NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2009 - 2013

ALFA ROMEO GIULIETTA T.I. (seconda versione)– 1300.
Equipaggio ZANDONÁ – ANDRETTA.
RALLY INTERNAZIONALE di SAN MATINO DI CASTROZZA, 1971.
Elaborazione modello di produzione per le edicole, scala 1/43
Settembre 2005.

Modellismo

Pittura e grafica

Cinefoto

Genova per Noi

Semplice e bella
La vettura vide l’inizio produzione nel 1955. realizzata Il motore era un 1300cc capace di erogare fino a 75 cv. Il peso non superava i 1000 kg. Motore anteriore e trazione posteriore.

Turismo Internazionale
Questo era l’acronimo della vettura. Nelle prime serie il volante era al cambio (4 marce), il sedile guida era di tipo a panca. Queste due caratteristiche, oltre il ridisegno della calandra anteriore, saranno modificate nella versione successiva del 1959

Papà austriaco
Per la realizzazione e produzione del primo modello, fu incaricato l'ingegnere austriaco Rudolf Hruska che aveva già seguito l'industrializzazione della "Maggiolino", al fianco di Ferdinand Porsche e che negli anni 70 sarà il “padre” dell’Alfasud.

Una madrina speciale
Nel 1961, per la produzione della vettura 100001, Giulietta Masina (moglie di Federico Fellini) fu la madrina di quell’evento memorabile. Fu considerato significativo, allora,quel numero di esemplari prodotti (e venduti!).

 

 

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Giulietta Masina e la vettura 100001 prodotta nel 1961 (fonte WIKIPEDIA, copyright scaduto).


Immagini, nomi di prodotti, marchi, sono: tutelati dai rispettivi copyright se registrati o non scaduti, fanno riferimento e solo ai loro legittimi proprietari.
Sono qui pubblicati a solo titolo di informazione non costituendo profitto di sorta in tale contesto.

Auto meravigliosa dal passato dimenticato

 Molte auto del passato non sono più ricordate come converrebbe. Ci si dimentica dei loro trascorsi sportivi e per i posteri rimane spesso una sempre più debole traccia di ciò che furono.

 Il modello in scala 1/43 di questa bellissima GIULIETTA T.I., è stata realizzato senza curarsi di integrarlo con qualche info biografica.

 Purtroppo vi era, nel fascicolo allegato, solo una foto da cui ho potuto verificare la targa riprodotta. Per il resto null’altro.

 

La Giulietta T.I. al suo esordio nel 1955
(fonte WIKIPEDIA, copyright scaduto).

 

 L’elaborazione è molto semplice e la può realizzare chiunque, basta solo procurarsi qualche parte fotoincisa e aggiungendovi qualche finitura che di certo arricchirà il risultato generale.

Gli interni sono semplici ma precisi, la colorazione può essere ripresa a pennello e con dei colori acrilici. Non uso gli smalti opachi (tipo HUMBROL) oppure colori a base di nitro. Il colore aggiunto all’inizio sarà perfetto ma con il passare del tempo produrrà una reazione chimica che lo farà crepare frammentandolo (il famoso effetto “craquelé”, ideale per anticare una tela ma meno indicato per un modellino di vettura sportiva).

 Le vetture di allora non erano soggette a preparazioni ricercate. Molto spesso, anzi, quanto era presente di serie rimaneva in uso anche in gara. Solo con il periodo prossimo agli anni 70, le vetture furono sottoposte a vere e proprie revisioni anche esteriori: sedili, strumentazione, protezioni contro gl’urti e gli incendi.

 

 

Quindi, per quanto riguarda gl’interni della nostra GIULIETTA, si può lasciare tutto quello che è già proprio del modello Si può magari sostituire il volante (uno di tipo foto inciso, prodotto da EQUIPE TRON), aggiungere una pedaliera anch’essa fotoincisa e sostituire la leva cambio, a tunnel e non al volante, tramite uno spillo la cui testa sarà da modellare per avere la forma del pomo di un cambio. Vedete Voi, usate fantasia e acume verificando prima di disporre del necessario.

 

 

 I cerchi li ho rifiniti tramite una lima ad ago, del tipo utilizzato in odontoiatria. I singoli fori devono essere puliti uno per uno con quest’attrezzo, facendo però attenzione di allargare i fori mantenendo lo stesso diametro.

 Lo scarico della marmitta l’ho sostituito con un tubetto di alluminio e ridipinto con una tonalità GUN METAL.

 Il pianale esterno l’ho dipinto con del colore grigio opaco e poi trattato con del SILVER utilizzando la tecnica del dry-brush.

 La fanaleria anteriore è quella originale, semplicemente ripulita di ogni traccia di colata e stampo (uso carta smeriglia da 1200 di grana). Una volta pulita e rimontata, l’ho ricoperta con del trasparente lucido (acrilico). Sulla calandra vi ho fissato due fari fotoincisi.

Stesso procedimento per la fanaleria posteriore.

 I profili delle portiere e dei cofani li ho evidenziati passando, nelle depressioni, una mina con grafite molto tenera e poi fissata con del trasparente lucido acrilico.

 I tergicristalli, fotoincisi, li ho messi sostituendo così gli originali in plastica cromata.

 L’incollaggio, é conveniente farlo con della colla vinilica di modo che, durante la fase di asciugatura, si ha tutto il tempo per poterli posizionare a proprio piacere. Una volta fissati, li ho ricoperti con del trasparente lucido che previene la formazione di ossido.

 I vetri dell’abitacolo sono fissati con dei rivetti posti sul tetto (celino, così si chiama). Per liberare la “vetratura” da questi rivetti, occorre una punta da trapano che sia di diametro maggiore rispetto alla testa di ogni rivetto. Con calma e pazienza, faccio ruotare tra le dita la punta da trapano e così si gratta via la parte della testa del rivetto senza rovinare il blocco trasparente (in genere è già di suo molto delicato, con gl’anni poi diventa ancora più fragile).

 Il blocco vetri deve essere estratto con calma e senza eccedere nella forza. Una volta rimosso lo lavo a mano con dello shampoo per capelli; sconsiglio di pulirlo con della carta da cucina oppure con un fazzoletto di carta. Peggio se non imbevuti di un qualche detergente a base acquosa. Per quanto possano sembrare morbidi, questi supporti per la pulizia possono comunque rigare le superfici trasparenti.

 Meglio utilizzare, sempre, la classica pezzuola in daino senza aggiunta di detergenti (se vi capita, fatevene regalare un paio dal vostro oculista).

 Se non estraggo il blocco vetri,in fase di pulizia e lucidatura, evito sempre e comunque l’alcol denaturato dato che questo potrebbe compromettere la colorazione delle cornici).

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