NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009 - 2012

SOGGETTI NAPOLEONICI
QUALCHE CONSIGLIO PER DIPINGERE I VISI DEI FIGURINI

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Rivedendo alcune foto dei miei primi napoleonici, mi è tornata alla memoria l'infinita fatica che allora facevo per dipingere decentemente un viso.
 Ho pensato, allora, che potevo preparare un piccolo ma utile inserto tecnico dedicato ai neofiti del pennello, per descrivere, con perizia didattica, una tecnica base sufficiente per garantire un primo accettabile risultato. Questo articolo é stato scritto e corredato di foto nel 1998. Oggi, nel 2012, lo posso riproporre, magari aggiornando con altre foto e nuove informazioni? Ci provo.


 Il soggetto preso per l'occasione è un TAMBURO MAGGIORE di METAL MODELES.
 La tecnica di colorazione dovrà portarmi ad ottenere, come risultato finale, un viso che ricordi i dipinti dell'epoca napoleonica: lineamenti morbidi con colori diffusi e senza rilievi marcati.
 La stessa tecnica, poi, dovrà "far uscire" un risultato modellisticamente decoroso senza per questo impegnarmi in evoluzioni di pennello a me poco congegnali, essendo in questa sessione nella veste del principiante.
 Come colori userò degli acrilici (base) e degli oli (rifinitura).
 I pennelli da impiegare saranno tre: uno a fiamma N°1, uno a spatola N°0 oppure N°1, uno a fiamma corta N°00.
 Mi occorrerà, poi, dell'acqua fredda e pulita, della essenza di trementina (una volta usavo solo questa, ormai l'ho quasi abbandonata ma viene bene per sfumature su parti di edifici, parti a contorno di un soggetto come fontane, selciati, tronchi di alberi, staccionate e finimenti in metallo) e un diluente sintetico per oli, del cartoncino per depositare il colore ad olio.

 

Se avete tempo, cercate di consultare e visionare i lavori artistici di pittori dell'ottocento. Ve ne riporto tre tra quelli che ho ritenuto più significativi come esempi di colorazione:
- François Gérard, con il ritratto di Gioacchino MURAT.
- Palagio Pelagi con il Ritratto di Gaetano CATTANEO.
- Arnold Böcklin, con un suo autoritratto.

   

   

STUDIARE PRIMA DI DIPINGERE
 
Qualcuno ha detto che la vita é una scuola in cui non si smette di imparare ma soprattutto di studiare. Quindi, prima di mettermi a dipingere, mi prendo un'ora per studiare con attenzione questi tre dipinti realizzati da tre artisti appartenenti a stili e scuole diverse.

 Il primo é il ritratto del Maresciallo MURAT. Il bel soldato, e parente di NAPOLEONE. Gérard (1770 - 1837), di origini romane e naturalizzato parigino, dipingeva con enfasi i risalti dei colori dei tessuti dell'epoca Primo Impero e sarà primo pittore per il restaurato RE LUIGI XVIII. Nei suoi ritratti, i lineamenti e gl'incarnati erano perimetrati dal color bitume (notare le basette, la delimitazione tra la camicia e il mento). Il ritratto esalta i rilievi dell'uniforme e degl'occhi. La pelle risulta delicatamente opaca con un misurato impiego del bianco per il solo setto nasale e per le palpebre. Lo stile é proprio del periodo napoleonico, e lo trovo molto azzeccato per il mio soggetto.

 Il secondo é un ritratto dipinto da Pelagi (1774 - 1860), poliedrico bolognese (artista, architetto, esteta, critico, gallerista...) contemporaneo di Gérard. Qui lo stile cambia: il tratto é più rabbioso e meno manieristico, le sfumature sono parche di riflessi (quasi assente il colore bianco) e la delimitazione tra le parti ha si una profilatura scura ma di certo tendente più al marrone. Semplice da realizzare, non lo trovo ideale perché troppo difficile da realizzare: occorre troppa abilità di pennello per delle sfumature lievissime ma necessarie per dare rilievo al viso.

 E infine il terzo è l'autoritratto del pittore svizzero Böcklin che nasce mezzo secolo dopo (1827 - 1901), uno degli artisti appartenenti alla corrente del Simbolismo e amato da un certo Adolf HITLER. Il bianco avvampa la fronte del suo viso e sul collo. Persino i capelli la barba sono stati esaltati tramite passaggi marcati di bianco. I segni del viso non sono parte integrante dell'incarnato ma marcate pennellate poco propense ad amalgamarsi con l'incarnato base. Questo stile é molto in uso ai pittori dei promo di ALPINE, ideale più per figurini della Seconda Guerra Mondiale.

 Già con questo confronto dei tre ritratti, posso decidere che impronta può avere il volto del mio soggetto. E' chiaro che una volta deciso quale stile, da li in poi dovrò essere coerente e non improvvisare sovrapposizioni di stili. Per questo figurino, allora (e sto parlando del 1998) decisi di seguire un modello pittorico tipo quello di Gérard.

