NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2010

Viale Brigate Partigiane a Genova. Dove nessuno si é fermato.

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La storia di un viale, dove nessuno si é fermato
Doveva forse rappresentare una ideale connessione tra il mare e le montagne; forse una via di grande traffico con i suoi fondamentali 4 incroci; forse la celebrazione in orizzontale di una città verticalizzata fin dai suoi albori. Qualunque simbolo doveva essere alla fine non lo fu, tantomeno oggi é.
Perché oggi é divenuto un cantiere che per necessità, idrologiche e di ristrutturazione, sembra non terminare anzi continua a scomporsi in altre necessità che ne impongono nuovamente lo stato precario.

Eppure le intenzioni iniziali non erano quelle di farlo divenire un luogo non luogo, dove l'identità più canonica di via (anzi, di viale) si é nel tempo stinta per poi arrivare al limite dell'estinta. E in una strada, che non é una strada ma nemmeno un viale, nessuno vi si ferma. Viale BRIGATE BISAGNO, poi PARTIGIANE, nasce male: a monte inizia sul fianco della stazione Brignole con un errore di centratura che si tenterà di correggere nei primi anni 90 con l'abbattimento del Mercato dei Fiori e sostituito con un non luogo di culto quale Piazzale delle Americhe, a mare con un incrocio a "T" che doveva funzionare da nodo di scambio tra Corso Italia e la parte a mare (che negli anni diverrà area fieristica e base di elevazione della sopraelevata) ma che una rotatoria ha stravolto nella totalità della sua funzione. Ha in dote la sfortuna di essere a lato della solenne e poco socievole Piazza della Vittoria e di essere vigilato dal palazzo della Questura. Commercialmente vide per qualche tempo i fasti di lussuosi concessionari o la sede di uno dei maggiori importatori nazionali di liquori. Ma é l'assenza di una sua storia, come calamita commerciale, che l'ha fatto tramontare inesorabilmente tenendolo vivo in un crepuscolo eterno.
Colpo di grazia il rifacimento sotterraneo in cui scorre il torrente BISAGNO. Anni di cantieri necessari e che in parte sono stati curati nel loro allestimento con il fine di non creare disagio al traffico e agli abitanti della zona. La polvere, le ruspe e le gru, il rumore, i calcinacci e i tondini in acciaio non hanno impietosito i Genovesi che hanno continuato coerentemente a snobbare il viale e il suo commercio. Cantieri ad oggi non terminati.

La prima immagine proposta risale a una cartolina degli anni 30 (F. CALI', Genova). Il viale si chiamava BRIGATE BISAGNO, la cartolina riporta un francobollo con tanto di effige reale. Prima rapida occhiata: alcuni palazzi non vi sono all'incrocio della Questura (vedere lato sinistro) e il viale ha ben 4 file di lampioni che hanno un sentore di Londra e dei suoi ponti. Di automobili nemmeno l'ombra.
Dopo gli anni 30 e passata la guerra, cambia il nome ed ecco una seconda immagine (Produzione Fratelli BLUNDO, Genova) che mostra il viale alla fine degli anni 50 con i suoi spazi ampi già allora con degli alberi ai lati (oggi ci stanno provando a farli attecchire, se non muoiono soffocati dai gas EURO6 o enne mila), la pulizia dei suoi arredi resta quello degli anni ante guerra, il marcato contrasto dei perimetri. Le automobili iniziano ad apparire.
Nella terza cartolina (produttore non leggibile), a colori e scattata nei primi anni 60, si ha più l'impatto di osservare la via principale di una burocratica e impegnata città dell'Est con i classici palazzi austeri e un monumento dedicato a qualche immancabile eroe della patria. In questa cartolina tanti piccoli indizi di quel tempo: in primo piano (a destra della statua) un cartello pubblicitario dell'EUROFLORA di cui peccato non si distingua l'anno di edizione, le auto parcheggiate a lisca di pesce e che forse riducevano la carreggiata utile ma permettevano la sosta di più auto (oggi i parcheggi sono a testa-coda, il numero delle corsie è pari a tre ma il traffico scorre sempre a singhiozzo). In primo piano i vecchi piloncini spartitraffico giallo-rosso, allora il catarifrangente arancione non era proprio in uso. L'ultimo scatto é di pochi mesi fa e riguarda i lavori per ripristinare il monumento che per molti anni é stato "parcheggiato" in una aiuola davanti a Piazzale Kennedy. Anche la statua dovrà passare una fase di pulizia prima del ripristino finale dato che anni fa un focoso tifoso locale vi ha dipinto (sul fondo schiena) i colori della squadra del cuore.

Oggi, VIALE BRIGATE PARTIGIANE, si presenta con molti lavori di ristrutturazione e con la statua ai caduti del mare ancora da ricollocare nella sua originale posizione. Non viene da dubitare che qualche turista sia sia mai fermato ai suoi incroci, per meditare accolto dai suoi mutevoli e cadenti marciapiedi, attratto dal palazzo dell'ACI che fu una piccola e metodica creazione di architettura alla DANERI poi deturpata da pannelli solari e prolungamenti di cemento e cattivo gusto. In fase di recupero, si spera senza drastiche svolte, il palazzo dell'INPS (soprannominato così in quanto sede storica dell'ente di stato) che vi si affaccia con alle spalle piazza dela Vittoria.

GENOVA a volte si vuole male e si tratta male, questo viale ne è la traccia più marcata anche se il rifacimento di via dei PESCATORI, vero prolungamento del viale, pare un proposito meno lesionista e riuscito, almeno in parte. Nessuno si é fermato qui e si teme che ciò continui ancora per un lungo indeterminato tempo ragionevole.

Ma da buoni Genovesi non ci perdiamo d'animo e la prossima settimana ci scapperà un sopraluogo in questo viale mutevole e che ha la capacità di sorprendere in modo isocratico. Ovvero nel bene come nel male.

Continua...

 

 

 

 

 

 

Le immagini qui riprodotte sono state ricavate da scansioni di copie cartoline illustrate, di proprietà dell'autore.
La terza immagine e il testo qui riportato sono di proprietà dell'autore.

 
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