NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009 - 2013

OPELKADETT C GT/E.
Equipaggio Walter SMOLEJ - Hanno MENNE.
SACHS WINTERRALLYE, 1977. Terzo classificato.
Produzione TROFEU distribuito da SPEIDEL MODELLAUTO, scala 1/43
Aprile 2013.

Modellismo

Pittura e grafica

Cinefoto

Genova per Noi

La versione di serie
Quella del 77, che venne distribuita in Italia, aveva lo specchietto retrovisore laterale da ambo le parti ma, quello del guidatore, era cromato mentre l'altro nero verniciato.

In gara dal 75
Il modello commerciale venne presentato a Monza nel 75 e costava in lire 4.415.000.

Opel troppo classic
Come pare essere stato nella storia e nella politica della casa tedesca, anche le versioni KADETT risultavano sempre tecnicamente in ritardo rispetto a quanto già presente sul mercato e offerto dalla concorrenza. Questo deficit si manifesterà con la MANTA 400 del Gruppo B a metà degli anni 80. Un'auto con ottime prestazioni ma in ritardo di oltre un anno rispetto alle rivali.

Il mito "Frustapopoli"
OPEL utilizzava sistemi di comunicazione CB (le radio a bordo per parlare con il team) prodotti da MOTOROLA e questa aveva installato sulle vetture un'antenna molto lunga ed estremamente flessibile che, nei passaggi in curva, oscillava vistosamente dando letteralmente colpi di frusta sugli spettatori che iniziarono a soprannominarla l'antenna "frustapopoli".

Mai fumato
La vettura non fu mai sponsorizzata da marchi del tabacco, pare per una scelta d'immagine di OPEL.

GT/E e senza filtro
Ebbi modo di conoscerla, da vicino, nei primi anni 80. Avevo un amico che guidava quella del padre il quale ne aveva una con qualche chilometro di troppo ma preparata per correre; con questa e l'amico si fecero le prime esperienze su sterrato e fu lui a farmi apprezzare oltre ai controsterzi anche le sigarette senza filtro. Altri tempi, altre auto e altri polmoni.
Oggi quell'OPEL chissà che fine ha fatto e io ho smesso (finalmente!) di fumare.

 

 

 

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Una storia di passione teutonica
 

Una pubblicità della OPEL nel 1977 Era il 1975 quando OPEL, guidata da GENERAL MOTORS, decise di scendere in gara, nei rally, anche in Italia e come pilota scelse il teutonico e già vincente Walter ROHRL.
 La gara di debutto scelta fu il RALLY di SANREMO. La vettura non era certo nata per le corse e nel suo insieme OPEL aveva puntato a una clientela classica e non certo corsaiola. E poi vi era da battere il mostro: la STRATOS.
 Quella gara era solo di introduzione a una vettura che comunque, pur venendo dal concetto di auto di serie, seppe confrontarsi con altre vetture, di alti livelli, nei due successivi anni. In OPEL, cosa importante, seppero comprendere che era venuto il momento di puntare a nuovi traguardi se si voleva anche solo mantenere le necessarie quote di mercato.
 

 Dicevamo, nel 1976 al RALLYE di MONTE CARLO l'equipaggio ROHRL - BERGER si piazza al quarto posto assoluto mentre le prime tre sono STRATOS!
 Il mondiale marche diede grandi soddisfazioni al marchio tedesco, al punto che la vettura veniva regolarmente iscritta contemporaneamente nei gruppi 1, 2 e 4.
 Galvanizzata da un anno ricco di soddisfazioni, nel 1977 riecco la KADETT presente al MONTE CARLO.
 Fu un'edizione particolare per OPEL perché al via erano iscritte ventuno KADETT su un gruppo di centodiciotto vetture, ennesimo record particolare che si lega a quest'auto.
 Occorre dire che la vettura, nel frattempo, era stata evoluta con un cambio ZF su un motore quattro cilindri a sedici valvole, iniezione elettronica, quattro freni a disco maggiorati e nuovi set di cerchi in lega leggera.
 Alla gara successiva, RALLY di SVEZIA, la KADETT conquistò il secondo e il terzo posto assoluti.
 Arriviamo al SANREMO dove ORMEZZANO-MEHIOAS si classificarono sesti assoluti e primi nel gruppo 2.
SPORT AUTO, 1976 Il campionato marche si concluse con la quarta posizione dietro a FIAT, FORD e TOYOTA.
 Rimanendo con la memoria a quel 77, vale la pena ricordare le KADETT preparate da CONRERO (chi ha la mia età si ricorderà le OPEL di serie, camuffate da rally che avevano la banda parasole con il lettering del preparatore piemontese e la mitica antenna lunga denominata "Frustapopoli").
 Grazie alla OPEL in primis e poi allo schieramento, in diversi paesi europei, di diversi preparatori ufficiali e non si poterono ottenere tre vetture diverse come prestazioni: Gruppo1 con 140 cv, Gruppo 2 con 190 cv e il Gruppo4 con 225 cv e un motore molto più sofisticato di quanto oggi potremmo immaginare e con un peso complessivo del mezzo inferiore ai 900kg.

