Bibite gelate a
mezzanotte
La gara di DAYTONA aveva riservato pochi colpi
di scena. A dare qualche momento di tensione, alla squadra FERRARI,
fu la consegna in piena notte, da parte del servizio catering,
di bibite gelate al posto di caffè e bevande calde.
Bandini e le corse
Margherita Bandini, moglie del grande pilota romagnolo, così
dichiarò durante un'intervista al CORRIERE ROMANO
“Era la sua vita, la sua grande passione. All’inizio era solo un
sogno ma credo che Lorenzo abbia avuto la fortuna di fare nella vita
ciò per cui era veramente appassionato. E lo ha fatto senza nessun
favoritismo, è riuscito anche grazie a questa sua grande costanza e
voglia di raggiungere i risultati”.
Il pilota più
sfortunato
Amon venne etichettato come tale a causa di svariati ritiri e
sconfitte dell'ultimo minuto. Una volta ebbe a dichiarare:
"Sfortunato io? Sono sopravvissuto a quegli anni terribili e sono
qui a raccontarli. E questa la chiamate sfortuna?".
Speciale FERRARI 330 P3 & P4
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L'evoluzione da P3 a P4
Come già raccontato, il prototipo 330 P3/4 vinse alla 24 ore
di DAYTONA. Una gara vinta sin dai primi giri.
La vettura rimase semidistrutta durante la 24 Ore di LE MANS del 67.
In quell'occasione, alla 330 P3/4 si forò un pneumatico durante la
corsa. SCARFIOTTI, che in quel momento era alla guida, tentò di
riportarla ai box ma le scintille provocate dal cerchione che
strisciava sull'asfalto diedero fuoco ad una perdita d'olio della
vettura stessa. La 330 P3/4 si incendiò, il pilota rimase illeso ma
la vettura venne quasi distrutta.
Quel che ne era rimasto venne acquistato e l'auto restaurata dall'americano James GLICKENHAUS che,
ispirandosi proprio ad essa, si fece realizzare dalla PININFARINA la
FERRARI P 4/5.
La gara di DAYTONA venne preparata con
cura maniacale sia dalla squadra sia dagli stessi due piloti,
quest'ultimi si sottoposero a una serie intensa di prove sul triplo
ovale americano. In alcune foto dell'epoca si nota che la vernice
del musetto, e di altri punti della scocca, era già rovinata durante le stesse
prove. In altre si vedono i piloti che, con abiti civili (giacca e
cravatta, allora, erano d'obbligo in tutte le occasioni), seguivano
personalmente la messa a punto del prototipo FERRARI, segno
dell'intenso lavoro preparatorio che non conosceva pause di sorta.
BANDINI era in piena ascesa e il suo talento di pilota lo dimostrava
maggiormente nelle gare di durata (Mauro FORGHIERI durante
un'intervista televisiva, nda), quelle che il commendatore di
Maranello amava di più. Purtroppo a MONTE CARLO, nel Gran Prix, ebbe
un drammatico incidente. L'auto prese fuoco, dopo aver sbattuto
contro delle protezioni al termine del rettilineo del tunnel (su cui
nel 1975 venne costruito l'Hotel LOEWS, oggi Hotel FAIRMONT) che
ancora oggi conduce al porto. Dopo tre giorni di agonia, per le
ustioni subite, perse la vita
Sulla P4 la sicurezza della vettura era poco curata: mancavano
estintori di sorta, la cintura di sicurezza era solo a tre punti e
con attacchi non certo di quelli di massima tenuta, il pilota aveva
la testa oltre il rollbar del parabrezza.
Curiosità legate al regolamento del 67 per la omologazione di una
vettura nel Campionato Sport Prototipi: la presenza di una ruota di
scorta (presente anche in assetto corsa) e lo spazio per la presenza
di bagaglio nel caso ipotetico che la vettura fosse mai stata
omologata alla circolazione su strada. Per questo ultimo dettaglio,
i progettisti e i carrozzieri, crearono nella coda della vettura (ai
due lati) due spazi delle dimensioni equivalenti a due beauty case
(ovvia necessità per i piloti).
Il modello in scala 1/43, una base quasi perfetta
Devo riconoscere che la produzione in grandi
numeri, dei die-cast, oggi ha un grado di qualità notevole.
Ne é la dimostrazione questo modello prodotto per la grande
distribuzione. La presenza dei numeri di gara e di sponsor di sorta
non in versione decal ma stampati a vernice, apre la strada alla
creazione di una versione di buona qualità. I numeri sono in duplice
colore (neri con bordatura rossa) ma le dimensioni non sono
esattamente pari a quelle originali. Le sponsorizzazioni sono ben
definite e proporzionate. La maggior parte della elaborazione, é
tale perché si completa il modello originale e non si rielabora
questo a pro di un'altro modello, é concentrata sul interno
dell'abitacolo. Ho completato la verniciatura rossa dei sedili (il
tunnel centrale era ricoperto dello stesso materiale dei sedili), la
cintura di sicurezza di colore celeste opaco, la strumentazione e lo
specchietto retrovisore montato sul rollbar del parabrezza. A
proposito del rollbar, questo va dipinto di colore nero opaco.
La fanalatura anteriore é stata smontata e sostituita con altra
fotoincisa. Sulle parabole, che ho preso il vizio di chiamare
"unghie", sono stati incollati cinque rivetti.
Le ruote sono perfette, fin troppo. Le scritte, e la riga sulla
spalla di ognuna, sono perfette e superano una qualsiasi
realizzazione portata avanti con delle decal.
Il tergicristallo, ovviamente, l'ho prontamente sostituito con uno di
tipo fotoinciso.
Un ultimo dettaglio che ho inserito é il set di luci che erano
presenti sui numeri di gara delle portiere: realizzate in lamierino
e incollate tramite vernice a smalto trasparente (due per ogni
portiera); non le ho dipinte di bianco per lasciarle più in
evidenza. |