NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2015

FERRARI F430 GT3 SCUDERIA, SCUDERIA KESSEL RACING

Piloti:, Valentino ROSSI, Andrea CECCATO, Uccio SALUCCI

Undicesimi assoluti, terzi nella classe alla 6 ORE DI VALLELUNGA 22 novembre 2009

Elaborazione modello per edicole, scala 1/43

Settembre 2015

 

F430 Scuderia

 Era una vettura preparata dal Kessel Racing, montava un motore da 4500 cc per una potenza nominale di 550 cv a 8500 giri., cambio sequenziale a sei marce.

 Il peso complessivo era di 1290 kg.

 Una nota quanto mai curiosa: dalle foto presenti nel fascicolo, allegato al modello ed edito in Italia da “La Gazzetta dello Sport”, si può notare il colore originale “rosso” che la Ferrari reale, del team svizzero Kessel Racing, aveva trasformato in versione corsaiola.

 

In collaborazione con Schumi

 La vettura stradale fu progettata anche con il supporto di “Kaiser” Michael Schimacher.

 

6 Ore di Vallelunga.

 La gara nacque nel 1973 e fino al 1980 era nel calendario del campionato mondiale marche di ruote coperte.

 Nel 1994 fu nuovamente inserita nel calendario annuale dei campionati mondiali di categoiria.

 

Gara complicata

 La vettura non ebbe gara facile: all’ultimo pit stop fu penalizzata dai giudici in quanto fu spinta dai propri meccanici, il motorino di avviamento si bruciò e fu necessario sostituirlo, un principio d’incendio a pochi giri dal termine e infine la rottura di uno scarico a 10 minuti dal termine della corsa.

 

Ex kart

 Valentino Rossi era stato da ragazzo anche un ottimo pilota di kart. Fu il padre Graziano, ex pilota di moto, a stabilire la sua futura carriera dedicata alle sole due ruote.

 Rossi si è cimentato in altre competizioni su quattro ruote (rally e pista) e a diverse sessioni (ma di sole prove) con delle Ferrari di Formula 1.

 

 

 

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Scatti del video prodotto da elman.it

 

  

 

 La versione corsaiola, della FERRARI F430, non poteva mancare nella replica, per le edicole, della versione con cui corse il campionissimo delle due ruote Valentino ROSSI.

 Il modello di questa versione, VALLELUNGA 2009 e già prodotto da diverse case (BBR, IXO MODELS, MATTEL), è quanto mai attraente nella sua livrea giallo acido su un fondo nero satinato; fascino che aumenta ancor di più perché la vettura fu guidata dal campionissimo di TAVULLIA.

 Nell’insieme il modello regge bene il confronto con la vettura reale. Alcuni errori, specie nella carrozzeria, sono quanto mai accettabili in considerazione del fatto che la verniciatura e le sponsorizzazioni sono di discreta realizzazione. Belli altri dettagli come cerchi, sedile e cruscotto…

Ma procediamo con ordine, nel descrivere l’elaborazione da me compiuta potremo insieme identificare errori (e omissioni) che in parte saranno poi corretti e altri errori che proprio dovremmo tenerci senza roderci, modellisticamente parlando, il fegato.

 

 Gli interni sono stati realizzati nella più stretta economia, al punto che l’estintore fisso è stampato direttamente sul pianale dalla parte del passeggero. Dalle foto a lato, è comprensibile che abbia dedicato il grosso dell’elaborazione proprio agli interni. Tolto il sedile, la rollcage e il cruscotto, il resto è appena accennato e non sufficiente se si elabora con un filo di ambizione il modello.

 Ho iniziato con il rimuovere l’estintore stampato, sostituito con uno nuovo e realizzato con del semplice tondino di Plasticard e del filo di rame. Ho sfruttato la base di fusione del precedente, di modo da riprodurre l’attacco al fondo della vettura. Purtroppo l’estintore nuovo è un tantino fuori scala, ma diversamente non potevo fare.

 Il sedile proprio del modello è molto bello anche se di una misura extra. Poco male, visto che anche l’estintore soffre del medesimo problema. Le cinture di sicurezza le ho realizzate con le procedure ormai conosciute e illustrate in altri modelli da me elaborati e rielaborati. Unica nota per ricordare che il sedile era bicolore (interno rosso ed esterno nero lucido).

 I pedali, del freno e dell’acceleratore, sono in alluminio e la zigrinatura l’ho ottenuta facendo più volte pressione con il manico zigrinato di un utensile proprio sul foglio di metallo (materiale che ricavo da una lattina di una bibita gasata). Lo stesso materiale l’ho utilizzato per la piastra di appoggio dei piedi del pilota. Con questo alluminio, procurabile a costo zero, posso ottenere decine di dettagli per tutti i modelli.

