NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009 - 2016

SS Obersturmführer (Tenente), 9. SS-Panzer-Division "Hohenstaufen"

Ufficiale in convalescenza, GERMANIA

Ottobre 1944

 

Trasformazione varie parti, scala 50mm

Giugno 2016

Hohenstaufen

 La 9. Divisione “Hohenstaufen” operò attivamente in Normandia nei giorni successivi allo sbarco Alleato (D-DAY).

 Durante il mese di giugno del ‘44 subì ingenti perdite; a fine giugno la divisione poteva contare solo su circa 6.000-7.000 uomini rispetto ai 15.898 presenti nei giorni del D-DAY.

Usciti dall’inferno di Falaise, i suoi effettivi ebbero un brevissimo periodo di riposo.

La "Hohenstaufen", il 17 settembre del ’44, fu inviata in Olanda contro gli Alleati (“Operazione Market Garden”).

 Dopo il 26 settembre fu trasferita in Germania, dapprima a Siegen e poi nell'area di Paderborn-Munster.

Fu riorganizzata come numero di uomini e armamenti. I numerosi feriti di quell’anno furono smistati in diversi ospedali tra la Germania e la Prussia occidentale.

 Il 12 dicembre la divisione fu trasferita a Bad Münstereife come riserva per l'imminente Offensiva delle Ardenne.

 

 

 

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Il futuro degli sconfitti

 Gli ufficiali e i soldati delle WAFFEN-SS furono impiegati in precise e strategiche battaglie durante il Secondo conflitto mondiale.

 Il loro intenso addestramento, coniugato a un coraggio che travalicava nel fanatismo, li rendeva fondamentali in momenti bellici dove solo truppe del loro livello avrebbero garantito la vittoria certa.

 Tutto ciò non impedì che molti di loro fossero se non uccisi, feriti mortalmente e spesso ridotti a disabilità permanenti.

 Il personale medico e paramedico della WEHRMACHT, come quello delle WAFFEN-SS, aveva mezzi e organizzazione di buon livello, superiore a quello sovietico ma non superiore a quello angloamericano. Anche le WAFFEN-SS adottarono personale medico e paramedico che, per la maggior  parte, operava maggiormente in prima linea.

 

Questo infermiere parrebbe un prigioniero degli Americani durante la Battaglia delle Ardenne (1944), lo si deduce dal fatto che dietro di lui appare una jeep Willys

(copyright sconosciuto).

 

 Chi era ferito al fronte, era curato in un primo tempo da personale medico-paramedico in grado di intervenire su qualsiasi tipo di lesione.

 Stabilizzata la sua situazione clinica, il ferito era trasferito in un ospedale da campo con una migliore organizzazione e una struttura chirurgica effettiva.

 Infine il ferito raggiungeva un sanatorio per il periodo di convalescenza oppure per stabilizzare le ferite che erano degenerate in invalidità temporanee come permanenti.

 Le tipologie di lesioni potevano variare da quelle prodotte da armi da fuoco leggere, da bombardamenti e scontri corpo a corpo; altre tipologie erano conseguenti a congelamenti, denutrizione e malattie.

 

Alcuni commilitoni delle Waffen-SS aiutano un soldato ferito e assistito nell’immediato da un infermiere (copyright sconosciuto).

 

 A differenza di quanto i documentari propagandistici di allora, e poi una certa letteratura storica un po’ troppo epica, hanno raccontato la maggior parte dei soldati feriti giungevano in questi ospedali in condizioni pietose, non solo a livello fisico ma soprattutto psichico.

 Un medico militare tedesco descrisse il quadro clinico del ferito tipico proveniente dal fronte: oltre alle ferite conseguenti al combattimento, quegli uomini arrivavano agli ospedali militari in uno stato di stress da combattimento a livelli altissimi, denutriti e con diverse malattie conseguenti la durissima vita trascorsa in prima linea. Era necessario, nelle prime settimane di degenza, somministrare forti dosi di psicofarmaci necessari per ristabilire un minimo di stato mentale equilibrato. Questo a conferma che ogni guerra riduce anche l’eroe più forte in un essere menomato fisicamente psicologicamente.

 Coloro che furono in grado di ristabilirsi dopo le ferite conseguite, molto spesso tornarono al fronte per non fare più ritorno.

 Coloro le cui invalidità impedì il ritorno in prima linea, furono invece confinati in ricoveri permanenti, lontano dalle città e dagli occhi dei civili.

 Lo stesso HITLER era contrario al loro reinserimento nella società civile; occorreva coltivare l’assurda idea che i soldati tedeschi o vincevano o perivano gloriosamente sui campi di battaglia. Mai storpi e menomati.

 Quando terminò la guerra, gli Angloamericani e i Russi scoprirono che il TERZO REICH annoverava decine di migliaia di soldati mutilati ormai inabili anche ai lavori più semplici.

 Il film “ CROCE DI FERRO” (1977) offre uno spaccato quanto mai realistico della condizione fisica e mentale dei reduci dai diversi fronti, dove combattevano proprio le forze tedesche.

 

Personale paramedico posa in una foto di gruppo. Le coperte a tracolla erano in uso per coprire i soldati feriti ed evitare l’ipotermia. Ogni infermiere ha fissata al cinturone la fornitura base per il primo soccorso (copyright sconosciuto).

 

L’uniforme

 Ho immaginato che questo SS Obersturmführer (Tenente) fosse stato ferito alle gambe. Dopo un lungo periodo di convalescenza ha ripreso a camminare con l’uso di un bastone.

