NISE, Federico Cavann@
in Genova "work-shop" 2009 – 2017 Bunker e
fortificazioni della Seconda G.M. Batteria A/N 152/50
"GIORGIO MAMELI", Pegli Genova Luglio - ottobre 2017 |
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Storia del sito militare, dalla Prima Guerra Mondiale alla
Seconda Guerra Mondiale La collina sovrastante il quartiere di
PEGLI, a GENOVA, è un sito militare d’interesse significativo pur se di
piccole dimensioni e con una realizzazione, di fortificazioni, minore
rispetto a quella del MONTE MORO locata all’altezza del quartiere di GENOVA-QUINTO. I primi approntamenti furono realizzati
antecedentemente lo scoppio del Primo conflitto mondiale. L’Esercito
italiano, dovendo combattere sul fronte al confine con l’AUSTRIA, decise di
prelevare le bocche da fuoco che vi erano state installate per trasferirle in
prossimità della prima linea del fronte. Al loro posto furono montanti vecchi
cannoni e obici ormai aventi solo funzione più scenica che di effettiva
bellica. La loro sostituzione, con vecchi pezzi di
tiro non più idonei per essere impiegati al fronte, rese di minore rilevanza
tattica il complesso, per cui fu progressivamente abbandonato riducendolo a
un semplice presidio con una presenza di pochissimi effettivi. Terminata la Grande guerra, per un certo tempo
questa collina perse d’interesse a livello militare specie come struttura per
la difesa costiera. Con l’avvento del Fascismo, e il crescere
dello spirito bellico da parte dell’ITALIA sotto regime di MUSSOLINI, riprese
il riarmo della collina con la realizzazione di nuove fortificazioni in
cemento armato. La situazione mutò nuovamente dal 1935,
iniziò con l’esproprio dei terreni circostanti la collina per ampliare il
presidio difensivo; da quel momento si procedette a recuperare le postazioni
fisse già presenti e a realizzarne di nuove. I primi bagliori della Seconda Guerra
Mondiale colsero la Batteria di PEGLI presa di mira dal tiro navale francese.
Era il 10 giugno del 1940. E in questo primo scontro tra navi da guerra e i
cannoni della Batteria MAMELI, un suo cannone da 152 mm colpì l’incrociatore
francese ANLBATROS. La batteria dimostrò quindi una sua concreta utilità
difensiva della città. Successive incursioni aeree francesi, però,
misero in evidenza che la fortificazione della città non era certo
sufficiente a rispondere ai nuovi parametri che il conflitto imponeva,
decisamente più tecnici e devastanti rispetto a quanto era stato sperimentato
durante il precedente conflitto mondiale. Nel 1941 un imponente attacco inglese, che
combinava cannoneggiamenti della Marina britannica con il controllo aereo
della ROYAL AIR FORCE, mise ancor più in evidenza che le batterie come quella
della MAMELI non erano certo in grado di difendere GENOVA e il suo porto. Fu
appunto nel 1941 che il Regio Esercito Italiano decise la costruzione di
altre due batterie con l’impiego di torri binate da 381/40 che furono
dislocate sul MONTE MORO (GENOVA-QUINTO)
e a PUNTA SAN MARTINO (GENOVA-ARENZANO). Dopo l’8 settembre del 1943 - Campagna
Alleata nel sud Italia, la
batteria fu sotto il comando tedesco e dell’Esercito della Repubblica Sociale
Italiana. L’intensificarsi dei bombardamenti aerei Angloamericani non poté
essere arginata da parte delle armi di tiro in quanto non idonee alla difesa
contraerea ma solo navale. Il feldmaresciallo Erwin ROMMEL diede
disposizioni affinché due divisioni tedesche (76° e 94°) dell’87° Corpo
d’Armata, con in capo il Colonnello NAGEL, prendessero posizione intorno a
GENOVA e SAVONA; ROMMEL era convinto che un possibile sbarco nemico, in
LIGURIA (nome di copertura
“GRETE/GUSTAV”) si sarebbe potuto verificare in due punti chiave e
altamente strategici. Questi due obiettivi erano situati tra SAVONA-VARAZZE e
GENOVA-VOLTRI, ideali perché erano in corrispondenza della parte più stretta
dell’APPENNINO ligure e più ricchi di vie di comunicazione in direzione della
PIANURA PADANA. E’ di questo periodo la realizzazione della casamatta, di
tipo TODT, ancora oggi visibile in buono stato conservativo e che era molto simile
a quelle costruite sia nel TIGULLIO sia sul MONTE MORO. A marzo del 1944 le truppe
tedesche-repubblichine contavano un organico abbastanza inferiore alle reali
necessità (tra i 13.000 e i 15.000 soldati di fanteria, circa 10.000 marinai
e altri 3.000 uomini della brigata da fortezza) nonostante lo stesso
feldmaresciallo KESSELRING ordinava la costituzione di uno stato-fortezza per
la città di GENOVA; oltre alle batterie già presenti, furono dislocati
presidi militari con armi leggere e il posizionamento di mine nel porto e
lungo i greti dei corsi d’acqua che dal litorale portavano all’interno della
città. I Tedeschi approntarono il piano “ZETA” che
consisteva, in caso di abbandono della città a causa di uno sbarco nemico,
nella meticolosa distruzione delle vie di comunicazione, delle industrie e
del porto. La città e il porto furono poste sotto il comando del Generale Guenther MEINHOLD. Un ulteriore riassetto delle forze tedesche
in LIGURIA avvenne nell’agosto del 1944 dopo che gli Americani erano sbarcati sul litorale del sud della FRANCIA. Le truppe tedesche e italiane dopo il
settembre del ’44 rimasero, come numero di effettivi, pressoché le stesse
fino al 1945. Tra agosto del ’44 e la primavera del ’45
gruppi di partigiani operarono sempre azioni di sabotaggio e di sfiancamento
delle truppe di occupazione. Che sia noto, non furono portate azioni
significative alle difese fortificate di GENOVA, in particolare a quella di
PEGLI e del MONTE MORO. Con il 26 aprile 1945, la liberazione di GENOVA,
la Batteria MAMELI e il suo complesso militare cessarono le attività.