 La paratia di separazione tra abitacolo e motore l’ho arricchita con cavi e centraline, quest’ultime ricavate con l’impiego di Plasticard e altri materiali quali plastica e PVC.

 Per ragioni tecniche, lo specchietto retrovisore interno l’ho montato alla rollcage e non sul parabrezza. Attraccarlo come nella realtà avrebbe imposto di bucare il parabrezza con una punta da 0,8 mm e poi usare una colla priva di solventi, con il rischio che si staccasse facilmente con il passare del tempo.

 Ad ogni conto, lo specchietto è auto costruito con Plasticard e filo di rame.

 La vettura era priva della leva del cambio a tunnel, montava due leve semicircolari davanti al volante per gestire il cambio sequenziale privo di frizione a pedale. La replica di queste due leve l’ho realizzata con un vecchio volante tagliato a ore 12 e ore 6, poi incollato sul cannotto dello sterzo.

 

 Terminati gl’interni, ho affrontato il pianale esterno e le ruote. Brutte bestie entrambi.

 Le ruote non sono riuscito a rimuoverle e quindi ho dipinto i cerchioni lasciandoli montati sugli assi; la colorazione è una base di nero lucido a cui aggiungo del SILVER opaco. Avrei volentieri aggiunto i dischi dei freni, replicati con semplici rondelle di acciaio, ma vi ho dovuto rinunciare. Le gomme le ho levigate asportando la parte lucida del battistrada e questa semplice ma noiosa operazione consente di avere degli pneumatici degni di essere scambiati per veri.

 Il pianale l’ho solo carteggiato con carta smeriglia da 800 e 1000.

 Chiusa la vettura, ho iniziato la finitura esterna. Alcuni dettagli li ho potuti aggiungere, come le viti di fissaggio dei paraurti, altri li ho realizzati come i due ganci di soccorso. A proposito di questi, con un pennello triplo zero ho riprodotto le frecce di segnalazione per i soccorsi bordo pista.

 L’antennino l’ho solo modificato riducendone la lunghezza e dipingendolo di nero.

 I tubi di scarico li ho forati con una punta da 1,5 mm, li ho ridipinti di nero e infine ne ho evidenziato il diametro tramite una matita con grafite morbida.

 L’alettone posteriore aveva, per ogni baffo, due viti per la regolazione di questi; con una punta da trapano ho realizzato dei fori e colorati poi in SILVER.

 I ganci di chiusura del cofano anteriore erano solo dipinti, per dare loro rilievo ho impiegato delle fotoincisioni e tramite un po’ di trasparente opaco (a base smalto) le ho incollate sopra ai ganci dipinti.

 Nel modello della F430 di ROSSI mancavano le finestrelle di rapida comunicazione e ventilazione presenti sui vetri laterali. Ho cercato di dare una soluzione a quest’omissione evitando però quella ormai consolidata delle decal. Le decal, se non sono di ottima qualità, con il tempo tendono a ingiallire se non peggio a staccarsi.

 Ho sperimentato l’uso di acetato trasparente fissato con un nastro biadesivo, a sua volta trasparente.

 La soluzione è stata più un esperimento che di certo dovrò affinare con il tempo ma qualche primo positivo risultato l’ho ottenuto.

 Una possibile soluzione poteva essere lo smontare la vetratura e poi forarla, una volta fatto ciò avrei dovuto limarla per ottenere una finestratura quadrata. Questo metodo però è alquanto laborioso e non privo di possibili danni irreparabili. Non ultimo problema sarebbe stato l’incollare la parte scorrevole senza evidenti segni di colla e tracciare le relative guide lungo tutto il finestrino. Insomma, una tecnica troppo rischiosa con conseguenze nefaste per il modello.

 Un dettaglio che non ho potuto proprio correggere è la posizione (errata nel modello) degli adesivi che segnalano, sul parabrezza, i pulsanti di stacco alimentazione e di scarico del gas ignifugo in caso d’incendio. Sopra le foto riguardanti questo dettaglio: a sinistra la vettura reale e di seguito il modello in scala. Unica soluzione attuabile possibile avrebbe previsto la rimozione delle due decal e la sostituzione con due nuove. Ma, mi domando, quale arte c’è nel solo mettere senza un filo di maestria e d’ingegno? No, non mi piace vincere facile.

 

 

 

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La Ferrari del signor Rossi

 

La vettura guidata da ROSSI durante la gara (moto.infomotori.com)

 

 

L’abitacolo a cui ho rimosso rollcage, sedile ed estintore.

 

Foto tratta dal fascicolo allegato al modello.

 

 

 

 

 

 

Diverse viste dell’abitacolo elaborato.

 

Interni di una F430 (Copyright sconosciuto).

 

Vista del volante con le due leve presenti per cambiare le marce

 

Dettaglio di una gomma posteriore “raspata”.

 

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