NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2015

LANCIA FULVIA COUPE’ 1600 “FANALONE”, “MULETTO PROVE”

Piloti: S. MUNARI, C. MAGLIOLI, A. BALLESTRIERI, R. PINTO

TARGA FLORIO (1970)

Rielaborazione modello per edicole, scala 1/43

Gennaio 2015

 

Ordine di arrivo delle Fulvia alla Targa del 70’

 La coppia Munari – Maglioli si classificò nona. La coppia Ballestrieri – Pinto 43esima.

 

Prima classificata la coppia Jo Siffert - Brian Redman con PORSCHE 908/3, seconda classificata la coppia Pedro Rodriguez – Leo Kinnunen, terza la coppia Ignazio Giunti – Nino Vaccarella su Ferrari 512 S.

 

“The Persuaders!”

Nel 1970 iniziarono le riprese della serie tv nota in Italia con il titolo “Attenti a quei due!”. Attori protagonisti erano Roger Moore e Tony Curtis. Voci mai confermate riportano che, tra le varie sceneggiature, era stata proposta quella per un episodio in Sicilia durante, appunto, la Targa Florio e in cui Lord Brett Sinclair si sarebbe cimentato nella grande corsa siciliana. L’idea fu accantonata, ma solo in parte, per ragioni di budget.

 L’episodio che doveva vedere Lord Sinclair in veste di pilota fu poi girato in Inghilterra ma ambientato nella Fomula 1. Roger Moore, con la serie “Il Santo” aveva già recitato in Italia e proprio in Sicilia.

 

 

 

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Identificazione e ordine di arrivo delle FULVIA COUPE’ iscritte alla TARGA FLORIO del 1970:

n.174 Lancia Fulvia HF 1600 , duo piloti Claudio Maglioli - Sandro Munari , 9° assoluto, 1°categoria gran turismo, 1°classe da 1301 a 1600 cc.

 

n.178 Lancia Fulvia HF 1600, duo Giancarlo Galimberti - "poker" (Domenico Cedrati), 23° assoluto, 9°categoria gran turismo, 4°classe da 1301 a 1600 cc.

 

n.190 Lancia Fulvia HF 1600, duo Raffaele Restivo - "apache" (Alfonso Merendino), 18°assoluto, 5°categoria gran turismo, 2°classe da 1301 a 1600 cc.

 

n.200 Lancia Fulvia HF 1600, duo Amilcare Ballestrieri - Raffaele Pinto, 43°assoluto, 18°categoria gran turismo, 6°classe da 1301 a 1600 cc.

 

n.294 Lancia Fulvia HF 1300, duo Salvatore Cucinotta - Domenico Patti, 46°assoluto, 20° categoria gran turismo, 6°classe fino a 1300 cc.

 

 

 

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La terza FULVIA alla TARGA FLORIO del 70

 I modelli prodotti per la grande distribuzione possono rivelarsi delle ottime basi per delle semplici elaborazioni o per delle rielaborazioni capaci di piccole sorprese artistiche.

 E’ il caso di questa LANCIA FULVIA COUPE’ 1300 del 1967, distribuita in ITALIA da DE AGOSTINI EDITORE. Il modello a primo impatto risulta poco interessante, ma è solo un apparenza.

 La versione reale del “Muletto” (cioè l’auto utilizzata per le prove lungo il circuito e per eventuali sostituzioni delle due vetture ufficiali) era una FULVIA COUPE’ HF con un motore 1600 cc e identificata con la serie i cui fanali centrali erano di diametro maggiore di quelli esterni (per questo soprannominata “fanalone”).

 Non ho informazioni su quale versione esatta, di “fanalone”, fosse quella presente alla gara siciliana di quell’anno ma, vista l’immatricolazione della targa, ho la convinzione che la vettura fosse un modello antecedente al 1970 e portato in gara giusto per non logorare le vetture ufficiali del Team LANCIA HF.

 Il modellino l’ho quindi adeguato alla versione 1.6 che era in uso al team torinese verso fine anni 60’.

 La carrozzeria era dotata di passaruota per poter montare gomme maggiorate. Nel modellino questo dettaglio manca, quindi ho cercato il modo di aggiungerli senza dover sverniciare la carrozzeria. La rielaborazione della carrozzeria sarà l’argomento di quest’articolo.

 

 Ho utilizzato un foglio di Plasticard estremamente sottile, e quindi molto flessibile, per realizzare la parte grezza. Ne ho tagliato quattro strisce e le ho incollate alla carrozzeria a cui prima avevo tolto la vernice. In questa fase non ha avuto molta importanza tagliare le esatte dimensioni, tanto poi ogni passaruota l’ho limato e rifinito a misura voluta.

