NISE, "work-shop" 2009 - 2019

FIAT ABARTH 131 RALLY

Equipaggio Walter RÖHRL - Christian GEISTDÖRFER

22° Rally di SANREMO 1981, 1° assoluto

Elaborazione modello di produzione, scala 1/43

Gennaio 2020

Alcune info

 La vettura pesa 950 chilogrammi contro i 980 di quella di serie. Portiere e cofani in alluminio, restante dei parafanghi in vetroresina.

Motore di 2000 cc, 4 cilindri 16 valvole per una potenza a banco di circa 240 cavalli.

Trazione posteriore.

 

 

 

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Trascorsi turbolenti tra scioperi ed errori vari (miei)

 Storia complessa e ricca di dettagli quella che si lega questa 131 Rally e che vinse la (allora) prestigiosa competizione valevole per il titolo mondiale. Era la nona delle dodici prove per il titolo mondiale e la coppia Walter RÖHRL - Christian GEISTDÖRFER se lo aggiudicò con la vittoria di quattro prove mondiali e superando la coppia Hannu MIKKOLA – Arne HERTZ con la loro FORD ESCORT RS 1800.

 Era l’autunno del 1980, periodo sociale e lavorativo in cui la FIAT era spesso con le maestranze in sciopero.

 Salto temporale: siamo nel 1990 e la vettura si trova in un garage di MARSIGLIA; è stata dipinta con la livrea bianca, celeste e blu “OLIO FIAT” ma targa e numero di telaio rivelano che si tratta della vincitrice del SANREMO ’80.

 Peter ZANCHI, gentleman driver che vive a MILANO, non si fa scappare il piccolo gioiello e lo acquista restaurando la versione originale.

 Nel portarla al suo originale aspetto, si rievoca il suo passato travagliato.

 Perché, nel 1980, in FIAT ci sono molti scioperi, i cancelli sono picchettati ma quella vettura, gli operai di turno al picchetto, decidono di farla uscire perché andrà a correre e a tenere alto il nome FIAT. La passione sportiva, forse è vero, non ha colori né emblemi di partiti. La Scuderia FIAT, se vuole vincere il Mondiale costruttori, deve portare a casa una decisiva vittoria al SANREMO schierando almeno tre 131 (RÖHRL, Markku ALEN, Attilio BETTEGA).

 Le tre vetture sono preparate presso le officine ABARTH, anche lì si sono i picchetti ma le maestranze sarebbero disposte a far uscire le tre vetture a patto che sia presente lo slogan “No ai licenziamenti”. I dipendenti della ABARTH, pur se solidali con i 23.000 cassaintegrati FIAT, capiscono che se la 131 corre e vince può essere un ottimo elemento per alzare le vendite ed evitare che FIAT faccia tagli definitivi. Si tratta, niente slogan e le vetture escono per andare rispettivamente presso il JOLLY CLUB, 4 ROMBI e RIVER TEAM.

 Le vetture sono sena sponsor di sorta, per non dare troppo nell’occhio. In seguito, quella di ALLEN sarà allestita con i colori giallo e blu di “VS OLIO FIAT” mentre quella di BETTEGA di colore azzurro.

 I motori escono dalla ABARTH in un secondo tempo e i vari team privati daranno supporto e logistica ai meccanici ABARTH che formalmente sono fedeli alla linea di sciopero ma, che in realtà, si mettono in ferie per poter lavorare sulle vetture.

 RÖHRL vinse quella prova mondiale andando veramente forte e non risparmiando minimamente la vettura, alcune foto del tempo ne mostrano i segni evidenti: il parafango posteriore destro durante una prova speciale viene letteralmente strappato dal teutonico pilota.

 Il resto della storia è ora custodito (almeno fino al 2008 era così) in un garage di SETTIMO MILANESE, amorevolmente conservato anche se con alcuni errori di restauro che si sarebbero potuti evitare. Ma nessuno è perfetto, se continuate a leggere lo scoprirete.

 

Questa foto è fondamentale per comprendere quanto riportato in questo articolo, tenetela sotto i Vostri occhi allora! (Copyright sconosciuto).

 

Il Modello

 Anche il sottoscritto, nella elaborazione di una vecchia 131 della TROFÉU, ha commesso diversi errori a volte voluti ma spesso commessi per una certa superficialità. Ogni tanto mettersi in ginocchio sui ceci fortifica la colonna vertebrale e lo spirito.

 Gli errori commessi, calma che adesso li descrivo minuziosamente, sono dovuti a una mia superficialità nel gestire la documentazione fotografica in mio possesso e per una certa supponenza di saperne abbastanza su questa vettura al punto di non cercare ulteriore documentazione.

 Una cosa che amo del mondo della modellistica è che castiga sistematicamente coloro che, come me per questo modello, pensano che un articolo di una rivista e due istruzioni di decal siano sufficienti per fare le cose bene e, soprattutto giuste.

