NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2011

FIAT ABARTH 131 RALLY
Piloti Marku ALEN e IIkka KIVIMAKI
RALLY DEL PORTOGALLO 1977, 1a ASSOLUTA
Trasformazione modello IXO, scala 1/43.

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400 esemplari
Quelli necessari allora per poter omologare una vettura nel Gruppo 4. La progettazione e l'ingegnerizzazione della carrozzeria erano in carico alla BERTONE presso i cui stabilimenti vennero prodotti i 400 esemplari.

Vetroresina e alluminio
La vettura racing montava il cofano in vetroresina così come i passaruota mentre le portiere erano in alluminio. Pur se l'aspetto riconduceva al modello prodotto e posto in vendita nel 1977 a oltre 9 milioni delle vecchie Lire (nel 1976 una STRATOS stradale costava circa 11 milioni di Lire), quelle impiegate dal team ufficiale OLIOFIAT  e dai successivi team torinesi, erano in realtà costituite e montavano parti speciali che ne accrescevano il valore economico in maniera significativa. Dal motore ai freni, fino agli accessori come i sedili, erano prodotti non a catalogo o comunque non alla portata di un team privato.

Vincente già nel 1976
La coppia Alen - Kivimaki era già stata vincente nel 1976 classificandosi prima assoluta al Rally dell'Isola d'Elba e sempre con la stessa livrea blu gialla.

Le due rivali del 1977
In quell'anno, al Rally di MONTE CARLO, Sandro MUNARI si classificò primo a bordo della STRATOS mentre secondo giunse ANDRUET con una 131 non ufficiale FIAT ITALIA.
Con il 1978 il Gruppo FIAT decide di schierare solo in poche occasioni le STRATOS, non più con livrea ALITALIA ma PIRELLI. Con quel mondiale si chiuse l'epopea della STRATOS la quale aveva consegnato ben 3 mondiali al gruppo torinese. La FIAT ABARTH 131 RALLY ne raccoglierà in seguito gli onori con altri 3 titoli mondiali (1977, 1978 e 1980).

Trazione posteriore e pochi cavalli
Rispetto alla STRATOS (motore 6 cilindri con oltre 300 CV), la 131 non raggiunse mai le medesime potenze (motore a 4 cilindri con 215-230 CV) e dovette adeguare la sua prestazione ancora alla trazione posteriore. Questo ultimo aspetto negativo fece persino sperimentare la posizione del navigatore seduto al centro dell'abitacolo, dietro il sedile del pilota. Qualche risultato venne ma il regolamento di allora ne vietò l'impiego.

Munari e la FIAT ABARTH 131
Il Drago di Cavarzere corse nel 1978 con una 131 in livrea ALITALIA e poi AMERICANINO ma i risultati furono sempre deludenti.

Fot

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Nota: il modello di LANCIA STRATOS qui mostrato è una mia rielaborazione su base IXO MODELS e non su un prodotto strettamente di serie.

Chi appartiene, cronologicamente parlando, al periodo degli del rally anni 70, ha vissuto sicuramente la storia ma non ancora leggenda della FIAT ABARTH 131.
L'auto nasce come berlina di media cilindrata, per le famiglie italiane che allora iniziavano a godere di un tenore di vita superiore a quello degli anni 60 e legati al modello della leggendaria 600.
Il Gruppo FIAT, a partire dal 1973, mette in cantiere una vettura da 2 o 4 porte e con cilindrate che potevano variare tra i 1300 e il 1600 cc.
La crisi petrolifera del 1974, e il continuo calo delle vendite di autovetture, spinse il marchio a rivedere la sua strategia di sviluppo del modello: non puntare solo al mercato della famiglia media ma inserirsi nel mercato sportivo che allora, per quanto il rally lo fosse nei suoi pregi e difetti, era in ascesa vertiginosa grazie ai successi di LANCIA FULVIA e STRATOS e della FIAT 124 Spider.
A partire dal 1975, iniziò lo sviluppo di una versione corse che avrebbe poi debuttato già a partire dalla fine di quell'anno (ancora però come Gruppo 5 e non 4) per poi iniziare dal 1977 la sua vera carriera agonistica che terminerà ufficialmente nel 1981. Da lì il gruppo torinese continuerà con la LANCIA 037 (consiglio "FIAT DA RALLY" di C.A. GABELLIERI, info tramite aNobii).

La 131 in scala 1/43
Nel 2009, ad una mostra scambio, acquistai un modello di 131, di quelli che venivano venduti in allegato a raccolte editoriali. La scocca risulta quella della IXO ma nessun riferimento vi é riportato. Le decal sono di buona qualità e confrontando le foto del modello reale, non vi sono errori di sorta se non in alcune dimensioni. I colori della scocca sono stati riportati con alcune sbavature lungo i passaruota e nella parte posteriore. Il blu é più chiaro di quello che in origine la FIAT ABARTH aveva adottato per la sponsorizzazione della linea OLIOFIAT. Il giallo invece è perfetto ma risulta visivamente più scuro con il blu apportato. I vetri sono in ottime condizioni, il pianale e gl'interni meno e, come sotto leggerete, hanno richiesto parecchio lavoro di rielaborazione.

