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Martedì 29 dicembre 2020 In chiusura
d’anno, Vi propongo una pellicola di guerra girata negli anni ’60 per la
regia di Umberto LENZI: “Attentato ai tre grandi”. Come ebbe a dire lo stesso
LENZI, il genere guerra non era di facile successo e in più le produzioni
italiane-europee dovevano contare su budget molto ridotti. Eppure, con
tutti i limiti del caso, il film è un buon esempio di cinema italiano di
genere e non va bocciato preventivamente. Dispiace
che nessuna produzione internazionale abbia creduto nelle capacità italiane di
fare cinema di guerra. La creatività, la capacità di rendere le trame ricche
pur sapendo di non poter contare su location adeguate, il senso anche ironico
quando necessario, tutto questo forse non avrebbe potuto dare seguito a
pellicole di pari valore a “Il giorno più lungo” oppure “Salvate il soldato
Ryan”? Chissà.
Allora un mio invito a provare a cercare, anche in questi B-movie, quel tocco
italiano che speriamo il tempo non cancelli. Buon anno
nuovo a tutti Voi, speriamo meglio del 2020 che cestineremo tutti con gran
gioia. Per tornare
all’inizio della pagina… Giovedì 24 dicembre 2020 Con
l’arrivo della notte di Natale, forse è un mio sogno, spero di poter fare un
piccolo omaggio a tutti Voi con questo articolo dedicato a una FIAT ABARTH di
eccezione: la Sport Prototipo SE 021. Vorrei
evitare il solito editoriale che riassume le tragedie di questo lungo anno.
Il virus in primis, la scomparsa di numerosi personaggi illustri e tra loro
diversi piloti di auto da corsa. Poi le morti violente e inutili che hanno
colpito gli STATI UNITI con il caso di George FLOYD. E come dimenticare il
caso ZANARDI? A proposito, sta riprendendosi lentamente ma ci sta riuscendo (un
buon Natale speciale tutto per lui e la sua famiglia). Insomma, ci
sarebbe da fare un elenco infinito di tragedie e dolori, come gli oltre
70.000 decessi in ITALIA legati al virus. Per
assurdo, e per cinismo, siamo invece costretti ad andare avanti e fare finta
di niente. Allora, almeno per questa notte, che tutto questo
scompaia tra le pieghe delle tenebre. Avere una
notte di quiete per TUTTI, per TUTTO.
Felice
Natale allora, felice notte a tutti Voi. Per
tornare all’inizio della pagina… Giovedì 10 dicembre 2020 Vi propongo
un film di guerra inglese degli anni ’50, ambientato nel Mare del Nord nel
1942. Una storia
poco nota a noi Italiani e al resto del Mondo, importante per il popolo
inglese. Importante perché racconta il sacrificio delle proprie vite non per
la gloria ma salvarne altre. Il film ha un titolo che sa poco di guerra e
molto di commedia romantica o giù di lì “Sopra di noi il mare - Above Us the
Waves” del 1955. Se tentate di rifilarlo a Vostra moglie, giustificatevi che
il titolo era ingannevole. Vale la
pena vederlo certo per ragioni di cultura della Seconda Guerra Mondiale ma
vale soprattutto la pena perché ricorda che le nostre esistenze, alle volte,
servono a ben altro che stare davanti a una tastiera o stravaccati in un bar.
A dare in esternazioni folli perché quest’anno non si celebra il Santo Natale
alle 24.00 spaccate (persino il Papa ha detto di piantarla lì con certe
sterili polemiche) o perché non si può andare a sciare proprio quest’anno
che guarda caso di neve non se ne vedeva così tanta dall’ultima era glaciale
(fatevi 15 giorni in SIBERIA, i voli ci sono tramite dei fantastici
TUPOLEV). Scuserete
lo sfogo sarcastico ma in un paese come il nostro pare che il PIL (Prodotto
interno Lordo) lo teniamo su con i bar e i cenoni di capodanno con
acclusi i pass giornalieri per le piste innevate; ci sono invece tante
aziende che tirano la cinghia e con grande dignità imprenditoriale si danno
da fare senza che noi ci rendiamo conto che fanno loro la differenza di
questo paese. Però nessuno le nomina nei quotidiani come sui social network.
Trovo triste appellarsi al tenere tutto aperto, perché oltre 600 morti al
giorno non sono un motivo buono per non dare il “liberi tutti” come certi
presidenti di regione stanno piagnucolando. Come se
FCA, FIAT per capirci, facesse un comunicato di licenziamenti perché 62.626
morti (ad oggi la cifra esatta) sono troppi potenziali clienti in meno
in un solo anno. Sarebbe forse utile ricordarsi che la vita ci
chiede qualcosa di più. Anche una pandemia ci chiede qualche sacrificio in
più. Il cenone di Capodanno in 27 chiusi in 70 metri quadri tra le porcellane
già sbeccate della zia, nel salotto buono, tanto non ci farà sembrare più
furbi o più finalmente belli nel nostro nuovo capo di abbigliamento pagato
una follia. A sciare ci andremo dopo il 7 gennaio se ci avanzano i soldi dai
cenoni suntuosi e lussuriosi di capodanno, dalle libagioni natalizie e se i
figli riescono a saltare la scuola per nostra coscienziosa volontà (tanto
dalla stazione sciistica di San Ceppino del Fiocco la DaD si può seguire…e
che cacchio!!!). Insomma, provare
a fare un Natale meno idiota e a commemorare chi ci ha lasciato? Troppo
difficile? Fine dello
sfogo e buona visione. Per tornare all’inizio della pagina… Sabato 14 novembre 2020 Non credo
che servano molte parole o teorie per avere conferma che la Terra è tonda:
come un incubo ricorrente siamo tornati al punto in cui ci trovavamo ad
aprile di quest’anno. Il virus pare inarrestabile e tutti sperano che presto
un vaccino aggiusti le cose, come una specie di colla potentissima capace di
riattaccare le nostre vite a una sempre più lontana normalità. Quella
normalità che di fatto abbiamo ancora oggi ma, guarda caso, il cui grado si
pretenziosità si alza sempre di più quando avvengono avvenimenti avversi.
