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NISE, Federico Cavann@ in
Genova "work-shop" 2017 MASERATI 300S 1955 Piloti:
Roberto MIERES con Cesare PERDISA Ritirati 23a edizione de 24 Ore di Le Mans,11 e 12
giugno 1955 Elaborazione modello per edicole,
scala 1/43 Ottobre 2017 |
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La classifica Primi classificati: Mike Hawthorn
e Ivor Bueb, Jaguar D-Type. Secondi classificati: Peter Collins e Paul Frère, Aston Martin DB3. Terzi classificati: Jacques Swaters e
Johnny Claes, Jaguar D-Type. Una vittoria dimenticata Il Gran Premio di Super Cortemaggiore,
svoltosi a Monza, fu segnato dalla vittoria del francese Jean Behra che batté le Ferrari 750 Monza. Purtroppo quella
vittoria rimase in secondo piano dato che, sempre a Monza, tre giorni prima
era deceduto Alberto Ascari durante le prove di una vettura. Altri soggetti correlati |
Il momento del terribile incidente: l'auto di LEVEGH
tamponò la AUSTIN di MACKLIN. Immagini, nomi di prodotti, marchi, sono: tutelati dai
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loro legittimi proprietari. |
Pochi
dettagli di serie, tanti da aggiungere Per
l’edizione numero 23 della 24 ORE DI LE MANS, MASERATI si presentò in gara
con due nuove 3.0L 300S che già avevano dato buoni risultati correndo a
SEBRING. Le due
vetture furono portate in gara dai piloti di F1 Roberto MIERES, con Cesare
PERDISA e Luigi MUSSO con il veterano di sport endurance Luigi “Gino”
VALENZANO. MASERATI schierò anche una A6GCS nella
classe S-2000, consapevole che avrebbe potuto fronteggiare marginalmente le
scuderie avversarie quali JAGUAR e MERCEDES. In
dettaglio, le due 300S non furono fortunate e a causa di noie meccaniche
dovettero ritirarsi. Già nelle prime ore dalla partenza si ritirò la vettura
con il numero 15, sorte più beffarda toccò alla numero 16 che si ritirò però
a poche ore dalla conclusione. La
manifestazione fu funestata da un incredibile incidente che coinvolse alcune
vetture in gara. L'uscita di pista della MERCEDES-BENZ 300
SLR di Pierre LEVEGH che, letteralmente, volò sulle tribune stracolme di
spettatori causando la morte del pilota e di 83 spettatori, nonché il
ferimento di altre 120 persone. Cosa
accadde quel giorno lo possiamo oggi stabilire grazie alle riprese
cinematografiche fatte lungo il rettilineo. La foto,
in fondo all’articolo, mostra il momento iniziale della tragedia. LEVEGH
seguiva la JAGUAR D-TYPE di Mike HAWTHORN, in testa alla corsa, quando questi
sorpassò in doppiaggio la AUSTIN-HEALEY guidata da Lance MACKLIN. Subito dopo
la manovra, HAWTHORN frenò all'improvviso per rientrare ai box, spostandosi
sulla destra. MACKLIN provò dapprima a frenare restando nel lato destro ma
nel tentativo finì con le ruote sullo sporco al lato della pista e perse il
controllo della sua vettura che iniziò a scartare verso sinistra. Successivamente, MACKLIN riuscì a riprendere
il controllo del veicolo ma ormai si trovava sulla traiettoria della MERCEDES
di LEVEGH che sopraggiungeva in piena velocità. L'auto
di LEVEGH tamponò la AUSTIN di MACKLIN che funse da rampa, fu proiettata in
alto e si schiantò sulla barriera che divideva la pista dalla tribuna,
prendendo fuoco; alcuni pezzi dell'auto (il
cofano, l'asse anteriore delle ruote, ed altri) volarono sulla tribuna
piombando violentemente sugli spettatori (1). Questo
resterà uno dei più terribili incidenti nella storia dell’automobilismo e
delle competizioni. Il
modello Ho
realizzato un’elaborazione tramite un modello da edicola, come sempre queste
versioni presentano qualche pregio e i soliti difetti dati dalla grande
produzione. Già da
una prima occhiata, si nota che gli pneumatici sono sovradimensionati. Li ho
sostituiti con altri utilizzando però i cerchioni originali. Con una lima da
dentista ho ripulito i raggi e con un cutter affilato ho ripulito anche i
gallettoni a tre punte. La
foto sotto Vi mostra sia la variazione degli pneumatici sia il doppio scarico
che, in originale, era in colore marrone (Perché
mai? Non è chiaro…) ma che ho ricolorato in acciaio opaco e schiarito con
del bianco. Aperto
il modello, ecco un dettaglio quanto mai curioso e, onestamente, mai visto su
modelli da edicola: l’abitacolo è fissato alla scocca con ben quattro
rivetti! Di cose curiose ne avevo viste ma questa mi ha lasciato muto. Per
eliminare le rivettature, comunque, non vi sono problemi utilizzando una
punta da trapano di diametro “7” e fatta girare a mano con molta calma, in
questo modo si consuma la corona del rivetto. Le
cinghie che vi erano sul modello, per chiudere i cofani, erano stampate. Le
ho rimosse con acetone e le ho sostituite con altre quattro realizzate con
fotoincisioni e carta dipinta. Sul
cofano posteriore ho aggiunto i due tappi carburante che erano presenti sul
modello ma tramite delle colorazioni “in nero” (io le avevo confuse per prese d’aria…). Infine
le luci di posizione dei numeri di gara, prodotte da EQUIPE TRON, sono un
dettaglio che rende molto “cool” un modello “low cost”. L’abitacolo l’ho arricchito con un volante
fotoinciso, la leva del cambio e la pedaliera. I sedili li ho dipinti in un
colore tipico di quegli anni, purtroppo non avevo documentazione che mi
potesse dare precise indicazioni sul colore della pelle allora utilizzata. Importante è dipingere anche il poggiatesta
del medesimo colore dei sedili. Peccato per il cruscotto, il diametro della strumentazione
è troppo piccolo per poterci mettere delle decal per riprodurre contagiri e
altro. E ora
la fanaleria anteriore. Purtroppo hanno realizzato delle parabole trasparenti
solo superficiali, una volta tolte non vi è modo di mettervi dei fanali. Se
era per risparmiare metallo, non mi è parsa un’idea geniale. A
questo punto ho messo in atto un piccolo trucco: alla vettura “reale” le
parabole erano state protette con del nastro adesivo, che poi sarebbe stato
tolto durante la fase notturna della gara. Bene, allora ho incollato delle
strisce sottilissime di carta, ricoperte poi di vernice opaca. Sulla
calandra ho aggiunto due fari in resina, sempre produzione EQUIPE TRON. (1) Fonte WIKIPEDIA. |
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