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“I diavoli del Grand Prix – The young racers”

Film, 1963

 

Giugno 2024

 

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“I diavoli del Grand Prix – The young racers”, 1963

 

Regia

Roger Corman

 

Sceneggiatura

R. Wright Campbell.

 

Musiche

Les Baxter

 

Durata

84 minuti

 

Pellicola

Colori

 

Interpreti principali

Mark Damon: Stephen Children

William Campbell: Joe Machin

Luana Anders: Henny

Patrick Magee: sir William Dragonet

John McLaren: team manager Lotus

Robert Wright Campbell: Robert Machin

Milo Quesada: pilota italiano

Anthony Marsh: annunciatore

Marie Versini: Sesia Machin

Margarete Robsahm: Lea

Christina Gregg: Daphne

Béatrice Altariba: Monique

 

La trama

 Sullo sfondo dell’allora nascente circo della Formula 1, Stephen Children è un ex corridore ora giornalista sportivo che segue il Mondiale della massima categoria di auto da corsa. Scopre che la sua fidanzata lo tradisce che il pilota del momento, l’asso del volante americano Joe Machin.

 All’aitante pilota d’oltre oceano, però, della fanciulla non importa nulla mentre a Stephen, l’amore per lei, era molto importante ed era infatti era procinto di chiederle di sposarla.

 Stephen non tollerando quanto accaduto e ritenendo la sua ex solo una vittima del tracotante Machin, decide di vendicarsi fingendo di essere interessato a incontrare il rivale per proporgli di scriverne la biografia. In realtà. Il progetto è di pubblicare un libro scandalo dove il pilota americano sia narrato come un pilota e un uomo spregevole, capace di buttare fuori pista gli avversari e di distruggere la vita sentimentale di povere fanciulle.

 Machin, inconsapevole di ciò, accetta la proposta di Children; inoltre lo stesso Children riesce ad entrare nella scuderia Lotus come secondo dopo Machin.

 Nell’evolversi della stagione la situazione tra i due però prende pieghe e sfumature ben lontane da quelle belligeranti con le quali si erano conosciuti. I due scoprono di avere diversi lati caratteriali che li porteranno ad una vera amicizia e soprattutto, una serie di avvenimenti di vario tipo, porteranno entrambi a cambiare le loro visioni delle proprie vite e del futuro che li attende oltre il mondo delle corse.

 

Titolo di testa

Machin e Children e il loro incontro a SPA Francochamps

 

 

Il team Lotus a SPA

Joe Machin vince il GP di Monte-Carlo e, al traguardo, riceve un bacio appassionato della fidanzata di Children

 

 

Foto che mostra la griglia di partenza del GP di SPA negli anni ‘60

I box e la linea di partenza del circuito di Rouen in Francia

 

 

I box e la linea di partenza del circuito di Reims in Francia, oggi restaurato e visitabile perché realizzato su una strada pubblica

La linea di partenza del circuito di Aintree a Liverpool

 

 

Per il film durono utilizzate delle vere Lotus e Ferrari di Formula 1 e alcune auto di Formula 2 giusto nelle riprese in corsa

I principali interpreti del film, al centro l’attore Patrick Magee che intrepreta il personaggio “ambiguo” di sir William Dragonet

 

 

L’auto distrutta di Joe Machin dopo l’incidente conseguente all’aver evitato di travolgere Children sbalzato sulla pista dopo un contatto con Machin

Joe Machin incontra suo fratello Robert in ospedale dopo l’incidente ad Aintree

 

 

Steve Children e la sua assistente, Henny, scoprono e di essere innamorati, ovviamente a fine film convoleranno a giusto fidanzamento

Quadretto finale con i due nemici ora amici e rispettive consorti al Caffè della Posta di Monte-Carlo

 

Produzione e curiosità sul film

 La pellicola, pur se basata su una trama che già allora risultava un tantino consumata. Risulta un lavoro troppo spesso criticato aspramente e relegato senza troppi dubbi nella categoria B-Movie del mondo delle corse automobilistiche. Non che la critica di allora, e di oggi, sia mai stata tenera con i film dedicati al mondo delle corse ma questo film non era incentrato esclusivamente nel raccontare di auto, velocità e belle donnine facili. Temo, invece, che molta critica si sia fermata a queste preventive valutazioni sul lavoro del regista e dello sceneggiatore.

 A differenza di quanto si possa supporre, il film parla molto del mondo delle corse ma dal lato femminile, ossia, raccontare le vite quotidiane e sentimentali delle mogli e delle fidanzate dei piloti.

 Il loro essere solo di facciata in secondo piano, qui, è un concetto che viene sgretolato a piccoli passi e senza particolari scossoni ma, quei piccoli passaggi nella trama, mettono in evidenza la fragilità degli uomini e del loro stile di vita legato al mondo delle corse.

 Fu quindi un film non strettamente legato a mostrare auto in corsa e bamboline cadere ai piedi di spericolati corridori. Peccato per i giudizi di allora, e ancora qualcuno profuso oggi, circa la scarsa qualità della pellicola e dei contenuti della trama.

 Tornando al film, interessante come traccia storica dei circuiti in cui si correva la F1 di quegli anni, sicuramente strutture non più adatte alla sicurezza di piloti e pubblico. Per, diciamocelo, quanto fascino nelle tribune e nei box di allora costruiti su strade pubbliche…

 

 Infine due curiosità: la prima riguarda un errore commesso in fase di doppiaggio italiano.

 Dopo l’ingaggio di Children in Lotus, Machin lo invita a casa sua per cena. Nella cena di quella sera vi è una citazione errata da parte di Steve: egli riporta che Alfonso De Portago morì a Monza nel 1958, mentre il pilota portoghese morì alla Mille Miglia del 1957. Presso Guidizzolo (Mantova), alla guida di una Ferrari 335 S, De Portago ebbe un incidente, causato da un limitatore di carreggiata che tagliò uno pneumatico, causando la morte del copilota Edmund Nelson e di nove spettatori di cui cinque erano bambini.

 

 Alla pellicola lavorò un giovanissimo Francis Ford Coppola accreditato non solo come registratore del suono, ma anche come regista della seconda unità in The Young Racers, oltre ad apparire nel film in un piccolo ruolo però non risulterà accreditato nei titoli.

 La cosa più significativa è che, lavorando attorno al programma delle riprese di The Young Racers, Corman ha permesso a Coppola di utilizzare lo stesso set, la troupe e gli attori Luana Anders, William Campbell e Patrick Magee per girare il suo primo lungometraggio, “Dementia 13” (Fonte Wikipedia).

 

 

 

«Lei guida come un sedicenne assetato d’amore compreso solo dalla sua conquista».

Patrick Magee nel ruolo di sir William Dragonet

 

 

 

 

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