 La giubba è un prodotto industriale realizzato con fibre miste (Ersatz) che hanno creato una colorazione “feldgrau” in modo naturale e senza necessità di colorazione successiva.

 Il confezionamento è quello per ufficiali ma prodotto in estrema economia, da notare l’assenza delle tasche inferiori e la mancanza dei soffietti in quelle superiori.

 I suoi camerati, o forse lo stesso personale paramedico che lo ha soccorso, hanno recuperato i gradi e le decorazioni personali che, appena possibile, l’ufficiale stesso ha nuovamente indossato.

 

Un capitano della Panzer Grenadier Division Großdeutschland è rimasto ferito a una gamba e ora è soccorso dai propri uomini e da personale paramedico

(copyright sconosciuto).

 

 Oltre alle mostrine, alle spalline con il grado e alle decorazioni, il tenente ha recuperato il suo cinturone con la fondina per la pistola di ordinanza.

 Indossa una bustina filettata di bianco con il solo teschio a decorazione identificativa dell’arma di appartenenza (Fanteria)

 Guanti e foulard gli sono stati probabilmente regalati da un altro ufficiale o inviati dai propri familiari.

 

Questo giovane fante è rimasto ferito anche lui a una gamba; per ragioni di propaganda la foto doveva ritrarlo mentre era soccorso da ufficiali e da personale paramedico femminile (copyright sconosciuto).

 

 Il pantalone è parte del corredo dell’ufficiale, non è da escludere modelli simili ma di provenienza personale. Quelli di sartoria privata erano in tessuti di migliore qualità, come lana o fustagno e, alle volte, foderati internamente per aumentare il grado di comfort dal freddo.

 Indossa dei polacchini in cuoio marrone fuori ordinanza.

 

Fronte russo tra il 1944 e il 1945, forse l’auto è il bottino di guerra di una povera contadina. La vettura è una Simca 5 targata Wehrmacht e dipinta di bianco con le tipiche croci rosse del corpo sanitario. Da notare sul parafango destro lo stemma della 14. Waffen SS “Galizia”. Il modello in scala 1:48 è prodotto dalla TP Model, esattamente nella versione della foto (copyright sconosciuto).

 

Il figurino

 Nel 2013 presi alcune parti provenienti da diversi figurini DRAGON e varie parti di altri soggetti ma di altre marche. Erano tutte parti avanzate oppure accumulate nel corso degli anni.

 Una sera mi misi al banco e iniziai ad abbozzare un primo soggetto.

 Nulla però mi piaceva: da quell’ensemble ne veniva fuori un soggetto troppo rigido e privo di una sua anima.

 Deluso di quanto realizzato, presi quello che avevo messo insieme, lo infilai in un cassetto e me ne dimenticai bellamente.

 Siccome la crisi economica attuale impone, almeno a livello morale, di cercare di recuperare quanto ha in abbondanza ogni soldatinaio degno di questo titolo, ho ripreso il soggetto e ho deciso oggi di dargli un minimo di dignità. Ho studiato foto di ogni genere e alla fine un documentario su dei reduci del VIETNAM mi fatto venire l’idea giusta.

 

Tipica sala operatoria da campo posta sotto delle tende (copyright sconosciuto).

 

 Parte del montaggio, come prima scritto, era già stato portato avanti. Ho dovuto però riprendere quel lavoro per cercare di apportare più migliorie possibili. La giubba, per esempio, l’ho evidenziata con un certosino e snervante lavoro d’incisione tramite un cutter con la ma a mezza luna.

 I bottoni non sono quelli stampati ma li ho riprodotti utilizzando colla vinilica. Le decoroazioni sono delle fotoincisioni.

 Il cinturone non aveva la fibbia con due denti, questa proviene dalla scorta infinita di parti XISTOREX.

 La fondina per una P.08 è la classica DRAGON, presente in quantità industriali in ogni scatola da quattro soggetti tedeschi.

 

Adolf Hitler fa visita a soldati tedeschi feriti al fronte e posti in salvo tramite un apposito treno ricovero. Notare quanto la scena sia stata costruita a fini propagandistici: nessuno dei feriti ha gravi lesioni, lenzuola immacolate, non un filo di sangue e tutti vestiti come appena tornati dal fronte. La messa in scena non regge di fronte alla faccia spersa del dittatore (copyright sconosciuto).

 

La testa è di HORNET, bella ed espressiva al punto giusto. L’ho dipinta esclusivamente ad acrilici, niente colori ad olio.

 I pantaloni sono sempre DRAGON ma di quelli originali ho lasciato pochissimo, le pieghe le ho rifatte o cancellate per dare l’idea di un pantalone di lana nuovo e stirato.

 Il bastone l’ho auto costruito con filo di ottone.

 

Berlino 1945, la guerra è finita e al personale femminile paramedico il duro compito di assistere sia militari sia i civili (copyright sconosciuto).

 

 L’ambientazione è molto semplice e scarna, proprio per rappresentare al massimo il soggetto e non il contorno.

 Il pilone di marmo è un vecchissimo pezzo prodotto da NINIVE. Il selciato, non ho idea della marca ma è un foglio di plastica stampato.

 Infine, sulla pavimentazione, delle foglie fotoincise e dei volantini russi lanciati dagli aerei durante le incursioni che si abbattevano sui territori occupati dai Tedeschi.

 

La guerra è finita proprio per tutti i Tedeschi (copyright sconosciuto).

 

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