Le origini del
nome
Il nome, "Giulietta" prende certo spunto dall’opera
di W. Shakespeare “Romeo e Giulietta”, la sua origine è legata a
varie versioni e aneddoti. Il più curioso racconta che nell'ottobre
1950
una delegazione di 8
dirigenti dell'Alfa Romeo fu inviata al
Salone dell'Automobile di Parigi
per la presentazione del
nuovo modello 1900.
Durante una cena offerta in loro onore dal concessionario francese
dell'Alfa, i dirigenti italiani furono scherzosamente apostrofati da
un decaduto principe russo che, per campare, si esibiva nei locali
pubblici inventando
ritornelli
e
poesie scherzose all'indirizzo dei clienti. Quella sera l’artista
notò l’atteggiamento serio e composto dei dirigenti italiani, recitò
“Je vois huit Roméo, mais aucune Juliette!”. L'episodio venne
ricordato da alcuni di questi dirigenti che, nel decidere il nome
della nuova auto, presero spunto dall’episodio.
Il secondo nome
Il prototipo
della "Sprint" venne realizzato da Giuseppe Scarnati. Venne
ribattezzato: "Brutto Anatroccolo".
Madrina
d'eccezione
Il
modello n. 100.001 venne
tenuto a battesimo dall'attrice Giulietta Masina nel 1961. Cifra
allora segno di un felice successo commerciale che durò fino al
1962.
Costava 1.900.000
Lire
Il modello a fianco
replica l'azzurro Capri di allora, la vettura aveva un motore di
1.900 cc per 65 cv di potenza tramite un elevato rapporto
compressione e carburatore doppi corpo. |
Gli strumenti e i materiali per sezionare ed elaborare un modello die-cast
Se avete già avuto modo
di consultare le pagine del sito, con le elaborazioni e le
rielaborazioni dei modelli di auto, avrete notato che raramente
menziono le marche degli strumenti e i materiali che utilizzo per
fare ciò.
Non é che tale omissione sia da me voluta per ragioni particolari-pubblicitarie, e non, ma per il semplice motivo che alcuni strumenti non
sono più in produzione, sotto un determinato marchio, oppure i
materiali sono prodotti per altri scopi, differenti comunque da
quelli di modellistica statica (per esempio per l'elettronica).
In alcuni casi anche gli strumenti sono stati da me autocostruiti o
ricavati da altri che però avevano finalità d'uso differenti.
Ve ne sono però alcuni che identifichiamo come "fondamentali"
e che siamo costretti ad
acquistare, quali le lame e le forbici per
tagliare, le carte abrasive, gli stucchi e le colle e infine, ma non
ultimi, i colori e i medium opachi come lucidi.
I fondamentali devono essere quelli appositi e di buona, se non
ottima, fattura e qualità.
Ogni nuovo strumento e materiale, che impiegherete, richiederà tempi
di apprendimento e qualche fallimento. Per alcuni medium mi ci sono
voluti diversi mesi e molti tentativi prima di arriva al mio scopo.
Nessuno strumento e materiale sortisce nell'immediato i risultati
migliori, solo risultati - si apprezzabili - ma di base e che sono pari ai medesimi ottenuti
da strumenti e materiali di qualità inferiore.
In quanto a questi,
non sempre il rapporto basso di qualità/costo é rispettato, ma si tratta di
rari casi.
Le colle ciano acriliche, per esempio, se costano poco raramente hanno buone caratteristiche di presa e tenuta.
Il Plasticard potete anche sostituirlo con altre plastiche di varia
tipologia e spessore, con il
rischio di avere brutti scherzi una volta che queste sono poste tra
loro a contatto, incollate, stuccate e dipinte. Questo lo scrivo
ahimè con la piena esperienza di diversi modelli che sono stati
rottamati in quanto realizzati con materiali, che nel tempo, si sono
alterati o hanno danneggiato altre parti del modello. Meglio basarsi
su certezze, la chimica fa brutti scherzi anche a distanza di anni.
Per altri attrezzi, quali cacciaviti, bulini, tronchesi, ci si può
affidare a prodotti generici e non specifici per la modellistica.
A proposito, come si fa per riscaldare costantemente a 40°C il
modello? Semplice, non occorrono forni speciali o altri strani
apparecchi: basta una scatola di metallo delle dimensioni di una da
scarpe, una lampadina a incandescenza o comunque che scaldi, un
termostato che stacchi il contatto elettrico della lampada proprio
alla temperatura desiderata.
