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Attentato ai tre grandi – The Desert Commandos”

Film, 1967

Dicembre 2020

 

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Galleria 2° Conflitto mondiale

 

Documentazione 2° Conflitto mondiale

 

 

La locandina italiana del film (Copyright sconosciuto)

“Attentato ai tre grandi – The Desert Commados”, 1967

 

Regia di Umberto Lenzi

Sceneggiatura di Umberto Lenzi

Direzione di produzione Tommy Sagone per Constantin Film, Films EGE, Produzioni Europee Associati, Terra-Filmkunst

Fotografia di Carlo Carlini

Montaggio di Eugenio Alabiso

Musiche di Angelo F. Lavagnino

 

Durata 90 minuti

Pellicola a colori

 

Interpreti principali:

 

Ken Clark: Capitano Fritz Schoeller

Horst Frank: Tenente Roland Wolf

Jeanne Valérie: Faddja Hassen

Carlo Hinterman: Sergente Erich Huber

Howard Ross: Willy Mainz

Franco Fantasia: Maggiore Dalio

Hardy Reichelt: Caporale Hans Ludwig

Fabienne Dali: Simone

John Stacy: Sir Bryan

Tom Felleghy: Colonello Ross

Gianni Rizzo: Perrier

 

La trama

 Il Servizio segreto tedesco (ABWEHR) riesce ad intercettare delle comunicazioni, degli Alleati Angloamericani, dalle quali risulterebbe che i tre massimi leader, ROOSVELT, CHURCHILL e STALIN, si incontreranno a TEHRAN, alla fine di novembre del ’43, per un summit in cui decidere le sorti della guerra.

 Da qui l’idea di organizzare un commando di uomini selezionati che, una volta giunti sotto mentite spoglie nella città della PERSIA, avranno il compito di uccidere i tre leader nemici.

 La missione quasi suicida è guidata dal capitano della Wehrmacht Fritz SCHOELLER.

 Il raid del commando è appoggiato da una serie di spie e doppiogiochisti che operano in PERSIA, ma arrivare a TEHRAN non sarà cosa facile.

 

 

 

 

Note sulla Conferenza di TEHRAN

 La conferenza di TEHERAN (28 novembre – 1º dicembre 1943) fu il primo incontro significativo dove i "Tre Grandi" della Seconda Guerra Mondiale si trovarono per pianificare l’andamento del Secondo conflitto mondiale: Iosif STALIN, per L'UNIONE SOVIETICA, Franklin D. ROOSEVELT, per gli STATI UNITI D'AMERICA, e Winston CHURCHILL per il REGNO UNITO. La conferenza fu identificata nei documenti con il nome in codice "Eureka".

 

 I tre esponenti decisero di dare appoggio ai partigiani di Josip Broz TITO in JUGOSLAVIA, sulla data e sulle modalità esecutive dell'operazione OVERLORD (sbarco in Normandia), sulla necessità di spartire, subito a fine guerra, il territorio della GERMANIA in più stati per prevenire il riformarsi della sua potenza militare. Furono stabiliti tempi e modalità per l'invasione da sud della FRANCIA (di cui gli Inglesi non erano assolutamente concordi, nda) e si delinearono i confini della Polonia, con il consenso degli anglosassoni allo “spostamento” delle frontiere dell'UNIONE SOVIETICA verso ovest.

 

Il vero attentato

 Umberto LENZI prese ispirazione dal progetto dell'attentato ideato dall'agente segreto tedesco Ernst KALTENBRUNNER con il benestare dello stesso Adolf HITLER.

 KALTENBRUNNER, dopo aver carpito informazioni da un codice violato della US Navy dal quale si erano apprese data e luogo della conferenza dei tre leader, incaricò Otto SKORZENY come capo della missione.

 Il Servizio segreto tedesco aveva un fragile sistema di sicurezza e questo provocò presto la scoperta del piano da parte dei servizi segreti sovietici.

 L'agente sotto copertura Nikolai KUZNETSOV, fingendosi un Oberleutnant della Wehrmacht di nome Paul SIEBERT dell'UCRAINA sotto il controllo nazista, si fece descrivere il piano nei dettagli da Hans Ulrich van ORTEL, uno Sturmbannführer delle SS facente parte del commando; gran soldato ma con un po' troppa l’inclinazione a parlare quando era ubriaco. Almeno questo raccontò lo stesso KUZNETSOV.