 GENERAL MOTORS non era molto d'accordo su una partecipazione agonistica di OPEL KADETT, così OPEL si creò un team per i fatti suoi e venne chiamato "OPEL DEALER EURO TEAM" e questo reparto operò fino all'inizio del 1978.
 Anche nel REGNO UNITO venne creato il "OPEL DEALER TEAM UK", sotto la direzione di Tony CASO.
 Nel 1977, la versione Gruppo 4 venne impiegata nella Coppa del Mondo (Campionato Marche, poi) ma a causa di varie problematiche tecniche non si riuscì a fare a pezzi le STRATOS. Nel campionato tedesco, un gruppo 1 "OPEL DEALER EURO TEAM" puntò molto sul duo Walter SMOLEJ e Hanno MENNE.
 Interessante l'episodio in cui venne coinvolto SMOLEJ, infortunato a un piede, che quindi assunse il ruolo obbligato di navigatore invece di driver per alcune gare del trofeo tedesco. Il team decise di ingaggiare ROHRL e un altro pilota affinché salissero su due auto distinte e partecipassero facendo figurare i due tedeschi quali piloti singoli iscritti al campionato tedesco e raccogliere comunque punti. Per tale ragione venne poi modificato il regolamento che prescriveva che non potevano avvenire "riorganizzazioni" degli equipaggi facendo risultare i navigatori come piloti a se. Alla faccia della proverbiale furbizia italiana.
 Per la stagione 1978 (per intanto ROHRL era andato in FIAT) OPEL rivide la sua strategia più seriamente. Invece di puntare tutto sul Gruppo 4, troppo complesso e oneroso per le KADETT in tale contesto, per la Coppa del Mondo si decise di gareggiare con maggiori investimenti nei gruppi 1 e 2.

 OPEL rinnovò il suo impegno corsaiolo proponendo una vettura con livrea diversa: nel 75 era tutta gialla con inserti neri, nel 76 e nel 77 si propose con il bicolore nero in basso e giallo il resto. Per il 1978 cambiarono i colori di rappresentanza divenendo giallo in basso e bianco per il resto vettura. Nacque la KADETT GT/E 2 con un motore da 1979 cc con 115cv e venduta al modico costo in lire di 7.127.000.
 I preparatori si scatenarono nuovamente e alla gara di apertura della stagione '78, MONTE CARLO, ben quarantuno tra serie 1 e serie 2 si schierarono su un totale di centoventinove iscritti. Altro record di presenze.
 Quella stagione si concluderà con il secondo posto assoluto nel campionato marche. Ma la bestia era da battere era cambiata: ora vi era anche la FIAT ABARTH 131 e guidata da ROHRL.
 Nel 79 l'impegno ufficiale diminuì con la KADETT dato che OPEL puntava alla nuova ASCONA che avrebbe preso il titolo di auto ufficiale. Occorre dire che con il passare degli anni la vettura iniziò un lento inesorabile declino agonistico anche se tecnicamente era molto affidabile.
 Infine, da non dimenticare, tutte le versione pista che furono realizzate da decine e decine di officine e preparatori di mezzo mondo. Molte di queste versioni, opportunamente adattate e corrette per i circuiti,continuarono a a correre fino ai primi anni 90 e mi ricordo bene di alcune di esse schierate in gare amatoriali presso il circuito di VARANO DE MELEGARI (autodromo Riccardo PALETTI).
 Per gli amanti della memorabilia rallistica, Thosten THOMALE é un giovanotto che si occupa con passione di autografi, basta visitare il suo sito per rendersene conto (www.rallye-autographs.com).
Ovviamente nel suo sito potrete trovare quello di SMOLEJ insieme al fido MENNE. E la storia continua.

