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NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop"
2014 FERRARI 250 GTO, 1964 Equipaggio Pedro RODRIGUEZ – Phill HILL, 1°
assoluto 2000 CHILOMETRI DI DAYTONA, 1964 Aprile 2014. |
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Un Cobra come avversario Nel 1964 le avversarie da battere,
per la Ferrari 250 GTO, erano la Cobra Roadster e la nuovissima Cobra Daytona
del team Shelby Amreican. Nota curiosa: la carrozzeria della
Daytona fu realizzata a Modena. Il proprietario di questa GTO Luigi Chinetti acquistò la vettura per farla
partecipare in Florida tramite la scuderia NART. Sul podio si classificarono tre
Ferrari 250 GTO. La prima era la versione carrozzata nel 64, la seconda era
con carrozzeria classica del 62, la terza aveva la carrozzeria della 330 LM. Caratteristice della versione del 1964 La carrozzeria fu disegnata da
Pininfarina e realizzata da Scaglietti. I cambiamenti aerodinamici rispetto
alla GTO del 62 (per esempio una minore alatezza, una ala a fine tettuccio,
il parabrezza inclinato) non portarono in vantaggi previsti. Lo sviluppo della meccanica e del
motore furono segui da Mike Parkes. Il motore era un 12 cilindri a V,
2953 cc di cilindrata, sei carburatori Weber, 300 cv a 7400 g/min. Particolare degli pneumatici:
anteriore 6,5 x 15”, posteriore 7,5 x 15”. Furono realizzati solo sette modelli
di questa GTO. Il modello qui presentato, nella
realtà, fu la terza realizzata e aveva il numero di telaio 5571. Gli
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Un weekend lungo 2000 km L’elaborazione di questo modello, prodotto
per la serie “FERRARI RACING COLLECTION”, ha richiesto tre giorni di lungo ma
non difficile lavoro di elaborazione. Il fascicolo a corredo del modello
offre già un minimo di documentazione fotografica per verificare quali
dettagli sono corretti e quali assenti. Il modello l’ho smontato, solo nelle parti
che avrei sostituito, poi ho lucidato, per una buona mezz’ora, la carrozzeria
e il parabrezza. La lucidatura della scocca la eseguo con
crema per carrozzeria e pelle di daino mentre il parabrezza lo lucido con
della crema per togliere opacità e righe dai display dei cellulari. Il pianale ha i terminali delle marmitte che
non corrispondono a quelli classici delle versioni FERRARI di allora.
Utilizzando un tubicino in alluminio, ho realizzato quattro terminali che ho
incollato direttamente al pianale. La parte finale di ognuno l’ho allargata
con un punteruolo in acciaio. Una volta incollati, ho satinato con grafite (la ricavate anche da una semplice matita
e non serve comprarla sfusa) tutto il pianale e con la tecnica del
“dry-brush” ho metallizzato le marmitte (il
colore acrilico SILVER, opaco però, è l’ideale). Ho sostituito cerchi e
gomme di serie con altri prodotti da EQUIPE TRON, badando a mettere gomme
differenti di passo tra anteriori e posteriori. L’abitacolo e il pianale interno possono essere
modificati per ottenere dettagli migliori. La leva del cambio e quella del
freno a mano le ho sostituite con degli spilli ai quali ho aggiunto dei
pomoli a misura corretta (realizzati con colla vinilica e guaina di un filo
elettrico). La pedaliera l’ho ricostruita con del filo
di rame e dei ritagli di un foglio di rame. E’ stato necessario, ovviamente,
asportare quella di serie stampata tra la paratia e il pianale. I sedili, dopo averli smontati e carteggiati
per eliminare gli sbavi di stampo, li ho coperti con stucco e poi dipinti. In teoria i sedili veri avevano tutta la
seduta ricoperta in stoffa blu chiaro; quelli presenti nel modello purtroppo
hanno una costa molto pronunciata e se l’avessi colorata in blu chiaro
sarebbe stata una forzatura estetica poco apprezzabile. Alle volte, a mio avviso, conviene dare la
preferenza al senso artistico e meno a quello replicativo, perché alla fine
siamo sempre di fronte a una replica in scala ridotta e mai si potrà ottenere
la stessa sensazione visiva che si ha di fronte all’oggetto reale. La vetratura del modello è assente nei
finestrini e quella posteriore troppo spessa. Con un cutter ho asportato
quella posteriore, riducendo anche i profili trasparenti che la univano al parabrezza.
Il perno di tenuta, sul celino, l’ho fresato in parte e poi ridipinto in
rosso (1 e 2). Con dell’acetato trasparente ho realizzato i
finestrini laterali (erano a
scorrimento) che ho incollato con colla vinilica. Per nascondere le
tracce di colla ho coperto la parte incollata con una striscia sottile di
carta metallizzata, tipo quella presente all’interno dei pacchetti di
sigarette (3). Infine il lunotto posteriore, in acetato,
incollato in quattro punti; ho aggiunto quattro “rivetti” per nascondere le
solite tracce di collante (4). Il cruscotto è di buona qualità ma volante e
montante dello sterzo no. Il volante è EQUIPE TRON montato su un
tubicino in alluminio a cui ho aggiunto la leva delle frecce. Il volante l’ho incollato con un grado
d’inclinazione maggiore di quello originale se no questo toccherebbe sul
sedile del driver (quello fotoinciso è
di diametro più grande di quello in plastica originale). Esternamente, oltre a gomme di passo
differenti e cerchi fotoincisi, ho sostituito i fanali in plastica con due
fotoincisi con una colorazione gialla (risaltano
di più). Ho aggiunto due fendinebbia sempre
fotoincisi; i fanali posteriori sono quelli originali solamente coperti con
vernice trasparente acrilica lucida. I tergicristalli sono fotoincisi, dalle foto
della vettura reale non si può distinguere se ambedue i tergicristalli
fossero presenti; asportando quelli in plastica rimane un buco poco estetico
per cui alla fine mi sono convinto che era meglio metterne comunque due. Le luci sulle portiere, che servivano per
illuminare il numero di gara, erano solo dipinte per cui ne ho aggiunte altre
due realizzate con delle semplici teste di spilli. Infine i ganci di serraggio dei cofani.
Quelli anteriori li ho realizzati con del filo di rame poi dipinto in SILVER
opaco mentre posteriormente ho utilizzato sempre una testa di spillo a cui ho
ridotto il diametro. Se avete pazienza di ordinarli e di
attendere la consegna via posta, potete trovarne in vendita uguali a quelli
originali (erano di forma triangolare,
realizzati a lima e trapano partendo da un blocchetto di alluminio) ma
fotoincisi e in scala 1/43. Terminata l’elaborazione, ho realizzato la
colorazione delle fessure tra le varie parti (cofani e portiere) e dipinto correttamente le parti nere che
rappresentano le varie finestrature, specie quelle sotto il muso. |
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