Il
circuito del gran premio del Mugello
Fino al 1970 il circuito del Mugello era sviluppato lungo strade
extraurbane. Per ragioni di sicurezza, dal 1971 in poi non fu più
possibile far svolgere la competizione.
SCAR
Autostrada
Era il nome di una nota
concessionaria Alfa Romeo sita a Firenze. SCAR Autostrada creò una
scuderia propria, grazie ad essa le più prestigiose Alfa Romeo degli
anni 60 e 70 vennero portate in corsa con piloti di altrettanto
prestigio.
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Documentazione race-car |
Riferimenti
- Per la stesura dell'articolo, WIKIPEDIA.IT.
- Maurizio TABUCCHI "ALFA ROMEO GTA, leggera e vincente" Giorgio
NADA EDITORE
(2009).
- AUTOMOBILISMO D'EPOCA n. 5 maggio 2013, intervista a Andrea de
ADAMICH.
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Migliorare l'elaborazione
In un precedente close-up ho parlato della serie GTA
prodotta da PROGETTO K nei primi anni 90.
Ecco un secondo modello di successiva generazione e che é stato
prodotto per la grande distribuzione delle edicole.
Il modello l'ho elaborato impiegando tre serate per un totale di circa 10
ore di fitto lavoro. E qualche momento di panico, poi più avanti
capirete.
Rispetto al modello che replica la GTA
del 66 con cui corsero a MONZA de ADAMICH/ZECCOLI, le modifiche
hanno riguardato più la scelta di altri materiali e la risoluzione
di alcuni inestetismi e imprevisti presenti sul modello.
Parliamo del brutto così lo sdoganiamo e non ne facciamo un dramma in
scala. I vetri del modello sono di mediocre qualità e di certo ha
ragione Umberto CATTANI quando suggerisce di sostituirli, almeno
lateralmente, con altri realizzati in acetato. Io non li ho
sostituiti e per quanto ho potuto li ho lucidati con carta smeriglia
da 1400 (già usurata e bagnata con acqua) e poi rifiniti con
pasta abrasiva. In alcuni punti la qualità era talmente bassa che ho
dovuto coprire gli inestetismi con delle decal di sponsorizzazioni
coeve.
Altro dettaglio che va rivisto é lo scarico che occorre rifare almeno
nella parte che si vede; un tubicino in alluminio o rame va più che
bene e potrà essere sia lasciato in colore metallizzato che in
bianco opaco.
Amara sorpresa, e qualche spasmo all'addome, con il cruscotto che una volta smontato non é stato facile
ricollocare perfettamente al suo posto e comunque era presente uno spazio non
trascurabile tra questo e il parabrezza; per fortuna tale difetto
veniva poi coperto dai tergi cristalli. Va bene qualche emozione, ma
queste dopo cena non sono certo il massimo.
Parliamo ora del bello di questo
pezzo. Giusto per non ripetermi strutturalmente nelle spiegazioni,
stavolta parto da cofano-parabrezza che é anche la parte con cui
tutti impattiamo nel visionare il modello: l'elaborazione comprende
in dettaglio ganci in gomma di chiusura cofano, lo specchietto retrovisore
dipinto di nero e i tergicristalli a bracci conserti. Il tutto su
una superficie ben verniciata e senza difetti estetici come bolle o
grumi di colore.
La vernice non era stata data in modo uniforme, in alcuni punti vi erano
degli aloni opachi che solo con l'uso di un prodotto, simile al POLISH, sono riuscito a
mitigare dando loro un minimo di lucentezza.
Tornando agli interni, il rollbar originale è brutto e poi non appoggia
sul pianale ma é attaccato al tetto della vettura. Io l'ho smontato
e ne ho realizzato una copia che però è attaccata al pianale.
Niente cinture di sicurezza dato che non ne ho la certezza che fosse
installata quella del pilota.
Secondo gruppo di dettaglio
elaborato. Il confronto fra fanali e frecce fotoincisi: a sinistra la vettura
del 68 con fanali fotoincisi di nuova generazione distribuiti da
TRON mentre a destra i classici prodotti da RACING 43.
