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(Caporalmaggiore) 10. SS-Panzer-Division
"Frundsberg" Sacca di Falaise, Agosto
1944 Elaborazione figurino con
varie parti, scala 50mm Maggio 2018 |
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Le uniformi
mimetiche policrome delle Waffen SS Le
Waffen SS, già dalla fine del 1939, furono dotate di tessuto mimetico
prodotto in due tipici disegni: foglie di quercia e foglie di platano, ognuna
delle quali aveva una colorazione invernale e una estiva. Dal 1943 in poi la
produzione di tessuto mimetico fu ulteriormente semplificata sia nelle
geometrie sia nelle modalità di stampa. Nacque il tessuto mimetico policromo
(in tedesco “Erbsenmuster” e in inglese
“Pea-dot”) che, a sua volta, fu elaborato in due versioni successive che
per semplicità furono indicate con gli anni di realizzo cioè il 1943 e il
1944. Con
questo tipo di tessuto furono create delle uniformi da fatica, queste
potevano essere indossate sopra alle uniformi di panno feldgrau. Queste
uniformi mimetiche ebbero però un differente impiego specie nei mesi caldi,
sostituirono egregiamente quelle di panno essendo più leggere e di taglie
maggiori. Erano facilmente lavabili e con tempi di asciugatura brevi. Nei
mesi invernali erano indossate sopra le uniformi ordinarie e ciò portava il
vantaggio di aumentare la protezione dal freddo e di garantire una efficace
mimetizzazione. La versione
policroma ebbe diverse varianti sia come tessuti, in genere di un colore base
sul marrone (diagonale o spigato),
sia come macchie di base e punti in rilievo. Nella campagna di NORMANDIA i rincalzi delle
Waffen SS furono in maggioranza dotati di queste uniformi mimetiche. Per
quello che ho potuto riscontrare nel corso degli anni, nelle versioni in tela
spigata, e quindi dal 1944 in poi, il tessuto di base era un marrone dorato,
vi erano stampate ampie macchie di bruno accostate a macchie verdi vescica e
altre di colore senape; sopra di queste erano stampate una miriade di fitte
macchie piccole (indicate
impropriamente come “puntini”) sempre dei tre colori delle macchie più
grandi. Il
figurino Dipingere
questo tipo di mimetica è sicuramente meno complesso che non una classica
“foglie di quercia” (a mio avviso, il
tipo di mimetica più difficile in assoluto). Ciò
non vuol dire che sia banale da realizzarsi e so io solo quante ne ho dipinte
prima di ottenere risultati decenti! Per questo tipo di colorazione occorre
avere delle miscele di base ben definite e collaudate (tre: bruno, verde vescica e giallo senape chiara) che devono
essere ognuna in due gradazioni diverse per un totale quindi di sei colori. Il
colore di base della giacca e del pantalone non deve essere il marrone
dorato, come era nella realtà, bensì occorre un colore molto più chiaro. Questo perché le dimensioni del figurino
sono estremamente piccole e, rispetto a una vera mimetica, usare il medesimo
colore provocherebbe un maggiore effetto scuro. Provate a dipingere, con lo
stesso colore, un metro quadrato di superficie bianca e poi a dipingere un
centimetro quadrato della stessa superficie, vi sembreranno due tonalità
diverse: quella presente sulla superficie grande sarà decisamente più chiara
dato che assorbe più luce. Per
la base io utilizzo un colore kaki con del marrone aggiunto. Ovviamente le
pieghe le sfumo come se fosse una qualsiasi divisa di panno. Fatto ciò, seconda fase, realizzo le ampie
macchie di colore bruno, poi quelle verdi e infine quelle di color senape
chiaro. Prima di iniziare l’estenuante lavoro di
puntini su puntini, con del colore viola molto diluito tendo a dare delle
ombre nei punti in cui vi sono cuciture oppure nell’immediato di parti come
cinturoni, spallacci e buffetterie. Terza fase, le macchie piccole o puntini.
Fermiamoci un attimo per fare una seconda considerazione: le macchie devono
essere piccole (quindi un buon triplo
zero come pennello) ma non microscopiche se no l’occhio non ne distingue
la cromia. Inoltre, non devono essere estremamente fitte come lo erano quelle
vere, altrimenti l’occhio, anche del più attento osservatore, non le
distinguerà separatamente ma avrà la sensazione di macchie tra loro unite e
sfumate. Ultima nota: le macchie devono avere lo stesso orientamento anche se
quelle reali erano orientate a caso; la ragione di ciò è sempre legata alla
nostra percezione oculare dove il cervello comprende meglio ciò che ha un
ordine omogeneo e non a casaccio. La
colorazione dell’incarnato la realizzo, con questa mimetica di fondo,
tendente dal marrone al rosa pallido; evito volentieri di realizzare visi e
mani che alla fine sembrano dipinte con la medesima miscela di base del
tessuto. Un tocco ulteriore è l’effetto traslucido della pelle ottenuto
aggiungendo del trasparente al colore dell’incarnato. Questo caporalmaggiore
combatteva in pieno agosto, scappando da ogni parte per evitare di essere
fatto prigioniero dagli angloamericani; per me è importante quindi dare il
senso di sudore e sporco conseguente. Tutte le foto hanno per copyright Federico
Cavann@ (2018) |
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