Targa italiana
La vettura del pilota
olandese era targata MI K92422 mentre il numero di telaio era
1530849.
Classifica finale
alla 4 Ore di Jarama (Spagna)
1° Toine Hezemans, 2°
Gianluigi Picchi, 3° Jorge de Bagration. Tutti su
Alfa GTAM di cui le prime due iscritte dall'Autodelta.
Vetri posteriori
Si potevano aprire per poter far defluire il caldo presente
nell'abitacolo. Viene da supporre che non fossero in plexiglass ma
quelli originali in cristallo.
Niente rivetti
Il modello ha in se un errore vistoso: le rivettature dei parafanghi
che, nel modello reale, non vi erano affatto.
Vedi anche...
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Una Storia tutta Italiana
Nel 1969 le GTA 1300 e 1600 non potevano competere contro BMW, FORD
e PORSCHE. ALFA ROMEO punta al "Gruppo 2", quello riservato a
vetture fino a 2.000 cc, del Campionato Turismo Europeo che negli
ultimi 5 anni ha visto un crescere esponenziale d’interesse da parte
del circus motoristico gran turismo e coupé. L'ALFA era andata forte
e grazie ai piloti italiani (Andrea De Adamich, giusto uno a caso)
aveva spopolato con un numero di vittorie infinito.
Per il campionato dell'anno seguente dall’AUTODELTA vengono impiegati 40
esemplari della 1750 GT AM (dove AM stava per Alleggerita Modificata
oppure, secondo altri, America dato che doveva essere lanciata sul
mercato nord americano), vennero realizzate vetture da competizione
sfruttando al massimo il nuovo regolamento: la cilindrata del motore
venne portata a 1.985 cc per una potenza di circa 195-220cv, le
sospensioni modificate, l'assetto abbassato ed irrigidito, vennero
montati cerchi e pneumatici maggiorati, carrozzeria in acciaio (non
si poteva usare l’alluminio perché la GTAM era elaborabile solo
sulla scocca di serie) allargata e vetri in plexiglass. Il titolo
verrà vinto dalla casa milanese e da uno dei suoi piloti di punta,
l’olandese Toine HEZEMANS.
Nel 1971 lo squadrone
BMW si presenta con una vettura totalmente nuova, ma ALFA ROMEO
schiera oltre le 1750 GTAM anche le GTAM ottenute sulla base delle
2000 GTV.
Le due auto contano su meno cavalli delle concorrenti ma i
pesi contenuti, 920kg della 1750 e i 940kg della 2000, e la mitica
affidabilità nelle gare di durata permettono di rivincere il titolo
europeo. Negli anni successivi alcune 1750 e altre convertite nella
versione 2000, oltre le effettive 2000 GTAM, continueranno a correre
e a vincere; nel 1973 in seguito all'insperata vittoria di due
piloti privati alla 4 Ore di Monza, AUTODELTA prepara quindi una
versione da 250 cv che non si aggiudica il titolo per pochi punti.
Secondo Carlo CHITI,
allora direttore sportivo dell’AUTODELTA, furono preparate ben più
40 esemplari l’anno. E’ difficile risalire al numero effettivo di
auto perché le trasformazioni, specifiche per la corsa, sono una
costante in tutta storia dell’ALFA ROMEO e di AUTODELTA, che
preparava su richiesta le auto o vendeva in blocco i kit di
elaborazione e trasformazione. La scocca di tipo America veniva
utilizzata dall’AUTODELTA, ma molti preparatori “paralleli”
utilizzavano scocche diverse (si vedono dei parafanghi palesemente
ricavati da vetroresina e lamiere ribattute artigianalmente).
A fronte di alcuni elenchi riportati in diversi articoli e da informazioni
trascritte nei forum da parte di alcuni appassionati della 1750 GTAM,
quelle ufficiali dell'AUTODELTA furono 15. Una di queste, acquistata
come concessionaria estera, venne consegnata a HEZEMANS. Dalle
pochissime foto, che ritraggono la partecipazione del pilota
olandese al campionato turismo europeo del 70, si evidenziano alcuni
dettagli interessanti.
A
JARAMA la vettura era giallo senape (il colore originale), non aveva
la targa, il tappo benzina probabilmente era a sinistra nel
bagagliaio, non é possibile stabilire quanti ganci cofano fossero
presenti sia in quello anteriore sia in quello posteriore. I ganci
di recupero erano di metallo e non verniciati e non vi erano sulla
scocca adesivi o colorazioni per la facile identificazione da parte
dei soccorritori. I tiranti per lo stacco dell'alimentazione forse
erano due e posti vicino al bagagliaio posteriore (strano ma così
appare nella versione del 71).
