E arrivò il quarto
successo...
Con l'edizione del 77, Munari vinse i suo 4°
MONTE CARLO. E se avesse potuto partecipare, l'anno successivo, con
una STRATOS vincente come questa?
Munari scaramantico
Per quell'edizione, alla vettura venne
assegnato il numero "1", il pilota era convinto che non avrebbe
portato bene e invece,,,
Al buio e con solo
due fari
Pur se quell'edizione non presentava rivali particolarmente forti e
le condizioni climatiche portarono poca neve, la sorpresa
dell'ultimo minuto fu la rottura dell'alternatore che obbligò a
passare il TURINI con solo i due fari supplementari centrali.
Questione di dare
gas subito
Munari ha sempre affermato che il "MONTE é una gara a sé". I cambi
repentini delle condizioni climatiche non lasciano il tempo per
decisioni ponderate o partenze prudenti per tastare la situazione.
Questione di talento, quindi, giusto per farla breve.
Sempre davanti
alle 131
Munari e Maiga arrivarono prima battendo abbondantemente la FIAT
ABARTH 131 che giunse seconda. Ma lo stesso Munari nel 78 partecipò
ad alcune prove di campionato mondiale con la 131, macchina che a
quanto pare non gli andava proprio a genio.
Edizione 78, tutta
da scordare
Era terminato il programma ufficiale delle STRATOS come auto del
gruppo FIAT. Ora, la casa torinese, voleva che fossero le FIAT
ABARTH 131 a vincere. A Munari venne assegnata una STRATOS con la
livrea PIRELLI e BACCHELLI come navigatore. Gl'ordini di scuderia
imponevano al DRAGO di non passare in testa se una 131 lo fosse
stata. Per Lui questo fu un duro colpo. Le cose finirono comunque
male per una serie di rotture e la coppia dovette ritirarsi.
Fu il suo ultimo MONTE CARLO.
La numero "1" é
viva e vegeta
Per maggiori dettagli in merito allo stato attuale della STRATOS del
77, potete visionare un close-up a lei completamente dedicato.
|
|
STRATOS HF, tanti
piccoli enigmi su come riprodurla
Della produzione IXO Models, la prima
STRATOS l'acquistai agli inizi delle 2000. In quel periodo ero,
artisticamente parlando, molto concentrato sullo studio e la
realizzazione di trombettieri napoleonici del Primo Impero.
Davo poca attenzione alle novità die-cast che invece iniziavano ad
essere sempre di più e con una qualità decisamente superiore a pochi
anni prima.
Non mi fu difficile notarne una sullo scaffale di un negozio di
Milano. L'acquistai e in breve tempo mi misi alla ricerca di tutti i
componenti che mi sarebbero serviti per eseguire una elaborazione
del modello da scatola.
Realizzai così la versione che corse nel 1976 e che si basava su
quella del 77 prodotta da IXO. Ma di questa elaborazione potrete
trovare la scheda all'interno del sito.
.
Tornando invece a quella effettiva del
77, ne ho acquistato una seconda a metà del 2006. Ho cercato di
realizzare l'allestimento interno basandomi su tutte le foto che ho
potuto reperire sia su pubblicazioni sia in internet.
Acquistata la base IXO, l'ho smontata completamente cercando di fare
uso dell'esperienza acquisita con l'elaborazione del modello
precedente.
Interni
Sono stati la parte più complessa e lunga.
In prima battuta ho cercato tutte le foto possibili, Confrontandole,
tra queste vi erano anche quelle di altri modelli realizzati da
altri modellisti di mezzo mondo, ho notato che i sedili della
versione che corse al MONTE CARLO di quell'anno erano particolari.
Intanto il colore: un grigio molto chiaro con cinture di colore
rosso e lo sponsor BRITAX, poi l'imbottitura era a quadrati e non la
classica con tessuto a coste orizzontali.
Ho deciso di utilizzare dei sedili di un modellino differente e di
aggiungervi i poggiatesta.
Per l'estintore mobile ho deciso per l'autocostruzione ma non avevo
foto di dettaglio, per cui l'ho realizzato con una punta in più
d'inventiva.
