NISE, "work-shop" 2009 - 2018 SS
Obersturmführer (Tenente) 16.
SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer-SS" Corsica, agosto 1943 Figurino di produzione, scala 50mm Settembre 2018 |
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Conflitto mondiale |
Una coppia di paracadutisti tedeschi in Abruzzo,
nel 1943 (Bundesarchiv Bild 101I-567-1503D-30) Gruppo di soldati e sottufficiali delle Waffen SS
forse in Italia? (Copyright sconosciuto) Immagini, nomi di prodotti, marchi, sono:
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riferimento e solo ai loro legittimi proprietari. |
Le uniformi
tropicali in dotazione alla Divisione Reichsführer-SS L’occupazione
della CORSICA, da parte delle truppe tedesche tra settembre e ottobre del
1943, è ben raccontata nelle memorie del generale Frido VON SENGER UN
ETTERLIN (“La guerra in Europa, il
racconto di un protagonista”, TEA 2002). Incaricato dal feldmaresciallo KESSELRING di
un ruolo non da poco, VON SENGER così commentò quella decisione… “Non
posso affermare di aver accettato con particolare entusiasmo, ai primi di
settembre, di dirigere in qualità di comandante in capo di tutte le forze
tedesche sulle isole lo sgombero della Sardegna e la difesa della Corsica.
Ero ancora sotto l’influenza di quanto mi era capitato in Sicilia. Qui le
prospettive erano ancora peggiori”. Il
7 settembre VON SENGER raggiunse AJACCIO a bordo di un DORNIER 217 e si recò
al Comando italiano che era guidato dal generale Giovanni MAGLI. Il
generale tedesco aveva già ponderato l’impossibilità di poter difendere la
SARDEGNA sia dai bombardamenti sia da un eventuale sbarco sulla costa
orientale delle due isole. Unica soluzione consisteva nel giungere in CORSICA
per organizzare l’evacuazione della SARDEGNA. L’incontro
tra i due ufficiali era condizionato da fatti molto critici, pur se lo stesso
MAGLI e il suo Stato maggiore avessero sempre dato segno di massima collaborazione
con l’alleato germanico. L’imminente
dichiarazione dell’armistizio italiano, che ci sarà infatti il giorno dopo,
poneva molti ufficiali italiani nella posizione di non dare più appoggio ai
Tedeschi e di cessare qualsiasi azione militare contro gli Angloamericani. Conferma di ciò arrivò da rifiuto di MAGLI a
permettere che i Tedeschi prendessero posizione nei punti strategici dell’isola
e presidiati dall’Esercito italiano. Inoltre, VON SENGER era consapevole che
le forze italiane (4 divisioni)
erano maggiori rispetto a quelle tedesche anche se queste meglio armate.
Queste erano costituite dalla 90a Divisione Panzer Grenadier, da personale della
Luftwaffe e della Marina militare. A dare supporto per la fase di sgombero
della SARDEGNA, il generale tedesco però contava sull’appoggio della Divisione
16.SS “Reichsführer-SS” provvista di diversi carri e pezzi di artiglieria
nonostante un non significativo numero di soldati. Dopo l’8 settembre iniziarono le azioni di
sgombero dalla SARDEGNA e in breve tempo la CORSICA divenne la base operativa
per riportare in TOSCANA il maggior numero di uomini e mezzi tedeschi. VON
SENGER organizzò dei corridoi aerei per i soldati (20.000 combattenti e 10.000 tra servizi e personale della LUFTWAFFFE,
secondo il testo di VON SENGER) e tramite navi e chiatte per le armi e
gli equipaggiamenti. Nel frattempo dovette gestire il complesso quadro di
difesa dell’isola dove forze partigiane Corse, truppe del rinato esercito
francese e una parte di soldati italiani creavano continue azioni di
disturbo. Particolare, presente nelle memorie di VON
SENGER, un elogio al comportamento e alla disciplina dei soldati della
divisione delle Waffen SS. Il 5
ottobre si conclusero, con successo, tutte le fasi di evacuazione dall’isola.
