NISE, "work-shop" 2009 – 2020 ALFA
ROMEO 155 V6 TI Pilota Nicola LARINI Campionato turismo
tedesco DTM (Deutsche Tourenwagen Meisterschaft) – 1° assoluto Elaborazione modello di produzione, scala
1/43 Agosto 2020 |
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Edizione del ‘94 Primo classificato fu Klaus
Ludwig su Mercedes C-Class V6, secondo Jörg van Ommen
sempre su Mercedes C-Class V6, terzo Nicola Larini su Alfa Romeo 115 v6 TI. La Opel coupé “La Opel aveva il vantaggio enorme
di essere un coupé. Usava la Calibra che era una spanna più bassa per cui in
velocità massima ci faceva un… Il vantaggio della Mercedes era
quello della trazione posteriore”. Sergio Limone Spiazzati “Li abbiamo spiazzati perché
non se l’aspettavano. L’Alfa Romeo in quel momento lì, in Germania, era
l’Alfa Sud con i buchi di ruggine”. Nicola Larini Gli spaghettari “A noi ci chiamavano gli
Spaghettari; quando si è vinto, a parte vendere più di 40.000 macchine in
Germania, poi si è venduto più prosciutti…cioè un indotto che ha alimentato
il fatturato dell’Italia”. Alessandro Nannini Il periodo più bello “Per Larini è stato il periodo più
bello della sua carriera; aveva un feeling unico di gestione della vettura”. Pino D’Agostino, responsabile
progettazione motori Alfa Romeo per il DTM Altri
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Nicola Larini pilota ufficiale Alfa Corse, Claudio
Chierici Direttore sportivo Alfa Corse, Sergio Limone responsabile
progettazione vetture (Copyright Davide Cironi). Immagini, nomi di prodotti, marchi, sono:
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riferimento e solo ai loro legittimi proprietari. |
Il
successo tedesco di un marchio solo italiano Nel 1994 ALFA CORSE si presentò a inizio campionato con una evoluzione del modello vincente del 1993, una versione tutto sommato ancora molto competitiva anche se dell’anno precedente. Rispetto ‘93, dove vi era stato un dominio assoluto ALFA, Giorgio PIANTA nel 1994 mise in atto delle strategie di gara che non si rivelarono giuste e che non permisero di fare il bis con la vittoria del campionato tedesco. A livello progettuale, interpretando il regolamento del ’94, la vettura fu abbassata notevolmente compreso il pianale che permetteva di avere un baricentro ottimale. A livello aerodinamico però furono realizzati diversi cofani e il muso fu arricchito di baffi laterali. Per quanto riguarda l'aerodinamica, furono realizzati dei fondi piatti sia davanti sia sul retro vettura, le cui dimensioni erano limitate agli assi delle ruote. L'alettone posteriore non poteva superare il profilo della vista frontale e la lunghezza della vettura. Tutto ciò consentì però di aggiungere un'ulteriore ala sotto il bagagliaio. Bella anche se ricca di fronzoli aerodinamici. Il motore non era lo stesso del ’93 e aveva un peso più contenuto dando però le medesime prestazioni del suo predecessore. Un grosso lavoro fu portato avanti per l’ABS, le sospensioni attive che però ebbero modo di dare risultati solo con il procedere del campionato, infine le centraline della MAGNETI MARELLI che servivano per la gestione del motore e di una parte della vettura. Si diceva, allora, che questa vettura fosse di fatto una vera Formula1 per sofisticatezza e per quantità di elettronica presente.
La vettura di Larini durante una gara, da notare
l’alettone posteriore ancora cona sola ala (Copyright sconosciuto Il modello Prodotto da MINICHAMPS, il modello qui elaborato è stato prodotto nel 1995 e non si tratta di produzione posteriore. No no, no! Originale al 100%! Conseguentemente, risente dei difetti produttivi che allora soffrivano i die-cast anche se di ottima produzione. Lo comprai nel 1995 e per 25 anni è rimasto “abbandonato” in fondo ad un armadio. Pur se in un ambiente chiuso e privo di luce, il modello si era opacizzato e alcune parti in plastica si erano deformate o rovinate in modo permanente. La prima idea è stata quella di fare solo un restauro del modello, ma poi…
La scocca dopo il lavaggio Poi ho deciso invece di fare qualcosa di più, di dare al modello anche qualche fasto di vita nuova. Smontato il modello, la prima operazione è stata il lavaggio della scocca e dei vetri. Dato che la scocca ha la livrea in parte verniciata e in parte a decal, il lavaggio l’ho eseguito con acqua e brillantante per lavastoviglie e senza strofinarla per non rischiare di staccare le decal presenti. Il grosso della elaborazione, e del restauro, è stato concentrato sugli interni della vettura visto che era anche la parte con più possibilità di miglioramento. Tramite delle foto del modello ancora oggi esistente, ho potuto ricostruire quasi al dettaglio l’abitacolo. Ho smontato la rollcage, facendo attenzione perché la plastica ha nel tempo subito un sensibile indebolimento. Importante è stato rimuovere con cura la sbavatura presente su ogni singolo elemento della gabbia. Sull’elemento orizzontale, che ho aggiunto sul davanti, vi ho posto lo specchietto retrovisore autocostruito. Il volante l’ho sostituito perché l’originale era fuori scala e soprattutto perché non era assolutamente fedele all’originale. La leva del cambio era posizionata nel punto errato e poi era palesemente fuori scala. Quindi ho tolto la leva e sostituita una seconda realizzata con uno spillo e un pezzettino di guaina di filo elettrico.
Il pianale con il volante sostituito e la nuova leva
del cambio Di buona fattura il sedile, per cui è bastato rifinirlo e ridipingerlo di nero. Le cinture di sicurezza erano a cinque punti, anche queste autocostruite. Ho aggiunto l’estintore fisso per l’abitacolo, posizionandolo dietro il sedile di guida di LARINI. Quando ho rimontato la rollcage, alcune parti le ho sostituite con del tondino metallico in acciaio. Sotto gli interni completati. Alla faccia delle ore di sonno rubate a fare tutto sto trambusto.
Due foto che mostrano il lavoro finale di
elaborazione
Tre foto dell’abitacolo della vettura (Copyright Historic Motor Central) Uniti pianale e scocca, ho aggiunto i ganci di recupero dell’auto in caso di incidenti o guasti; questi sono realizzati con filo di rame. L’antenna l’ho sostituita con una auto prodotta in materiale polistirene. Per quanto riguarda le decal presenti sulla scocca, che nel tempo si sono lievemente scollate, per risolvere tale problema le ho fissate con della vernice a smalto trasparente lucida. E fine del restauro, pronta per altri 25 anni di polvere. |
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