Fase 1
Come la regola insegna, inizio sempre con lo smontaggio completo del modello. Parto dal pianale esterno e poi a quello interno staccando i sedili; a togliere il cruscotto non vi sono riuscito in quanto che nel montaggio di fabbrica, con saldatura a fusione, quest'ultimo è diventato un vero e proprio pezzo unico con il pianale. Il rollbar é in buone condizioni eccetto in alcuni attacchi posteriori che ho ricostruito con del filo di ottone. I cerchi forniti sono quelli per la FIAT 124 Sport (si vede che avevano solo quelli) e li sostituisco con delle repliche dei CROMODORA (?) che più si avvicinano a quelli reali. Per quello che riguarda la scocca, le condizioni sono ottime ma tante piccole migliorie sono già in programma. Ad ogni conto, ho asportato via la calandra, i fari supplementari, l'antenna.

Fase 2
I sedili sono stati un lavoro non da poco dato che sono da recuperare a causa della pessima fusione. La leva del cambio, il freno a mano e il tunnel non hanno richiesto sforzi particolari. Idem il volante che però l'ho abbondantemente carteggiato per eliminare la parte stampata in eccesso sia sulla corona sia sulle razze. Il rollbar è stato sostituito in alcune parti. Ho aggiunto la sbarra di appoggio dei piedi del navigatore (in base a quanto riportato nel servizio di AUTOMOBILISMO D'EPOCA del febbraio 2006). Ho dipinto l'estintore posto dietro i sedili (stampato di serie) e ne ho aggiunto un secondo dal sedile del navigatore. Non ho aggiunto pedaliere gida dato che a modello finito non si sarebbero viste attraverso i finestrini. In ultimo ho montato le cinture di sicurezza con i vari attacchi. I vetri devono essere puliti internamente. Per questa operazione uso un pennello bagnato d'alcol denaturato e poi un "cotton fioc" intriso di lucidante per quadranti in plastica (un liquido un tantino costoso che si può reperire negozi di telefonia, elettronica ecc.).

Fase 3
La scocca esterna l'ho dotata di una nuova antenna, lucidando il tetto prima di incollarvela. I tergicristalli sono di serie, li ho rifiniti e dipinti con del nero opaco. Nella parte anteriore ho rimontato la calandra aggiungendovi 4 fari da 4mm di diametro, ho aggiunto i due fendinebbia rettangolari mancanti  e che vanno collocati nelle nicchie della scocca (per la cronaca, prima dell'incollaggio ho dipinto con nero opaco le relative sedi al fine di eliminare le tracce di colore arancione che erano state date in sede di produzione). Sulla scocca sono stampate le due luci di posizione che, nella realtà, sarebbero state poste dopo il 77. Ahimè non potendole eliminare, perché avrei dovuto asportare la vernice gialla che in quel punto é perfetta, le ho evidenziate come due semplici rivettature. Una considerazione in merito a quest'ultimo punto: là dove il difetto o il dettaglio non é eliminabile, tanto vale correggerlo e dargli una parvenza dignitosa. Per completare la parte anteriore, ho aggiunto il gancio di traino.
Poi é venuta la fase di rifinitura del posteriore. Ho iniziato con la colorazione dei fari della retromarcia che non erano di colore argento chiaro (70% silver + 30% bianco). Le luci targa le hanno dipinte cromate, mentre nella realtà erano di plastica nera con la parte interna chiara. Per concludere, due ganci per il cofano posteriore, una piccola finezza che non guasta dato che il modello é stato rielaborato in modo economico senza un uso smodato delle fotoincisioni.
Gli scarichi sono stati ricavati da un tubetto di rame, successivamente dipinto con silver (opaco!) e con nero opaco all'interno. Stavo per dimenticare due paraspruzzi bianchi collocati sulle ruote del retrotreno; questi li ho ricavati da semplice PLASTCARD bianco tagliato a misura e carteggiato con grana da 500 per renderlo opaco e permettere il perfetto incollaggio tramite SUPER ATTAK GEL.
Per tornare nell'avantreno del modello, ho aggiunto due ganci di sicurezza cofano che ho realizzato con del filo da micro elettronica. L'incollaggio sul cofano l'ho eseguito con vernice trasparente a base sintetica (si può impiegare anche del banalissimo e molto economico VERNI DAS).

Fase 4
Il grosso del lavoro l'ho concluso, per un totale di tre giorni di lavoro (3 ore di media, giusto per dare un'idea del tempo che potrebbe occorrere).
Alla fine un giro di controllo generale per scoprire piccole imperfezioni e altre migliorie che si possono apportare.
I cerchi possono essere migliorati negli interstizi delle bullonature. Per questo effetto ho impiegato del nero ad olio diluito in modo sintetico. Una volta asciutto tende a depositarsi nei perimetri diluendo l'effetto anche intorno alle bullonature. Questo con il colore acrilico ad oggi non mi é mai riuscito pienamente rimanendo a tratti vistosamente separato intorno ai perimetri.
Pulizia dei vetri esterni con la medesima tecnica di cui sopra escludendo l'uso di pennello e alcol.
Ritocco delle decal che non aderivano perfettamente, consiglio una soluzione ammorbidente molto blanda anche a costo di ripetere più volte l'operazione di aderenza anziché partire in quarta con con una soluzione forte che rischia di rovinarle senza farle aderire a sufficienza.
Le frecce laterali erano già dipinte di serie ma in modo grossolano. Con calma infinita ho ricoperto il colore arancione impiegando un blu acrilico graduato con del bianco titanio. Terminata la fase di cornice, ho passato del trasparente lucido. Quando questo era ben secco, vi ho ridipinto sopra la freccia. Questa fase purtroppo mostra i suoi limiti artigianali in alcuni punti ma se fatta con certosina attenzione, di prima vista non si nota.

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