Successo che fu riconosciuto dallo stesso HITLER. La
ferma posizione delle truppe italiane presenti in SARDEGNA, a non passare in
forze nella WEHRMACHT dopo l’8 settembre, è considerato il primo caso di
reazione contro i Tedeschi e scagiona, in parte, la teoria dello stato di
indecisione in cui gli ufficiali italiani rimasero dopo la dichiarazione di
armistizio da parte del generale BADOGLIO. Il
figurino Base di partenza, per questo soggetto, è
stato un vecchio figurino di produzione VERLINDEN ancora di produzione belga. Stiamo parlando quindi di un reperto quasi
“vintage”, emesso sul mercato nei primi anni ’90. Le
modifiche apportate riguardano le braccia, dato che quelle originali mi sono
sempre sembrate troppo esili, e la testa. Faccio
subito una premessa, giusto per evitare al lettore di giungere prematuramente
a proprie conclusioni in merito alla fattura finale del soggetto. L’idea
di trasformare il figurino, o meglio di adattarlo a una uniforme tropicale,
nasce nella caldissima estate del 2018. Viste le temperature cocenti diurne,
per non passare oziosi pomeriggi al fresco del condizionatore, ho dato caccia
a un soggetto prettamente estivo, di facile realizzazione. Ecco allora l’idea
di un ufficiale della Divisione "Reichsführer-SS" durante l’occupazione
della CORSICA nel 1943. Scelto il soggetto, ho pianificato le
modifiche di facile realizzo, evitando quelle che avrebbero comportato uno
stress quanto mai inutile visto il caldo africano di quei giorni. Gli
scarponcini reali erano realizzati in due materiali differenti per evitare
che i piedi sudassero oltre misura. La parte superiore, quella della
caviglia, era realizzata con cotone ritorto o similare; poteva essere di
colore verde oliva oppure in color sabbia scuro. I
pantaloni di gamba ampia, erano tenuti stretti in fondo alle caviglie per
evitare l’uso di ghette o mollettiere. La
giubba era il modello M1940 (o M40) realizzato in cotone leggero, le tonalità
del colore kaki variava da produzione a produzione e in aggiunta la
solarizzazione e i lavaggi nel alteravano la tonalità originale. Il busto l’ho
lasciato tale e quale mentre ho sostituito le braccia perché erano davvero
troppo esili rispetto al resto dell’anatomia. Le
spalline non sono quelle originali, rifatte con il solito Plasticard e filo
di rame. Quelle proprie erano poco in rilievo e non avevano un buon
parallelismo su due lati più lunghi (parevano
più delle spalline italiane o inglesi). La
fondina della pistola aveva la parte inferiore sproporzionata, l’eccesso l’ho
tagliato via con un cutter e poi stondato con semplice carta abrasiva. La
colorazione è stata quanto mai semplice e veloce. Ci sono però alcuni piccoli
accorgimenti per migliorarla ed evitare che il figurino sia vittima di due
possibili inestetismi. Il
primo inestetismo è la colorazione piatta che spesso si ha con il kaki. Per
evitare ciò, utilizzo del viola per le zone più scure e poi del rosa per le
zone intermedie. Per le luci consiglio un bianco uovo (bianco + marrone) che
rende più morbido il passaggio da zone scure a zone chiare. Il
secondo problema che si può avere è nell’effetto gessoso del colore. Si
può allora dare una base scura con aerografo mentre le sfumature possono
essere realizzate a pennello aggiungendo, al colore, un medium semi opaco. Il
lieve riflesso del colore finale ravviva le pieghe e d evita la rugosità del
colore kaki. Per completare il soggetto, ho aggiunto un binocolo e delle
decorazioni fotoincise. Un
fusto di carburante come dettaglio finale, giusto per evitare di posizionare
il figurino in mezzo all’immancabile praticello. Gruppo di
sottoufficiali in delle Waffen SS in Italia nel 1943 (Copyright sconosciuto) |
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