Tanto più le cose sono difficili da portare avanti e tanto più pretendiamo di
avere. Cosa, poi, non l’abbiamo nemmeno capito bene. Nel
rileggere le pagine della Battaglia di KÖNIGSBERG del 1945, scopro che la mia
percezione di benessere è ben sopra le righe. Quello che oggi mi pare una
rinuncia, se confrontato a quanto altri uomini hanno dovuto subire, è il
nulla. Ci
lamentiamo di mancanza di libertà, di benessere a causa del virus. Allora
cosa avrebbero dovuto pensare quelle donne e quegli uomini che per mesi
furono condannati a una lenta agonia prima che la guerra finisse? Si, la
nostra di oggi è una guerra, non fatta di aerei navi e carri armati ma il
nemico di fronte a noi è subdolo, non indossa una divisa e non ci annuncia le
sue nefaste intenzioni. Una guerra
più psicologica che fisica, tolto per coloro che sono stati colpiti dal
virus. E per
vincerla occorre conoscere non solo il virus ma ciò che di negativo è dentro
di noi. Nel momento in cui lavoro, mangio, dormo, ho una casa e una famiglia
allora questa guerra si può vincere. Non
possiamo perderla perché i ristoranti sono chiusi, perché non possiamo andare
ovunque vogliamo a fare quello che vogliamo. Sarebbe davvero assurdo. Rileggere
di quella battaglia, realizzare un soggetto che ne rappresenti in
piccolissima parte gli aspetti più umani e disumani, mi ha dato una pedata
nel fondo schiena risvegliando non solo la voglia di tornare a dipingere
figurini ma a comprendere che questa guerra, a differenza di quell’altra,
posso combatterla con più strumenti a patto che sappia, per una volta,
rinunciare al rinunciabile. Per tornare all’inizio della pagina… Venerdì 16 ottobre 2020 Se avete modo di scorrere questa pagina web,
noterete che il primo editoriale è datato 7 marzo. Eravamo,
allora, in piena prima ondata pandemica. Oggi, 16 ottobre, è conclamata la
seconda ondata. Fa specie scrivere di modellistica in questi momenti, forse
sarebbe il caso di concentrare la mente su argomenti più seri e critici.
Siamo però esseri umani, abbiamo bisogno di pause per non soccombere sotto il
peso dei problemi e delle urgenze. Occorre avere un gancio che ci tiri fuori,
almeno per qualche ora, da tutto quello che sta accadendo. Per me,
rivolgere il pensiero ai modelli, è la forma più sana oltre a vivere ogni
giorno la mia vita familiare. Pensare,
rivivere. Così come la storia di questa FERRARI 250 TESTA ROSSA, che si lega
a un pilota eccezionale e che purtroppo un destino crudele ha portato via
alla sola età di 32 anni: Lorenzo BANDINI. Scoprite
con me gli esordi di questo grande pilota, vinse una gara memorabile a
PESCARA. Da lì iniziò la leggenda BANDINI. Per tornare all’inizio della pagina… Venerdì 2 ottobre 2020 I film di
guerra non sempre sono dedicati ad azioni eroiche o a battaglie epiche. Alle volte
si soffermano su un dettaglio di un conflitto, sui suoi protagonisti e le
loro vite. Il film “Il
mio corpo ti appartiene – The men”, del 1950, è forse il primo lungometraggio
che affronta il dramma dei reduci di guerra e di coloro che subirono lesioni
spinali condannandoli alla paraplegia. Non è un
semplice film, è un raro documento di come il cinema sia in grado di
affrontare temi importanti con una velocità e una anticipazione che la
società non è in grado di possedere. Le mie
parole, in questo editoriale, rischiano di essere solo inutili. Consiglio di
vederlo per scoprire che la disabilità, specie quella causata dalla guerra, è
ancora un mare da affrontare con il vascello dell’intelligenza e del
sentimento. Per tornare all’inizio della pagina… IMPORTANTE!!! Tutte le
novità e altro ancora ora sono anche su FACEBOOK Giovedì 23 settembre 2020 Ci sono
molte ragioni per non sentirsi troppo orgogliosi di essere Italiani. Già, fatti
di cronaca ultimi che sono a conoscenza di tutti ci mettono un dito in un
occhio ma che non scuotono e frustano a sufficienza una certa cieca
indifferenza mediterranea. Per fortuna
che un certo “nostro” passato torna bene, come un bicchiere pieno di Scotch
whisky quando certe sere faresti la valigia per partire e non tornare mai più
o per fare il giro dell’isolato e rimetterti in poltrona facendo finta di
niente con moglie e figli; un passato fatto di auto, uomini, velocità e tanta
voglia di dare il proprio meglio contro i Fritz. Buoni quelli, con le loro MERCEDES,
AUDI, OPEL e BMW. L’ALFA
ROMEO fu capace di far sognare un trentenne come il sottoscritto, le
domeniche con il naso attaccato allo schermo a seguire quelle dirette dalla
teutonica e trombona GERMANIA, che credeva che “gli Spaghettari” nel DTM non
avrebbero battuto chiodo. E invece no, batosta in quel 1993 che però non si
poté ripetere a pieno anche nel 1994, un campionato caldissimo e pieno di
piccoli grandi guai per LARINI e NANNINI. Ma il mito
era stato forgiato in un verdiano e per nulla wagneriano atto unico, motori e
piloti diventati leggenda e pensando ad allora mi vien da sorridere e allo
stesso tempo una infinita nostalgia. La stessa
nostalgia che mi ha spinto nei meandri più nascosti dell’armadio dove
conservo, all’oscuro di mia moglie, anni e tonnellate di modellistica. E Lei
in fondo a quell’anta, non mia moglie, la bellissima ALFA 155 V6 TI pilotata
da Nicola LARINI.
