NISE, "work-shop" 2009 - 2019

MASERATI A6GCS/53 BERLINETTA (Telaio n. 2056)

Conte Paolo GRAVINA, ritirato

GIRO DI SICILIA, 1954

Elaborazione modello di produzione per edicole, scala 1/43

Dicembre 2019

 

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Quattro esemplari per il sogno Maserati

 Quanta bellezza e quanta sfortuna nella MASERATI A6GCS/53 berlinetta nata da uno sviluppo estetico di PININ FARINA. Sfornata in appena quattro esemplari, ma sufficienti per scrivere pagine epiche di automobilismo alla vecchia scuola; rimasta nel cuore e nei sogni di molti per la bellezza della linea che l'ha resa una delle auto italiane più desiderabili.

 Facciamo un salto al 1952 e alla MILLE MIGLIA di quell’anno. Le MASERATI presenti al via sono le A6 GCS (acronimo di “Alfieri”, “6 cilindri”, “ghisa”, “corsa” e “sport”) progettate da Gioacchino COLOMBO (firma dell'Alfa Romeo 158 e del V12 della Ferrari 166 F2), e che ottengono diversi successi tra le sport prototipi e in altre categorie. Bellissime e performanti ma, con la loro carrozzeria barchetta aperta, non potevano reggere il confronto con le sportive coupé sotto i temporali (e il freddo!) che imperversavano lungo il percorso dell’edizione del’52.

 Le vittorie alla MILLE MGLIA spingono diversi gentleman driver, come il conte Paolo GRAVINA di CATANIA, a chiedere alla MASERATI auto sportive con l’abitacolo coperto per sopportare la dura gara che spesso è resa ostica dalle terribili condizioni atmosferiche a cui questi signori della guida (a dire il vero non sempre aitanti) sono sottoposti. La casa modenese accetta tale richiesta e passa l'incarico, di “chiudere” l’abitacolo delle l'A6GCS, all'atelier di Battista “Pinin” FARINA

 Da parte di PININ FARINA nessun problema di accettare tale incarico ma, come in questa storia poi si scoprirà, vi è un primo problema e che segnerà l’inizio di tante disavventure.

 La casa torinese ha già un accordo con FERRARI per la realizzazione esclusiva di diverse berlinette, se avessero realizzato una carrozzeria per MASERATI di sicuro a MARANELLO avrebbero potuto sollevare problemi legali per mancata esclusiva dei progetti. Fu escogitato allora un sotterfugio per ovviare a tale conflitto di esclusività: sei telai della A6 GCS furono venduti a un certo Guglielmo DEI, concessionario romano per MASERATI il quale, ma guarda un po' che combinazione, commissionò di sua iniziativa le sei carrozzerie necessarie.

 Risolte le beghe legali, in pochi mesi dall'incarico la sportiva MASERATI, in versione berlinetta molto elegante e signorile, fu pronta per il Salone di TORINO nella primavera del 1953. Il risultato fu una due posti lunga 384 cm, larga 153, ala 86 e con un passo di 231 cm. Bella e signorile sì, ma sotto una vera auto da corsa con tutti gli attributi al posto giusto: il motore aspirato è un 6 cilindri in linea da 1986 cc con tre carburatori WEBER, lubrificazione forzata con pompe di mandata e recupero e accensione doppia con due magneti; trazione posteriore e cambio a 4 velocità capace di erogare 170 CV e di spingere l'A6 fino ai 235 km/h grazie a soli 740 kg di peso complessivo.

 Erano sei i telai di partenza delle potenziali berlinette ma solo quattro furono allestiti. Secondo quanto riportato dalla rivista di motori MOTOR1.COM, di seguito le quattro versioni realizzate.

 La prima (telaio 2056), di colore rosso, fu venduta al più acceso sostenitore della berlinetta, il conte GRAVINA. Il modello, fece pochi chilometri prima di andare in pezzi con un'uscita di strada al GIRO DI SICILIA del 1954.

