NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop"

 

“Il crollo del ponte Morandi a Genova”

14 agosto 2018

 

 L’editoriale di questo mese commemora il crollo del ponte Morandi avvenuto la mattina del 14 agosto, qui a GENOVA, e le vittime che tale sciagura ha causato.

 Il ponte collegava due parti della città, una via importante e che era stata promossa come indispensabile per la viabilità e l’economia non solo di GENOVA ma di gran parte del nord ITALIA. Era l’emblema del progresso di questa città; per molti di noi, transitarvi al rientro di una trasferta di lavoro o da un viaggio, rappresentava il tornare a casa e in questa meravigliosa città. Ora non esiste più.

 Il giorno 18 agosto sarà lutto nazionale e si celebreranno i funerali di Stato per una parte delle vittime.

 

Selezionare la foto per vedere il video girato dal Corpo dei Vigili del Fuoco di Genova.

 

 Il crollo ha causato la morte di trentotto persone e diverse decine di feriti. Una vera strage, nessun atto terroristico ha mai colpito questa città chiedendo un tale prezzo di vittime.

 Desidero esprimere il mio cordoglio verso coloro che hanno perso un parente, un amico o un semplice conoscente. Tra le vittime vi erano persone che semplicemente transitavano su quel ponte e la loro provenienza era di altri paesi e altre città, per noi GENOVESI la loro morte diviene un lutto nostro e costoro sono parte del nostro attaccamento a questa città.

 Pe noi GENOVESI è un dolore senza pari che forse è difficile far comprendere, un dolore fisico e spirituale che colpisce ognuno di noi.

Non è tale perché siamo nati qui, o portiamo un cognome del posto, ma perché amiamo questa città indipendentemente dal provenire da altri luoghi o avere cognomi stranieri, chi ama GENOVA diviene GENOVESE. Chi muore qui, è uno di noi.

 

 La macchina dei soccorsi è subito intervenuta e ha potuto salvare diverse vite umane. Un ringraziamento enorme allo sforzo portato dai Vigili del Fuoco e da tutte le Autorità che sono intervenute.

 Ora resta solo il dover ripartire da capo, mancando una via così importante la città è per molti aspetti in ginocchio e chiede di essere aiutata. Bene descrive la situazione questo editoriale del quotidiano il SECOLO XIX: L’orgoglio di una città già pronta a reagire.

 

 Diverse figure politiche hanno purtroppo mancato nella loro presenza o hanno strumentalizzato questo dramma, uno spettacolo di dubbio gusto che dimostra solo i limiti umani, e politici, di alcuni di loro che governano ingiustamente questo paese.

 Non è il momento di polemiche, ora a mia volta debbo rispettare il cordoglio e il dolore che tutto ciò rappresenta.

 La rabbia però resta alta, e non la si rimuoverà a belle parole e passerelle televisive sul luogo della sciagura.

 

 Essendo posizionato proprio sopra diversi palazzi, vi sono numerose persone (oltre seicento) che dovranno abbandonare le loro abitazioni costruite a ridosso del ponte. Oltre trecento nuclei familiari che dovranno lasciare tutto e ripartire da capo, non si sa bene dove e con quali mezzi propri. Anche a loro la mia personale solidarietà e affetto.

 

 In segno di lutto, di massimo rispetto per le vittime e per i feriti, questo editoriale resterà vuoto per alcuni giorni.

 

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