Come
avrebbe cantato Fred BUSCAGLIONE: “Eran botte, Dio che botte!”. E di botte i
piloti nel DTM se ne diedero senza riserve di sorta, regalandoci momenti da
brivido e di felicità sportiva. Godetevi il
passato che non morirà mai più, forse anzi speriamo. Intanto a
Fritz brucia ancora quelle gare da sconfitto… Per tornare all’inizio della pagina… Sabato 29 agosto 2020 Piccolo
addendum per chiudere realmente il mese di agosto. Oggi è stata
una giornata torrida e di mettermi al tavolo di lavoro sarebbe stata una
impresa a dir poco epica, allora ne ho colto l’occasione per aggiungere la
scheda relativa a un film molto interessante e che forse alcuni di Voi ancora
non hanno visto (Male! Rimediate al più presto!). Si tratta
del film “Duello nell’Atlantico” del 1957; film di guerra con moltissimi
effetti analogici vecchia scuola e la presenza di due attori non da poco come
Robert MITCHUM e Curd JÜRGENS. Pur se
datato, e tenuto conto che altri film di genere nel corso degli anni si sono
susseguiti, a partire da “Das Boote” del 1981 all’ultimissimo “Greyhound” del
2020, la pellicola regge ancora sia come trama sia come sceneggiatura anche
se il finale purtroppo cade nell’ovvio hollywoodiano del lieto fine. Ma non
fatevi prendere da prevenute paure di annoiarvi, raccomandato per una serata
cinefila.
Per tornare all’inizio della pagina… Giovedì 27 agosto 2020 Concludiamo
il mese di agosto tornando a parlare di un modello di ABARTH. Con il tempo, sto accumulando sempre nuovi modelli
della casa dello Scorpione, ragione per cui ho creato anche una sezione dedicata a loro. Il soggetto
nuovo è una FIAT ABARTH 700 SPORT SPIDER che corse alla gara di durata della
24 di LE MANS del 1961.
Non fu
fortunata e dovette ritirarsi dopo solo otto ore di gara, nonostante la
vettura fosse stata preparata con dovizia e i piloti fossero all’altezza
della prova da sostenere. Per Karl
ABARTH fu un duro colpo vedere la vettura ritirarsi e man mano le altre tre
“sorelle” (sempre tre 700 SPORT SPIDER con medesime migliorie e cofani
anteriori differenti) che aveva iscritto alla competizione francese. Il progetto
della vettura non ebbe seguito, a parte i quattro modelli che corsero a LE
MANS, ma dimostrò che l’idea di Mario COLUCCI, ossia realizzare un telaio
tubolare con carrozzeria in scocca di alluminio, poteva funzionare ma
occorreva solo lavorarci su e darle il tempo per crescere. L’anno dopo
ABARTH lavorava al progetto della ABARTH SIMCA 1300 SPORT SPIDER, come sempre
entrando alle 8 in azienda e non uscendone se non in tarda serata. E COLUCCI
con lui, pronto a seguire quel rude austriaco in un’altra avventura senza
troppo curarsi se sarebbe stato solo un successo di vendite oppure qualcosa
agonisticamente di più. Uomini e
macchine che non esistono più, modi di concepire motori e corse che con il
tempo cambieranno nel bene come nel male. Per tornare all’inizio della pagina… Sabato 22 agosto 2020 Una notizia
che sono felicissimo di darvi, a fine agosto, è l’uscita del film biografico
su Paolo CONTE diretto da Giorgio Verdelli “Paolo
Conte, via con me”, prodotto da Sudovest
Produzioni, Indigo Film in collaborazione con Rai Cinema, in anteprima alla
Mostra del cinema di Venezia, poi nelle sale itaiane il 28, 29 e 30
settembre. Da non
perdere, ovviamente. Altra buona
notizia sono le informazioni sanitarie che arrivano sullo stato di salute di
Alex ZANARDI. Incrociamo le dita e speriamo che i medici, che lo seguono
assiduamente, possano aiutare il grande pilota e atleta verso una guarigione
certa. Infine,
ecco l’articolo completo sulla Battaglia d’INGHILTERRA, avvenuta ben 80 anni
fa, di cui la prima parte avevo pubblicato a giugno di quest’anno. La seconda
parte, riporta le memorie del feldmaresciallo Albert KESSERLING in merito a
come si svolsero i fatti e al ruolo che ebbe la LUFTWAFFE. Un articolo di cui
vado fiero, ricco di notizie e analisi dei fatti di allora, molte foto e
qualche nozione tecnica e storica che renderà meno ostico il contenuto dell’articolo. Per tornare all’inizio della pagina… Domenica 16 agosto 2020 Iniziamo
questo editoriale con la notizia che riguarda GENOVA: il nuovo ponte SAN
GIORGIO è terminato. Nato dopo il crollo del precedente PONTE MORANDI, la nuova opera ripristinerà la circolazione che collegava due
versanti della città. Realizzato in tempi brevi, riporterà la normalità in
una città che ha vissuto un dramma senza precedenti nella storia di questa
nostra troppo martoriata ITALIA. Un
manufatto nuovo, sul progetto dell’architetto Renzo PIANO, basato su nuove
tecnologie e su materiali che, ci auguriamo, nel tempo ne garantiscano la
solidità e la sicurezza per chi vi passa sopra e per chi vi lavorerà o vivrà
al di sotto. Tutto questo però non cancellerà mai le 43 vittime di quel
terribile 14 agosto del 2018. A loro, il nostro ricordo, non deve e non dovrà
mai mancare. In questa
estate caratterizzata ancora dalla pandemia di Covid-19, perché pare che non
ne siamo proprio usciti fuori da questo incubo mondiale, bene cercare momenti
di svago verso qualcosa che ci trasporti lontano con la mente; è umano
cercare di allontanare le pene quotidiane. Nel mio
piccolo, per staccare da un anno di duro lavoro, mi sono rifugiato in un
episodio del passato ricco di fascino e avventura motoristica. Ho realizzato
l’elaborazione della MERCEDES 300 SL che, nel 1952, vinse la terza edizione
della corsa sulla distanza CARRERA PANAMERICANA.
