NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009 - 2013

ALPINE RENAULT A110 – 1800.
Equipaggio Jean-Luc  THÉRIER – Jacques JAUBERT.
RALLY DI SANREMO 1973, Primo assoluto.
Modello di produzione per le edicole, scala 1/43
Settembre 2013.

Modellismo

Pittura e grafica

Cinefoto

Genova per Noi

I primi classificati 1973
Oltre a vincere l’edizione numero 15 della gara ligure, a bordo di una Alpine A 110 di 1800 cc, la squadra transalpina vinse il Rallye Monte Carlo (Andruet – Biche) e il Mondiale costruttori di quell’anno.

Auto longeva
Il modello venne prodotto dal 1962 al 1977 e calcò le scene dei rally fino ai primi anni ottanta. Pochissime auto da corsa possono vantare una così lunga carriera agonistica. Ufficialmente smise di correre con i colori ufficiali nel 1976.

Piccola e scomoda come la Stratos
La vettura era bassa e piccola come la Stratos. Pare che alcuni piloti prendessero a testate il tettuccio per poter tenere una posizione eretta alla guida.

Anche Todt
Tra i piloti esordiente di allora vi era Jean Todt, allora un ricciuto e giovane driver e co-driver.

In scala 1:24
Venne realizzata da BBURAGO, gli stampi sono stati ceduti alla MAISTO nel 2007.

La nana in scala 1:43
La piccola francesina venne realizzata da Solido e poi da Verem. La peculiarità della scocca era l’apertura delle portiere.

 

 

 

Altri soggetti correlati

 

 

 

 

Galleria race-car pista

Galleria race-car rally

Galleria race-car competizioni varie

Documentazione race-car 


 


La vettura vincitrice del SANREMO del 73, descritta nel presente articolo.


La versione del 73 che vinse il RALLYE di MONTE CARLO (ANDRUET/BICHE).


Rally del MAROCCO edizione del 73.


Sempre la versione che corse al Rally del MAROCCO,


Una replica della francesina, di allora, durante una prova su circuito.

 

 

Immagini, nomi di prodotti, marchi, sono: tutelati dai rispettivi copyright se registrati o non scaduti, fanno riferimento e solo ai loro legittimi proprietari.
Sono qui pubblicati a solo titolo di informazione non costituendo profitto di sorta in tale contesto.

Il SANREMO 1973, sempre nella memoria delle francesine

 Premessa fondamentale: se avete deciso, come me, di elaborare questo modello ALPINE RENAULT, dovrete armarvi di molta pazienza oltre agli strumenti soliti richiesti dalla modellistica.

 Il modello, pur se distribuito nelle edicole italiane nel 2013, è in realtà una produzione antecedente che ha già visto la distribuzione ma sul territorio francese (sempre tramite edicole) e, progettualmente parlando, il modello presenta diversi errori e varie imperfezioni estetiche. Ragione per cui l’elaborazione richiederà molto più tempo e lavoro di quanto non appare a prima vista.

 Questa replica segue, a distanza di diversi anni, quella realizzata dalla portoghese TROFEU che ho a mia volta elaborato nel 2005 e che risulta decisamente meglio di quella presentata nella collana “PASSIONE RALLY”.

Se torniamo nel passato modellistico della francesina, in scala 1:43, troviamo le produzioni SOLIDO e poi VEREM (la scocca era la stessa…) per arrivare anche alla versione di IXO MODELS.

 L’articolo che segue spero possa aiutare gli acquirenti dell’ostico modello in causa, e poi capirete perché lo definisco tale, affinché possano correggerne i difetti e possano comunque realizzare una degna elaborazione.

 

 All’apparenza, quando ancora confezionato, il tutto attrae. Smontato il veicolo iniziano le prime delusioni: gl’interni sono quanto mai spartani e i sedili dell’equipaggio sono stampati in rilievo rispetto al pianale, una tecnica ormai superata anche nei die-cast di basso prezzo.

 L’elaborazione degli interni ha seguito l’iter che ho già più volte illustrato per altre vetture da rally. Mi dilungherò meno quindi su come elaborare l’abitacolo, dando più informazioni relative agli interni per una riproduzione quanto mai fedele all’originale.

 Le cinture di sicurezza erano di colore nero (vedi il fotogramma sotto) e non avevano la scritta della fabbrica produttiva (BRITAX, SABELT, KLIPPAN, ecc.), io le ho aggiunte a solo scopo di vivacizzare l’insieme. L’estintore era solo di tipo mobile e di colore rosso vicino al sedile del navigatore.

