NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009 - 2011

Carlo ROMANO
GENOVA VIOLENTA nei poliziotteschi anni Settanta
Via del Campo Edizioni (2011).

Modellismo

Pittura e grafica

Cinefoto

Genova per Noi

In internet si possono trovare siti espressamente dedicati al genere. E' consigliabile, per quanto riguarda la visione dei film, cercare e acquistare i DVD ufficiali che sono privi di tagli casalinghi che hanno letteralmente accorciato le versioni originali di diversi minuti ed eliminato le sequenze dove si vedevano scorci di GENOVA.

Spesso, in siti non italiani e dedicati alle location dei film, GENOVA non viene letteralmente indicata per pellicole come "IL GIORNO DELLO SCIACALLO" o "ITALIA A MANO ARMATA".

 

 
 

Titoli principali appartenenti al genere Poliziottesco le cui riprese sono avvenute totalmente o in parte a Genova:

- LA POLIZIA E’ AL SERVIZIO DEL CITTADINO? (Romolo Guerrieri) - 1973 .
- LA POLIZIA INCRIMINA, LA LEGGE ASSOLVE (Enzo G. Castellari) - 1973.
- L’UOMO SENZA MEMORIA (Duccio Tessari) - 1974.
- IL CITTADINO SI RIBELLA (Enzo G. Castellari) – 1974.
- MARK IL POLIZIOTTO SPARA PER PRIMO (Stelvio Massi) - 1975.
- NAPOLI VIOLENTA (Umberto Lenzi) - 1976.
- GENOVA A MANO ARMATA (Mario Lanfranchi) - 1976.
- ITALIA A MANO ARMATA (Franco Martinelli) - 1976.
- IL GIORNO DEL COBRA (Enzo G. Castellari) - 1980.
- IL BANDITO DAGLI OCCHI AZZURRI (Alfredo Giannetti) - 1980.


Titoli pellicole consigliate pur se non strettamente appartenenti al genere Poliziottesco:

- LA LEGGE DEI GANGSTERS (Siro Marcellini) – 1969.
- IL GIORNO DELLO SCIACALLO (Fred Zinnemann) - 1973.
- LUCKY LUCIANO (Francesco Rosi) - 1973.
- IL SUO NOME FACEVA TREMARE…INTERPOL IN ALLARME (DIO , SEI PROPRIO UN PADRETERNO!) (Michele Lupo) - 1973.
 

 

GENOVA nel cinema di genere degli anni 70
Anche se gli Anni 70, da GENOVA, sono sempre più lontani e le mode di allora sono cambiate innumerevoli volte (ovvero: sempre le solite tre o quattro con qualche ritocco del caso) , la corrente amatoriale per il cinema di genere, quale il Poliziottesco, non si spegne e riesce a dare nuovi segni di vitalità anche tramite piccole ma significative pubblicazioni come questa. Per piccole deve intendersi solo il formato di stampa e non certo nelle intenzioni e nei contenuti
Carlo ROMANO riporta una sintesi del cinema di genere ambientato a GENOVA: il capoluogo ligure è l'ideale set per qualsiasi film così che diversi registi, questo commento, lo hanno messo in pratica in oltre 100 anni di riprese.

L'autore collega le pellicole di genere (non tratta solo il Poliziottesco ma anche il Noir, il Polar, l'Hard Boiled, lo Spy story) con la città e i suoi reali set di ripresa. Non sempre il collegamento appare chiaro e di dettaglio, specie per chi é poco pratico di questi film e della stessa topografia genovese in cui collocare le diverse location.
La pubblicazione é più un riassunto da consultare quando si ha la necessità di riscoprire, ma per i più di scoprire, questa strana accoppiata che per una serie di pellicole significò il pieno successo ai botteghini e per la città la trasfigurazione romanzata del crimine violento, della malavita e di quell'inferno romantico e poetico il cui cuore era nel suo centro storico sempre identificato con la sigaretta a penzoloni di DE ANDRE', le bancarelle di bionde e l'amore a ore.
ROMANO si dimentica però di porre una premessa importante: la GENOVA di quegl'anni non esiste proprio più. E' lentamente cambiata, senza fare troppo rumore e senza chiedere permesso alcuno. Tipico fare zeneize.
Quei poliziotteschi mostrano scenografie di un tempo lontano e che ora sono state modificate con nuove strade, nuovi palazzi e persino con nuovi panorami. La gente e la cultura di allora sono mutati mutando anche la stessa entità dl capoluogo che tenta, svogliatamente, di conformarsi al ruolo di attrazione per turisti di ogni dove.

Quella GENOVA che era sempre grigia, con quell'odore di statico e di umido, con un ammassarsi dei dimenticati monumenti, di edifici commerciali già vecchi appena terminati, rossa per la ruggine delle sue fabbriche e dei suoi spiriti di rivolta, con le piazze ad uso per la lotta di classe o per l'aperitivo tra amici. Era la città del terrorismo e quindi di quel male che era oscuro a tanti Genovesi. Aveva il centro storico più bello del mondo, pieno di ponteggi e con i calcinacci delle case distrutte nell'ultimo conflitto. Sulle spalle e di fianco vi erano quei quartieri ricchi le cui case erano colme di ricchezze che nessuno ha mai potuto vedere. La città dove si mangiava la stessa frittura di pesce, partendo dalle trattorie dall'angiporto fino alle agiate ville di S. Ilario.
Erano due le lingue che vi si parlavano: il genovese della Foce (quello dei Genovesi presunti doc) e quello di Ponte Decimo (quello meno genuino con frammenti di napoletano o calabrese e se non siciliano ma che era la lingua della forza motrice del porto e delle fabbriche cittadine).
Questa era la città negli anni Settanta, giusta per l'appuntamento con il Poliziottesco. Un'epopea di Serie B prima condannata dal neologismo dispregiativo con cui venne nominata, dimenticata e solo poi (ma proprio poi) riportata agli onori dell'arte in celluloide.

Arrivarono gli Anni 80, portandosi dietro la cucina internazionale e i colori pastello alle pareti, le svizzere in un panino e i paraurti di plastica. Finiscono gl'Anni 70, finisce il film di genere e finisce anche la città criminale. L'addio é firmato da GIANNETTI con interprete un Franco NERO ormai un po' caricaturale nel ruolo del giustiziere con baffoni e trench.
Non un declino, sia chiaro, ma un evolvere verso altre idee, nuove strategie e una quotidianità ancora oggi da capire. Si é continuato quindi a fare cinema e si continuerà ma con tematiche differenti, in alcuni casi più attuali e aderenti alla realtà di questa città.

Stelvio MASSI, in un'intervista di diversi anni fa, raccontò di quante ragazzine erano corse sul set del film "MARK IL POLIZIOTTO SPARA PER PRIMO". Non aveva mai assistito a scene di fan scatenate come quelle di GENOVA e tutte verso Franco GASPARRI, mito indiscusso del momento.
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