Vi ho aggiunto tutto il restante, che
potete vedere nelle foto, impiegandolo da un kit danneggiato che
avevo da tempo chiuso in laboratorio.
Si noti la piastra posteriore ai sedili che é di provenienza MERI
KIT, così come la pedaliera e la piastra poggia piedi del
navigatore.
Le cinture di sicurezza le ho realizzate con della carta già
colorata di rosso a cui ho aggiunto le fibbie e le sponsorizzazioni.
Allora non avevo ancora elaborato una tecnica per gli attacchi
cinture, specie per quelli dietro i sedili ad altezza dei
poggiatesta. Banalmente quindi ho incollato le strisce di carta
rossa direttamente sulla paratia dell'abitacolo.
Esterni
Per questa tranche di elaborazione disponevo invece di molto
materiale fotografico, quindi il risultato é maggiormente fedele.
La fanaleria originale, tolta quella posteriore (confesso che mi
piaceva così) é stata sostituita con quella di tipo fotoincisa e i
quattro fanali superiori sono stati montati su un supporto RACING
43.
I due fendinebbia bassi sono su base sempre RACING 43 a cui ho
aggiunto un attacco al musetto e 2 fotoincisioni per la fanaleria.
L'antenna é stata costruita in proprio, così come i sei ganci di
sicurezza per la chiusura (in superficie) del cofano anteriore e
posteriore.
I due ganci di gomma che sostituivano quelli di metallo, per
chiudere il portellone posteriore lateralmente, non li ho messi. La
causa di questo "errore voluto" mi è stata imposta dal problema di
dover limare via quelli stampati sulla scocca. Onestamente non me la
sono sentita, avrei rischiato di rigare la verniciatura originale,
sia quella verde sia quella bianca.
Ho aggiunto però due maniglie fotoincise, decisamente più belle
rispetto a quelle semplicemente dipinte in sede di colorazione.
Sul tettuccio della vettura non vi é
stato bisogno di aggiungere la presa d'aria per l'abitacolo,
nonostante fosse già stata impiegata nella stagione 76.
Lo specchietto laterale non risulta, dalla documentazione in mio
possesso, che avesse la staffa di supporto supplementare (quella che
ne impediva il muoversi dopo ogni salto).
Sui tappi benzina, ho aggiunto i due coperchi supplementari che
nella versione 76 non erano presenti.
La targa anteriore e posteriore le ho ricostruite. Quella anteriore
stampandola su un foglio di carta, poi ritagliata e incollata con
colla vinilica. LA posteriore l'ho sempre stampata e ritagliata ma
l'ho incollata su un supporto metallico di modo che rimanesse un
bordo esterno, giusto per dare la sensazione di spessore e realismo.
Il simbolo di BERTONE sui lati delle portiere sono quelli blu scuro
come appaiono nelle foto d'epoca e non bianchi come lo erano nella
versione del 1976.
Altro minuto dettaglio apportato é stato quello di cancellare, con
del verde, il trattino bianco che era dipinto sui due montanti del
tettuccio, sempre nella versione del 76 e non in quella del 77.Per
le ruote, delle decal riproducenti il marchio PIRELLI che veniva
stampato sulle gomme.
Sotto il blocco motore, una piastra di protezione con quattro
bulloncini di tenuta.
E per concludere la rielaborazione (in questo caso si tratta appunto
di rielaborare e non di elaborare) degli scarichi impiegando un
tubicino di alluminio.
Unica dimenticanza che prima o poi colmerò: le catenelle di tenuta
dei paraspruzzi fissati dietro le ruote posteriori.
Bibliografia
- P. Casucci "Lancia
Stratos", Ed. DOMUS (1988).
- A. Manganaro e P. Vinai "Lancia Corse", Ed AUTOMOBILIA (1988).
- A. Curami "Lancia Stratos trent'anni dopo", Giorgio NADA Editore
(2003).
- S. Munari "Una vita di traverso" Giorgio NADA Editore (2007). |