Fine, costo del marchingegno? Non oltre se non pari a circa 25/30
euro. Risultati garantiti a patto che verifichiate bene le
temperature generate dopo due ore, altrimenti il modello patirà in
modo non certo riparabile: la deformazione delle plastiche, il
danneggiamento permanente della verniciatura e delle decal, la
cottura delle gomme e dei cerchi che ormai sono quasi sempre in
materiale plastico.
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Il brutto anatroccolo
I modellisti, quelli
sfegatati come il sottoscritto, appena c'è una mostra scambio vicino
a casa ne approfittano per fare incetta di modelli scontati, di
quelli di scarto delle produzioni, di quelli danneggiati o facenti
parte di kit incompleti. Circa due anni fa acquistai questo modello
prodotto per la SERIE MILLE MIGLIA di HACHETTE. Un espositore aveva
in offerta varie scatole prodotte per le serie che poi sono vendute
nelle edicole. Quasi tutti i modelli avevano qualche difetto di
fabbricazione ed erano venduti a pochi euro ciascuno. Si vuole qui
non descrivere in se l'elaborazione del modello ma dare alcuni
consigli su come risolvere difetti possibili che sono presenti su
modelli come questo.
Parto sempre con lo smontare il modello: smonto e separo tutto ciò
che posso e successivamente ne verifico lo stato. Quello che si può
riutilizzare, quello che é rotto e va sostituito, quello che si può
aggiungere dato che nel modello originale era assente.
Mascherone della Giulietta Sprint (Foto
di Pava, Wikipedia ©)
Interni: bene
quelli di serie, i sedili li ho carteggiati con grana da 500 e li ho
riverniciati in colore nero e così volante e leve, il pianale
interno l'ho dipinto e sfumato con del colore acciaio e con della
grafite tenera. In più si può usare del colore ad olio per le
profondità e gli interstizi.
Ruote e pianale portante: i pneumatici erano rovinati a causa
della reazione chimica tra questi e la basetta di supporto. Li ho
carteggiati per asportare le tracce della plastica della basetta e
li ho ricolorati con del nero opaco; alla fine li ho ricoperti con
una mano di trasparente opaco e dopo circa 24 ore li ho lucidati con
della vaselina (molto poca, mi raccomando se no scioglie opaco e
nero) tramite della pelle di daino o tessuto simile. I cerchi e lo
scarico della marmitta, semplicemente ritoccati con colore SILVER.
Il pianale portante l'ho ridipinto con del colore acciaio e con la
solita grafite per dare maggiore risalto al rilievo. Le viti di
serraggio, nel modello, sono nascoste sotto il blocco trasmissione e
il serbatoio. Per toglierli (sono di plastica) potete usare un
cacciavite piatto molto sottile e fare leva sul pianale ma con
dovuta cautela. Non importa se i relativi prigionieri si rompono,
quando chiuderete il "sarcofago" li potrete incollare e poi
verniciare a loro volta in acciaio e SILVER.
Fanalerie, cromature e tergicristalli: i fanali anteriori li
ho sostituiti con dei fotoincisi da 3,5 mm di diametro lasciando la
corona cromata originale, ho aggiunto le frecce ai lati (fotoincise)
incollandole con della vernice trasparente lucida, i fanali
posteriori sono quelli di serie solamente rifiniti e lucidati con
del trasparente a smalto. Le parti cromate sono quelle originali
solo che le ho lucidate e ritoccate con SILVER la dove vi erano i
segni della colata e la profondità delle griglie l'ho ottenuta con
del colore a olio nero (usate il diluente sintetico che non intacca
la cromatura). I tergicristalli li ho sostituiti con dei fotoincisi
e incollati con colla epossidica. Anche per questi consiglio una
mano di trasparente opaco, altrimenti con il tempo si ossidano.
Vetri, finiture e lucidatura: prima di chiudere il sarcofago
lucido sempre bene i vetri, uso dei panni per lenti ottiche e minimo
ci vogliono 30 minuti per un risultato dignitoso. Con una mina
appuntita e molto tenera traccio le profondità (portiere e cofani),
infine una lucidata alla carrozzeria con cera per auto. Incollo le
ruote di modo che siano fisse e verifico che il modello non zoppichi
(uso colla epossidica a lenta essicazione di modo che correggo
eventuali escursioni degli assi). Prima che la colla con cui ho
bloccato gli assi si asciughi, chiudo il sarcofago con le relative
due viti e monto le parti sotto verniciandole. Una ultima lucidata
con un pennello molto morbido e lascio il modello per circa 2 ore a
una temperatura costante di circa 40°c. Questo trattamento, imparato
da vecchio e bravissimo modellista modenese, serve per
asciugare il tutto in modo uniforme e rende più lucida la
carrozzeria e le parti in plastica.
Il modellino di serie presentato da
HACHETTE
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