 La giovanissima spia sovietica Gevork VARTANIAN aveva reclutato una piccola unità di agenti in PERSIA, dove suo padre, anch'egli una spia, prestava servizio sotto la copertura di un commerciante. Il gruppo di VARTANIAN aveva anticipato ogni mossa tedesca e localizzato persino il luogo dell'atterraggio con paracadute di sei componenti del commando di nazisti, nei pressi di QOM, a 60 km da TEHERAN,

 Grazie all'aiuto di forze britanniche, l'unità di VARTANIAN si occupò di cercare per interi quartieri dove fosse nascosto il gruppo tedesco, fino a che non fu rintracciato il nascondiglio in una villa e allora non fu difficile intercettare, registrare e decodificare le comunicazioni degli attentatori, che avevano in realtà in programma di servirsi di un secondo commando, guidato da SKORZENY, per l'attacco vero e proprio. Comunque, anche SKORZENY era pedinato dal suo arrivo in Iran dal gruppo di VARTANIAN.

 Dopo che anche i servizi segreti britannici si erano uniti ai sovietici per fermare l’attentato, ogni singola trasmissione tedesca fu intercettata e le mosse previste individuate. Tuttavia, sul punto di effettuare l'attacco contro il commando di attentatori, un operatore tedesco molto scaltro si accorse che le linee radio usate per la messaggistica con BERLINO erano sotto controllo nemico e inviò un messaggio criptato alla sede informandola della situazione: l'operazione ovviamente fu annullata e SKORZENY riuscì a fuggire in SPAGNA (Fonte WIKIPEDIA).

 

 

 

 

Note sulla pellicola e relativa produzione

 Dopo la metà degli anni ’60, terminato il periodo del genere “Peplum” e l’inizio della infinita serie di “Euro Spy”, Umberto LENZI dirige e incastra questo film “sui generis” rispetto alla precedente pellicola (il fantacriminale KRIMINAL) e la successiva (il western “TUTTO PER TUTTO”).

 La produzione non doveva essere basata su un budget cospicuo ma il tentativo di non produrre il Italian war B-movie è quanto mai evidente.

 Il cast è tutto sommato costituito da alcuni attori capaci sia come recitazione sia come presenza scenica.

 in primis il protagonista Ken CLARK, che sarà noto in seguito (e per sempre) come l’agente 077 Dick MALLOY. Purtroppo l’attore non era incline a ruoli di genere militare e nella pellicola di LENZI trasuda gestualità e impostazioni che appartengono più al personaggio di Dick MALLOY.

 Bravi, quasi meglio di CLARK, troviamo Horst FRANK e Carlo HINTERMAN che arricchiscono la pellicola con tratti di recitazione che alzano il livello della pellicola.

 LENZI, autore della sceneggiatura, frammenta il racconto con singoli episodi cercando di arricchirli più con aspetti umani e psicologici che non con scontate recitazioni da film di guerra. Non sono secondari i dialoghi sui conflitti interiori, poco usati allora nei film di guerra, e su determinati aspetti quali le differenze di ideologie e razziali.

 Per quanto riguarda la ricostruzione storica, sono stati utilizzati tutti mezzi bellici tipici della produzione americana degli anni ’60. Non vi aspettate nulla di utile a livello di uniformi (le mostrine dei soldati e degli ufficiali tedeschi ricordano tanto quelle dell’esercito della GERMANIA OVEST) e di mezzi militari (nel film non appare neanche il simulacro di una modestissima KUBELWAGEN).

 Film da vedere inquadrandolo nel genere di guerra all’italiana, la cui produzione fino ai primi anni ’70 sarà fertile ma sempre di basso livello per ragioni come sempre di budget. Non ci si deve aspettare nulla, e ciò lo renderà godibile nonostante tutti i limiti che si porta dietro.

 

 Come ebbe a commentare lo stesso Umberto LENZI in una intervista al programma STRACULT «Nessun film di guerra è andato bene se non i grandi film americani: “La Battaglia dei giganti”, “Il giorno più lungo” e poi recentemente il film di SPIELBERG “Salvate il Soldato Ryan”. Però dovevano essere film estremamente importanti per grandi episodi con una cinquantina di attori, invece noi ne avevamo cinque o sei…».

 

 Altri suoi film di guerra furono: “La legione dei dannati” del 1969, “Il grande attacco” del 1978, “Contro quattro bandiere” del 1979.

 

 

 

«Basta, non l’ho voluta io questa guerra. Mi ci sono trovato dentro e non mi hanno domandato di scegliere ma solo di obbedire. Ho obbedito perché era più facile che pensare che fare una scelta, devi credermi. Ora è troppo tardi per tornare indietro, troppo tardi ormai. Devo andare fino in fondo se pur dalla parte sbagliata. Sono un soldato tedesco con un ultimo ordine da eseguire».

Tenente Roland Wolf

 

 

 

 

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