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NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop"
2015 OSCA MT4 1500, 1956 Pilota: Gigi VILLORESI MILLE MIGLIA, ritirato (1956) Elaborazione modello STARLINE, scala
1/43 Gennaio 2015 |
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Ordine di arrivo nel 1956 Primo Eugenio Castellotti
su Ferrari 290 MM (carr. Scaglietti), secondo
l’equipaggio Collins/Klementaski su Ferrari 860
Monza (carr.Scaglietti), terzo
Luigi Musso anche lui su Ferrari 860 Monza (carr. Scaglietti). Dati di targa della MT4 1500 La vettura montava un motore da 1500 cc, 120
cv, 4 cilindri a 8 valvole. Targa sconosciuta Purtroppo non è nota la targa della vettura
qui replicata e resta arduo rintracciare informazioni fotografiche di sorta. Altri
soggetti correlati |
La vettura di Villoresi prima
della partenza (copyright sconosciuto) Immagini, nomi di prodotti, marchi, sono: tutelati dai
rispettivi copyright se registrati o non scaduti, fanno riferimento e solo ai
loro legittimi proprietari. |
La
fretta che non fa fare bene Il modello della OSCA
MT4 1500, in versione MILLE MIGLIA del ’56, non ha grossolanità di sorta se
non che ha i numeri di gara realizzati con un carattere sbagliato. I cerchi a raggi sono quelli soliti STARLINE,
a mio avviso è meglio sostituirli con dei classici EQUIPE TRON da 15”. Il modello è privo di segni di colata,
spigolature sulle curvature dei parafanghi. Sarà
sufficiente una bella lucidata con una cera per carrozzerie per avere una carrozzeria fiammante. Io in genere impiego anche della
cera siliconica per cruscotti, molto grassa e per questo efficace nel
rimuovere segni superficiali. I fanali carenati sono quelli classici per
die-cast che erano prodotti fino a una decina di
anni fa. Avrei voluto sostituirli con delle parabole in acetato ma, a parte
le micro dimensioni, non vi sono punti dove porre la
colla senza che poi si noti una volta asciugata. Lo specchietto retrovisore laterale era di
colore rosso, quello presente sul modello va benissimo e può essere dipinto
non prima di aver rimosso la cromatura che impedisce, al colore, di aderire
uniformemente. Le parabole dei fari supplementari le ho
rimosse e sostituite con due parabole di produzione EQUIPE TRON (3 mm). Per
garantire la forte presa senza rovinare la cromatura, ho impiegato della
vernice trasparente sintetica. La colla cianoacrilica, anche se in gel e
depotenziata, rischia di corrodere e opacizzare la cromatura. I fanali posteriori sono quelli di serie del
modello ma, dopo alcune ricerche documentali, ho identificato un tipo di faro
che era montato sulla vera vettura e che potrei provare a replicare
utilizzando un foglio di alluminio e della vernice rossa per ceramica e
vetro. Rimossi i numeri “sbagliati”, li ho sostituiti
con altri di produzione FDS. Qui ho commesso un errore mettendo quelli
anteriori sulla grigliatura del cofano. Per la troppa fretta di terminare il
modello, non ho fatto bene attenzione ai dettagli presenti sull’unica foto
scattata allora. Ho rimosso i tre numeri e ho ripetuto il posizionamento tra il cofano e la carrozzeria. Le feritoie sul cofano e sulle fiancate sono
incise in modo ineccepibile ma le ho scurite con del
nero semi lucido per simulare la profondità di queste. Una volta che il
colore è asciutto, con una matita dalla mina tenera, ho profilato i singoli
tagli. L’effetto metallico conseguente, pur se appena accennato, rende molto
realistiche le feritoie. Gl’interni sono
molto semplici da elaborare. I sedili erano di colore nero proprio della
plastica, senza colorazione di sorta. Ho preferito ridipingerli nel classico
colore pelle rosso scuro e che in genere era in uso sulle OSCA e sulle
MASERATI di quegl’anni. La leva del cambio e la pedaliera sono
autocostruite. |
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