LA BASE

 Inizio con il dipingere il colore carne di base. Almeno tre mani le cui gradazioni devono variare di un punto in luminosità e devono coprire il volto in superfici sempre più ridotte.
 Per questa operazione uso il pennello a fiamma N°1, il colore deve essere tenuto liquido al fine di evitare grumi e striature che in rifinitura con gli oli emergeranno nella loro integrale bruttezza.
 Tra una mano e l'altra tengo il volto del soggetto sotto una lampada ad incandescenza, un banale trucco che favorisce l'asciugatura del colore.
 Il volto ora ha la sua base, ben asciutta e con tre livelli di carne che non devono essere obbligatoriamente sfumati (sono un neofita e questo problema non sono in grado di risolverlo a colpi di pennello); questo problema, quindi, sarà risolto in seguito con la tecnica qui illustrata.
 Il colore carne non deve essere troppo rosa o rosso o peggio ancora marrone, deve essere una tonalità a piacere ma entro i limiti della realtà. Scelgo quasi sempre una tonalità spenta e tendente al carne chiaro, in modo tale che gli oli, in fase di rifinitura, non estremizzino la tonalità finale. Di seguito riporto le tre gradazioni da me scelte, più la quarta necessaria ad eseguire le tamponature.
 Prendo un pennello a setole corte (N°0), usando l'ultima tonalità di carne prima realizzata (tonalità 3), provvedo a fare delle piccole e morbide tamponature sui rilievi del viso. La quantità di colore deve essere minima, il che si ottiene passando il pennello su un panno prima di eseguire le tamponature. Unisco al colore carne qualche goccia di bianco avorio e ripeto l'operazione di tamponatura solo sui seguenti punti: naso, mento, orecchie, zigomi, arcate sopraccigliari (tonalità 4).
 A questo punto il viso sembra che sia stato lievemente incipriato, forse ricorda più un damina di corte che un rude soldato.

 Questa prima fase la concludo con una pausa di riposo (meritato!) che mi garantirà l'asciugatura effettiva del colore, sempre necessaria se no gli oli con la loro abrasività rovineranno il tutto portando in superficie nuovamente il metallo del volto.

1   2   3   4                                

LA SFUMATURA

 Adesso viene il bello! Il mio "tamburo" dovrà ricevere una mascheratura totale di un colore "TERRA", però ad olio.
 Prendo allora un TERRA DI SIENA, e ne riporto una discreta quantità su un cartoncino.
 Il pennello N°0 di prima (chiaramente lavato via l'acrilico e con le setole ben asciutte) dovrà essere intriso di colore ad olio, questo é carico di pigmento e deve essere sfregato su un pezzo di cartoncino fino a che la quantità lasciata sul cartoncino stesso sia un lieve passaggio di colore. Non usate mai la trementina (o un diluente anche se sintetico), altrimenti buttate via tutto, dato che quest'ultima potrebbe sciogliere il colore acrilico di fondo.
 Ora coloro tutto il viso, si tutto e senza pietà (orecchie incluse) ma con l'attenzione di non fregare troppo forte, altrimenti l'acrilico viene consumato (anche il pennello si usura, nda) e si deve ricominciare da capo.
 Lascio asciugare questa "maschera" per circa 30 minuti.
 Passato questo interminabile tempo, con lo stesso pennello a spatola, inizio in maniera leggerissima ad asportare il colore in eccesso, tenendo costantemente pulito il pennello; basta fregarlo su un cartoncino lievemente ruvido, il cartone da imballi andrà benissimo ma se si vuole spendacciare, allora potete utilizzare del vero " CARTONCINO BRISTOL"…portafoglio permettendo.

 Il pennello a spatola ha dimensioni tali che non mi permetterà di asportare in tutti i punti, converrà allora valutare il risultato di ombreggiatura che voglio ottenere man mano che procedo. Infatti, ognuno di noi preferisce sfumature e gradazioni diverse. I singoli punti di dettaglio (labbra, orecchie, narici, arcate e zigomi) vanno invece "puliti e sfumati" tramite il pennello N°00.
 Lascio asciugare per almeno 1 giorno (Voi approfittatene per lavare la macchina), in seguito rifinisco le labbra, gli occhi, barba e capelli (sfumate cioè le diverse attaccature) utilizzando le quattro tonalità di carne realizzate ad acrilico. Infine dipingo iride, labbra, capelli e baffi.

 Nel caso rimanessero evidenti dei punti lucidi, sarà sufficiente dare una piccola ritoccata con del medium opaco.

 Questa tecnica, pur se empirica e non molto artistica, consente comunque di arrivare ad un primo apprezzabile risultato. In seguito, la destrezza con il pennello Vi consentirà di abbandonare questa tecnica e di poter migliorare quanto già siete in grado di realizzare.

QUALCHE TRUCCO

 Concludo questo articolo con qualche trucco e suggerimento.
 - Qualunque tipo di viso imposterete, guardatelo poi riflesso in uno specchio: é il giudice migliore per ogni vostro lavoro.
 - Mai tentare l'impossibile sin dal primo pezzo. L'impossibile é il dipingerne uno nuovo e spingersi, con esso, un passo avanti.
 - E' impossibile dipingere un bel viso sin dagli inizi, se vi é capitato sappiate che non si ripeterà mai più e il fattore "Culo" é stata la sola causa di ciò.

Non esistono trucchi, solo tanto esercizio poi energia e pazienza...

   

Le foto, qui pubblicate e relative ai tre dipinti, sono tratte da documentazione dell'epoca priva di copyright e su licenza libera WIKIPEDIA.

 
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