NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009 - 2012

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LA SECONDA GUERRA MONDIALE E LE SUE FORTIFICAZIONI IN LIGURIA
Perché non tentare il recupero di una parte del Vallo Ligure?

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A Genova, in questi giorni di agosto del 2012, é stata rinvenuta una bomba aerea della Seconda Guerra Mondiale. Pare di provenienza americana. Il ritrovamento é avvenuto nel Porto di Genova, presso Calata Bettolo.
In questa città presa dal caldo, dalla musica a tutto volume anche alla notte, dai turisti e da chi volete Voi, la notizia pare essere limitata al solo rallentamento dei lavori di sbancamento portuale per un nuovo terminal container e agli inconvenienti che il 26 agosto la città vivrà.
Quel giorno gli artificieri del Nucleo EOD del 32° Reggimento Guastatori di Torino di togliere la spoletta al pachiderma che in pancia tiene 200 chili di TNT.
In pochi, pare, sappiano che la città venne presa da feroci bombardamenti e che gli Angloamericani miravano ad affondare le navi presenti per bloccare il flusso portuale.
Tutta la città, a dire il vero, si prese varie tonnellate di tritolo e altre finezze che la guerra in genere propina. Ma, come si scrive nel giornalismo narrativo, quella é un'altra storia.

L'occasione però a ispirato il quotidiano locale "Il Secolo XIX" a un video filmato dove si parla delle batterie antiaeree italiane che tentarono di fronteggiare il nemico aereo.
E' anni che appunto se ne parla, specie del recupero del gruppo di batterie presenti sul Monte Moro. Ovviamente, nella più classica tradizione locale, non si é fatto nulla.
Una montagna sfortunata: negli anni 30 venne indetto un concorso pubblico per l'edificazione di complesso turistico che avrebbe anche incluso un casinò. E non se ne fece nulla. Arrivò la guerra e l'intera zona venne utilizzata appunto per le batterie difensive costiere e della città.
Finita la guerra,  un tentativo misero e fallito di trasformarlo in una sorta di area naturalistica, infine l'oblio e l'abbandono da ogni punto di vista.
Eppure il complesso difensivo di Levante potrebbe costituire un occasione culturale quasi unica nel suo genere, a livello nazionale (se non europeo escludendo quelli del Vallo Atlantico) quasi un vero monumento al concetto di fortificazione e di bunker. In alcuni paesi culturalmente avanzati, certamente non perderebbero l'occasione di farne una struttura didattica e museale. Noi Genovesi, a certe idee, arricciamo il naso e teniamo in tasca la mano.
Li ho visitati assiduamente nei primi anni 80 insieme ad altri amici di allora, appassionati occasionali e non. Le condizioni strutturali erano ottime e in gran parte visitabili. Oggi non saprei dire, tenuto conto che l'unica strada che conduceva al complesso é ormai impraticabile dalle vetture e le stesse fortificazioni probabilmente potrebbero essere pericolose dato che nessuna manutenzione é mai stata apportata. Attenzione quindi a escursioni di sorta dentro ai bunker.
Il decadimento totale della zona é avvenuto a fine anni 90 quando l'unico ristorante del posto ha chiuso ed é divenuto uno spazio per raduni per "rave" improvvisati e partite di soft air.

Temo che l'ennesima proposta dell'intervistato Massimo Rossi, per il recupero storico del Monte Moro, finirà nell'oblio estivo e nei mugugni dei soliti che avranno di che dannarsi dato che il 26 agosto, nel raggio di 8 chilometri dall'ordigno, non saranno funzionanti i cellulari, i segnali televisivi e quelli radiofonici.
Per coloro invece che fossero interessati all'argomento consiglio caldamente un volume dedicato esclusivamente all'argomento fortificazioni in Liguria:
"IL VALLO LIGURE" di Gabriele Faggioni, edito da LIGURPRESS.

Inoltre su WIKIPEDIA, probabilmente grazie al contributo di qualche appassionato dell'argomento, vi é una scheda introduttiva sul Monte Moro e le relative batterie difensive.

Per quanto riguarda altra documentazione, rimando un articolo molto interessante e completo scritto da Carlo Alfredo Clerici su UNIFORMI & ARMI.

 


Uno dei bunker presenti sul Monte Moro (foto Manfredi Roberto, Wikipedia ©)

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