Una corsa
che non ebbe molte edizioni, solo cinque per la precisione dal 1950 al 1954,
dato che si rivelò estremamente pericolosa per piloti e per il pubblico. Eppure,
quanto fascino in quelle vetture lanciate per migliaia di chilometri lungo le
sconfinate terre del MESSICO! Quell’anno,
il 1952, la casa automobilistica tedesca schierò tre vetture di cui due 300
SL coupé e una versione roadster. Non solo, mise in campo un numero
impressionante di personale tra meccanici e tecnici con lo scopo di battere
le FERRARI che, quell’anno, si presentarono alla maratona motoristica con una
organizzazione molto esigua e per giunta furono oggetto di tantissime
disavventure e incidenti a non finire. Anche alla
MERCEDES vincitrice non mancarono le rotture, le forature e altri episodi tra
cui quello con un incontro-scontro con un pennuto. Altri tempi, altre storie
e altri uomini. E un velo di nostalgia per quel tempo cala sulle nostre
fronti come il caldo di questo agosto. Insomma,
una storia tutta da leggere intorno a un modello della BANG, che in origine
avrei dovuto solo restaurare ma poi, come alle volte mi capita, alla fine ho
elaborato quasi senza accorgermene. Per tornare all’inizio della pagina… Mercoledì 22 luglio 2020 Un articolo
quanto mai sui generis quello che Vi propongo. Non ho mai
fatto recensione di modelli a meno che non fossero legati a mie personali
elaborazioni o rielaborazioni. Non credo di essere tagliato per il mestiere
di critico. Stavolta ho
voluto fare una eccezione presentando un modello prodotto da SPARK. Attenzione:
lo scopo non è quello di scrivere il bello o il brutto del modello in sé; lo
scopo è di far comprendere che la realizzazione di un modello di vettura non
sempre è facile e spesso anche aziende del settore possono commettere errori. Vorrei
portare il messaggio del giudizio equilibrato, ossia di far sì che chi
giudica il lavoro altrui abbia modi e toni più equilibrati. Cosa sempre più
rara oggi specie nei social network. Leggo
recensioni sui miei lavori, alle volte, spietate e spesso non del tutto
oggettive. Sono una vecchia pellaccia del modellismo, o modellistica, e certe
cose non feriscono più. Dispiace però vedere lavori, di persone alle prime
armi, giudicate con modalità che nemmeno nelle patrie galere si userebbero.
Commenti del tipo “piantala lì che non sei tagliato…” oppure “se mi
bendo e mi lego le mani dietro la schiena posso fare di meglio…”,
teneteveli per Voi e ricordate: ci sarà sempre qualcuno, o qualcuna, più
bravo di Voi e magari avrà la stessa Vostra maleducata modalità verbale di
commentare i Vostri splendidi lavori. Date retta a un vecchio del settore:
certi commenti faranno male anche a Voi. Un
incoraggiamento invece a tutte e tutti Voi alle prime armi, alle Vostre prime
opere. Non è importante se sono da manuale o ancora da migliorare, per quelli
come me siete già degli artisti, delle star e forse avete qualcosa che Vi
invidiamo. Per tornare all’inizio della pagina… Se
potessimo tirare le somme di questo 2020, ci sarebbero sufficienti ragioni
per augurarsi che domani sia il 31 dicembre. Dal Covid-19, alla morte di George FLOYD,
all’incidente di Zanardi, tenti episodi che hanno veramente caratterizzato
spesso in negativo l’anno in corso. Qualche
buona notizia arriva però, sul fronte virus pare che persino il Presidente
degli USA abbia iniziato a prendere posizioni più cautelative e meno
ottimistiche visti i numeri dei contagi nel suo paese. Sempre negli USA,
forse qualcosa si sta muovendo per dare maggiori garanzie civili alle
minoranze e ai gruppi di genere, speriamo non siano solo belle parole. Alex
ZANARDI è stato trasferito in una struttura specializzata nella riabilitazione
di lesioni neurologiche, piccolo segno che qualcosa sta forse migliorando. Proprio
venendo a contatto con il dramma del pilota bolognese, stiamo tutti scoprendo
che il mondo della disabilità è fatto di persone spesso impegnate nello
sport, nel lavoro e nel sociale con energia e una grinta unica. Ecco perché
le chiamano “speciali”. Così sono
venuto a conoscenza della storia di questo giovane pilota inglese che si
chiama Billy MONGER. La sua è una storia di corse d’auto simile a quella di
ZANARDI e, come per il pilota italiano, un terribile incidente in gara, nel
2017 a bordo di una monoposto promozionale, gli ha causato la perdita di
entrambe le gambe. Billy non
si è arreso, ha ripreso a correre nonostante tutte le avversità che ha dovuto
combattere. Una storia
speciale, per un giovane speciale, e speriamo possa continuare con la sua
carriera sportiva nel mondo dei motori. La perdita
degli arti inferiori, o l’impossibilità di muoverli, oggi è superabile con
sistemi di comandi al volante anche se restano i problemi legati agli aspetti
di sicurezza in gara in caso di incidenti che richiedono di abbandonare
rapidamente il veicolo. Esiste però
anche la possibilità, per le persone con tali situazioni, di poter creare dei
campionati tramite l’utilizzo dei simulatori di guida. Così come grandi
campioni hanno corso la classica 24 ORE DI LE MANS, a giugno, utilizzando dei
simulatori. Potrebbe il mondo dei motori conoscere una nuova era, nuove gare
e nuovi piloti. Come per
Alex, forza Billy e non ci mollare!
