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NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop"
2014 OSCA MT4 1100 Equipaggio: Rinaldo
MASPERI - Ernesto FOGLIETTI Mille Miglia 1957, 143° assoluto e 5° di
classe Elaborazione modello STARLINE, scala
1/43 Novembre 2014 |
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O.S.C.A. Officine Specializzate Costruzione
Automobili è stata un’azienda tutta italiana situata a San Lazzaro di Savena,
vicino a Bologna. Iniziò la produzione nel 1947 per cessarla alla fine del
1967. Fu fondata dai fratelli Maserati, Ernesto e Bindo,
dopo che avevano ceduto la fabbrica omonima ad altri due fratelli, Adolfo e
Omar Orsi che nella vita imprenditoriale si occupavano di tutt’altro. Nel 1964 i due fratelli cedettero la OSCA
alla MV AGUSTA che però non ebbe interesse, se non per pochi anni, nello
sviluppo e costruzione di auto da corsa. La primogenita La MT4 fu la loro prima vettura ed
ebbe una lunga vita con diverse evoluzioni di carrozzeria e motore. La
versione più nota fu quella con carrozzeria Morelli e motore da 1100 cc capace
di erogare 72 cv. La piccola spider, il cui musetto l’accomuna
molto con l’Uovo
disegnato da Franco Reggiani, vanta un palmares di tutto rispetto con vittorie
di categoria alla Targa Florio e alla Mille Miglia. Negli Stati Uniti
d’America ebbe un notevole successo sia commerciale sia sportivo. Da non confondere La OSCA con numero di gara 332, del 1957, è
confusa con quella che partecipò nel 1954 al Giro di Sicilia e che era una
2000 S spider. Conseguentemente si “accusa” STARLINE di aver sbagliato il
carattere, la dimensione e la posizione dei numeri di gara. Per ragioni di
copyright non è possibile pubblicare la foto della vettura che partecipò al
Giro di Sicilia mentre pare introvabile una qualsiasi foto della vettura qui
riprodotta e relativa alla MM del 57. Altri
soggetti correlati |
Le officine della OSCA mentre preparano la vettura
(Copyright sconosciuto) Bruno Venezian e Achille Albarelli alla Mille Miglia
del 1953, dove si classificheranno al 12° posto assoluto e primi di classe
(Copyright sconosciuto) Jim Hall con la sua OSCA MT4 da 1,5 litri, nel 1956
negli USA a Eagle Mountain (forums.autosport.com) Jim Simpson negli USA a Lockbourne nel 1953
(blog.hemmings.com) Immagini, nomi di
prodotti, marchi, sono: tutelati dai rispettivi copyright se registrati o non
scaduti, fanno riferimento e solo ai loro legittimi proprietari. |
Una
“OSCA” che vale molto Il
modello prodotto da STARLINE, una sera mi sono detto, potrebbe essere
elaborato facilmente e il materiale necessario non deve essere molto. La base
è di buona qualità e con una spesa minima potrei ottenere un modello
collezionabile per valore e qualità. Cosa
mi serve allora? Ecco la lista degli ingredienti: oltre al modellino mi sono
procurato delle ruote a raggi fotoincisi, un volante a quattro razze
fotoinciso, dei fari anteriori in resina, un po’ di materiale vario che in
seguito indicherò con relativo uso nel modello. Il
grosso del lavoro l’ho concentrato nell’abitacolo, cuore di questo modello,
siccome la carrozzeria non presentava la possibilità di altre modifiche
significative. Smontato il sarcofago, ho ripulito
l’abitacolo eliminando la pedaliera perché è visibile e quindi occorre
realizzarla con maggior dettaglio rispetto a quella di produzione. Una lima
piatta e un bisturi sono stati gli strumenti giusti per fare un buon lavoro.
Alla fine ho smerigliato il tutto. Nelle portiere, STARLINE ha stampato delle
tasche che però non mi risultano che vi fossero. Secondo una mia modesta
valutazione, non conviene tentare di asportarle ma consiglio di colorarle con
due tonalità di marrone cuoio, una per la parte esterna e una tonalità scura
per simulare la profondità di questa. L’interno dell’abitacolo va colorato
con una tonalità di alluminio opaco chiara (tradotto: silver + bianco + grigio). I
sedili non sono uguali a quelli reali; quelli veri avevano cuciture a coste
sia nella seduta sia nello schienale. Forse, cercando in qualche catalogo di
accessori 1/43 o cannibalizzando un altro modello, si può sostituirli con
qualcosa di più vicino a quelli veri. La
leva del cambio l’ho realizzata con uno spillo la cui testa funge benissimo
da pomolo; sempre con un secondo spillo, cui ho rimosso la testa aggiungendo
la manopola di presa realizzandola con guaina da filo elettrico, ho
riprodotto la leva del freno mano. La
pedaliera l’ho realizzata come mia abitudine con filo elettrico e un foglietto
di alluminio (per maggiori dettagli
potete fare riferimento ad altri modelli realizzati in precedenza a questo).
Il cannotto dello sterzo potrebbe sostituire lo stesso perno del volante
(EQUIPE TRON) ma il lavoro di precisione, nell’incollaggio del cannotto, mi
riesce più ostico che non il montare un semplice perno di una certa lunghezza
(giusto perché il volante non resti
troppo vicino al cruscotto). Ecco
come si presenta l’abitacolo una volta finito il lavoro di dettaglio. Il volante
appare un po’ sovradimensionato ma, ahimè, non esistono di diametri diversi
per venire incontro alle dimensioni di ogni modello. Il
parabrezza l’ho smontato e lucidato a lungo per eliminare tracce di righe
varie e aloni dovuti alla lavorazione a caldo e relativo montaggio. Le
ruote, a raggi, fotoincise, sono di produzione EQUIPE TRON mentre i dischi
dei freni li ho realizzati tramite delle semplici rondelle di metallo. A
montaggio completato le rondelle creano un’ottima simulazione dell’impianto
frenante e nascondono eventuali tracce di colla usata per bloccare le ruote
all’asse; nel caso l’incollaggio si rivelasse debole, all’interno incollo un
piccolo spessore realizzato con la guaina di un filo elettrico. I fanali davanti sono due in resina prodotti
da EQUIPE TRON, quelli con diametro da 4,5 mm sono perfetti come misura per
le parabole cromate originali della STARLINE. La targa l’ho incollata sotto la calandra;
LUX ha prodotto un bellissimo modello identico (in resina) ma ha posto la targa perpendicolare al piano della
strada. La targa posta in quella posizione mi pare improbabile dato che, dopo
pochi chilometri di gara, si sarebbe staccata in seguito ai colpi con le
pietre e le buche, se non per solo effetto conseguente all’attrito dell’aria.
Vedete Voi cosa vi pare meglio. Il retro della vettura non l’ho in pratica
toccato. Lo scarico originale ha solo bisogno di una rifinitura con carta
smeriglia e del colore. I fari li ho ricoperti con della vernice trasparente
per aumentarne la lucentezza. Unico dettaglio che richiede di essere rifinito
e ritoccato, con del silver, è il porta luce della targa. Rifermenti e
documentazione fotografica: La
classifica finale completa della MILLE MIGLIA edizione del 1957, cui
partecipò questa OSCA MT4, è possibile reperirla nel sito RACING SPORTS CARS: http://www.racingsportscars.com/results/Mille_Miglia-1957-05-12.html |
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