NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009 - 2012

LANCIA DELTA S4 1986 - SCUDERIA LANCIA HF (MARTINI RACING)
Storia di un laboratorio viaggiante

Modellismo

Pittura e grafica

Cinefoto

Genova per Noi

In ricordo di un campione
L'auto era condotta dal grande, e purtroppo scomparso prematuramente, Toivonen. La vettura fa riferimento alla Biella Corse (edizioni del Rally storico Lana).

 

Documentazione race-car

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Il progetto della nuova vettura iniziò nel 1983 e venne omologata a novembre 1985. La produzione per l'omologazione comprendeva 200 esemplari. Successivamente le regole vennero cambiate e il numero di esemplari scese a 20.
Il motore non era di una particolare cilindrata ma era in grado ci generare delle potenze sorprendenti: 1759 cc, motore centrale in lega leggera e camere dei cilindri  in ceramica con 16 valvole per cilindro.
L’ing. Claudio LOMBARDI ha dichiarato che il concetto di motore della vettura, aspirato volumetrico più turbo compressore a gas di scarico, è rimasto innovativo per diversi anni al punto che la stessa Volkswagen lo ha copiato recentemente per la GOLF.
Allora LANCIA non aveva, compreso tutto il Gruppo FIAT, sviluppato progetti per la trazione integrale; le altre case in primis AUDI e PEUGEOT erano molto più avanti. In parte, alcune loro strategie vennero copiate dalla stessa LANCIA.
L’aver realizzato, in quel periodo storico, una quattro ruote motrici partendo da zero, dimostrava che LANCIA e il gruppo FIAT non erano secondi a nessuno sia nel mondo dei rally sia nel contesto mondiale dell'automobile in quanto a ricerca e sviluppo. Ne fu la dimostrazione pratica il fatto che poi tale tecnologia venne trasferita sulla Delta 4WD di produzione. Furono sicuramente periodi molto difficili e in determinati momenti lo sconforto colse progettisti e collaudatori, come ricorda Claudio LOMBARDI, ma la caparbietà piemontese e il metodico continuo lavoro di messa a punto permise di arrivare ai risultati sperati. Venne realizzata una trasmissione a tre differenziali e cambio centrale con distribuzione trazione anteriore/posteriore al 20/80 o al 35/65.
L’ing. Sergio LIMONE ha raccontato che la centralina elettronica era solo per la parte del motore, il resto era controllato con sistemi pneumatici e tramite delle valvole servo comandate. Le gestioni, della trasmissione - cambio e sospensioni, sarebbero state elettronicizzate soltanto diversi anni dopo.
Avevano già previsto, in casa LANCIA, la successiva versione ECV con un motore chiamato Triflux. Ma dopo un anno tutto sarebbe finito.

Per tale ragione, la vettura era agli albori di nuove tecnologie e venne giustamente ribattezzata "il laboratorio viaggiante". La vettura venne messa su strada senza qualche pezzo: mancava l’idroguida (immaginiamo solo il peso della sterzata!) e l’autobloccante sul differenziale anteriore.
La macchina era meno semplice della Peugeot 205 turbo 16. Ma la soluzione del turbo dava una quantità di cavalli impressionante: circa 500 per la versione rally e quasi 600 per quella da asfalto. Il tutto con un peso complessivo a vuoto sotto la tonnellata.
Sicuramente anche i collaudatori ebbero un peso rilevante; primo fra tutti, Lombardi mette BIASION e PIANTA. TOIVONEN e ALEN ebbero il compito di far macinare chilometri ai vari prototipi in quel tempio segreto del rally che é la riserva della MANDRIA.
La carrozzeria subì due stadi evolutivi fondamentali. In molti libri e pubblicazioni viene spesso proposta la foto della versione stradale dipinta con i colori MARTINI RACING, pare però che fosse solo un modello promozionale e che non venne mai utilizzato nemmeno in sede di prove e collaudi.
Uno dei primi prototipi da corsa era in colore verde militare opaco, la centralina soffriva le interferenze dei primi cellulari specie quello che era in uso a Cesare FIORIO.
Quello utilizzato per le prove su asfalto aveva la stessa carrozzeria che poi sarebbe stata prodotta per la versione commerciale necessaria all'omologazione.
Non era bella, almeno al primo impatto, ma si capiva che non era un giocattolo e che forse qualche sorpresa sarebbe arrivata. Quando la mettevano in moto il rantolo del Volumex era inquietante.  La corsa di pochi centimetri della pedaliera faceva supporre che fosse preoccupantemente tanta la potenza scaricabile in pochi secondi. Nessun dubbio.
Vibrava tutta, era bollente e lo spazio dell'abitacolo di poco più grande di quello della STRATOS, con il solo vantaggio di essere più alto.

