NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2014

FIAT 500, ELABORAZIONE ABARTH 595 LSS (1969)

Elaborazione modello prodotto per le edicole, scala 1/43

Novembre 2014

 

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Foto d’epoca mostrano la vettura nella livrea commerciale (Copyright sconosciuto)

 

AUTO SPRINT n. 34 del 1974 (Scansione V8 BLOG)

 

 

Video di Roy Pagliacci a Varano de Melegari nel 1971 (Copyright roydpg)

 

 

 

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L’ITALIA in pista

 La FIAT 500 ebbe, sin dall’inizio della sua produzione, un successo di vendite non solo legate all’uso “domestico” ma anche a quello agonistico; l’ITALIA del boom economico scopriva il piacere delle competizioni e l’economica auto torinese era ideale per l’agonismo privato.

 I primi esemplari della 595 base furono prodotti nell'autunno del 1963.

 Le differenze dalla Fiat 500, di serie, all’apparenza non erano molte.

 All'esterno la calandra montava lo scorpione ABARTH e sulle fiancate le scritte distintive. Era solo nella parte posteriore della vettura che si distingueva il propulsore differente. La massiccia coppa dell'olio maggiorata e il doppio terminale di scarico erano i due dettagli riscontabili a cofano chiuso.

 La cilindrata era stata aumentata a 593 cc, i pistoni, l’albero a camme e pompa dell'olio erano differenti dalla piccola utilitaria di serie.

 L’alimentazione era erogata da un carburatore Solex C28 PBF per una potenza di 27 cv. Per la versione SS 5 cavalli in più rispetto alla 595, tramite un carburatore Solex 34 PBIC e un nuovo collettore.

 Sempre prodotte nel 1964 sono anche le versioni 695 e 695 "SS" con un ulteriore aumento di cilindrata (689 cc, alesaggio e corsa 76x76 mm) e del numero di cavalli (30 e 34) rispetto alle 595 base.

 Nel 1965 la piccola FIAT incrementava la sportività con la versione 695 "SS" con un assetto da corsa marcato; i parafanghi allargati ospitavano carreggiate maggiorate da 1161 mm davanti e 1175 mm dietro (rispetto a quelli standard 1120 e 1135 mm), l'assetto ribassato e ruote con camber negativo.

 A livello di livrea, le bande rosse e gli scorpioni sui due cofani furono presenti solo sulla 595 LSS del 1969.

 

 

 

 

 

Sedile Fusina per le piccole FIAT 500 e 600.

 

Abarth 595 SS di Stefano Carli (www.cronoscalatestoriche.it)

 

La foto è esplicativa per rendersi conto delle dimensioni del modello.

 

 Vediamo ora l’elaborazione che ho realizzato su un modello scala 1/43 distribuito, al pubblico, tramite la raccolta editoriale dedicata alle vetture realizzate dall’ABARTH.

 Il modello è semplice da smontare, si può arrivare a togliere proprio tutto fino a lasciare scocche e pianali in pratica nudi.

 Nell’abitacolo ho sostituito il sedile del pilota, ne ho realizzato uno da gara semplicemente modificando uno di produzione IXO Models prodotto per la STRATOS. Per ragioni di altezza, il sedile l’ho rialzato di tre millimetri in più rispetto al pianale interno.

 Ho sostituito la leva del cambio e quella del freno a mano. Come per altri modelli, spilli e guaina di filo elettrico possono essere il materiale giusto. Per la leva del cambio, cerco sempre di modificare il pomolo di modo che la vettura abbia una sua caratterizzazione e quindi di non rischiare che tutte le mie vetture abbiano poi la stessa leva.

 Il sedile del passeggero l’ho dipinto con i colori che erano tipici delle 500 di quel periodo, con la parte superiore bianca.

 Il sedile posteriore era obbligatorio per le vetture che erano iscritte nelle gare di gruppo 1 e 2, questo era di colore rosso senza la parte superiore in sky bianco.

 Il rollbar l’ho costruito con un tondino in acciaio e della colla cianoacrilica. Il dimensionamento di questo va realizzato con diverse prove verificandone altezza e larghezza rispetto alla scocca e al pianale esterno. Per questa fase è raccomandabile l’uso di un calibro per poter avere quote precise dello spazio occupabile e per evitare che il rollbar tocchi contro i vetri che, a loro volta, coprono il celino della vettura.

 Gli attacchi delle due diagonali posteriori le ho poste sui passaruota che sono presenti sul pianale interno. Una volta montato e incollato il rollbar, carteggio le giunzioni prodotte dalla colla e quindi stucco il tutto con TAMIYA PUTTY diluito con acetone.

 Dietro il sedile del passeggero ho posto un estintore. Allora non era così in uso, specie su vetture piccole, perché non vi era l’obbligo da regolamento; aggiungerlo però arricchisce il modello e rende di più l’idea corsaiola della piccola peste italiana.

 Lavoro più impegnativo è stato quello richiesto per la realizzazione della pedaliera che mi sono preoccupato di realizzare nelle giuste, e minute, proporzioni.

 Il cruscotto e il volante sono quelli di serie del modellino, senza aggiunte di sorta. Solo la colorazione nera opaca del volante e semi lucida della calotta del cruscotto sono necessarie.

 Gli interni delle portiere li ho dipinti di rosso, come quelli reali, mentre le paratie laterali le ho dipinte di nero invece che di bianco. Vi spiego il perché di tale scelta: se dipinte bianche, queste aumentano la luminosità all’interno facendo intravedere le inestetiche fessure che vi sono tra abitacolo e passaruota.

 Una volta completato il pianale interno, ho lucidato con attenzione i vetri. Ricordo che più piccoli questi sono e maggiormente è visibile ogni minima imperfezione data da aloni e righe. Prima di montarli, ho ripassato le cornici del parabrezza e del lunotto con del nero (tramite un pennarello indelebile che lascia una traccia di lucido ideale per simulare la gomma di tenuta) e con silver quelle laterali.

 Richiuso il sarcofago, ho rimontato la coppa dell’olio e poi la marmitta (esattamente in quest’ordine) i cui due terminali ho forato e ricolorato all’interno con del nero opaco.

 Non avendo trovato documentazione di una vettura specifica, e del suo pilota, ho preferito lasciarla priva di livree e numeri. Confido che qualche lettore possa in futuro suggerirmi livrea e pilota per poter così completare l’elaborazione.

 I tergicristalli li ho sostituiti con due fotoincisi di TRON, aggiungendo di lato il collegamento per lo stacco della batteria e realizzato con del semplice filo elettrico; ho aggiunto due ganci cofano anteriori e due posteriori fotoincisi colorati di nero prima del fissaggio. Dal lato del pilota, come ciliegina sulla torta, ho incollato uno specchietto retrovisore cromato.

 I paraurti devono essere tolti, visto che in pista non erano utilizzabili, ma lasciano vistosi buchi nella scocca. I buchi allora li ho riempiti di stucco PUTTY. Ad asciugatura completata, ho nuovamente forato negli stessi punti e poi dipinto i nuovi buchi con bianco lucido. Alla fine ho montato i ganci di soccorso, realizzati sempre con filo elettrico.

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