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L'ultimo colpo prima del crollo del fronte ovest nel 1944
Stösser (Pestello) era il nome in codice dato ad un'operazione
tattica da eseguirsi prima della vera e propria offensiva nelle
ARDENNE. Inizio delle operazioni verso metà di dicembre e
l'obiettivo primo erano una serie di incroci e strade. All'Oberstleutnant von der HEYDTE
venne dato il comando dell'operazione e l'organizzazione del gruppo
di uomini necessari (selezione e addestramento).
Circa 900 volontari paracadutisti (Fallschirmjäger), non
adeguatamente preparati, furono lanciati nella zona di MALMEDY.
I lanci si rivelarono critici al punto che gl'uomini si dovettero
radunare solo in piccoli gruppi, attendere quindi
l'arrivo degli altri reparti tedeschi motorizzati. Von
der HEYDTE Le cose non andarono, militarmente parlando, come lo
stesso HITLER si era aspettato. Pochi riuscirono a rientrare nelle
linee amiche. a maggior parte di loro venne catturato dagli Americani.
Equipaggiamento e uniformi dei paracadutisti tedeschi
Il paracadutista era, nel 44, adeguatamente equipaggiato e
l'uniforme poteva contare su abiti invernali abbastanza confortevoli
e protettivi dal freddo. Molto materiale era stato preparato appunto
per gruppi coinvolti in azioni lampo e specialistiche.
Il soggetto qui rappresentato é stato da me abbondantemente equipaggiato
per rappresentare l'insieme che allora poteva essere dato in
dotazione.
I pantaloni erano di lana tinta in verde grigio chiaro, giacca
classica in panno (tessuto misto, cotone e rayon, impermeabilizzato)
con la classica mimetica SPLITTER MUSTER. Quello che cambia qui é il
cromatismo. Invece del solito verde e marrone, ne vennero realizzati
diversi esemplari sperimentali in colore solo marrone in due
tonalità.
I guanti erano di pelle nera (vitello) con imbottitura in cotone ed
elastici doppi ai polsi.
Scarponcini da lancio, erano in cuoio e materiali di recupero che li
rendevano poco resistenti all'acqua e alle basse temperature.
Il berretto in panno ERSATZ, aveva la colorazione verde oliva e il
paraorecchie era solo di estetica con due bottoni di finitura; la
protezione del capo, dal freddo,si fece sentire e molti di loro
rimediarono con delle sciarpe personali - passamontagna - parti di
maglioni.
Le buffetterie erano in cuoio, il tascapane in tessuto così come la
sacca laterale per tenere il necessario di primo soccorso. Curiosa
la fodera in cotone per il barilotto della maschera antigas, lo
scopo era quello di evitare riflessi luminosi e il tintinnio del
metallo (si sverniciava facilmente e la latta luccicava come non
mai, vuoto poi faceva un discreto fracasso sbattendo contro altri
metalli o corpi rigidi dell'equipaggiamento).
Lo zaino invece non era di produzione militare, probabilmente di
recupero da qualche stock confiscato in GERMANIA o in altri paesi
occupati.
La prima foto a fondo pagina (BUNDESARCHIV), pur se scattata nel 1940,
mostra il tipico abbigliamento e gli accessori più in uso come i
guanti di pelle. Notare che tutti gli uomini, compresi quelli di
truppa, hanno la fondina per la pistola. Altro dettaglio importante:
gli spallacci sono in cuoio a bretella semplice cioè senza la
cinghia supplementare per i caricatori dei mitra o le giberne per i
caricatori dei fucili. Nella seconda foto (NARA/ARC) si può vedere
un graduato catturato in BELGIO (forse un paracadutista) con indosso
la giacca a 3/4 e sotto il giubbino corto in flanella grigio scuro.
Il figurino
Il soggetto, un mitragliere con MG42, nasce da una elaborazione su base DRAGON, testa WARRIORS e accessori di varia produzione.
Il busto era la parte più critica dato che vi erano da rifinire le
pieghe del giaccone. Quest'operazione in genere la compio
aggiungendo piccole porzioni di colla ciano acrilica e polvere di
MICRO BALOONS, successivamente carteggiate e rifinite con una lama
di cutter.
Gli spallacci li ho dovuti rivedere completamente dato che in alcuni
punti erano stati stampati con pochissimo rilievo, conseguentemente
in fase di pittura sarebbero risultati troppo piatti. Le fibbie sul
petto sono di provenienza XISTOREX. La fibbia del
cinturone, invece, era stampata con un ottimo rilievo, la foto credo che dia
l'idea.
Le braccia e i guanti erano anch'essi stampati con un buon rilievo e senza
imperfezioni grossolane, ovviamente gli spazi tra le dita sono stati
ripuliti fino al limite (pazienza a quintali, é il caso di avere per
ottenere ciò).
La pittura non ha richiesto particolari
tecniche o colori. Non essendomi basato su specifica documentazione
fotografica, se non da qualche numero di UNIFORMI & ARMI e altre
foto, ho scelto
le tonalità che ritenevo più adeguate.
Questa libertà però, doveva avere un minimo di fondamento. Per i
pantaloni, ad esempio, ho fatto uso di un giallo base. E così per
gli accessori in tessuto.
Il viso é stato appesantito da una barba e da una colorazione che
desse la sensazione di sporco e coperto da una barba decisamente
trascurata.
Copyright BUNDESARCHIV 1011-757-0023-32
Prigioniero tedesco, di certo appartenente alla LUFTWAFFW catturato
nel gennaio del 1945 in BELGIO (NARA/ARC
Identifier 531359). |