 

 

La bella tedesca con pochi ammiratori
 OPEL realizzò una vettura che nel corso di oltre trent'anni, pur se non con vendite da punta estreme, fu un modello di pregio e competitivo.
 Resta però una storia poco conosciuta ai più quella legata al modello rally. Confesso che ho fatto parte di quei ragazzini che la confondevano con la rivale inglese FORD ESCORT.

 Ma adesso la scopriamo in scala 1/43. Così si presenta il modello di serie. Semplice e pulito e i vetri, in quello da me acquistato, trasparenti e non rigati. Unico particolare fotoinciso sono i tergicristalli, troppo poco per essere numerata e considerata produzione a numero limitato (1999 pezzi, così dichiara il produttore).

  Il modello qui elaborato é prodotto da TROFEU e dato in distribuzione in vari paesi. In GERMANIA ci ha pensato la SPEIDEL MODELAUTO che ha preso il pezzo base e lo ha poi realizzato nella versione SACHS WINTERRALLYES (Limited edition a 1999 pcs.).
 Nell'insieme il pezzo é pregevole nella verniciatura bicolore e nelle decal che sono state usate mentre la riproduzione a tampone é servita solo per la livrea di base (il nero della carrozzeria é lucido e non opaco come a volte avveniva da parte di aziende, ovviamente di automodelli, non sempre attente ai particolari storici) i dettagli non sono di bassa qualità e in gran parte sono utilizzabili in sede di elaborazione.

 Inizio sempre a mostrare gl'interni e la relativa elaborazione. Smontato tutto quanto, ho ricostruito la leva del cambio e il freno a mano.
 Nella foto sopra potete notare gli attacchi per le cinture di sicurezza e quelli per le cinghie che tenevano ferma la gomma di scorta. Altri fori servono per gli estintori e gli attacchi del rollbar.

 Qui in dettaglio il gruppo leva cambio e freno a mano; maggiore attenzione su quest'ultimo realizzato con graffetta, filo elettrico e plasticard.

 Gli interni delle portiere vanno bene ma li ho tinti in nero opaco lungo la cornice e con nero lucido per la parte imbottita. Vi suggerisco di maneggiarli con cura dato che si potrebbero staccare dal pianale. Ecco la gomma di scorta e relativa cinghia di fissaggio.

 Foto degli interni completati: estintore fisso (posto dietro il sedile del passeggero)  e quello brandeggiabile (posto in avanti rispetto al medesimo sedile), piastra di protezione piedi navigatore, piastra a pavimento per il conducente (quest'ultima proveniente da un foglio già forato e realizzato in foto incisione). Il rollbar l'ho arricchito di alcune barre diagonali sul tetto e all'interno e che erano presenti nella vera OPEL KADETT. Quest'ultimo si smonta facilmente ma poi é cosa ardua l'operazione inversa che magari é meglio eseguire con l'aiuto di una seconda persona. Per la colorazione di questo (anche per evitare l'effetto tutto nero) ho mescolato dello steel + nero + blue fluo (tutti colori VALLEJO).

 Un incidente in fase di smontaggio: il cerchio si é rotto di netto durante lo smontaggio. per fortuna avevo un paio di cerchi simili a quelli che usava OPEL e le sue scuderie. Sono molto delicati quelli montati di serie, suggerisco di fare molta attenzione in fase di smonta e rimonta.

 

 Sopra il pianale ridipinto poi trattato con grafite, alla marmitta ho montato il terminale ottenuto dal solito tubicino di rame che poi ho dipinto in acciaio lucido (steel + nero + medium lucido).

 

 Esteriormente, ho aggiunto la piastra paracolpi sotto il motore, i due ganci anteriori e quello posteriore per il recupero e soccorso.
 I tergicristalli sono quelli originali mentre l'antenna é autocostruita.
 I fari supplementari sono stati arricchiti con fanaleria frontale fotoincisa della RACING 43.

 
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