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Porsche 935 Kremer K3 "Sartec" 24 Ore Le Mans, 1980

Ritirata

Equipaggio: Ted Field (USA), Danny Ongais (USA), Jean-Louis Lafosse (F) per Porsche Kremer Racing

 

Elaborazione modello 1/43 di produzione - Febbraio 2025

 

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 Le Porsche 935 elaborate e prodotte dai fratelli Kremer (contrassegnate con un progressivo per tipologia di elaborazione, quindi K1, K2, K3, K4) erano modelli destinati a scuderie e piloti non ufficiali Porsche e furono auto che dominarono i vari campionati europei e americani per auto del Gruppo 5 e Silhouette.

 Da fine anni ’70 a ben oltre metà del decennio successivo furono le regine dei circuiti e di altre gare di durata o a tempo.

 Il modello qui elaborato (Quartzo) è un prodotto non più giovanissimo e le caratteristiche delle produzioni primi anni 2000 si vedono tutte.

 La colorazione non uniforme era tendente al cangiante con l’affiorare del colore della lega Zama.

 La livrea era realizzata con decal di variabile qualità (alcune sono assenti sul modello e non è chiaro se per volontà o per distrazione), alcune molto spesse e con il margine trasparente in abbondanza mentre altre sottili e facili a scollarsi se si maneggia la scocca senza la massima delicatezza.

 La scocca era la versione base stradale della 935, per cui priva delle prese d’aria laterali nei parafanghi posteriori ad altezza delle maniglie delle portiere; l’ala posteriore con vistosi segni di stampata che erano ricoperti da uno strato abbondante di colore; la mancanza delle aperture per i serbatori che erano presenti sul cofano anteriore (nelle sole versioni preparate e non da strada).

 Per quanto riguarda altri dettagli: l’assenza della rollcage e gli interni replicati al minimo indispensabile, un tergicristallo anteriore sottodimensionato e adattato al parabrezza piegandolo vistosamente.

 Possiedo da anni due di questi modelli, giuntimi come eredità, modellistica, di mio zio Carlo che era un appassionato di Porsche e che acquistò chiedendomi di migliorarle il più possibile. Purtroppo mio zio mancò dopo poco tempo e i due modelli rimasero nell’armadio a fare polvere.

 Con l’arrivo sul mercato della collezione Racing Porsche Collection, di Centauria Editore, diversi modelli di 935 sono stati inseriti nella collana. Con tanta illusione e ingenuità, speravo che i modelli proposti fossero su base Spark e non Quartzo. Ahimè non è andata come speravo, così ho deciso di utilizzare questo vecchio modello come base per capire come risolvere i vari difetti che troverò in futuro con i pezzi di Centauria.

 Nel caso desideriate realizzare la livera qui in oggetto, mio umilissimo consiglio: comprare un modello Centauria corretto, riverniciarlo e aggiungere un set di decal nuovo. Noterete che la spesa complessiva non è maggiore che acquistare il modello Quartzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le modifiche, le aggiunte e le correzioni

 Prima operazione smontare la scocca dal fondino e dagli interni.

 Mi sono procurato più foto che ho potuto sia dell’auto in questione sia di altri modelli di K3. La scocca l’ho pulita con del cotone imbevuto di acqua distillata (per non lasciare tracce di calcare e non rischiare di scolorire le decal usando detergenti o solventi di sorta). Il tergicristallo è da sostituire, realizzare i comandi di stacco batteria e scarica dell’estinguente, i relativi simboli erano presenti già sul modello di produzione. Aggiunti i tre copri tappi benzina sul cofano e ricolorati. Aggiunti i quattro ganci per il fissaggio del cofano. Il gancio anteriore e quello posteriore di recupero non erano visibili nel modello reale, ragione per cui non li ho realizzati. Aggiunti i due finestrini laterali in quanto totalmente assenti, con l’occasione ho lucidato parabrezza e lunotto posteriore che presentavano diverse righe. L’ala posteriore l’ho rimossa, carteggiata e ridipinta nella parte inferiore perché erano presenti due bolli di colata (molto vistosi e altrettanto inestetici). Dove è stato possibile, con un pennello numero zero, ho ritoccato i punti in cui non era presente il colore o questo era stato dato in modo troppo superficiale.

 

Gli interni sono stati una brutta sorpresa: il tutto era stato montato e fissato con quantità esagerate di colla termica. Questo ha significato l’impossibilità di smontarlo per poterlo elaborare e arricchire di dettagli. Ho rifinito il sedile, aggiunte le cinture di sicurezza e migliorato l’estintore presente (letteralmente cementato al pianale interno della vettura). Dalle foto ho riscontrato che le cinture di sicurezza, fornite da Kremer, erano nere e in alcuni casi delle Britax, il sedile consiglio di colorarlo con del nero + bianco al fine di garantire che si noti la presenza in rilievo delle cinture di sicurezza.

 Altro guaio non da poco è l’assenza della rollcage. Vi è solo il rollbar centrale con due staffe verso il vano motore. Tramite della plastica ho “provato” a costruire la parte assente ma la scocca presenta delle asimmetrie di fusione (nel mio modello, il montante del pilota è piegato e non lo si riuscirebbe a drizzare nemmeno a martellate, la penultima foto di questo articolo mette in evidenza tale difetto). A causa di queste irregolarità la rollcage assume forme quanto mai curiose e il risultato finale non è dei migliori nonostante vi abbia speso diverse ore per ottenere qualcosa di decente. Comprendo perché i progettisti Quartzo hanno abbandonato l’idea di ricreare l’intera struttura protettiva.

 

Per concludere, una abbondante lucidatura con pasta “Finish” di Tamiya e poi tanto tempo speso a lucidare il tutto con dell’ovatta lievemente intrisa di olio siliconico.

 

 Suggerisco di sostituire gli pneumatici posteriori o di ribassarli in quanto li ritengo sovradimensionati (Vi invito a fare un confronto tra il modello e la foto della vera vettura).

 

 Ultima nota storica in merito al colore del modello: il modello Quartzo riproduce in modo quasi fedele il colore originale mentre quello di Spark tende ad essere un tantino troppo carico. Consultando un appassionato di Porsche 935, mi ha confermato che la versione Sartec sfruttava parte di carrozzeria con sponsor Jägermeister (cofani, poriere paraurti ecc.), il colore però era decisamente “sbiadito” e in alcune foto (infatti) si può riscontrare il colore realmente portato in gara ossia un arancio – girasole.

 

 

 

 

 

 

 

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