 

 

 Parto dal primo errore: la posizione delle decal sulle portiere. Ho utilizzato un kit di decal della RACING 43, sicuramente nate per le scocche di loro produzione e non per quelle TROFÉU. Sarebbero andate “quasi” benissimo ma ho commesso un errore di partenza: il posizionamento della decal con i nomi dell’equipaggio della vettura.

 Visionando le foto presentate nell’articolo dedicato a questa vettura, e pubblicato su GRACE del settembre 2008, avevo visto che i nomi erano presenti sulla sola portiera e non in parte sul parafango anteriore di ogni fiancata.

 In conseguenza di tale errore, la placca della gara non l’ho potuta collocare in linea con la maniglia della porta, conseguentemente numero di gara e sponsor sono rimasti più bassi fino a doverli collocare sulla sottoscocca.

 Errore non da poco, anche perché come ulteriore errore non ho potuto dipingere il sotto scocca di nero.

 Questo errore l‘ho commesso affidandomi alle sole foto della vettura restaurata mentre la versione originale aveva i nomi dell’equipaggio posti in parte sul parafango. Errore mio e del restauratore.

 

 

 Un altro errore presente sul modello restaurato è la posizione dello sponsor “NOVOLAN” sulla portiera del guidatore, le istruzioni di posa delle decal RACING 43 e la foto d’epoca evidenziano tale errore di restauro.

 Le due foto sotto, scattate durante la gara, mostrano come erano posizionate le sponsorizzazioni sulle due portiere.

 

 

 

 Se avete modo, confrontate le foto di allora con quelle della rivista e scoprirete dove ho sbagliato io e dove il restauratore, a sua volta, ha ceffato.

 

 

 

 

 

 Vi è da dire che anche le decal di RACING 43 mancano di alcuni dettagli, per esempio il numero “2” giallo da porre sul lunotto posteriore e altri adesivi che erano presenti sulla vettura reale. Nessuno qui è perfetto, pare.

 Altro errore meno correggibile. La scocca TROFÉU, in mio possesso, fa riferimento al modello di 131 prodotto fino al 1977 e che aveva la fanaleria posteriore diversa da quella in uso nel 1980. Per le luci targa purtroppo avrei dovuto sverniciare il tutto, tagliare via e rifarle completamente.

 Ho realizzato però la fanaleria posteriore rettangolare come era nella serie prodotta a fine anni ’70. Il risultato, tutto sommato è accettabile se si tiene conto che è realizzato con lamierino e smalti per unghie (grazie a mia moglie).

 La fanaleria anteriore è quella del modello a cui ho aggiunto due fanali supplementari con tanto di copertura protettiva (e qui ci ho dato dentro con l’ammorbidente per decal) e le due luci di posizione che sostituivano quelle rettangolari di serie.

 Andiamo avanti che non ho finito. Il sedile del navigatore: sbagliato in pieno! Il navigatore, Christian GEISTDÖRFER, era solito farsi montare un sedile con seduta e schienali larghi; in particolare, lo schienale era basso e con un poggiatesta minimo.

 Quindi i due sedili erano differenti e questo lo si evince sempre dalla prima foto “galeotta” che qui ho pubblicato.

 Ulteriore errore, anche se di piccola entità e correggibile, è lo stacco batteria che ho realizzato correttamente ma, peccato, fosse di colore rosso e non un semplice cavetto in acciaio. Altro errore del restauratore.

 In merito agli allestimenti degli interni, purtroppo non avevo altre foto che quelle relative alla vettura restaurata. Non dubito che chi ha compiuto il lavoro si sia preoccupato di informarsi il più possibile o, spero, abbia avuto modo di visionare foto della vettura allora allestita.

 Ho aggiunto la pedaliera del pilota (autocostruita) e gli estintori; le cinture di sicurezza sono quelle originali TROFÉU perché erano totalmente incollate ai sedili e questi saldati letteralmente al pianale, se avessi tentato di staccare i sedili avrei distrutto il pianale interno del modello.

 So che tutte le 131 ufficiali erano allestite spesso in maniera differente una dall’altra. Questo per tante ragioni: vi erano tempi di consegna differenti, le auto venivano completate da varie officine senza seguire precise regole, ogni pilota o equipaggio aveva le sue “richieste” opzionali che potevano cambiare di gara in gara.

 Il modello l’ho arricchito dei cerchi prodotti da EQUIPE TRON e che sono davvero ancora molto belli nonostante siano sul mercato da svariati anni. Ho preferito farli lucidi e non in alluminio opaco. Ci ho provato a farli opachi ma il risultato non era dei più riusciti.

 I tergicristalli li ho sostituiti con dei TAMEO, quelli originali sono più adatti a una vettura di serie che non da rally.

 Marmitta a doppio scarico, rifatta anche questa con del tubicino di alluminio.

 Via l’antenna originale e rifatta con della lenza da pesca opportunamente stirata per svettare perfettamente verticale.

 Aggiunte le frecce laterali anteriori, i ganci di recupero del mezzo, tutto rifatto.

 In conclusione, peccato per gli errori delle decal. Però lezione utile per ricordarmi che non si deve mai sopravvalutare le proprie conoscenze e che la superficialità documentale, in modellistica, paga sempre pegno.

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