Per
tornare all’inizio della pagina… Giovedì 9 luglio 2020 Il primo
pensiero, in questo editoriale di luglio, è per Alex ZANARDI e la sua
famiglia. Dopo il
terzo intervento chirurgico, la situazione pare essere in fase di stasi.
Rispettando il volere della sua famiglia, dopo queste poche informazioni, a
nostra volta evitiamo di parlare del suo caso e di sperperare inutili parole.
Il destino, speriamo solo, sia favorevole verso quest’uomo e la sua vita. Un secondo
film per quest’estate da cinefili. Stiamo riscoprendo il cinema di qualità,
dopo tante pellicole commerciali si torna al classico. Persino il Presidente
del consiglio, Giuseppe CONTE, ha partecipato alla riapertura di noto cinema
romano AMERICA. Anche lui un appassionato di classici? Speriamo. Carissimo
Presidente, a Lei e ai lettori stasera propongo un film di guerra girato nel
1942 L’attore
principale è niente meno che uno tra i divi più famosi del secolo scorso:
Humphrey BOGART. Quindi mica un filmetto di serie B. La
pellicola appartiene, di per sé, al periodo dove la propaganda spingeva i
giovani Americani e Inglesi ad arruolarsi per combattere contro i Nazisti.
Eppure, la struttura narrativa non è affatto scontata e il film scorre
davvero bene, senza indurci allo sbadiglio o ad alzarsi per prendere una
bibita gelata dal frigo. I più
esperti lo conosceranno già bene, credo però valga la pena di essere rivisto
e magari verrà da sorridere pensando a un film del 2014 molto simile. Quale?
Per scoprirlo avete due possibilità: vedere il film in questione oppure
leggere la mia scheda. A Voi la
scelta e comunque, guardate il film che ne vale il tempo dedicato. Buona
visione. Per tornare all’inizio della pagina… Martedì 23 giugno 2020 Arrivando
il caldo, ormai mettersi al tavolo di lavoro è proprio dura. C’è poi il mio
vero lavoro, quello su cui si basa la mia esistenza e la mia famiglia, e che
ora mi chiama per dare il mio contributo dopo l’epidemia di Covid-19.
L’economia italiana sta impegnando tanti di noi a uno sforzo per far quadrare
i conti. Alla sera
la stanchezza si fa sentire e, allora, un buon film aiuta. Vorrei dare un
suggerimento, senza troppe pretese e senza voler dare l’idea di essere un
intenditore di cinema di genere. Quella che
Vi propongo è una pellicola a cavallo tra una vera spy story e un film di
guerra: “L’uomo che non è mai esistito” del 1956. Il film
fonde assieme un reale fatto di spionaggio, accaduto nel 1943, e un romanzo
scritto da Ewen MONTAGU nel 1953. Risultato
di alta qualità, tipica dei Brit-War degli anni ’60, il film scorre veloce ed
è quanto mai piacevole nonostante non ci siano scene di azione e scenografie
bibliche come in “Salvate il soldato Ryan”. Per coloro
che decidessero di procurarselo, è disponibile una versione rimasterizzata
con il doppiaggio originale. Per tornare all’inizio della pagina… Alex
ZANARDI ha dedicato molte energie per favorire l’unione di persone indipendentemente
dalla loro condizione fisica: normodotati come diversabili, TUTTI uniti dalla
passione per lo sport a due e quattro ruote. Che siano auto come biciclette o
handbike, ZANARDI è una vera calamita da cui decine di eventi diventano
generatori di cultura della convivenza sociale e umana quanto mai positiva. È spontaneo
però ricordare chi, prima di Alex, ha dato molto della sua esistenza sia allo
sport dei motori sia al mondo della diversibilità. Sto parlando del mai
dimenticato Clay REGAZZONI, il grande Clay.