 

 Al volante mancano le due leve per i tergicristalli e le frecce. Il volante, visionati alcuni filmati di TF1, era effettivamente con le razze metallizzate e non completamente nero. Il rollbar è corretto e non va quindi modificato. La strumentazione è già presente con una decal ben fissata e priva di sbavi. La pedaliera manca ma non occorre aggiungerla tanto, a modello montato, non si vedrebbe.

 

 Terminati, gl’interni, ho affrontato il pianale esterno e il problema dell’altezza della scocca rispetto alle ruote. Nel modello ho incollato delle rondelle in acciaio per alzare la scocca: tolti i coni di tenuta stampati sul pianale esterno (tramite una lima si eliminano facilmente) ho incollato una rondella direttamente sul piantone della vite anteriore mentre la seconda sul pianale stesso. Con questo sistema si riescono a guadagnare un paio di millimetri specie sull’asse anteriore che era quello che nella realtà aveva un ampio spazio tra parafango e ruota.

 Le ruote posteriori vanno incollate di modo che sia accentuata al massimo la campanatura tipica delle ALPINE, magari piegando l’asse di metallo.

 

 Altro lavoro da fare assolutamente: eliminare i tergicristalli stampati direttamente sul parabrezza. Per fare ciò, vi rimando ad un articolo specifico che presto potrete trovare nel sito. A vetri smontati, inoltre, occorre fare i fori per i tergicristalli fotoincisi e lo spruzzino dell’acqua per i tergicristalli. Lo spruzzino, l’ho ricavato da un filo di plastica, incollato internamente (meno segni di colla) e poi dipinto di nero. I tergicristalli erano di colore nero, quindi quelli fotoincisi vanno piegati e poi dipinti in nero semilucido.

 Per completare gli interni dei cristalli occorre montare lo specchietto retrovisore. Io, come al solito, me li costruisco con del PLASTICARD e spilli, poi dipingo il tutto prima di montarlo.

 

 

 

 Procediamo con le altre elaborazioni.

 Guardate la foto sotto. Che cosa notate di strano? Bravi!

 Il numero e relativa cornice, riprodotti sulla fiancata destra, sono storti.

 Purtroppo non si tratta di una decal ma di una stampa a tampone. Per questa ragione ultima non si può correggere l’imprecisione grossolana.

 Buttare il modello o destinarlo alla rottamazione mi pareva un vero spreco.

 Per correggere l’errore, allora, ho riprodotto una lieve infangatura che va limitata al solo punto in cui il numero di gara (e relativa cornice) sono storti. Per realizzarla non occorre un aerografo ma sono sufficienti dei pennelli di piccole dimensioni a setola tozza tramite i quali tamponare del colore terra (sfumato verso il chiaro) a cui io ho aggiunto della polvere di un pigmento marrone (aumenta lo spessore e la rugosità dell’infangatura).

 

 I cerchi erano bicolore, e nel modello sono stati dipinti correttamente.

 Occorre però dipingere i quattro bulloni di serraggio e, tramite del colore a olio diluito con un medium sintetico, dare profondità alle razze centrali. I bulloni della cornice li ho risaltati con del silver lucido.

 

 Per completare l’elaborazione della francesina meno amata dai lancisti, ho aggiunto una piastra di protezione al motore e alla trasmissione.

 Lo scarico della marmitta l’ho realizzato con un tubicino di rame che poi ho dipinto con del gun metal opaco e schiarito con silver sempre opaco.

 

  I due fanali supplementari, fissati al paraurti li ho ridipinti in silver opaco (non erano neri in questa versione del 73) e poi vi ho aggiunto due parabole fotoincise gialle. Il fanale di destra deve risultare lievemente inclinato verso destra dato che serviva per illuminare il bordo della carreggiata. Nelle foto a lato si può notare tale particolarità.

 I due fanali supplementari, incastonati nel muso della vettura, non sono riuscito ad estrali. Usare maniere forti avrebbe potuto rovinare la vernice della scocca. Una soluzione che si potrebbe applicare consiste nel opacizzare le parabole dei faretti, tramite trielina, successivamente dipingerle con del trasparente lucido.

 Per finire, il lining di cofani e portiere. Solo quello dei due cofani è fattibile mentre quello delle portiere, che hanno pochissima profondità, è praticamente impossibile. Tentare avrebbe dato un risultato grossolano che ho volutamente preferito evitare.

 A chiusura dell’elaborazione si potrebbero montare i ganci di traino ma non ho trovato materiale fotografico che indicasse la loro collocazione.

Questo sito

Mappa del sito

E-mail e contatti

Aiuti per navigare

Diritti d'autore e copyright

Per collaborare a NISE

A-F G-O P-Z

Creative Commons License