 

 Man mano che ho ridotto le dimensioni di ogni passaruota, ho verificato di non andare oltre le misure possibili montando il pianale + le ruote alla carrozzeria. La finitura l’ho completata con smeriglia 1200, poi stuccato il tutto con TAMIYA PUTTY molto liquido.

 

 La verniciatura l’ho realizzata a pennello con del colore acrilico opaco. Una volta asciugato, ho passato un paio di mani di vernice trasparente lucida di tipo sintetica e sciolta con diluente per colori ad olio. Questo prodotto non intacca il colore acrilico e permette una discreta fluidità della vernice trasparente. Unica contro indicazione è un tempo di asciugatura di circa 8 ore.

 

 Ecco il risultato finale, il modello non mostra i segni di una rielaborazione così marcata. Notare che sulla carrozzeria vi è rimasto, invece, il segno evidente dovuto alla rimozione dello specchietto retrovisore che non era presente sul muletto durante le prove della TARGA FLORIO. Unica soluzione, per eliminare il buco presente, è stata una toppa colorata che comunque era in uso allora quando erano asportate tutte le parti non utili e che davano solo peso alla vettura (il tetto della STRATOS, che corse al MONTE CARLO del 77, al posto della presa d’aria aveva una placca).

 Terminata la rielaborazione della scocca, olio di gomito e paste varie sono stati necessari per lucidare il tutto.

 Il muletto vero non aveva gli adesivi, con il logo della scuderia, posti sulle fiancate. Sono però dell’idea che non sempre, ma alle volte, una piccola interpretazione renda un modello forse meno bello della mera replica documentale. Anzi! In alcuni casi lo rende più vivo.

 I tergicristalli erano cromati, ne ho montati dell’EQUIPE TRON ma la misura relativa va ai gusti e alle proporzioni che meglio si crede. Pur se dalla foto non si vedeva, ho comunque montato lo stacca batteria realizzato artigianalmente e con relativa decal con la saetta.

 I cerchi li ho sostituiti con copie di CROMODORA, tipici di quel periodo. Il colore poteva essere sia oro sia metallizzato. Questi provengono dalla cannibalizzazione di un altro modellino da edicola, o meglio da quello che ne restava visto che era ormai un rottame, che ho comprato a una mostra scambio per la folle cifra di 1€.

 

 Gli interni li ho elaborati tenendo conto che i sedili e il cruscotto erano quelli giusti. Da una foto dell’epoca (non posso pubblicarla in quanto che non riesco a contattare il detentore del copyright) risulta che all’interno vi fosse il solo rollbar ad arco e che i sedili fossero privi di poggiatesta. Di certo, confrontando una foto della FULVIA n.200, vi erano le cinture di sicurezza solo dalla parte del pilota e con l’attacco a tre punti. L’estintore in genere era, nelle gare di questo tipo, disposto sul lato sinistro del sedile del pilota; lo spazio fisico presente nel modellino imporrebbe un estintore di piccole dimensioni e praticamente invisibile, per ragioni scenografiche ho preferito posizionarlo come era in uso nelle gare di tipo rally.

 La leva del cambio l’ho sostituita con una molto più sottile e con la tipica piega che aveva quella reale. La leva del freno a mano mancava e quindi l’ho costruita da zero con uno spillo e un piccolo blocchetto di resina.

L’estintore e il rollbar sono anch’essi auto costruiti. In parte lo sono anche le cinture si sicurezza tranne per alcune parti che sono fotoincisioni di ADAMI.

 

 

 I fanali anteriori sono di produzione EQUIPE TRON e sono ovviamente di due diametri diversi, proprio per replicare la peculiarità della versione “fanalone”. Le prese d’aria anteriori sotto la calandra le ho realizzate artigianalmente con del lamierino prelevato da un foglio per avvolgere gli alimenti. Ingrandendole ovviamente si evidenzia l’artigianalità ma, se si rimpicciolisce la foto al pari del modello, il risultato estetico non sarà poi così male. I ganci di gomma sul cofano sono di produzione TAMEO KITS.

 Sul retro ho posto due ganci di chiusura (ADAMI), aggiunto il tappo benzina esterno (TRON), ricostruito il terminale dello scarico.

 I fanali posteriori del modellino li ho smontati, rifiniti con vernice trasparente e incollati nuovamente lasciandoli sporgere e non incastonandoli come erroneamente accade con questo die-cast.

 L’adesivo della scuderia LANCIA HF l’ho auto costruito con una decal nera e delle lettere trasferibili che sono ormai introvabili nei negozi (per mia fortuna ne ho una scorta infinita proveniente dallo studio d’ingegneria di un mio parente).

 Le bellissime decal dei numeri di gara sono di EMMEBI MODELS, sono disponibili anche per la versione n.174 e per la n.200.

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