Ebbi modo
di conoscerlo nella primavera del 1987 durante i test della FERRARI presso
l’autodromo di IMOLA; una personalità sorniona ma determinata, simpatico e
amichevole quanto capace di freddarti con una battuta buttata lì per lì, nel
suo parlare serafico con uno spiccato accento svizzero-italiano. Lo ricordo
con affetto e ancor di più la mia stima, per lui e il suo spirito, si rinnova
ricordando il suo impegno, nel mondo della diversibilità, in anni in cui le
persone diversabili erano veramente ai margini della società. Purtroppo
Clay ci ha lasciato diversi anni fa; venne a mancare non al volante di un
bolide, lanciato lungo una pista, ma semplicemente in un semplicissimo
incidente stradale. Scusate il gioco di parole ma quell’incidente sembra
ancora oggi impossibile, semplicemente incredibile. Come quello occorso ad
Alex. Alex invece
è con noi e aspettiamo solo il suo ritorno alla grande, ma anche un suo
semplice esserci ci farà felici. Per tornare all’inizio della pagina… Sabato 20 giugno 2020 Difficilissimo in questo momento pensare
alla modellistica, ma vorrei scrivere questo editoriale dedicandolo ad Alex
“Zanna” ZANARDI; come se andare avanti, con un nuovo editoriale, fosse un
parallelismo con la sua prossima ripresa. Dedico a
“Zanna” l’articolo sulla GIULIETTA 750 G SPIDER COMPETIZIONE che, nel 1956,
partecipò alla MILLE MIGLIA e fu pilotata da Consalvo SANESI. SANESI, a
quella edizione della MILLE MIGLIA, partecipò con una vettura preparata e
vincente ma, come nel caso di ZANARDI, la sfortuna lo colse lungo il
tracciato e coinvolgendolo in un terribile incidente. La sorte
volle che, pur se drammatico, dall’incidente SANESI riuscì a riprendersi. Ecco,
vorrei che accadesse lo stesso anche questa volta per ZANARDI. Non credo
di chiedere troppo. Forza Alex,
andrà tutto bene. Per tornare all’inizio della pagina… Ieri,
venerdì 19, verso le ore 18:00, Alex ZANARDI è stato vittima di un tremendo
incidente mentre partecipava a una manifestazione agonistica di handbike
vicino a SIENA. Si fa
fatica ancora adesso a credere che sia accaduto. Lungo il
percorso in prossimità di una curva, secondo le prime ricostruzioni e basate
su diversi testimoni, ZANARDI ha perso il controllo del mezzo e ha urtato
contro un camion che procedeva sulla corsia opposta. L’impatto è
stato terribile. Ricoverato d’urgenza presso l’ospedale LE SCOTTE di SIENA,
operato alle 19:00, stamane abbiamo avuto i primi bollettini sanitari. La
situazione è molto grave ma confidiamo nel risultato dell’intervento e nella
tempra di quel grande campione che è ZANARDI. Saranno
giorni di attesa e di ansia, dove il più piccolo miglioramento sarà una gioia
immensa. ZANARDI ha
una storia di uomo e sportivo più unica che rara, figura umana nel mondo
della diversibilità e dei motori affiancabile a quella del mitico Clay
REGAZZONI (per sempre nei nostri cuori). Non credo
sia necessario, in questo editoriale, elencare la sua carriera agonistica e
umana, dedicata tantissimo all’inserimento delle persone diversabili nel
mondo dello sport, quanto più avere di fronte a noi le immagini che lo
ritraevano alla guida di una vettura da competizione per un possibile rientro
nel mondo delle corse. Ecco,
Zanardi, è quell’uomo unico che ha saputo vivere e saprà vivere nel modo che
tutti noi vorremmo ma che, per mancanza alle volte di volontà e modestia pari
alla sua, non sappiamo emulare. Alex, è
solo una pausa questa, tornerai presto a farci vivere momenti unici e a farci
sentire orgogliosi di essere italiani come Te. Perché questo nostro paese ha
bisogno di persone del Tuo calibro; quindi, anche stavolta, fai vedere di
cosa sei capace. Italians do
it better, Alex much more.
Per
tornare all’inizio della pagina… Domenica 14 giugno 2020 Il fascino
di FERRARI e delle sue auto ci è giunto anche attraverso le diverse scuderie
private che, nel corso degli anni, hanno saputo portare in pista elaborazioni
vincenti delle vetture con il cavallino rampante. E poi ci
sono i circuiti storici, quelli dove l’asfalto ha un passato e un presente di
auto e corse dal fascino infinito. Non conta se queste si sono disputate più
di cinquant’anni fa o qualche anno fa. Modelli di
auto, nomi di piloti famosi o semplici gentleman driver, rombo di motori e
odore di gomme e benzina, tutto questo è FERRARI. DAYTONA è
anche FERRARI, dalla mitica vittoria nelle gare di durata del 1967 con la
parata trionfale di tre FERRARI fino alle recenti gare nella classe GTLM. Nelle ore
più buie della notte di DAYTONA, la rossa 488 GTE ha dato nuovamente vita a
quei fasti; ormai prossima alla vittoria ma tradita da un sorpasso avversario
e da un testa coda fuori programma. Un
cavaliere di mezzanotte il pilota di quella FERRARI nel buio del suo
abitacolo in fuga da tutti gli avversari, roba che fa tornare alla memoria il
southern rock di Gregg ALLMAN. Un
modellino può raccontare questo arco di tempo, e quegli attimi dove il team
RISI COMPETIZIONE è stato a un soffio dalla gloria, può portarlo ai nostri
occhi e generare un effetto illusorio bellissimo. Torniamo
insieme indietro di tre anni, è sufficiente un modello da pochi euro e tanta
