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"work-shop" 2009 – 2024 “Rally” Miniserie
televisiva, 1989 Agosto
2024 |
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La trama Rally è una miniserie televisiva di otto
puntate (successivamente compresse in quattro) realizzata dalla RAI nel 1989,
diretta da Sergio Martino e con protagonisti Giuliano Gemma, nel ruolo di
Alain Costa un pilota di rally di successo ma sulla via del declino,
affiancato da Lorraine De Selle nel ruolo di
compagna di Costa e socia di una scuderia di auto da corsa. La serie poi si
arricchisce di vari personaggi tra cui diversi giovani piloti, meccanici e
team manager; il tutto in un mix di dramma agonistico, amori e dissapori,
avventure per il mondo. La
produzione Per dare seguito a questo mix, il regista e
la troupe di Rally hanno seguito varie tappe di alcune gare automobilistiche e
utilizzato diverso materiale di repertorio rallistico registrato tra il 1986
e il 1987 (Grecia, a Parigi per la partenza della Parigi-Dakar, in Marocco, a
Sestriere e in Costa d'Avorio). Le scene d'azione sono state girate con il
team di stuntman di Rémy Julienne con la consulenza di esperti
automobilistici e piloti come Franco Salomon, Francesco Manieri e Mauro
Pregliasco. Proprio di Mauro Pregliasco, le vetture da
rally che si vedono sono del team Astra (di cui il proprietario era appunto
Pregliasco). Tra le vetture impiegate vi furono una Lancia Delta S4 e delle
Lancia Martini 4WD del 1987.
Sulla scia del successo di una precedente
serie televisiva prodotta dalla RAI, “La voglia di vincere” del 1987 (con
Gianni Morandi e Catherine Spaak), “Rally” tentava di fare il bis di successo
raccontando, attraverso il mondo delle auto da corsa, avventure di piloti e
scuderie. Purtroppo, questo ultimo lavoro risulta
minore di qualità rispetto al precedente nonostante anche qui si sia messo in
campo una produzione a cui hanno partecipato diverse case di produzione
europee. Anche l’impiego massiccio del team di
acrobati e stuntman di Remy Julienne, impegnati in diverse evoluzioni per
dare “carica” alle varie sequenze, non rende la serie sufficientemente
attrattiva e spesso risulta più interessante il materiale di repertorio che
non il girato della serie stessa. Forse un errore, commesso in fase di
sceneggiatura, è stato quello di raccontare troppe vicende e di spostare,
ogni due puntate, i contesti agonistici in cui si svolge il racconto. Il
risultato finale è un tantino sconclusionato, dove auto e piloti non solo
passano in secondo piano ma paiono finiti in un rebelot più da soap opera che
non da serie drammatica “auto e amori”. Dal compagno di gara morto, ad amori
incrociati, per fare ogni tanto tappa nel torbido degli affari loschi che
potrebbero celarsi dietro il mondo del motorsport, e per concludere con
l’immancabile dramma (già troppe volte visto) del giovane pilota sfortunato
che rimane paralizzato ma che poi torna a correre con l’infinita forza di
volontà umana che solo nelle fiction possiamo trovare… tutto troppo e spesso
che non ci azzecca molto. Pur impegnandosi da grande professionista
quale era, Giuliano Gemma non riesce a dare emotività al suo personaggio che
appare spesso più come un narratore delle vicende di altri personaggi. La
recitazione troppo da sceneggiato, stile anni ’80 RAI, limita troppo la sua
espressività e il suo muoversi sulla scena. Lontana la verve degli anni d’oro
di film come “Anche gli angeli mangiano fagioli”. Lo stesso dicasi della coprotagonista Lorraine De Selle, lontani i tempi d’oro di film dove
sensualità e perversione (“Vacanze per un massacro” del 1970”) la rendevano
una delle attrici su cui un certo cinema puntava per fare cassetta e riempire
le sale. Qui, nella serie “Rally”, pacata e con abiti da “Milano da bere”,
perde tutta la sua grinta recitativa. Il resto degli attori, soprattutto quelli
giovani che interpretano i piloti addestrati da Costa, cade in cliché
recitativi rendendo il prodotto a livello delle serie tv che giravano sui
canali Mediaset di allora. Di loro, a livello cinematografico, se ne sono
perse le tracce da moltissimo tempo. Unico di loro ad aver avuto una
continuità di carriera è stato Luca Lionello (figlio del noto Oreste
Lionello). Una nota curiosa: nella serie appare Gino Santercole che, con il mondo delle corse, non si è ben
capito cosa abbia a che fare. Forse di lui era rimasto solo il ricordo di
quando faceva parte del clan di Adriano Celentano, nulla più. Troppo poco per
un ruolo in una serie TV di questo tipo. Resta comunque una traccia storica di quegli
anni e in particolare della passione per i rally che Lancia aveva portato
alla ribalta. Anni che tutti ricordiamo con infinita nostalgia per i piloti,
le auto e i contesti in cui tutto quel circus si
muoveva. Sappiamo bene che produzioni
cinematografiche dedicate al mondo delle gare di auto difficilmente
funzionano; purtroppo “Rally” appartiene a quei progetti che rimarranno solo
come testimonianza visiva di quel periodo e nulla più. «Che ti piaccia o no, per me, la corsa è
finita». Alain Costa verso Ryan Hereton
al Rally di Grecia Immagini, nomi di prodotti,
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