FIORIO aveva stabilito, con la ABARTH, di realizzare 4 versioni base: misto asfalto sterrati e ghiaccio, asfalto, rinforzata sterrati, raid per il rally in Africa e in Grecia.
Giorgio PIANTA ha dichiarato che la vettura aveva delle accelerazioni sorprendenti e i tempi di reazione della vettura talmente repentini che non davano mai "...l'idea di governarla pienamente".
In Corsica, durante delle prove private in vista del rally locale, le accelerazioni erano tali per cui Sergio CRESTO non riusciva a leggere le note e non c’era modo di tenere fermo il suo corpo anche stringendo al massimo le cinture di sicurezza. Come ebbe a dire appunto PIANTA “Questa macchina qui era una cosa impressionante!”.

Lo stesso BIASION sostiene che solo TOIVONEN è riuscito nell’intento di portarla al limite. Il numero di piloti in grado di guidarla come lui, non era poi così elevato come si crede.
In molti si proponevano per la guida di uno di quei bolidi ma, tra costoro, erano pochi i piloti veramente in grado di controllarla con lucidità e non per sola incoscienza. Nonostante ciò, in casa LANCIA non erano ammesse troppe polemiche tra gli stessi piloti ufficiali circa la criticità nel condurre la S4, altrimenti rischiavano la pronta sostituzione.
La macchina era già vincente e competitiva quando il suo potenziale era sviluppato solo al 60/70 %”.

Sempre BIASION ha dichiarato “Era una macchina che a guardarla sembrava sempre rotta. Se uno apre il cofano posteriore e vede come sono sistemati i radiatori, come sono sistemati gli ammortizzatori, la wastegate e gli intercooler, uno dice: dopo ogni prova speciale siamo li con i barattoli attaccati con il fil di ferro… e invece non ricordo di una S4 che si sia ritirata per guasti meccanici”.

La prima gara ufficiale, come Gruppo B, fu il RAC dell’85 che venne vinta da Henri TOIVONEN con Sergio CRESTO. La seconda nell’86 al MONTE CARLO sempre con TOIVONEN/CRESTO. Le foto qui presentate si riferiscono al 1985 quando venne iscritta al Rally della CAMARGUE in veste di prototipo, guidata da ALEN. Si notano il muso, il cofano e l'alettone posteriori in una versione che poi sarà successivamente abbandonata.
I piloti di punta della vettura furono TOIVONEN, ALEN, BIASION e CERRATO.
Proprio per BIASION fu l'ingresso anche nella scuderia LANCIA MARTINI RACING. Prima gara dopo tanti mesi come collaudatore, fu il Rallye di MONTE CARLO, così ha raccontato quell'esperienza “… vado alla prima prova speciale e la vinco. Arrivo all’assistenza con un sorriso da un orecchio all’altro. Prima gara con la divisa MARTINI RACING e a bordo della S4. Arriva Fiorio e mi dice sinteticamente che ero stato bravo, ma avevo fatto solo il mio dovere. Ci sono rimasto di un male…”.

Al rally monegasco del 1986, TOIVONEN ebbe un incidente frontale con un Francese apparentemente sotto affetti alcolemici (qualcuno dubita ancora oggi che le cose stavano così, si vocifera di un incidente voluto da parte dei Francesi). La macchina fu danneggiata gravemente ma in pochi minuti venne temporaneamente riparata, arrivò al punto dell'assistenza e rimessa in perfette condizioni dopo un lavoro durato meno di due ore.
Il merito di tale miracolo fu determinato, oltre che dal team, da due elementi fondamentali: telaio tubolare e non a pianale che si riparava tramite cannello ossiacetilenico e pezzi tubolari e carrozzeria a moduli, organi di sterzo e trasmissione premontati in officina. La sostituzione del differenziale anteriore avvenne infatti in meno di 15 minuti.

Markku ALEN non vinse il Mondiale Rally a seguito della cancellazione della sua vittoria al Rally di SANREMO, il che permise alla PEUGEOT di superare per pochi punti LANCIA. La squalifica della scuderia francese, a quella gara, avvenne per delle minigonne irregolari montate proprio prima della partenza. I filmati di allora le mostrano, prova oggettiva che non servì alla Federazione Rally per dimostrare che la squalifica era motivata. Altri punti furono conquistati dal leone francese al rally di Corsica, dove tutti i piloti LANCIA si ritirarono dopo la morte di TOIVONEN. Anche altri piloti, di altre scuderie si ritirarono in segno di lutto. Quelli PEUGEOT no.

Nel 1987 si chiuse l'epopea della vettura, la Federazione Internazionale Rally ne definì la fine. Nell'anno successivo continuerà a correre nel solo campionato inglese e poi per alcuni anni ancora nelle gare in salita e slalom. Oggi nei rally storici é tornata bella (allora qualcuno la definì, con una punta di acidità, "...brutta come una RITMO con 500 cavalli") e potente come allora.

"Il Gruppo B ...da un punto di vista tecnico é stato entusiasmante, da un punto di vista sportivo onestamente non si vedeva l'ora che finisse. Certo che con quello che abbiamo imparato con la Delta S4 abbiamo vissuto di rendita per sei anni sulla Delta integrale".   Sergio LIMONE.
 

Le foto pubblicate in questa pagina sono editate da video promozionali e di cronaca allora trasmessi.  Alcune delle testimonianze riportate sono state tratte dal programma "CONTROSTERZO" del canale digitale NUVOLARI.

 
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