NISE, Federico Cavann@ in Genova
"work-shop" 2009 – 2016 MARINA MILITARE
SOVIETICA, TRUPPE DA COMBATTIMENTO ASSEDIO DI SEBASTOPOLI, 1941 - 1942 Febbraio 2016 |
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Le tre foto mostrano varie uniformi indossate dai
marinai sovietici durante la Seconda Guerra Mondiale: a sinistra
tenute di servizio di colore blu e sotto la classica maglia a righe
bianche e azzurre, quello sulla sinistra della foto dovrebbe essere un
sottufficiale visto che è armato di pistola. Al centro sempre uniformi di
servizio e anche su queste non sono presenti le spalline che permetterebbero
di identificare il grado; il soggetto sulla destra indossa l’elmetto cosa
quanto mai rara tra i marinai. A destra marinai
insieme ad altri militari di cui non si riesce a identificare la specialità,
l’uniforme della Marina militare è bene distinguibile e qui rappresentata
nella sua composizione classica (pantaloni neri e camiciotto blu scuro) CENNI
STORICI Nel corso della Seconda Guerra Mondiale la
divisa dell'Armata Rossa, così come già descritta con i suoi accessori in un mio precedente articolo, fu utilizzata anche da truppe della Marina
militare sovietica, sbarcate dalle unità navali ed impiegate in combattimento
a terra o sui litorali, a fianco delle truppe di fanteria ordinarie di
fanteria. Questo personale di mare, pur dovendo
indossare per necessità uniformi kaki dei reparti
dell'esercito, mantenne in uso i vari capi di abbigliamento che erano da
questi utilizzati a bordo delle navi. Ovviamente questi capi erano spesso
indossati in sostituzione della camicia d'ordinanza della fanteria; l’esempio
facilmente verificabile è l’uso dell'accollata maglietta a strisce
orizzontali bianche e blu, tipica degli appartenenti ai ranghi della marina di molte nazioni. Il personale della Marina militare era
impiegato come truppa di fanteria in quanto che i
natanti, durante i periodi invernali, erano bloccati nei porti a causa dei
ghiacci. Si aggiunga che nei primi due anni del conflitto contro la GERMANIA,
dal 1941 al 1943, buona parte della flotta sovietica fu affondata dal nemico. Molti di questi marinai. divenuti
repentinamente fanti, furono quindi inviati in zone di combattimento
terrestre e, a causa del mancato addestramento a tale tipo di combattimento,
molti di loro furono letteralmente decimati. I Marinai della flotta del BALTICO
affiancarono i fanti nella difesa di LENINGRADO, mentre molto del personale
imbarcato sulla flotta del MAR NERO partecipò
all’assedio di SEBASTOPOLI, nel corso della campagna per la conquista della
CRIMEA, condotto dal generale tedesco von MANSTEIN nel 1941. Il 14 novembre di quell'anno i Tedeschi
posero sotto assedio SEBASTOPOLI; la fortezza navale era difesa da 120.000
militari sovietici, al comando del generale PETROV, oltre che dalla flotta
del MAR NERO, agli ordini dell'ammiraglio OKTYABRSK. La città fu espugnata il 3 luglio 1942 dai
200.000 uomini della WHERMATCH, i quali avevano iniziato un poderoso attacco
il 2 giugno 1942, destinato al successo grazie anche all'impiego massiccio
della LUFTWAFFE. Dal mare, unità della marina tedesca, nel frattempo, avevano impedito ogni tipo di rifornimento alla città
assediata. A queste azioni navali nel MAR NERO parteciparono anche
imbarcazioni italiane della DECIMA MAS (1). Nelle due foto sopra, serventi in fase di
esercitazione. Le due immagini probabilmente sono state scattate durante delle esercitazioni e per ragioni di propaganda. La
pulizia delle uniformi fa supporre che non fossero state scattate sotto il
fuoco nemico. Altre due scatti a pro della propaganda, il fatto
che tutti indossassero la “pizza” in pieno combattimento è quanto mai arduo visto che l’avrebbero persa nel correre. Foto in pieno inverno, probabilmente durante
un’esercitazione si prendono una pausa per riposarsi
e fumarsi una sigaretta. Sulla sinistra un commissario politico facile da
riconoscere visto che è l’unico che indossa il
cappotto. L’ufficiale a sinistra, capitano di 3° rango,
indossa un giaccone invernale in ottima pelle nera insieme a pantaloni dello
stesso materiale, anche qui niente spalline perché i gradi sono riportati
sulle maniche. A destra il Generale Ivan Petrov
durante l’assedio di Sebastopoli. ASSEDIO DI SEBASTOPOLI Secondo il Generale Erich Von MANSTEIN, uno
dei protagonisti dell’OPERAZIONE BARBAROSSA, la penisola della CRIMEA poteva
essere aggirata evitando quindi una posizione di stallo che avrebbe richiesto
solo uomini – mezzi e fatto perdere tempo prezioso nell’avanzare tedesco
visto che con l’autunno tutta l’operazione avrebbe subito un brusco
rallentamento. HITLER non volle sentire ragioni, convinto che era necessaria
una plateale azione militare. Furono quindi inviati numerosi cannoni dai
calibri sempre maggiori, fino ad arrivare all’impiego del cannone su rotaia
“DORA”. Il cannone aveva dimensioni spropositate, sparava calibri da 800 mm
con un peso di 7 tonnellate e aveva una stazza complessiva di 1350
tonnellate. Considerata un’opera d’ingegneria meccanica
