NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2011

ALFA ROMEO ALFASUD t.i. (AUTODELTA ELABORAZIONE)
UNA CORSA PER IL FRIULI, GARA A SCOPO BENEFICO
Piloti R. PETERSON e F. NICCOLINI, VARANO DE' MELEGARI (1976)
Elaborazione modello di serie (distribuzione tramite edicole), scala 1/43.
Novembre 2011.

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2 giugno 1976: in pista per la solidarietà e per una regione terremotata
Numerosi piloti del mondo dei motori (auto, moto, motonautica) parteciparono alla manifestazione benefica intitolata "Una corsa per il Friuli". La gara venne vinta dalla coppia Arturo Merzario e Paolo Galli.

Una scuola intitolata a Graham Hill
Con il ricavato della manifestazione, venne costruita una scuola intitolata al campione di Formula 1 che era mancato proprio in quel periodo.

Uno stabilimento di nuova concezione
Lo stabilimento Alfasud di Pomigliano venne realizzato nel 1972 a un costo inferiore rispetto a quello stimato (25 in meno dei 300 miliardi di Lire stimati), fatto quasi unico nella storia degli appalti pubblici italiani di allora.
Il padre di tale realizzazione era l'ingegnere austriaco  Rudolf Hruschka. Uomo tenace e dall'asburgico carattere, riuscì a far avviare l'impianto di produzione con solo 3 mesi di ritardo rispetto alla data fissata (altro record nella storia delle fabbriche italiane).

Bella ma fragile
I modelli prodotti avevano diverse pecche produttive che l'impianto non riuscì mai ad eliminare (problemi di scocca in fase di assemblaggio e montaggi grossolani di molte parti). Nel 1980 Hruschka lasciò l'Alfa Romeo e nello stesso anno si chiuse il Trofeo Alfa SUD.

 

E allora vi faccio vedere io!
Bruno era uno che di auto se ne capiva, almeno a suo dire. Quando ne comprava una nuova, così lui diceva, lo faceva solo sulla base delle prestazioni corsaiole che il modello di serie era in grado di erogare: l'ALFASUD sarebbe divenuta la sua prossima preda. Scoppiò una baruffa tra i vari frequentatori del bar. Noi eravamo i ragazzini di quel bar sotto casa, quelle zuffe solo verbali fra trentenni erano lo spettacolo preferito.
Ma quel giorno Bruno non scherzava, e veramente si presentò con una fiammante ALFASUD t.i. rossa. Allora i commenti biechi e un po' razzisti non mancarono: "... o Bruno! Ma cosa ti sei preso? Ma lo sai che hai il motore boxer, dove ci vai? Al massimo sto pomodoro va bene per andare al paese dai parenti". E poi continuavano "...una macchina a trazione anteriore, come la 126, mamma mia che belinone". Bruno fece finta di niente, ingoiò l'amaro calice di quei bifolchi e aspettò due mensilità per dare fondo ai risparmi e comprarsi il kit di trasformazione dell'AUTODELTA. "Allora vi faccio vedere io!" disse prima di lasciare il piazzale del bar sgommando a tutto gas. E così che ai bifolchi fece ingoiare tonnellate di polvere: su e giù per la RUTA di CAMOGLI con le sue curve in contro piano, sui tornanti per TORRIGLIA quando la super strada per arrivarci era una chimera; per finire dalle parti di TRASTA, un rettilineo extra urbano genovese usato dai miei concittadini corsaioli per mettere alla prova ogni genere di veicolo a motore (avventure pistaiole sventate a colpi di autovelox, nel caso vi venisse mai la voglia di emulare vi sconsiglio caldamente). Mi ricordo ancora la t.i. dopo il montaggio del kit: più aggressiva che mai. Ricordi lontani ma non troppo per perdersi dopo i quarant'anni. Eravamo nel 77 e la crisi industriale era spietata, le fabbriche non andavano bene, c'era il terrorismo e il banditismo organizzato, il punk, gli scandali estivi sempre più osé, io che andavo malissimo di matematica e volevo fare il regista. Insomma tutto come oggi, tolti i miei voti di matematica e nessuna speranza di diventare regista.

L'ALFA ROMEO produsse questo coupé negli stabilimenti di POMIGLIANO D'ARCO, vicino a NAPOLI. L'impianto va in produzione non senza tanti problemi strutturali, politici e sindacali. Il modello t.i. inizia la sua carriera nel 75. Pare che di ALFASUD non se ne vendevano abbastanza. Prendendo spunto da quanto accaduto in AUSTRIA, dove un tizio organizza una gara monomarca, a casa ALFA ROMEO decidono di provare a lanciare il campionato a cui solo le "terruncielle" si possono iscrivere. La cosa piace agli alfisti corsaioli. Con il kit, che anche Bruno si era comprato, si poteva contare su una base sufficiente per avvicinarsi alla pista. I ricambi e le gomme avevano prezzi accettabili, a patto di contare su qualche sponsor.
Il modellino riproduce l'auto che partecipò alla gara benefica "Una corsa per il FRIULI". Nella primavera del 1976 il FRIULI é letteralmente sventrato dal terremoto. I piloti di allora si radunarono  a VARANO DE' MELEGARI e disputarono una corsa i cui incassi di pubblico (vi partecipò entusiasta fino a riempire il piccolo autodromo) servirono per la costruzione di una scuola. Oggi, questo modello é perfettamente circolante e partecipa a diverse manifestazioni storiche sia pista sia gare in salita".

Tutto in un weekend
L'intero modello l'ho elaborato in tre giorni, grazie al tempo disponibile in un lungo weekend. La base non era di fattura eccezionale ed erano quasi due anni che giaceva in garage in attesa della giusta ispirazione e di una discreta quantità di tempo da dedicargli. In fase di smontaggio ho avuto i primi problemi: si é rotta la calandra, la vernice presentava diverse imperfezioni e gl'interni mi preannunciavano un faticoso e minuzioso lavoro di limatura  e dettagliamento. Di positivo vi era il sedile molto bello e solo da perfezionare, il cruscotto con il volante, i cerchi con le relative gomme e il rollbar ben squadrato e sufficientemente robusto per poter sopportare lima e carta abrasiva.
Nell'abitacolo ho aggiunto gli estintori (fisso e mobile), rielaborato sedile e aggiunto le cinture di sicurezza, elaborato il cruscotto e il relativo volante a cui ho aggiunto lo stemma ALFA ROMEO. Tocco ulteriore é stato l'aggiunta del vetro nel finestrino del pilota, a mezza altezza di modo che fosse visibile l'interno.
Per la parte scocca, facendo un confronto con la foto promozionale del modello, ho elaborato la fanaleria e la calandra, aggiunti e dipinti i ganci di soccorso (autocostruiti con filo di rame), il tirante di stacco della batteria e azionamento estintore fisso, i tergicristalli fotoincisi di TRON, il terminale di scarico. Sotto il modello completato, a fianco la versione della scuderia francese DAN AUTO realizzata nel 1994 con un modello SOLIDO. Interessante per confrontare le due linee modellistiche realizzate a distanza di almeno dieci anni tra loro.

Galleria race-car pista

Galleria race-car rally

Galleria race-car competizioni varie

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