Lo sbarco in
Sicilia
Iniziò all'alba del 10 luglio con lo sbarco dei Ranger americani
sulla spiaggia di Gela.
Difese tedesche
all'interno
Le Forze Armate tedesche contarono sulla XV Div. Panzer Granadier,
sulla Div. Hermann Goering e su una riserva uomini provenienti
dalle diverse specialità che operavano sull'isola e che in gran
parte erano appartenenti alla Luftwaffe.
A caccia di
sbandati
A partire dalla mattina del 10 luglio, molti
tedeschi cercano di attestarsi in direzione di MESSINA e di
percorrere le strade che portavano verso la parte est dell'isola. La
prima conseguenza fu l'intasarsi delle vie di circolazione. Il
grosso delle colonne non era costituito da soldati come i granatieri o le truppe
paracadutiste, per cui non erano sotto comandi diretti e questi
"sbandati" cercano a
loro modo di unirsi al grosso delle truppe che invece
stavano realmente combattendo contro il nemico. Alla gendarmeria
spettò l'arduo compito di ricompattarli per l'abbandono dell'isola.
Sempre a proposito
dell'Operazione HUSKY"
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Bibliofrafia
- R. Atkinson "Il giorno della battaglia, gli Alleati in Italia 1943
- 1944" Ed.LE SCIE Mondadori, 2008.
- F. Carloni "Gela 1943", Ed. MURSIA, 2011.
- F. V. Senger und Etterlin "La guerra in Europa" Ed. TEA, 2002
(1960).
- G. Williamson r ill. di R. Volstad "Afrika Korps" Ed. Osprey 1998
(trad. it. DEL PRADO).
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SICILIA, 1943 e l'Operarazione
"HUSKY"
Con
l'Operazione "HUSKY" inizia l'attacco delle Forze alleate al ventre
molle dell'Europa. Così CHURCHILL definì l'ITALIA e la sua
entità geostrategica in EUROPA.
La GERMANIA sapeva che l'attacco al sud dell'EUROPA sarebbe iniziato
dall'ITALIA ma non aveva chiaro in quale preciso punto.
Fonti dei servizi di spionaggio tedesche, e lo stesso Servizio segreto italiano,
avevano presunto che gli Alleati potevano tentare uno sbarco in
SICILIA, in SARDEGNA e CORSICA, non escludendo il lungo il litorale laziale.
Da quanto risulta dal memoriale di Frido VON SENGER und ETTERLIN,
lui stesso venne convocato da HITLER [verso la fine di giugno del 43]
al fine di assumere la responsabilità della difesa dell'isola nella
veste di ufficiale di collegamento con il comando in capo della
Sesta Armata italiana. A seguito dell'assunzione di questo non ben
preciso ruolo, Von SENGER ebbe rapporti diretti con il
feldmaresciallo KESSELRING (comandante delle forze del Reich in
ITALIA) il quale garantì la presenza della 15a Divisione Granatieri,
della Divisione Hermann GOERING e di oltre 30.000 uomini di varia
provenienza (personale amministrativo, logistica e servizi,
personale di terra della LUFTWAFFE).
Egli però non poteva agire liberamente nella preparare l'isola al
possibile sbarco alleato, vi era la condizionale che il comando
delle forze di difesa era in mano italiana nella persona del
generale Alfredo GUZZONI.
Von SENGER trovò le difese presenti poco efficaci (i bunker non
erano mimetizzati e quindi rilevati fotograficamente dagli Alleati),
la distribuzione dei depositi in località distanti dai possibili
fronti di battaglia e raggiungibili con strade in condizioni
precarie, scarsità di mezzi per il trasporto delle truppe (non vi
erano a sufficienza camion e la benzina era dislocata in depositi
estremamente vulnerabili).
In un'altra pubblicazione ho trovato interessante la narrazione del
rinvenimento, una volta sconfitti e cacciati i Tedeschi, di depositi
dove erano stipati ancora equipaggiamenti degli AFRIKA KORPS (DAK).
Parte di questi erano stati, già dai Tedeschi, impiegati per ricavarne divise estive per i
soldati che provenivano dal continente e che indossavano ancora
quelle di flanella.
Realizzazione
della scenetta
L'idea é stata quella di far indossare un'uniforme, non ordinaria ma
tropicale, alla gendarmeria tedesca (Feldgendarmerie
des Heeres). Ho ipotizzato che i capi in eccedenza nei depositi visitati da Von SENGER, e che
erano stati accumulati per i soldati del DAK (in Germania il Ministero
delle forniture era quindi convinto che ROMMEL avrebbe se non vinto,
almeno tenuto il fronte africano per tutto il 43), fossero stati
prelevati per ottenere tenute più leggere e darle quindi in uso al
posto, appunto, di quelle di panno in colore feldgrau.
Il pezzo é strettamente di serie con la sola sostituzione delle mani
e della testa. Si tratta di una produzione DRAGON di fine anni 90 e
si porta dietro tutti i limiti di allora: dal tipo di polistirene
impiegato alle modalità di rilievo in sede di realizzazione del
master.
Buona parte delle pieghe dei pantaloni le ho dovute rimodellare con
lima e stucco mentre per il busto ho lavorato di pennello per poter
far risaltare i rilievi mancanti (ad esempio le tasche della
giubba).
La fascia sul braccio (di colore marrone
con scritta e filettature bianche), le mostrine bianche e arancioni
e il distintivo arancione della gendarmeria, tutte parti che sono
state dipinte senza rilievo di sorta dato quelli originali non erano
precise e in alcuni punti assenti.
Altre parti, me ne sono reso conto a cose fatte e foto scattate (non mentono mai...), nei
prossimi modelli le lavorerò con maggiore attenzione: la paletta di
segnalazione é rimasta troppo spessa, la mano sinistra le cui dita
centrali erano da drizzare e incurvare in modo più naturale già in
fase di montaggio. Per le tasche inferiori e superiori della giacca
purtroppo la stampa originale aveva un così scarso rilievo da
impormi uno snervante lavoro di pittura, giusto per tentare di dare
l'idea dei volumi assenti. L'importante, a pezzo finito, é
l'aver appreso qualcosa in più dal lavoro svolto e come sempre utile
per ripetere la formula
magica che fa realizzare ottimi figurini: provare e riprovare. |