e balistica fuori misura, il suo impiego ebbe spesso pochi effetti
distruttivi che alle volte erano compensati da qualche effetto
propagandistico sugli avversari. Ciò che sortì qualche concreto effetto
furono i ripetuti bombardamenti della LUFTWAFFE ma che solo in parte
spezzarono al resistenza sovietica. I continui assalti della fanteria dell’HEER
erano altrettanto fermati dalla resistenza della fanteria e soprattutto dai
marinai sovietici. Questi ultimi, pur se inesperti nella guerra corpo a corpo, si dimostrarono coraggiosi fino a gesti
estremi come un assalto notturno condotto con solo baionette e bombe a mano. Dopo duecentocinquanta giorni di assedio a SEBASTOPOLI,
nel maggio del ’42, Von MANSTEIN iniziò l’operazione “TRAPPENJAGD” che
culminò a giugno con una manovra supportata da attacchi a martello della
LUFTWAFFE e l’impiego di sette divisioni di fanteria più una divisione di mezzi corazzati. La città cadde consegnando
ai Tedeschi un enorme numero di prigionieri (90.000 circa). Il Generale Von MANSTEIN fu insignito del grado di
Generalfeldmarschall. Per celebrare la vittoria,
l’Alto Comando tedesco fece produrre uno scudetto commemorativo che i reduci dell’assedio
avrebbero poi portato sulla manica sinistra della giubba. Il Generale Ivan PETROV era il comandante
militare della guarnigione costiera che ebbe in carico di difendere le
diverse postazioni costiere. Ebbe in carico un compito molto arduo rispetto
all’estensione costiera da difendere e con un numero insufficiente di uomini. Gran parte della sconfitta, sotto il punto
di vista strategico, è stata attribuita al Generale Lev MEKHLIS, amato da
STALIN ma, pare, poco competente in materia militare
al punto che considerava il trincerarsi, durante l’assedio, un atto di
disfattismo. Lo stesso STALIN usò parole dure nel
criticare il suo scarso operato quale responsabile
dello STAVKA: “…sembra che non hai ancora capito che Ti abbiamo inviato
al fronte di Crimea non come un revisore dei conti del governo, ma come
rappresentante responsabile dello Stavka”. Solo nel 1944 la città di SEBASTOPOLI e
l’intera penisola furono riconquistate dall’ ARMATA ROSSA.
Tra i primi a issare le bandiere rosse, ovviamente, vi furono le truppe della
Marina militare. Foto si presume siano state scattate durante
l’assedio di Sebastopoli. Pur se i rifornimenti navali riuscirono a giungere
per tutto il periodo dell’assedio, la maggior parte di questi erano armi e
munizioni mentre il cibo fu molto scarso al punto che negli ultimi giorni del
luglio ’42 si verificarono dei casi di cannibalismo. Il giaccone invernale, in panno nero, resta uno
dei capi che più identificava il marinaio russo di allora. A
Sinistra, uno dei personaggi più famosi dell’assedio di Sebastopoli, Fyodor Vidmira. CAPI DI ABBIGLIAMENTO e UNIFORMI Camicia o blusa di flanella
(РУБАХА
ФЛАНЕЛЕВАЯ) Introdotta per ordine RVSR dal 27 Ottobre, 1921 e confermata dalla Marina Militare
dell’Armata Rossa nel 1934. Camicia di flanella o di panno
di flanella di colore blu scuro con un ampio colletto. Il colletto era
in un solo pezzo senza cuciture. Era possibile fissare con i pulsanti, interni
a clip, la parte di finitura in blu scuro con tre strisce bianche. I polsini
erano generalmente a
tubi con due bottoni per polsino. I bottoni potevano essere in
legno oppure in metallo. Pantaloni (БРЮКИ) Introdotto per ordine RVSR dal 27 Ottobre, 1921. Il modello di pantaloni fu confermato nel
1925, successivamente dalla Marina Militare
Sovietica nel 1934. Sacca porta maschera e maschera (ПРОТИВОГАЗ
БН С
МАСКОЙ) In tela di cotone ritorto in vari
colori con chiusura a fibbia e due tasche laterali con automatici o bottoni in legno. Elmetto acciaio NL-40 (СТАЛЬНОЙ
ШЛЕМ СШ-40) Questo tipo di elmetto fu derivato da un
modello NL-36 che aveva visiera e cresta protettiva. Foto delle truppe nella loro operatività in mare.
Nella foto di destra, vicino a un marinaio seduto a sinistra
pare esservi un altro marinaio da giovanissima età. La mancanza di uomini,
durante l’assedio, impose l’arruolamento anche di giovanissimi. Foto per la propaganda che mostrano le tenute
estive e quelle invernali che comprendevano dei pastrani per proteggere dalla
pioggia. La guerra è finita. A sinistra
la liberazione di Sebastopoli e, a destra, marinai in visita a Berlino. Note (1) La
flottiglia italiana era composta da otto MAS, sei sommergibili, sei motoscafi
siluranti e cinque barchini esplosivi. Al comando del capitano di fregata
Francesco Mimbelli, la rappresentanza, esigua ma
efficace, della nostra Regia Marina, era giunta in maggio in zona
d'operazioni. A partire dal 4 giugno del 1942, con
azioni proseguite fino all'agosto dello stesso anno, le imbarcazioni della
DECIMA MAS colarono a picco due motonavi, tre sommergibili ed un
incrociatore. Mimbelli, per un'azione precedente,
avvenuta nel mare di Creta, ove si scontò con una squadra inglese, essendo al
comando della torpediniera LUPO, fu decorato con Medaglia d'Oro al Valor
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