NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009 - 2013 ALPINE
RENAULT A110 – 1800. |
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I primi
classificati 1973 Auto
longeva Piccola
e scomoda come la Stratos Anche
Todt In
scala 1:24 La
nana in scala 1:43 Altri soggetti correlati |
Immagini,
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Il SANREMO 1973, sempre nella
memoria delle francesine Premessa fondamentale: se avete deciso, come
me, di elaborare questo modello ALPINE RENAULT, dovrete armarvi di molta
pazienza oltre agli strumenti soliti richiesti dalla modellistica. Il
modello, pur se distribuito nelle edicole italiane nel 2013, è in realtà una
produzione antecedente che ha già visto la distribuzione ma sul territorio
francese (sempre tramite edicole)
e, progettualmente parlando, il modello presenta diversi errori e varie
imperfezioni estetiche. Ragione per cui l’elaborazione richiederà molto più
tempo e lavoro di quanto non appare a prima vista. Questa replica segue, a distanza di diversi
anni, quella realizzata dalla portoghese TROFEU che ho a mia volta elaborato
nel 2005 e che risulta decisamente meglio di quella
presentata nella collana “PASSIONE RALLY”. Se torniamo nel passato modellistico della
francesina, in scala 1:43, troviamo le produzioni SOLIDO e poi VEREM (la scocca era la stessa…)
per arrivare anche alla versione di IXO MODELS. L’articolo che segue spero possa aiutare gli
acquirenti dell’ostico modello in causa, e poi capirete perché lo definisco
tale, affinché possano correggerne i difetti e possano
comunque realizzare una degna elaborazione. All’apparenza, quando ancora confezionato,
il tutto attrae. Smontato il veicolo iniziano le
prime delusioni: gl’interni sono quanto mai spartani e i sedili
dell’equipaggio sono stampati in rilievo rispetto al pianale, una tecnica
ormai superata anche nei die-cast di basso prezzo. L’elaborazione degli interni ha seguito
l’iter che ho già più volte illustrato per altre
vetture da rally. Mi dilungherò meno quindi su come elaborare l’abitacolo, dando più informazioni relative agli interni per una
riproduzione quanto mai fedele all’originale. Le
cinture di sicurezza erano di colore nero (vedi il fotogramma sotto) e non avevano la scritta della fabbrica
produttiva (BRITAX, SABELT, KLIPPAN,
ecc.), io le ho aggiunte a solo scopo di vivacizzare l’insieme.
L’estintore era solo di tipo mobile e di colore rosso vicino al sedile del
navigatore. Al
volante mancano le due leve per i tergicristalli e le frecce. Il volante, visionati
alcuni filmati di TF1, era effettivamente con le razze metallizzate e non
completamente nero. Il rollbar è corretto e non va quindi modificato. La
strumentazione è già presente con una decal ben fissata e priva di sbavi. La pedaliera manca ma non occorre aggiungerla
tanto, a modello montato, non si vedrebbe. Terminati, gl’interni,
ho affrontato il pianale esterno e il problema dell’altezza della scocca
rispetto alle ruote. Nel modello ho incollato delle rondelle in acciaio per alzare la scocca: tolti i coni di tenuta
stampati sul pianale esterno (tramite
una lima si eliminano facilmente) ho incollato una rondella direttamente
sul piantone della vite anteriore mentre la seconda sul pianale stesso. Con
questo sistema si riescono a guadagnare un paio di millimetri specie
sull’asse anteriore che era quello che nella realtà aveva un ampio spazio tra
parafango e ruota. Le
ruote posteriori vanno incollate di modo che sia accentuata al massimo la
campanatura tipica delle ALPINE, magari piegando l’asse di metallo. Altro lavoro da fare assolutamente:
eliminare i tergicristalli stampati direttamente sul parabrezza. Per fare
ciò, vi rimando ad un articolo specifico che presto
potrete trovare nel sito. A vetri smontati, inoltre, occorre fare i fori per i
tergicristalli fotoincisi e lo spruzzino dell’acqua per i tergicristalli. Lo
spruzzino, l’ho ricavato da un filo di plastica, incollato internamente (meno segni di colla) e poi dipinto di
nero. I tergicristalli erano di colore nero, quindi quelli fotoincisi vanno
piegati e poi dipinti in nero semilucido. Per
completare gli interni dei cristalli occorre montare lo specchietto
retrovisore. Io, come al solito, me li costruisco
con del PLASTICARD e spilli, poi dipingo il tutto prima di montarlo. Procediamo con le altre elaborazioni. Guardate la foto sotto. Che cosa notate di
strano? Bravi! Il
numero e relativa cornice, riprodotti sulla fiancata destra, sono storti. Purtroppo non si tratta di una decal ma di
una stampa a tampone. Per questa ragione ultima non si può correggere
l’imprecisione grossolana. Buttare il modello o destinarlo alla
rottamazione mi pareva un vero spreco. Per
correggere l’errore, allora, ho riprodotto una lieve infangatura che va
limitata al solo punto in cui il numero di gara (e relativa cornice) sono storti. Per realizzarla non occorre un
aerografo ma sono sufficienti dei pennelli di piccole dimensioni a setola
tozza tramite i quali tamponare del colore terra (sfumato verso il chiaro) a cui io ho
aggiunto della polvere di un pigmento marrone (aumenta lo spessore e la rugosità dell’infangatura). I
cerchi erano bicolore, e nel modello sono stati
dipinti correttamente. Occorre però dipingere i quattro bulloni di
serraggio e, tramite del colore a olio diluito con un medium sintetico, dare
profondità alle razze centrali. I bulloni della cornice li ho risaltati con
del silver lucido. Per
completare l’elaborazione della francesina meno amata dai lancisti,
ho aggiunto una piastra di protezione al motore e alla trasmissione. Lo scarico
della marmitta l’ho realizzato con un tubicino di rame che poi ho dipinto con
del gun metal opaco e schiarito con silver sempre opaco. I
due fanali supplementari, fissati al paraurti li ho ridipinti in silver opaco
(non erano neri in questa versione del
73) e poi vi ho aggiunto due parabole fotoincise gialle. Il fanale di
destra deve risultare lievemente inclinato verso
destra dato che serviva per illuminare il bordo della carreggiata. Nelle foto
a lato si può notare tale particolarità. I
due fanali supplementari, incastonati nel muso della vettura, non sono
riuscito ad estrali. Usare maniere forti avrebbe
potuto rovinare la vernice della scocca. Una soluzione che si potrebbe
applicare consiste nel opacizzare le parabole dei faretti, tramite trielina, successivamente dipingerle con del trasparente lucido. Per finire, il lining di cofani e
portiere. Solo quello dei due cofani è fattibile mentre quello delle
portiere, che hanno pochissima profondità, è praticamente
impossibile. Tentare avrebbe dato un risultato grossolano che ho volutamente
preferito evitare. A
chiusura dell’elaborazione si potrebbero montare i ganci di traino ma non ho
trovato materiale fotografico che indicasse la loro collocazione. |
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