Il sito oggi Una grossa parte del sito è oggi è
visitabile e in condizioni tali per cui si può comprendere come fosse
organizzata nel suo insieme. Non tutto è stato riesumato e liberato dalla
fitta vegetazione che, nel corso degli anni, ha ricoperto buona parte della
collina. In grossa misura è visitabile in piena sicurezza e senza dover
percorrere disagevoli percorsi. In parte è visitabile anche da persone con
diversibilità motorie, consigliato però l’essere accompagnati da conoscenti
dotati di buone braccia e per nulla temerarie di fronte a eventuali sforzi
nello spingere una carrozzina lungo le parti erbose. Come per il sito delle batterie del MONTE
MORO, subito dopo la guerra fu chiuso per provvedere alla bonifica dalla
presenza di mine lungo il perimetro difensivo e per lo smantellamento delle
bocche da fuoco. Come previsto da successivi accordi con
l’Esercito americano, le forze militari italiane furono impegnate, dal 1945
in poi, alla progressiva demilitarizzazione delle difese costiere genovesi
che però non prevedevano, forse volutamente e fortunatamente, la demolizione
delle parti fortificate in cemento armato. Di fatti, molte piazzole non in
postazioni chiuse furono semplicemente demilitarizzate e poi interrate. Il bunker da 152 mm è sicuramente il
“soggetto” più interessante del sito ma, da alcuni anni, è stato chiuso, con
una serranda in acciaio e diverse porte, e dato in gestione a terzi i quali
hanno realizzato una struttura ludica per i ragazzi al fine di stimolare il
rapporto con tra natura e gioco (“PARCO
AAVVENUTRA GENOVA PEGLI”). Forse, con un finanziamento pubblico non
troppo oneroso e con la partecipazione di privati disposti a nuova imprenditoria,
il sito potrebbe essere riportato al suo assetto originale pur se nel
rispetto dei vincoli paesaggistici e naturali che la legge [e il buon senso
di cittadini] richiedono. Si consiglia di farvi visita nei periodi non
piovosi al fine di potersi spostare agevolmente in mezzo agli spazi verdi in
cui sono immersi gli approntamenti difensivi. Il museo storico Il museo storico della batteria Mameli è
stato ricavato in uno dei depositi sotterranei del sito militare. Vi trovano la sede ideale materiale bellico
di ogni genere: uniformi, buffetterie ed equipaggiamenti, documenti
dell’epoca e foto del sito, modellini, decorazioni. Molto di quanto esposto è
stato messo a disposizione dei soci del C.L.S.M. (Coordinamento Ligure per
gli Studi Militari) e grazie alle diverse donazioni dei privati che lasciano
al coordinamento i loro ricordi affinché, come gli stessi promotori del museo
ribadiscono, non vadano perduti e possano invece essere condivisi col
pubblico appassionato. Durante gli orari di accesso, diverse
persone accompagnano i visitatori dando tutti i dettagli e le informazioni
utili a capire cosa è esposto. Il
museo storico osserva i seguenti orari di apertura: il Sabato e la Domenica
dalle 15:00 alle 18:00. Gradito un libero contributo economico dopo la
visita, necessario a dare continuità a questa importante iniziativa
storico-culturale.
Dove si trova: La
batteria occasionale AN 152/50 Amm." Giorgio
Mameli " si trova nel comprensorio del parco intitolato ai caduti di
Nassiriya in Viale
Modugno sulla vetta di Pegli. Siti internet correlati: https://it.wikipedia.org/wiki/Batteria_Mameli www.progettomontemoro.it/index.php www.vallodiponente.altervista.org/VALLODIPONENTE.htm Immagini, nomi di prodotti, marchi, sono: tutelati dai
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