voglia di sognare. Per tornare all’inizio della pagina… Mercoledì 10 giugno 2020 Parlare di
ripartenza, dopo l’epidemia di Covid-19, spinge a cercare storie simili ossia
storie di resistenza contro nemici invincibili. Cercare tracce di un passato
analogo per poi trarne insegnamenti per affrontare le sfide che ci attendono
dopo l’epidemia. Quest’anno
si celebrano gli ottant’anni della Battaglia d’INGHILTERRA, uno scontro epocale
tra Inglesi e Tedeschi avvenuta tra il 1940 e il 1941. Se ne è
sempre parlato marginalmente, eppure fu un momento unico nel periodo bellico
del secondo conflitto. La GERMANIA
nazista, potente e guerrafondaia, sfidò l’INGHILTERRA e il COMMONWEALTH che
allora non era certo armato e preparato a un conflitto di tale portata. Furono mesi terribili per la popolazione,
costretta a sopportare incessanti bombardamenti; un pugno di giovani aviatori
della RAF determinati a battersi sui propri aerei contro un nemico spesso
molto più numeroso in quanto ad aerei e logistica di supporto. Tramite i
diari sir Adam BROOKE possiamo ripercorrere le tappe di quei mesi del ’40,
rivedendo assieme gli sforzi che furono richiesti alle Forze armate di Sua
Maestà e all’intera popolazione. La volontà
di vincere, di non lasciarsi sopraffare dai Tedeschi, spinse il governo e la
popolazione inglese a una risposta decisa e continua. Così come
molte nazioni in questi mesi hanno combattuto contro un nemico che, a primo
impatto, sembrava quasi invincibile. La storia
dell’uomo però insegna che volontà, coesione e tenacia, sono le vere armi per
sconfiggere allora il Nazismo e oggi il Covid-19. Per tornare all’inizio della pagina… Martedì 9 giugno 2020 Per gli
appassionati della FIAT ABARTH 131, segnalo l’uscita di una bellissima
monografia realizzata da AUTOSPRINT. Roba fina che andrà di certo a ruba. Per tornare all’inizio della pagina… Sabato 23 maggio 2020 Con la
ripresa della vita ordinaria, anche se il COVID-19 resta in agguato,
riprendiamo gli articoli sui lavori portati avanti in questi mesi quanto mai
frastornanti e di grande paura. Dal set di
ICM dedicato ai piloti della LUFTWAFFE, ecco il secondo soggetto da me
realizzato. Questo
secondo, che segue a quello dell’Oberleutnant Siegfried BARTH, non è stato
banalissimo da realizzare perché la scultura delle braccia rende
particolarmente difficile la colorazione del soggetto. Ci è voluto
qualche giorno di più del previsto ma, nel complesso, penso valga la pena di
essere mostrato a Voi. Per tornare all’inizio della pagina… Sabato 25 aprile 2020
25
Aprile, il Presidente Mattarella all’Altare della Patria Per
tornare all’inizio della pagina… Giovedì 23 aprile 2020 Non
esageravo quando, ai primi di aprile, comparavo questa epidemia a una guerra.
Non sono l’unico che ha mosso tale confronto. Il
commissario all'emergenza Domenico ARCURI ha così commentato negli ultimi
giorni la situazione in LOMBARDIA: "Tra l'11 giugno 1940 e il 1°
maggio 1945 a Milano sono morti sotto i bombardamenti della seconda guerra
mondiale 2 mila civili, in 5 anni; in due mesi in Lombardia per il
coronavirus sono morte 11.851 civili, 5 volte di più. Un riferimento numerico
clamoroso. Oltre alla solidarietà che dobbiamo ai lombardi e alla
consapevolezza della gravità dell'emergenza in quelle terre, dobbiamo anche
sapere che stiamo vivendo una grande tragedia, non l'abbiamo ancora sconfitta". Questa guerra
non finirà il 4 maggio, avremo ancora molto da fare per uscirne. Sempre se
contiamo sulle persone giuste e se, si spera, certi personaggi da rotocalco
sapranno mettersi da parte. Un’ultima
info: ci hanno aiutato ben oltre i principi del loro lavoro, adesso forse
tocca a NOI dare un aiuto. È stato
attivato un fondo di solidarietà per sostenere gli infermieri e le loro
famiglie in un momento così difficile e impegnativo. Anche l’Ordine delle
Professioni Infermieristiche di Genova (Opi Genova) infatti aderisce alla
campagna lanciata dalla Federazione Nazionale Ordini Professioni
Infermieristiche (Fnopi) #NoiConGliInfermieri, Maggiori info sul sito: https://www.noicongliinfermieri.org/ Per
tornare all’inizio della pagina… Presento
oggi un lavoro di qualche mese fa e che solo ultimamente sono riuscito a
raccontare in un articolo ricco di foto e tanti dettagli. Si tratta della
FIAT ABARTH 131 RALLY che corse al SANREMO del 1980 e che lo vinse con grande
supremazia. Dietro quella vittoria, e a quella vettura, vi è una storia
interessante e ricca di aneddoti. La vettura
esiste ancora, restaurata ma con qualche errore. L’articolo non vuole essere
un processo al restauratore ma l’occasione per affrontare nuovamente
l’importanza che ha lo studio di modello, della sua storia passata e della
sua effettiva rappresentazione. Di fatto,
l’articolo mette alla sbarra dell’imputato più il sottoscritto che il
restauratore; mette in evidenza come sia stato facile, da parte del
sottoscritto, sopravvalutarsi modellisticamente e a livello di conoscenza di
questo modello di auto. Il mea culpa è
sciorinato lungo tutto l’articolo che alla fine è quasi uno studio filologico
