosto
2013. Seconda parte |
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Da eroe dei carri armati a sindaco Nel 1945 l'avanzata sovietica arrivò
fino all’Austria e qui, nei pressi di Vienna, Barkmann
ebbe il suo ultimo scontro con il suo carro armato. Sotto il fuoco stesso dei
Tedeschi, il suo carro venne colpito e l’intero
equipaggio ne uscì malconcio. Barkmann riuscì a
raggiungere le linee occupate dai Britannici, ai quali si arrese l'8 maggio
1945. In seguito fece ritorno a Kirsdorf, la sua
città natale, della quale successivamente venne
eletto sindaco, detenendo tale carica per diversi anni. In Normandia e nelle Ardenne Il suo nome divenne leggenda dopo
aver partecipato sia alla Campagna di Normandia sia alla Battaglia delle Ardenne. Il suo palmares Secondo la fonte Wikipedia
a Barkmann sono attribuite le seguenti cifre: circa 82 carri armati, 136 mezzi blindati di vario
tipo e 43 cannoni anticarro sui fronti occidentale e orientale. Gli
speciali di NISE Altri
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Conflitto mondiale Documentazione
2°conflitto mondiale |
Fig. 1. Fig. 2. Fig. 3. Primi decorati tra i componenti
delle Panzertruppen nel 1939. Si nota il basco con
la calotta rigida che dal 1941 in poi verrà
dismesso. (Fotogramma da un documentario dell’epoca) Fig. 4. Giovane carrista durante la Campagna di Russia,
inverno del 1941 (Operazione “BARBAROSSA”). (Autore e copyright sconosciuti) Fig. 5 Waffen-SS-Division
"Leibstandarte Adolf Hitler". Viene
decorato un ufficiale alla presenza degli Sturmbannführer
Schöneberger e Wünsche
(Russia, Battaglia di Charkov). (Bundesarchiv Bild
101III-Ludwig-008-29A) Fig. 6. Sturmbannführer
delle Waffen-SS Georg BOCHMANN, Kommandeur SS-Pz.-Jäg. Abt. der SS-Division "Totenkopf", fotografato a CHARKOV nel maggio 1943.
(Bundesarchiv Bild 101III-Adendorf-093-26) Prima
parte del work in progress, per continuare… Bibliografia essenziale Come documentazione base consiglio di visionare
il catalogo OSPREY e di procurarvi il libro edito da ERMANNO ALBERTELLI
EDITORE “LE UNIFORMI DELL’ESERCITO TEDESCO NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE”
scritto Wade KRAWCZYK. Le uniformi delle truppe
corazzate dell’HEER erano praticamente identiche, le
modifiche relative alla Divisione “DAS REICH” possono essere reperite in
internet o tramite OSPREY. Immagini, nomi di prodotti, marchi, sono:
tutelati dai rispettivi copyright se registrati o non scaduti, fanno
riferimento e solo ai loro legittimi proprietari. |
Con
quel che resta di tante scatole, ecco un figurino unico (parte 2) Nella prima parte di questo work in
progress (WIP) ho descritto le modalità con cui ho
realizzato il soggetto dell’Oberscharführer Ernst
BARKMANN. Ora
la seconda parte del WIP. A differenza di quanto state
pensando, non inizierò descrivendo le tecniche per dipingerlo; inizierò,
invece, con il raccontare lo studio delle fotografie e della documentazione
biografica del soggetto. Le
foto disponibili di BARKMANN sono poche, per cui ho avuto la necessità di
visionare altre foto dell’epoca. Nel
1944 il colore dell’uniforme (“Schwarzes Anzug”) era il
nero, il colletto della giacca (“Panzerjacke”) non aveva la filettatura rosa, le
spalline da sottufficiale erano quelle classiche (nero al centro, bordatura bianca, filettatura rosa). Il
primo modello della giacca, che pare fosse stata progettata ispirandosi
all’abbigliamento degli sciatori di allora, fu prodotto nel 1934 (Fig. 3). Nel
1936 arrivò il secondo modello con modifiche del
colletto e l’aggiunta dei bottoni sul lato destro di modo che fosse possibile
chiudere la giacca fino all’altezza della spalla. Nel 1942 la terza versione
che eliminava il colletto ampio e scompariva la filettatura rosa sempre del colletto
(Fig. 6). Queste tre versioni erano provviste di
fodera interna color nocciola, lacci anche questi interni
per stringere in vita la giacca, ganci in metallo (sempre ad altezza giro vita) per sostenere il cinturone e quattro
bottoni in resina o metallo brunito per la chiusura lungo il lato destro. Le
mostrine sul colletto erano le stesse dell’inizio del conflitto, con la sola
variante di non essere filettate di bianco (ufficiali e sottufficiali) o rosa (truppa) lungo il loro perimetro. Sul
polso sinistro era cucita la fascia di appartenenza alla Divisione DAS REICH. Le
altre decorazioni, quelle sul petto nel lato sinistro, erano la croce di
prima classe, il distintivo Verwundetenabzeichen in
oro (Distintivo per feriti), il
distintivo Infanterie Sturmabzeiche
in metallo (Distintivo per assalto
della fanteria). Nella foto originale che di seguito mostro, BARKMANN non
indossa il distintivo Panzerkampfabzeichen (Distintivo delle divisioni Panzer);
probabile che la foto sia stata scattata prima dell’assegnazione della
decorazione. Per
quanto riguarda la giacca, non esisteva allora una regola ferrea in merito
alla sua lunghezza al di sotto del giro vita. La
Figura 4 mostra un carrista di un non precisato Panzerbattalion (probabilmente
in RUSSIA) la cui giacca aveva una lunghezza notevole al di sotto della
cintura. Le
stesse foto che mostrano, sempre in RUSSIA, Michael WITTMANN e il suo
equipaggio mettono in evidenza che spesso i carristi
prediligevano che la giacca coprisse il ventre (Fig. 4 e 5). Vi è da tenere
conto che i giubbini troppo corti difficilmente rimanevano bloccati dal
cinturone, violando quindi la regola di ordinanza che imponeva ciò. I
pantaloni erano quelli standard, di serie, a quattro tasche con patte dalla
chiusura tramite bottone e lacci alle caviglie per stringerli (i gambali aperti erano pericolosi perché
che si sarebbero potuti impigliare all’interno del
carro armato). Lo
stivaletto era un modello tipo polacchino la cui particolarità era la suola
priva di chiodature e con un rinforzo in metallo lungo il tacco. Cinturone e fondina erano quelli classici
per sott’ufficiali. La fondina io tendo a metterla in
evidenza sul ventre, mentre i carristi la portavano esattamente sul
fianco. La mia, però, è una scelta puramente estetica perché se posta sul
fianco la si vedrebbe molto poco (visto che il soggetto già di suo non è
ricco di dettagli, ho optato senza indugio per tale posizione). Il
berretto a visiera rigida era di panno nero con finto risvolto
copri orecchie e privo di filettatura bianca, sulla fronte due bottoni in
metallo e il teschio con tibie incrociate anch’esso in metallo, dal 44 in poi
spesso non era presente l’aquila nazionale di norma cucita sul lato sinistro.