Per quanto riguarda l'intero dell'auto: i sedili probabilmente erano la
coppia originale fornita dalla casa milanese, le cinture di
sicurezza vi erano di quelle a 4 punti e di colore nero e solo per
il pilota, non vi era un impianto estinguente fisso ma un estintore
mobile posto vicino al sedile del passeggero, il rollbar interno aveva la sola travatura ad arco ed era probabilmente di
colore nero opaco per evitare i riflessi.
Note:
le due foto in bianco/nero sono state pubblicate da due numeri di
AUTOSPRINT del 1970.
Immagini, nomi di prodotti, marchi, sono: tutelati
dai rispettivi copyright se registrati o non scaduti, fanno
riferimento e solo ai loro legittimi proprietari.
Quanto
qui pubblicato é solo a titolo di informazione non
costituendo profitto di sorta in tale contesto.
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Le GTAM 1750 dell'AUTODELTA
Nel 1970 le versioni
della GTAM fecero davvero faville sulle piste di tutta EUROPA. Il
pilota olandese Toine HEZEMANS corse con una di quelle ufficiali
dell'AUTODELTA e che gli permise di vincere il campionato classe
turismo di quell'anno. A JARAMA, una delle prime gare del 70, la sua
vittoria fu schiacciante.
Partendo da una versione di modello venduto nelle edicole, quello a SPA
del 71, ne ho realizzato la versione di JARAMA.
Qui il modello ancora in fase di
"lifting", a fianco la versione con cui il pilota corse a BRNO lo
stesso anno. Purtroppo la verniciatura bianca si era rivelata
pessima, abbandonando temporaneamente il progetto di questa
versione. Ora é in attesa di essere sverniciata.
La prima fase é la parte di smontaggio del modello. Poi occorre
ripulire la scocca di tutte le sponsorizzazioni e numeri di gara.
Fanalerie e vetri vanno bene e non li ho rimossi, lo stesso la
calandra e il tappo del serbatoio. I tergicristalli no, sono troppo
grossolani e li ho sostituiti con altri fotoincisi.
Ed ecco una foto degli interni
ancora in fase di realizzo. I sedili di serie vanno bene ma occorre
rifinirli bene e realizzare i fori laterali per far passare le
cinture di sicurezza. Il rollbar deve essere rifinito dato che
presenta una pronunciata linea di colata.
L'estintore mobile, che era
collocato dal sedile del passeggero, l'ho realizzato in proprio con
materiale vario. Le cinture di sicurezza sono realizzate con carta
dipinta di nero semilucido. La leva del cambio l'ho sostituita con
uno spillo.
Per lo stemma sul volante, le
cinture di sicurezza, l'estintore e il cruscotto, ho utilizzato
decal di varie marche. Queste vanno posizionate con l'aiuto di colla
vinilica, eliminati i bordi trasparenti tramite acetone o liquido
per decal (tipo strong) e rifinite con vernice trasparente opaca o
lucida a seconda di dove queste sono collocate.
Il pianale l'ho ridipinto in
metallo e nero, con qualche sfumatura di blu; la marmitta era bianca
e l'ho dipinta con colore identico opaco.
Mancavano i vetri laterali delle portiere e li ho realizzati con
dell'acetato, però li ho incollati a metà di modo che rimanesse
visibile l'interno della vettura. Prima di chiudere il sarcofago,
consiglio di pulire bene i vetri interni e di maneggiare il tutto
con una pezzuola per pulire le lenti da vista.
Al fine di rendere più
interessante il modello, le ruote le ho poste in sterzata ruotando
anche il volante.
Esternamente ho sostituito i tergicristalli, aggiunti i ganci
cofano, i ganci di recupero e gli stacchi batteria (che erano posti
nel retro della vettura). Per completare, ho messo uno specchietto
retrovisore come quelli che allora montava l'ALFA ROMEO e sostituito
quello di serie che era sbagliato come forma e colore. La vettura
correva senza la targa di immatricolazione.
Parte conclusiva le decal.
Abbastanza facili da posizionare, un po' meno il recuperarle specie
la scritta "MICHELIN" delle giuste dimensioni e quella "BRITAX". Per
alcuni stemmi, come quelli dell'AUTO DELTA, ho lasciato gli
originali mentre altri, come quello sulla calandra e i quadrifogli
ai lati, li ho sostituiti con decal di migliore fattura.
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