di questa vettura, del suo passato agonistico e storico. Un lavoro che mette
a nudo gli errori miei, del restauratore e anche del produttore del modello e
delle decal utilizzate. Insomma,
chi è innocente scagli la prima pietra sul modello! Per tornare all’inizio della pagina… Immagini, nomi di prodotti, marchi, sono: tutelati dai rispettivi
copyright se registrati o non scaduti, fanno riferimento e solo ai loro
legittimi proprietari. |
“Nessun film di
guerra è andato bene se non i grandi film americani: La Battaglia dei giganti,
Il giorno più lungo e poi recentemente il film di SPIELBERG “Salvate il
Soldato Ryan. Però dovevano essere film estremamente importanti per grandi
episodi con una cinquantina di attori, invece noi ne avevamo cinque o sei…”. Umberto Lenzi,
regista “Est modus in rebus
sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum”. “Esiste una misura
nelle cose; esistono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non
può esservi il giusto”. Orazio, Satire (I, 1,
106-107) “Questo Natale giuro
che Ti chiamo e ci vediamo, Oh! Ma te lo giuro! Davvero, giuro! Mercoledì? No, ho una
cena con i compagni della squadra di Pelota basca, sai come è…” Un amico, Natale del
1996 “Nelle condizioni
emotive prevalenti all’epoca, nei ranghi dell’esercito, gli uomini non erano
in grado di accogliere il concetto di amnistia in favore della nazione che
tante pene aveva inflitto alla Russia”. Dadiv Samoilov, poeta
russo “Se la terra è
piatta, allora anche la volumetria della terza di seno è opinabile”. Mia moglie Tutte le
novità e altro ancora ora sono anche su FACEBOOK “- Dottore, sono
sposata da nove anni, credevo che io e mio marito ci conoscessimo bene a
fondo e che il nostro fosse un matrimonio perfetto ma… è così cambiato, non è
più lui… - È sempre lui, lo
stesso uomo ma con una lesione alla spina dorsale. - Si ma quando gli
parlo… - Oh lo so, lo so.
Ora è infelice, è depresso. Sente di dipendere totalmente dagli altri e dice
a sé stesso non sono più un uomo e non posso più rendere felice una donna.
C’è da stupirsi che gli riesca difficile adattarsi alla situazione?”. The Men, Il mio corpo
ti appartiene, il film (1950) “L’evento
fondamentale dell’età moderna è la conquista del mondo come immagine”. Martin Heidegger,
filosofo (1938) “Perché è entrato
nella Marina Militare? La nave su cui ero fu tagliata in due da un siluro, ho
voluto essere quello che sparava, per cambiare… Questa non è la mia guerra
privata, io sto facendo quello che devo fare, come quel comandante tedesco
che sta giù. È un lavoro che non mi piace e forse nemmeno a lui”. Duello
nell’Atlantico, il film (1957) “L’ufficio, semplice
e quasi disadorno, rispecchiava il suo
carattere. Curava moltissimo l’aspetto personale e
l’abbigliamento e pretendeva ordine e cura scrupolosa del
lavoro e del posto di lavoro”. Abarth: l’uomo e le
sue auto AISA·Associazione
Italiana per la Storia dell’Automobile in collaborazione con
CPAE·Club Piacentino Automotoveicoli d’Epoca Fiorenzuola d’Arda
(Piacenza), 9 maggio 2010 “Viviamo tempi di
ansia e pure di vittimismo, dobbiamo ammetterlo. Imparare una poesia a
memoria può essere un ottimo antidoto e offre nuovi punti di
vista”. Eliot Cohen,
professore della Columbia University “Per capire a fondo
una Jaguar ci va una chiave inglese”. Paolo Conte, intervista
al Corriere della Sera di Antonio D’Orrico “Messico e nuvole, la faccia triste dell’America e il vento suona la
sua armonica Che voglia di
piangere ho”. Paolo Conte, Messico
e nuvole “You, you're such a
big star to me You're everything I
wanna be But you're stuck in a
hole And I want you to get out I don't know what
there is to see But I know it's time
for you to leave”. Take That, Shine “Non ci sono razze
superiori. Se esamini il cervello di un uomo non ti dirà nulla
sulla sua razza. Del sangue sano può
salvare un qualsiasi soldato ferito, di qualsiasi razza. Il colore della pelle
non significa nulla”. Humphrey Bogart,
attore “Dulce et decorum è
pro patria mori È dolce e appropriato
morire per la patria”. Orazio, poeta del 23
a.c. Clay e Alex (Copyright
Associazione "AMICI DELLA FERRARI F1"). “Sono convinto che
valga la pena curarlo”. Giuseppe Oliveri,
direttore Neurochirurgia ospedale Le Scotte di Siena “Non volevo dimostrare
niente a nessuno, la sfida era solo con me stesso, ma se il mio esempio è
servito a dare fiducia a qualcun altro, allora tanto meglio”. Alex Zanardi, Ironman
per tutti noi “But I'm not gon' let
'em catch me, no Not gon' let 'em
catch the midnight rider”. Gregg Allman,
Midnight Rider 1970 “I can’t Breathe…”. George Floyd, R.I.P. "Dobbiamo far
vincere qualcosa anche alla Fiat". Gianni Agnelli,
avvocato e molto di più "Offro fame,
sete, marce forzate, battaglie e morte". Giuseppe Garibaldi il
2 luglio 1849, rivolgendosi ai combattenti della Repubblica Romana sconfitti
dai Francesi “Noi infermieri con le nostre vite per salvare la tua. Adesso abbiamo
bisogno di te. Sostieni il fondo di
solidarietà”. Per le donazioni: https://www.noicongliinfermieri.org/ |
Speciale US
Soldiers “War Heroes” (Sezione Modellismo) |
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