In passato, però, ho visto foto di alcuni berretti che non avevano nemmeno i
bottoni per ornamento ma solo il teschio (privi
di quasi tutto perché prelevati nei magazzini senza essere inviati alle
sartorie per l’aggiunta delle finiture dell’arma). La
colorazione per quanto possa sembrare semplice (essendo tutta nera…) in realtà non è affatto così immediata e banale nella sua
realizzazione. Occorre precisare che il colore nero in realtà
non esiste, quindi il pigmento tende ad assorbire molta luce rimanendo però
piatto e privo di sfumature. I
primi figurini, dei carristi tedeschi, li dipingevo con nero puro e poi
sfumato con del bianco. Pur provando diverse marche
non ho mai raggiunto un risultato significativo. Con gl’anni ho accumulato esperienza sperimentando il nero
acrilico mescolato con altre tonalità acriliche. Ecco
come ho dipinto il soggetto, spero di essere sufficientemente chiaro nella
tecnica e nelle relative miscele di colore da usare. Pantalone La
base è il nero puro (quello prodotto da
VALLEJO tende a essere più lucido rispetto a quello di MAIMERI) con cui
ricopro il capo di abbigliamento, pantaloni come giacca. Almeno tre passaggi sono necessari per
garantire la perfetta copertura del figurino. Dopo questi tre passaggi,
lascio asciugare perfettamente per almeno due o tre ore. Inizio con la parte di mescola dei colori,
prima fase: il nero di base (nove parti)
lo modifico con del blu scuro come quello che in genere si utilizza per le
uniformi napoleoniche francesi (una
parte). Con questa mescola ripasso tutta l’uniforme. Seconda fase: aggiungo alla miscela
precedente (9 nero + 1 blu) del verde feldgrau in una
parte (9 nero+blu
e 1 feldgrau). La miscela
sopra indicata ovviamente non deve coprire tutto il pantalone (o la giacca) ma solo le pieghe in
rilievo. Ripeto nuovamente la colorazione delle
pieghe, la miscela usata è quella di prima a cui
aggiungo però una ulteriore parte di feldgrau; questa miscela la applico
molto diluita per evitare netti salti di gradazione. Terza fase: la miscela ora l’arricchisco con mezza parte di rosa antico, ripeto la
sfumatura delle pieghe e delle parti in rilievo (patte delle tasche, cuciture, risvolti…). Infine, per dare maggiore intensità alle
pieghe più evidenti, aggiungo mezza parte di bianco uovo. I
bottoni delle tasche erano in resina nera, per ragioni solo artistiche però li ho dipinti in “gun
metal” opaco. Giacca Il
procedimento è pari a quello dei pantaloni, con alcune differenze. La
prima consiste nel sostituire il blu con del viola scuro. La giacca, rispetto
ai pantaloni, riceve più luce e quindi occorre avere una base più chiara. Per
il resto tutto come prima illustrato. Alcune osservazioni in merito alle uniformi
in colore nero: ·
Tutte le miscele che ho elencato le produco di modo che
ne ho di riserva per le correzioni del caso. ·
Non aumento il bianco uovo per schiarire le pieghe ma
aggiungo del feldgrau che rende più morbida la sfumatura e meno artificiale. ·
Non utilizzo mai colori base come il bianco e il verde
e i loro derivati (grigio, verde chiaro…). ·
Se il colore tende a essere troppo opaco, preferisco
renderlo lievemente satinato aggiungendo un medium semi-lucido trasparente, il
nero troppo opaco crea un effetto “gesso”. ·
Per rifinire le depressioni dell’uniforme (cuciture, tasche, risvolti…) utilizzo i colori ad olio che
diluisco con un apposito medium sintetico. In questo caso l’asciugatura del
colore richiede una lampada calda oppure di attendere qualche ora dopo aver
dipinto le finiture. Ernest BARKMANN (a destra) a un raduno di ufficiali e
sottufficiali di Waffen-SS verso la fine degli anni
50, seduto al centro il Standartenfuehrer
Joachim PEIPER (Autore e copyright sconosciuti). |
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