NISE, "work-shop" 2009 - 2020

Mladshiy serzhant (Aspirante sergente), capo carro

Divisione corazzata Armata Rossa

Battaglia di Kursk, Unione Sovietica 1943

 

Figurino di produzione, scala 50mm

Marzo 2020

 

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Le tute da combattimento per i carristi dell’Armata Rossa

 Se la sconfitta nella Battaglia di STALINGRADO, subita dai Tedeschi nell’inverno del 1942, rappresentava il punto di svolta nel conflitto contro l’URSS quella di KURSK sanciva la fine del dominio corazzato tedesco.

 I carri armati sovietici T-34 si dimostrarono micidiali se operanti in formazioni di tre o quattro anche contro i super corazzati TIGER I, i loro equipaggi avevano imparato molto dalle batoste dei primi due anni di conflitto divenendo sempre più esperti e capaci nelle tattiche diversive al pari di quelle del nemico.

 Il miglioramento del T-34, e delle sue derivazioni, riguardò l’affidabilità e la meccanica ma fu anche risultante dallo studio molto approfondito che i Sovietici fecero dei carri tedeschi catturati. Basti pensare che fino al ’42 questi carri erano sprovvisti di radio e di una telemetria di puntamento precisa. Inoltre al loro interno l’ergonomia non era proprio il massimo.

 Gli equipaggi sovietici ebbero in dotazione, sin dall’inizio del conflitto, divise al pari della fanteria con la sola aggiunta di una tuta da sovrapporvi e di giacconi ¾ in cuoio o cappotti in pelle imbottiti; immancabile era il caso in cotone grezzo imbottito e predisposto di orecchioni per le cuffie.

 Concentrando l’attenzione sulle tute a un solo pezzo, occorre ricordare che avevano solo la funzione di proteggere l’uniforme dallo sporco e impedire al carrista di rimanere impigliato all’interno del carro; queste potevano essere prodotte in tre diverse tonalità: nera, grigio ferro e verde oliva.

 Erano in cotone grezzo con una chiusura centrale a bottoni, colletto risvoltato con bavero e polsini con allaccio a bottone oppure fissi aperti con spacco sulla manica.

 Pur facendo una certa attenta ricerca, non ho trovato tali tute imbottite o comunque in una versione invernale.

 Le spalline di grado, reintrodotte dal 1943, in genere non erano mai cucite sopra e nemmeno le decorazioni conseguite erano fissate su questo indumento. Nel mio figurino, quindi, si tratta di una mera licenza modellistica e non una rappresentazione storica.

 

Foto del figurino prodotto da Panzer Art

(Copyright Panzer Art)

 

Il figurino

 Il figurino è in resina scala 50mm e scomposto tra corpo – braccia - testa, prodotto dall’azienda polacca PANZER ART.

 La resina è di buona qualità e i dettagli molto nitidi. Il soggetto riporta un errore relativo al cinturone: se notate gli ardiglioni sono stati scolpiti al contrario e in aggiunta manca il passante che sorregge una porzione molto lunga di cinturone.

 Io l’ho modificato utilizzando sempre una testa PANZER ART ma di un altro carrista e ho aggiunto la fondina per la pistola di ordinanza in dotazione ai capicarro e in generale ai componenti degli equipaggi.

 La colorazione della tuta non è stata realizzata con del nero puro ma partendo da una base di nero con l’aggiunta di “BLUE MARINA- 388” di MAIMERI. In alcuni punti le pieghe le ho velate con del viola scuro. Le pieghe le ho schiarite con una base di grigio e non con bianco.

 Il casco è invece dipinto con verde “UA 530” di LIFECOLOR e schiarito con del “GIALLO-NAPOLI” (una base di giallo base + bianco + ruggine).

 

Per questa foto, non è nota la data di quando fu scattata ma probabilmente tra il 1941 e il 1942. Ben visibili le tutte nere indossate con il casco protettivo in stoffa anch’esso di colore nero (Copyright sconosciuto).

 

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