 La seconda (telaio 2057), con carrozzeria blu scuro e tetto azzurro, partecipò al GIRO DELL'UMBRIA con Piero PALMIERI, che concluse settimo lamentando il caldo presente nell'abitacolo (ma corse a giugno e, forse, un po' di caldo era conseguente al sole diretto). Sta di fatto che la carrozzeria originale fu rimossa, ma conservata, a favore di una più ariosa variante barchetta.

 La terza (telaio 2059), di colore rosso con striscia centrale bianca, fu esposta al Salone di PARIGI prima di essere affidata al conte Alberto MAGI DILIGENTI che se ne disfò dopo la sua deludente partecipazione alla MILLE MIGLIA del 1955 dove si classificò al 109° posto (ma non si è sempre detto che l’importante è soprattutto il partecipare?).

 Infine la quarta (telaio 2060), dipinta di rosso con banda blu, ebbe vita breve anch’essa prima di assumere le sembianze di una spider.

 Il modello telaio 2056 fu ordinato dal Conte Paolo GRAVINA nel dicembre 1953.

Ideata come auto da corsa, fu allestita con pochissime finiture e la massima spartanità. Fu iscritta al GIRO DI SICILIA del 1954 (vinto da Piero TARUFFI).

 Pare vi sia una sola foto che ritrae il modello alla partenza della gara a PALERMO, foto che non sono riuscito a scovare in alcun modo.

 Pare anche che l’auto avesse problemi di perdite d’olio nella zona posteriore e alcune parti meccaniche non fossero state assemblate con la giusta attenzione.

 In gara il conte GRAVINA ebbe uno spaventoso incidente che causò la morte del suo copilota PRIZZI. Riportata in fabbrica, quel che ne rimaneva rimase dimenticato fino al 1991, quando l’allora presidente della Maserati Alejandro DE TOMASO ne ordinò il restauro che, inspiegabilmente, non riportò la A6GCS Coupé alla sua versione originale. Oggi è conservata nella collezione Museo Panini di Modena.

 

Il Modello

 Per la realizzazione di questa elaborazione ho utilizzato il modello base da edicola.

 L’ho smontato completamente per poter lucidare al massimo la carrozzeria e per eleminare alcuni segni di collante residui del montaggio in fabbrica.

 La verniciatura era di massima abbastanza buona e non è stato difficile farla splendere ed eliminare qualche imperfezione. In generale, il tutto è stato abbastanza facile da smontare, solo qualche momento critico quando ho rimosso le vetrature. Le cornici dei vetri le ho ripassate con un pennarello color argento.

 Una volta lucidata la scocca, ho rimontato i vetri aggiungendovi quello dalla parte del guidatore, assente nel modello e da me realizzato con del semplice acetato trasparente.

 Dato che la carrozzeria era di buon livello, ho deciso di montare ruote con cerchi a raggi fotoincisi. Un piccolo investimento che alla fine ha reso, accrescendo l’estetica finale del modello.

 

 

 Gli interni sono praticamente gli originali a cui ho sostituito il volante, con uno fotoinciso; ho rifinito il tubo del bocchettone benzina e il pianale posteriore che ho ridipinto vista la qualità discutibile della colorazione di base.

 Leva del cambio e sedili sono sempre loro, giusto una colorata leggera.

 Rimontato il tutto, quello che io chiamo il “sarcofago”, ho aggiunto i numeri di gara e sostituiti i fanali. Quelli posteriori sono di serie semplicemente rifiniti con del colore arancio a smalto e, una volta asciugato lo smalto, rifiniti con vernice trasparente lucida sempre a smalto.

 I tergicristalli sono fotoincisioni di TAMEO.

 Non ho potuto reperire la targa della vettura; ho letto un post di un modellista che indicava la targa potesse essere “MO 465262” ma evidenze di ciò non ne ho avute.

 Sarebbe forse il caso di contattare il MUSEO PANINI, giusto per chiedere loro se hanno registrato i numeri che allora la formavano.

 Se qualcuno avesse tale informazione, si faccia sotto così potrò completare la mia semplice elaborazione. Grazie anticipatamente!

 

 

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