Altro dettaglio significativo le frecce anteriori: sempre a sinistra il
modello con frecce TAMEO (un prodotto molto vecchio, di cui non
so se vi è ancora la produzione) mentre a destra la freccia di
serie.
Per concludere il lavoro, ho ridipinto con del colore ad olio l'interno
dei cerchioni e risaltato, con dell'acrilico, i quattro bulloni di
serraggio.
Il circuito del MUGELLO, una
struggente storia di piloti e motori
"Per le vetture di serie, non importa se da Turismo o Gran
Turismo, praticamente in questi ultimi anni sono rimaste solo le
corse in salita; prove veramente poco impegnative perché ognuna di
essere si esaurisce in pochi minuti e seppure si collaudano cambi di
velocità differenziali, sospensioni e tenuta di strada alle
sollecitazioni più assurde, non si porta sulla bilancia il peso
della resistenza agli sforzi prolungati come si verifica nella Targa
Florio e come siamo certi nel nostro ritrovato Mugello".
Pasquale BORRACCI
Nel 1964 due persone importanti
nella TOSCANA dei motori, Pasquale BORRACCI e Amos PAMPALONI
rispettivamente Presidente e Direttore dell'Automobile Club FIRENZE,
riproposero la competizione nota come “il CIRCUITO del MUGELLO” che
si svolgeva appunto sulle strade statali del MUGELLO, per una
lunghezza complessiva di 67,5 km.
Convinsero prefetto e le Forze dell'ordine a chiudere per due giorni le
statali che consentivano l'attraversamento dell'Appennino.
Il 21 giugno del 1964 si corse l'undicesima edizione de “CIRCUITO
DEL MUGELLO”
In quell’occasione le case automobilistiche, non interessate in quanto
gara non ufficiale, non presentarono vetture e piloti ufficiali
eppure il pubblico non mancò; secondo WIKIPEDIA si calcolò che lungo
le strade ci fossero almeno 150.000 spettatori e la premessa di tale
successo si vide già durante le verifiche tecniche tenutesi in
piazza BECCARIA il giorno precedente.
La prima apparizione assoluta delle GTA
1.3, a tale manifestazione, fu nel 1966.
La gara del 1968, identificata come “GRAN PREMIO del MUGELLO”, fu
un’edizione memorabile, avvincente e combattuta.
In particolare lo squadrone ALFA ROMEO, diretto da Carlo CHITI, trionfò su
tutte le avversarie. Vi era L'ALFA ROMEO Tipo 33 di Nino VACCARELLA
e di Lucien BIANCHI che, dopo un lungo duello, precedette la PORSCHE
910 di Joseph SIFFERT e Rico STEINEMANN.
Non da meno furono le GTA di Enrico PINTO e di Riccardo BENELLI (noto
con lo pseudonimo di “Riccardone") che seppero offrire uno
spettacolo degno di nota e con i motori delle loro vetture al limite
del fuori giri, terminando la gara rispettivamente al sesto e
settimo posto assoluti.
In quell’occasione il pubblico lungo le strade venne calcolato in oltre
200.000 unità.
L’edizione del 71’ venne, dalle autorità locali, condizionata
dall’obbligo di recinzione di tutti i 67 km del percorso. Ciò non
era possibile in alcun modo vista la vastità dell’area e i relativi
costi per garantire la sicurezza durante la gara nonostante, come
per le edizioni precedenti in cui non si erano verificati incidenti,
fosse programmata la presenza di Carabinieri, Polizia, Vigili del
Fuoco, Commissari di pista e volontari, oltre 1000 persone tutte
magistralmente dirette da Amos PAMPALONI.
La gara venne annullata, con sommo rammarico di migliaia di appassionati
che ormai consideravano il MUGELLO come il NÜRBURGRING italiano.
Così un pezzo di storia dei motori giunse al termine.
Oggi
la gara viene riproposta come rievocazione storica correndo ancora
sul vecchio tracciato. |